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Aspettando...
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

2 settembre 2011






Le stelle mancate.


Pensieri degli anni difficili.

 

Inesorabilmente tutto procede. Sarebbe impossibile fermarlo, anche se lo si volesse. In due righe e poche parole esprimo a pieno il mio stato d’animo. Quando la parola calza senza inceppare!

Cerco una strada che mi porti fuori dagli schemi, per rendere le cose non scontate e originali. Soffro di fronte alla consuetudine degli eventi, alla quotidianità delle situazioni, alla "normalità" che accompagna i fatti della vita. E cerco uno spiraglio di luce nuova che illumini una strada non percorsa, un soffio di aria pura e fresca, che mi dia la possibilità di sognare vivendo.

Mi piace, nel cuore della notte, nel silenzio delle vie, sbirciare e immaginare cosa accade nell’animo della gente. Un barlume di luce in lontananza, caldo quasi a proteggere, tenue a creare l’accoglienza. E nella mente vedo il momento esatto in cui ci si lascia andare al sogno, quando le palpebre, lentamente e senza poter fare nulla, si abbassano sul buio, abbandonando le ansie del passato e avviandosi in un’altra realtà.

Cammino in silenzio, toccando con le mani ogni cosa trovo al mio passaggio, illuminata solo dall’intensità della luminosità che viene dall’esterno e guidata dal profumo di tutto ciò che mi appartiene.

Aspetto, senza sapere bene cosa.

La solitudine di chi mi sta intorno. Mi perdo immaginando come può essere il sogno di chi, addormentato nel pieno della notte, cerca un sollievo ad una giornata che non ha avuto termine. Osservo, un po’ staccata, la corsa senza pause di chi non riesce proprio ad afferrare tutto quello che gli appartiene e goderne.

Aspetto, con ansia che arrivi il momento giusto e nello stesso tempo vorrei non arrivasse mai.

Finisco, non a fatica, ma con la curiosità che mi fa sempre più Fernanda, un capitolo di un libro che mi ha donato allegria, che ha stimolato il mio senso, che ha affinato la mia capacità di connessione. E, aspettando, ne inizio un altro. Tutto nuovo e da scoprire.

Poco riesco a fare chiarezza, però, all’interno. La stanchezza accumulata nelle rigide giornate trascorse, senza molta possibilità di evasione, si impadronisce rallentando i movimenti e anche un po’ il mio pensiero.

Pochi gli istanti che ricordo, del passato appena andato, in cui ho respirato un po’ di libertà. Il principio della libertà... ne parlerò, presto, è dentro e vuole uscire.

Una corsa inaspettata nel pieno del giorno ancora lontano dalla notte, nel silenzio dell’insolito, nel profumo della Natura che, come sempre, ricarica portandoti non oltre misura. Ricordando dove è quello che va ricercato e perseguito, senza dover andare necessariamente troppo lontano. E così, mi ritrovo, in due chiacchiere, a lasciarmi andare di fronte alla rigidità che, in verità, nasconde una grande sensibilità. E si scioglie nelle mie poche lacrime, che vengono giù sincere del dolore che le accompagna.

Tendo la mano e, sicura questa volta, ne trovo un’altra pronta ad accoglierla.

Le stelle mancate, quelle che non hanno massa sufficiente a che possano risplendere come vere stelle. Come si possono considerare? Cosa si potrà dire di loro?

Illuminata dalla luce dei puntini che partecipano al chiarore della notte, aspetto, ma, senza pretendere questa volta. Quando il movimento sarà talmente intenso e non percepibile all’occhio umano, con una veloce rotazione, sprigionerà il massimo dell’energia che gli appartiene, decidendo di condividere, in quel momento, la sua parte più bella con l’immensità dell’universo.

 

Fernanda

 

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