A
spasso, verso un Futuro migliore...
Questo
articolo parte dal lavoro pubblicato il primo luglio 2016, a suo
volta scaturito dal compendio sull’Amore... che ho proposto, in più
riprese. Il bisogno di provare a spiegare, ancora meglio, cosa rende
difficile la costruzione di quel dialogo che riscalda la vita, mi ha
spinto ad aggiungere qualche pepita nel forziere.
Premessa
“In
principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per
mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò
che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”.
(Giovanni 1, 1 -14)
Ci
spiega la Scienza che il “mattone” primordiale con cui è
stato costruito tutto l’Universo conosciuto (e immaginato) è
l’Energia cioè, quella forza vitale che consente alla materia
di “aggregarsi” e “dialogare” mediante essa.
L’elemento
eccezionale di ciò, consiste nel fatto che, accanto a quello
che si è già studiato, a proposito dell’Energia (che dà
vita alla gravitazione, all’elettromagnetismo, all’interazione forte
e a quella debole) esiste un Mondo (forse primigenio) fatto di
Energia e Materia Oscura non ancora compreso ma, forse, depositario
del principio che ha determinato le Leggi che governano il Sistema.
Un ambito difficile da definire, perchè senza Luogo né
Tempo, in cui tutto è in equilibrio perchè, da lì,
sarebbe nato il “Verbo” di Dio (o di chi per lui) come
risultato di riflessioni e ragionamenti capaci di partorire quella
Comunicazione da cui è partito tutto.
Cosa
significa?
Quello
che è successo, subito dopo il cosiddetto “Big Bang”,
è derivato dallo “spaccarsi” dell’equilibrio e
dalla creazione di elementi energetici (Materia) che, alla stregua di
raffinati “radicali liberi” (atomi o molecole con un
elettrone in più) cercano di ricongiungersi con altri elementi
omologhi speculari (antimateria) alla disperata ricerca di
ripristinare l’equilibrio di partenza: quello prima del Big Bang.
Questo meccanismo, determina quel movimento continuo, incostante,
perturbato e costruttore, a cui diamo il termine “VITA”.
Infatti,
a “condizionare” l’Energia, a ben riflettere ci sono due
principi: l’Amore e la Libertà, espressi dai concetti di
“Particella e Onda” e “interazione Forte e Debole”.
A
differenza dell’Amore e della “Discordia” descritti da
Empedocle, Amore e Libertà, pur essendo “in contrasto”
fra loro, contribuiscono a favorire quella “danza” di
avvicinamento e allontanamento che, alcuni, chiamano “respiro
cosmico” ma che possiamo ritrovare in ognuno di noi, ad
esempio, sia nella funzionalità cardiocircolatoria (con
l’avvicinarsi della pareti nella spinta, o”sistole” e con
l’allontanarsi delle medesime, nel rilasciamento, o “diastole”)
che respiratoria (con gli alveoli polmonari che avvicinano i “lembi”
nell’espirazione e li allontanano nell’inspirazione).
E
allora...
l’ipotesi
è che, probabilmente, il rapporto di coppia altro non è
che un modo di rispondere al bisogno universale di tendere
all’equilibrio, attraverso l’avvicinamento e l’allontanamento...
Vediamoci
chiaro.
Partendo
dal principio che, nella lingua italiana, il termina “coppia”
si riferisce a due individui che condividono interessi e obiettivi,
se vogliamo riferirci a due persone che si legano, anche, sul piano
sentimentale, per ipotizzare quanto potrà durare la
“frequentazione”, abbiamo la necessità di
analizzare un po’ di elementi...
Ad
esempio, dal momento che, il sostantivo maschile “rapporto”
identifica un’interazione con manifestazione di interesse, fra due o
più elementi e, che, con il termine "impegno",
intendiamo il lavoro da fare per costruire qualcosa di concreto,
possiamo affermare che è necessario impegnarsi per creare le
condizioni atte ad incontrare in maniera continuativa ed "esclusiva"
un partner, con il piacevole desiderio (che, secondo leggi di Natura
è, in realtà, un bisogno) di costruire "qualcosa
di più" di una semplice frequentazione anche se intima.
Perché
accada una cosa del genere, non guasta aver fatto un certo numero di
esperienze meno "impegnative" (anche se gratificanti) e
basate sul rispetto reciproco, sulla correttezza e sulla maturità
personale.
In
questo modo si arriverà a capire qual è il limite di un
rapporto di stretta e intima amicizia "senza nulla a
pretendere", rispetto alla possibilità di una donna (o un
uomo) che si dedichino a noi e ci accolgano con piacere, anche quando
non "ci facciamo annunciare".
Molteplici
sono le sfaccettature delle relazioni e delle interazioni, perchè
tantissimi sono i potenziali concorrenti e indefinite le produzioni
emotive (peraltro, non ripetibili). Però, in linea di massima,
due possono essere le possibili varianti di una coppia (escludendo,
ovviamente gli incontri “occasionali”).
In
una coppia che
potremmo definire “senza
nulla a pretendere”
( o “pret
a porter"),
non
sono importanti né i fattori specifici sui quali si fondano le
regole (non scritte) prodromiche della costruzione di un Amore né,
tanto meno, la frequentazione “impegnativa” che, in
questo caso, difficilmente sarà continuativa e, ancor più
difficilmente, prevederà il concetto di solidarietà
reciproca.
Questi
elementi potranno riguardare, di volta in volta, un dialogo più
o meno costruttivo, dei sentimenti di amicizia, o una passione più
o meno intensa, che duri nel tempo. D’altronde,
non essendoci obblighi, ci si incontra solo alle migliori condizioni
di entrambi e solo quando, entrambi, ne hanno voglia.
In
una coppia che tende
alla costruzione di un rapporto di maggiore stabilità,
invece, prevalgono aspetti più profondi che, a certe
condizioni (maturità e validità di entrambi i partner),
sono fattori incubatori di un "piacere globale", in una
"casa comune", con progetti di vita insieme e a lungo
termine. Dal momento che si punta a conoscersi a fondo (uscendo
dall’egocentrismo personale e aprendosi alle esigenze
dell’altro), un simile rapporto può essere paragonato a
un abito su misura, costruito pian piano... in maniera unica e
irripetibile.
"Due
esseri umani percorrono un tratto di strada insieme, per il piacere
di condividere un progetto, una giornata di mare, una passeggiata...
o, anche, un momento di tristezza. Un braccio cui legarsi quando si
prova del dolore, trasforma le due solitudini in un fluido caldo che
scorre all’interno degli angoli dell’anima. Può
essere la tua memoria, la giornata che vuoi ricordare o anche il
momento più difficile da dimenticare". (Cit.)
Quali
sono i motivi che dovrebbero indurre una persona, al di là
della scelta di avere un compagno che può essere frequentato
anche vivendo in residenze separate, a scegliere di convivere per
costruire un rapporto duraturo?
Fra
gli altri, la disponibilità all’aiuto reciproco e le
sollecitazioni affettive (e "di crescita interiore" che ne
possono conseguire) che, solo la frequentazione assidua e ben
motivata, può portare; inoltre, il condividere degli spazi,
rappresenta uno stimolo a ridurre l’egocentrismo a favore
dell’egoismo positivo (la tutela di sé, nel rispetto
dell’altro).
Per
tornare un attimo al concetto espresso prima, a proposito di “Amore”
e “Libertà”, si potrebbe
indurre una convergenza fra il modello di Pensiero di molti Filosofi
dell’antica Grecia dell’epoca “Jonica”
(particolarmente illuminata) e la Fisica moderna a cavallo fra
Einstein e la “quantistica”. In questo modo, l’ipotesi
deduttiva e comparativa in base alla quale, l’intero Universo (noi
compresi, quindi) sia sottoposto a forze centripete (che avvicinano)
e centrifughe (che allontanano) da cui scaturiscono forme di
comunicazione elementare ma fondamentale, trasmissibili e
condizionanti per l’energia e la materia.
Orbene,
non sarebbe peregrino immaginare che l’elemento centripeto possa
essere definito “Amore” e quello
centrifugo, invece, “Libertà”.
In
altre parole, protoni e neutroni (e, a loro volta, i quark che li
compongono) “Sarebbero soggetti, contemporaneamente, sia ad
una tremenda voglia di stare insieme, che ad un forte desiderio di
fuga verso l’esterno...l’energia (capace di deflagrazioni che, al
confronto, la bomba di Hiroshima morirebbe d’invidia) sonnecchia
all’interno della Materia salvo, poi, scatenarsi, non appena trova
qualcuna capace di svegliarla... al pari di Empedocle, il prof.
Bellavista è convinto che, all’origine dei tempi, l’Amore sia
stato il dominatore assoluto dell’Universo e che la Libertà si
sia aggirata per anni intorno a lui, nella speranza di coglierlo di
sorpresa e di rompere i vincoli della Materia...finchè, un bel
giorno, il “Sistema” (quello che c’era prima
dell’Universo) è scoppiato in ogni suo punto: la Libertà
aveva fatto saltare le resistenze dell’Amore... (Luciano de Crescenzo
Storia della Filosofia Greca – Mondadori Ed.)
Orbene...
Il
conflitto Amore – Libertà, insito nella Materia, è
presente nell’Animo umano. In ognuno di noi, infatti, ritroviamo
(magari sepolto nei ricordi di bambino) un grande bisogno d’amore che
porta a desiderare la compagnia altrui, e un irresistibile voglia di
tutelare gli spazi più intimi, da qualsiasi intromissione. In
questo modo, riusciamo ad appagare il bisogno egoistico (e, per
taluni aspetti, residuo di immaturità) di “possesso”
e a placare la noia derivante dal circuito delle abitudini.
Come
esempio del primo aspetto, è utile leggere questo spunto di
riflessione di Caitlyn Siehl
Non
innamorarti di persone come me. Ti porterò ai musei, parchi e
monumenti, e ti bacerò in ogni posto bellissimo, in modo che
quando poi bacerai qualcun altro il gusto di quei baci sarà
quello di una ferita. Io ti distruggerò nel modo più
bello possibile. E quando ti lascerò potrai finalmente capire,
perché le tempeste portano il nome delle persone.
Per
quanto riguarda, invece, il secondo aspetto, possiamo rifarci al
seguente aforisma di Giacomo Leopardi
La
noia è il più controverso dei sentimenti umani, in
quanto ci mostra l’insufficienza delle cose esistenti di fronte alla
grandezza del desiderio nostro
Quindi,
prima di parlare di coppia, non dobbiamo dimenticare un elemento
importante: è necessario, prioritariamente, realizzare le
condizioni per provare piacere a stare con se stessi; poi, in seconda
battuta, quando si frequenta il partner, si cerca di star meglio. Un
compagno, quindi, deve essere visto come uno stimolo che migliora una
situazione già favorevole, non una condizione necessaria
indispensabile per star bene. A queste condizioni, il bisogno di
Amore e Libertà, viene sostanzialmente amalgamato e miscelato,
all’interno della propria identità.
Esiste
la necessità di un’omogeneità di visione delle
cose e degli interessi?
Questo
è un problema apparente perché, di fatto, non è
indispensabile pensarla allo stesso modo, su tutto. La
compenetrazione dei pensieri, l’omogeneizzazione delle
aspirazioni e dei sentimenti si crea nel tempo (se il rapporto
funziona, ovviamente) e man mano che i problemi personali di
integrazione sociale e realizzazione lavorativa, tendono a
risolversi.
Nei
primi tempi, c’è un’enorme diversità... e
questo è naturale e positivo, perché consente di
rivedere le proprie posizioni e certi modi di vedere le cose. Pian
piano, ognuno dei due cambierà qualcosa del proprio modo di
essere e di rapportarsi con l’altro, "avvicinandosi"
al partner.
Questo
rende diversi e migliori.
Per
capire un po’ meglio, come stanno le cose, proviamo a chiedere
aiuto a quello che ci dice, la Fisica, a proposito di coppia, a
partire dalla definizione: “Sistema
di due vettori paralleli di ugual modulo ma di verso opposto,
applicati ad un corpo (cioè che girano intorno ad un fulcro).
In
buona sostanza, a livello simbolico, una coppia di forze, rappresenta
due esseri umani che agiscono, spingendo una immaginaria leva (o “
braccio” che, in base alla vicinanza emotiva e di condivisione,
può essere corto o lungo) che ruota su un’asse centrale,
determinando il movimento circolare che produce i dinamismi di una
vita a due.
La
rotazione determina una condizione essenziale che si trasforma, a
volte, in una sorta di maledizione...
Infatti,
l’azione congiunta di due individui che, per la Fisica, debbono
avere la stessa importanza, determina l’attivarsi di un
percorso che, in base alla distanza fra i due, avrà una
circonferenza variabile. Maggiore è il raggio della
circonferenza (la distanza fra i due) minore sarà lo sforzo da
sopportare. Maggiore, invece, sarà la fatica, nel caso il
raggio dovesse essere minore.
Questo
spiega perchè, sempre (ma non più tanto)
metaforicamente, più ci avviciniamo come interessi, obiettivi
e, di conseguenza, intimità, maggiori saranno gli attriti
conflittuali...
Al
contrario, più aumentiamo le distanze, minori saranno i
problemi di interazione, anche se, poi, rischiamo di perderci. Un po’
alla volta.
La
maledizione di girare in tondo...
Con
un simile discorso (peraltro ben spiegato dalla Fisica, che analizza
ciò che accade, nell’Universo, dal più “piccolo”
al più “Grande” e che è replicato, in noi,
che siamo composti degli stessi costituenti di base, cioè,
circa meno di 10 particelle fondamentali, dell’intero Sistema
che ci comprende) appare chiaro che, per quanti sforzi si facciano,
non riusciremo mai a toccarci, con l’altro...
Ed
effettivamente, per quanto cerchiamo di entrare in sintonia con la
persona che amiamo, non saremo mai in grado di trasmettere i nostri
sentimenti per come li generiamo, nella nostra mente e nel nostro
cuore.
Quello
che, al massimo, ci riuscirà, sarà il provare a far
capire, con gesti e parole, ciò che proviamo. L’aderenza
alla nostra realtà emotiva, sarà direttamente
proporzionale al grado di empatia dell’altro. Cioè,
tanto più, chi ci ama, sarà sensibile e concentrato su
di noi, tanto maggiore sarà il suo sommovimento emotivo, con
un risultato simile a quello di tanti diapason che vibrano insieme,
ad una frequenza simile alla nostra. Non
“la” nostra ma, nella migliore delle ipotesi, “simile”
alla nostra.
Ma
non si potrebbe procedere in linea retta, anziché girare in
tondo?
Albert
Einstein,
nella sua Teoria della Relatività “Generale”,
spiega che, i corpi, non attirano altri corpi (come sosteneva Newton)
ma sono in grado (in base alla propria grandezza) di piegare lo
spazio all’interno del quale si muovono altri corpi.
In
pratica, ponendo come esempio il Sistema Solare, non è che la
Terra giri intorno al Sole perchè, quest’ultimo, la
attrae con forze invisibili (la gravitazione, ad esempio)... è
che il Sole riesce a piegare tutto lo Spazio intorno a sé,
costringendo il nostro e gli altri pianeti (a cui sembrerà di
correre su una strada lineare...) a girare come dentro la ruota di
una roulette dove, o cammini ad una certa velocità
(sviluppando un’energia centrifuga in grado di contrastare
l’attrazione), o vieni risucchiato, appunto, dallo spazio che
si flette verso il centro.
A
sua volta, comunque, lo stesso Sole (e l’intero suo Sistema),
viene attratto (come se fosse all’interno di un gigantesco
mollusco flessibile) dallo Spazio incurvato da masse (galassie, etc.)
di dimensioni maggiori delle sue.
Per
tornare a noi...
Ciascuno
dei componenti della coppia,
pur avendo la percezione di vasti orizzonti di fronte a sé, in
realtà viene attratto dallo spazio che, l’altro (quando
è autorevole, ovviamente), riesce a incurvare. Siccome il
rapporto dovrebbe essere (e ce lo chiede la Fisica!) equivalente,
ecco che, entrambi, si attraggono e girano l’uno nella
“curvatura” dell’altro.
Poi...
Man
mano che, ciascuno dei due, determina un input a crescere,
interiormente, verrà ad aumentersi la distanza del raggio
(d’azione), rinforzando un reciproco bisogno di autonomia che,
pur mantenendo (se non, addirittura, rinforzando l’unione
interpersonale), “prepara” al momento della “condivisione
universale” post mortem quando, cioè, si rientrerà
a far parte del “Tutto”, sul piano dell’Energia
(particelle elementari, atomi, molecole, etc.).
In
pratica
Frequentarsi
in sintonia ma
nel verso opposto (come spiegato nella definizione di “coppia
di forze”) produce una sorta di pre annichilazione, generando
quell’incontro fra particelle e antiparticelle, che porterà
all’equilibrio (“assoluto”?) che avremo,
definitamente, una volta dismessa la dimensione umana. Almeno per
come la conosciamo.
E,
se, nel mentre, non si matura interiormente?
Allora,
paradossalmente all’inizio,
la rotazione sincronizzata aumenterà per quella sorta di
incastro nevrotico di cui parla la Psicologia; successivamente si
tenderà a schizzare fuori orbita. Per entrare in altre orbite,
volare con un’ala sola in cerca della “giusta”
metà... o perdersi nell’Universo “sconosciuto”.
In
conclusione
Per
rispondere alla domanda iniziale, possiamo dire che, quando si lascia
scorrere il tutto, senza impegnarsi attivamente, le dinamiche
interpersonali tendono a raffreddare interesse e motivazioni
positive. Nel caso che, invece, si decida di vivere un rapporto "alla
grande", si potrà contare sempre (o quasi) su un sorriso,
uno sguardo, un abbraccio, un’intesa, una complicità...
che impediscono di invecchiare "dentro" e contribuiscono a
mitigare le intemperie del tempo che passa.

G.
M.
-
Medico Psicoterapeuta, Counselor
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