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La differenza.
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

30 gennaio 2010






Perché confrontiamo sempre?


Pensieri degli anni difficili

 

"...fra il bufalo e la locomotiva la differenza salta agli occhi...la locomotiva ha la strada segnata...il bufalo può scartare di lato e cadere..." (Francesco De Gregori, Bufalo Bill)

Non so proprio da dove iniziare!

A volte ho talmente tanto da dire che difficilmente riesco a cominciare, per trasmettere.

Perché siamo portati a paragonare le cose?

Splendido il rialzarsi quest’oggi!

Cielo blu spiccante sul gelo della terra inondata da un manto bianco, purificante. Luce intensa, a illuminare ogni angolo buio che poco ha respirato ed ora è pronto ad essere vissuto.

Il primo pensiero è nella mano. Tesa, ad incontrare senza guardare; pronta, a rendersi disponibile; calda, a trasmettere il calore.

Le scelte. Siamo quasi obbligati nel corso della vita a portare con noi delle scelte. C’è chi le opera con impulso, chi le pensa riflettendo a lungo, chi invece in un baleno le fa sue senza troppo rimuginarci su, ma senza superficialità.

Mi ritrovo al centro, quasi incastrata a dover necessariamente operare una preferenza. Ad un fianco la consuetudine, tutta linda e pulita, col suo abito lustrato e tirato a nuovo; lo sguardo puntato dritto e senza incertezze sulle "decisioni" della vita, severo ad incitare a non avere dubbi e perplessità, a "perseguire" quello che è già stato vissuto e si prepara a "ripetersi".

Parte una vertigine... Il desiderio irrefrenabile è di fuggire.

Cadono le ultime resistenze e mi lascio andare. Cosciente più che mai, consapevole degli eventi intorno. E, come fossero forze della Natura alle quali poco la mia mano può, le lascio attraversare, cercando di viverle.

Mi giro lentamente sull’altro fianco e arriva una folata di freschezza densa di novità che soffia sul mio viso e mi invita a seguirla. Respiro un’aria di avventura e imprevedibilità, stimolante a trovare nuove strade da percorrere, altri momenti da vivere. A caccia di orizzonti nuovi da gustare con lo sguardo, di istanti da scoprire, di storie da poter poi raccontare. E mi lascio catturare.

Provo a cercare il piacere di trovare le parole senza dovergli dare un significato. Tento di stabilire un collegamento diretto fra la nicchia da dove prendono origine, per dare vitalità ai pensieri. Potrebbe essere questo il senso, quello che manca ai fogli delle pagine che fanno la mia vita.

Mi immergo in una dimensione fatta di sole emozioni; poco è lo spazio a voler capire per trovare una giusta collocazione. Voglio vivere così! È difficile cambiare il corso delle cose, qualunque sia il percorso e la strada imboccata al primo crocevia delle scelte.

Sorrido, pensando a chi, incuriosito, parlando con parole che poco riesco a comprendere, osserva con stranezza, evidenziando la facilità nell’avanzare sui rettilinei che costeggiano i paesaggi delle più belle tappe della vita.

Spesso la consapevolezza della solitudine che veste le mie parole mi lascia un senso di amarezza, che si accompagna al dubbio.

Ma sarà poi vero che abbiamo sempre la possibilità di operare delle scelte?

Non sarà tutta una finzione che ti carica di illusioni?

Un minuto dopo. Afferro a pieno un minuto dopo.

Vorrei poter comprendere e comunicare senza dover trovare una forma concreta, anche se astratta. Il linguaggio e il pensiero. Vorrei non dovermi preoccupare troppo di decorare le parole, sarebbe bello poterle liberare al volo, in leggerezza, senza imbattersi in grossi rischi. Vorrei poter ascoltare ed essere ascoltata, senza dimenticare e dare finalmente alle lacrime la possibilità di sciogliersi.

Beh, per una volta ci si può concedere il silenzio. Almeno fra di noi.

 

Fernanda

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