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Gli ultimi giorni di...
di Giuseppe Chiaia  ( peppinochiaia@libero.it )

5 ottobre 2007

E', questa, un'espressione che conclude vari aspetti della realtà; infatti, possiamo abbinarla a significati diversi, come : "...di scuola"; oppure, "...di primavera"; oppure "....di guerra" ; e così via. Ma, qui, si vuole assemblare la citata espressione ad un evento che non è molto distante nel tempo, ed è foriero di gravi eventi politico-sociali: non è azzardato dire: "GLI ULTIMI GIORNI DEL NOSTRO SISTEMA DEMOCRATICO". Se ben si considerano gli eventi economici, politici e sociali che nell'ultimo ventennio si sono manifestati nella nostra Repubblica, c'è poco da stare fiduciosi in un risveglio di quei comportamenti etici che caratterizzarono la nascita dell'età repubblicana, post seconda guerra mondiale. Il nostro Parlamento è saturato da un numero abnorme di deputati e senatori che ci rende criticabili dagli altri Stati Europei; sono troppi, inutili, dispendiosi 950 circa tra deputati e senatori, lautamente pagati, la maggior parte dei quali parcheggia nei rispettivi scranni, ed il cui unico impegno consiste nello schiacciare i tasti elettronici del "Si" o del " No "; ai quali deputati vengono riconosciuti privilegi ed esoneri che ci fanno venire in mente le guarentigie dei potentati assolutistici dei secoli scorsi; i quali deputati sono esclusi dal principio costituzionale dell'Uguaglianza; che viaggiano gratis, che usano i mezzi pubblici statali per i loro svaghi privatistici, unitamente a quelli dei loro familiari; che se qualcuno è accusato di "sniffare" cocaina od eroina, non può subire i rigori del codice penale: anzi, qualcuno, “in odore di droga”, anche se dichiara di utilizzarla a fini terapeutici(!?) è stato nominato senatore a vita!!! L'ultimo scandalo pubblicato dai giornali - ci si riferisce a “ Palazzopoli” ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




- ci lascia allibiti, non per i fortunosi affari immobiliari conclusi da molti potenti della politica, ma per l’inerzia colpevole e connivente degli Uffici del Registro di Roma, tanto solerti solo nei confronti dei privati cittadini nel riesame degli accertamenti-valore delle pratiche di compravendita; anche se in compenso, qualcheduno dei “furbi del quartiere”, quelli sì , che sono stati scovati e perseguiti. Ma non sono questi gli aspetti del degrado della politica partitica italiana ; si considerino i programmi televisivi, sia di RAI che di Mediaset: la prima ci perseguita con un canone esoso e ci fornisce una programmazione che, il più delle volte, è stata definita spazzatura. Ma ti pare, caro lettore, che, ancora una volta, ci siamo dovuti sorbire, per il sesto anno consecutivo, “ Il commissario Rex “, oppure quell’insulso programma di giochi condotto da quel “Pupo”, al quale, inesorabilmente, come la morte, fa seguito quell’altro stucchevole programma di giochi “l’Eredità”? E perché si devono offendere milioni di italiani con l’imminente programma della Clerici “la prova del cuoco” dal momento che un sesto del nostro popolo non riesce a comprare il pane per un mese di seguito? E perché dobbiamo essere angariati dai “Cocuzza”, dagli “Agus” e dalle loro interviste scialbe ma dispendiose con attricette e veline alle quali si versano cospicui “cachet”? E perché ci si vieta di assistere ad una trasmissione televisiva di grande impatto culturale, come la ripresa diretta di una “Prima” della Scala? Oppure di far godere la mente e lo spirito, assistendo ad un concerto, all’esibizione di un grande solista, ad una manifestazione teatrale sui grandi classici e drammi della letteratura? Abbiamo dovuto aspettare la dolorosa dipartita del grande Pavarotti per assistere alla replica dei “3 Tenori”. Dobbiamo ringraziare solo la terza Rete della RAI se ancora riesce a fornire programmi di grande spessore culturale, come quel dialogare sublime di “Passpartout” o “L’Italia che vai” o la grandezza artistica - sia come autore che come interprete, del Senatore Eduardo de Filippo, titolo politico che mai fu assegnato a persona più degna; a proposito, non ti sembra, caro lettore, che anche il premio NOBEL è politicizzato, dal momento che è stato assegnato all’Italia, per la Letteratura, a quel Dario FO e non al nostro Eduardo? Gli è che ormai in Italia si sono restaurate le signorie rinascimentali. Abbiamo deputati e senatori che stazionano da oltre 60 anni nel nostro Parlamento, e valga per tutti l’esempio del Senatore Andreotti che - assertore del noto aforisma “il potere logora chi non lo l’ha - ha lottato fino all’ultimo, all’età di 87 anni, per contendere la nomina di Presidente del Senato all’attuale sen. Marini, altra espressione inamovibile del sindacalismo italiano. E a proposito dei sindacati, ci si domanda: perché sono esenti dai rendiconti annuali di bilanci, pur amministrando miliardi di Euro? Non ricevono, forse, i contributi che le amministrazioni pubbliche e private versano loro, dopo averli detratti dalle competenze mensili dei lavoratori ? Qualche raffinato costituzionalista potrebbe rispondere che i sindacati, essendo strutture associazionistiche di natura privatistica sono esenti, per norma costituzionale, dall’obbligo dei rendiconti; e lo stesso avviene per i partiti, che beneficiano, addirittura del sostegno, cospicuo, del bilancio statale. Ed allora ? Allora si dovrebbe svegliare il popolo dal torpore politico in cui à caduto; bisogna evitare che la Televisione, sia statale che privata, tambureggi, per ore, i nostri video con l’oppio delle partite di calcio! Che cessi ogni connotazione subliminale tesa a distrarre le coscienze e la ragione! Nell’ ultimo periodo della Roma repubblicana, quella Roma di Cesare da cui si originò l’impero, nei momenti di crisi sociali, quando il decadimento delle istituzioni determinava guerre civili e servili, non si trovò rimedio migliore se non quello di distrarre le masse dei disperati con l’organizzare i cruenti spettacoli che si svolgevano nell’anfiteatro Flavio, spettacoli che, a volte, duravano per mesi, e, nel contempo, aprire i granai con distribuzioni gratuite di grano: da ciò, l’espressione latina: “Panem et circenses”. Questo antico mercanteggiare non è stato mai dimenticato: Chi non ricorda il mezzo chilo di pasta del comandante Lauro, a Napoli ? oppure il paio di scarpe spaiato che veniva,poi, completato una volta vinte le elezioni ? E, a causa dell’inflazione, oggi, quel mezzo chilo o quella scarpa spaiata si è trasformata, nella forma più pratica, delle 50 euro tagliate a metà, con la promessa di incollare la metà mancante in caso di risultato elettorale positivo. Questo sfogo non è suggerito, anche se vi collima, dall’exploit di Beppe Grillo, avendo, chi scrive, già lamentato il degrado dei costumi, l’affarismo politico, il rimpianto di epoche garantiste in articoli degli anni scorsi; si vuole solo ammonire che sta per finire la caduta nell’abisso della nostra democrazia: se ne intravede il fondo! E basterà una sola scintilla perché si dia l’assalto alla bastiglia dei potentati, della corruzione e del malaffare. È bene, però, fare attenzione: perché quando il popolo si muove, esso diventa un drago scatenato ma cieco, che morderà crudelmente il colpevole e l’innocente.

Giuseppe Chiaia

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