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Dalle marcette al Jazz, volgendo al Quartetto d’archi.
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

12 febbraio 2003

"Tanti bei proclami ma, in pratica, lunedì mattina, cosa debbo fare ?" Ovvero, cosa deve inventare chi vuole rischiare in proprio capitali, salute e reputazione (imprenditori, operatori del sociale, liberi professionisti, lavoratori in genere) per mantenere competitivo il risultato del proprio lavoro? Nel XXI secolo, l'era dell'altissima velocità (e degli incidenti mortali!), ogni attività con più di tre persone (dalla scuola materna alla media impresa) dovrà sempre più essere "event driven" (guidata dagli eventi), in grado, cioè, di sapersi adattare e costituire un sistema "sense and respond", capace di percepire in tempo reale gli elementi strutturali e dinamici che caratterizzano il proprio business (l'insieme delle attività remunerative in termini di gratificazione e profitti) e regolarsi costantemente per il meglio. Tutto ciò è possibile solo a condizione che i flussi di informazione interessino in egual misura i vari componenti del team ed i processi operativi. Una sorta di Network intra ed extra aziendale. Secondo Vivek Renadiv? (Ingegnere con Master ad Harvard, ideatore della TIBCO ed autore del libro The Power of Now Ed. Olivares - 2000), le informazioni non sono più una risorsa passiva ma un catalizzatore in grado di innescare ed accelerare reazioni efficaci in tutta l'organizzazione. Se, per esempio, in un cantiere edile, si apporta un minimo cambiamento al progetto originale, questo viene trasmesso a tutti coloro i quali debbono venirne a conoscenza... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


... un architetto sposta una parete, i progettisti degli impianti elettrici mettono immediatamente mano al lay-out (schema globale) del circuito, gli addetti agli acquisiti vengono invitati ad ordinare altro materiale, etc. Power of Now: il potere di un’organizzazione che opera sul qui ed ora, molto lontano da quella deresponsabilizzazione da scaricabarile tipico di molti ambiti lavorativi contemporanei, diretta conseguenza, spesso, della gestione di leader inefficienti o mobbizzanti. Siamo ad un crocevia in cui quell’impiego razionale dei beni e dei mezzi a disposizione per soddisfare i vari bisogni evitando sprechi, che si chiama Economia, richiede l’attivazione di collaboratori "star", chiamati ad intervenire nella "gestione per eccezioni", per problemi che nessun sistema automatizzato sarebbe in grado di affrontare. Non è più tempo di crogiolarsi nel comfort della routine e delle pratiche consolidate né di avventurarsi in organici rigidamente piramidali: la new economy, così come il Titanic, è nata geneticamente difettosa e cresciuta (poco e male) con i postumi invalidanti di organigrammi demotivanti e consensi da yes men. Essere d’accordo su tutto, nasconde la voglia di non prendere decisioni. D’altro canto, opporsi irrazionalmente con polemiche sterili, evidenzia scarsa propensione a crescere in gruppo per eccesso di egocentrismo. Utilizzando una simbologia musicale, si può associare il modello tradizionale ad una banda di robot che suonano "marcette". La reality economy richiede, invece, un modello originale di orchestra jazz in cui ognuno porta avanti il suo progetto, con un direttore in grado di coordinare i vari soliti che si esprimono, mediante work songs (canti di lavoro), spirituals (inni religiosi) e blues ("richiami" di protesta sociale), nella creazione di melodie più o meno svincolate dai temi d’insieme, irripetibili fuori dall’istante della loro esecuzione. In futuro, comunque, la next economy, vedrà piattaforme operative delineate sul modello del Quartetto d’archi, capace di comunicare armonie attraverso l’ausilio di virtuosismi strumentali in grado di trasmettere sensazioni intersecanti le calde emozioni del passato con la vitalità spumeggiante della vita contemporanea. D’altronde, questo tipo di formazione musicale ( privilegiato dai compositori musicali, a partire dalla metà del settecento) rappresenta, di fatto, non un semplice aggregato di musicisti ma "un insieme omogeneo ed integrato che determina una conversazione tra quattro persone ragionevoli" ( Goethe) il cui obiettivo è quello di conciliare la dimensione sinfonica con quella solistica: la forza del gruppo, infatti, consiste nella capacità di riassumere i colori principali della tavolozza orchestrale mantenendo, ogni strumentista, l’indipendenza e l’autorevolezza di un solista (con il "direttore incorporato"). Arrivederci, dunque, all’Isola che non c’è, dove il recupero di antichi valori e la ricerca di una modernità "spinta" all’estremo, tenderanno a fondersi.

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