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Dal malato immaginario al malato immaginato.
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

5 luglio 2013

Ogni tanto siamo avvinti da libri e film ucronici (che si svolgono in una realtà parallela) e distopici (che raccontano Società preoccupanti o, addirittura, spaventose sul piano politico, etico e morale. Dal Grande Fratello di George Orwell alla saga dei super eroi della Marvel, passando per Matrix ed Equilibrium. Con un denominatore comune: combattere quel potere che cerca di cancellare le emozioni per annullare il piacere di vivere o morire, in nome di qualcosa che abbia un senso. Cari lettori, stiamo per vivere in prima persona (e sulla nostra pelle) uno scenario paradossalmente raccapricciante. Per il momento ne esiste una bozza: uscirà fra non molto la quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, il manuale di psichiatria elaborato dall'American Psychiatrical Association ma consultato anche negli altri Paesi. "Ci sono tre tipi di bugie: le bugie, le dannate bugie e le statistiche" (Benjamin Disraeli). Dai lavori preparatori si intuisce che "i criteri per diagnosticare le malattie mentali saranno ulteriormente allargati", come avvisa Paolo Cioni, docente della scuola di specializzazione in Psichiatria dell'università di Firenze. Facciamo qualche esempio che ci fa accapponare la pelle! Nel nuovo volume, il lutto diventerebbe una causa di depressione "impegnativa"... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



...mentre la preoccupazione se un familiare tarda a tornare a casa potrebbe essere intesa come "moderata depressione ansiosa". Andiamo avanti con la galleria degli orrori. Un’arrabbiatura potrebbe bastare a riscontrare un "disordine da disregolazione del temperamento", e chi sogna troppo potrebbe vedersi diagnosticata una "sindrome da rischio psicosi".

"Chi ha paura di sognare è destinato a morire" (Bob Marley).

E tutto questo, cosa comporterà? Un aumento "pilotato" di disturbati, da riempire di medicine. Così come col colesterolo, d’altronde. Si è, progressivamente, abbassata la soglia di riferimento ematica, per poter vendere le statine (o i Danacol, fate voi!). Cari lettori, guardate che paradosso. Ci si illude di poter godere di una salute illimitata e che la medicina sia in grado di risolvere ogni problema. I medici prospettano soluzioni straordinarie e così i pazienti pretendono miracoli. "Paradossalmente, nonostante uno straordinario miglioramento delle conoscenze, ci troviamo in uno stato di maggiore incertezza e di minore soddisfazione", denuncia Marco Bobbio, nel libro Il malato immaginato (edito da Einaudi). Aumenta la coscienza individuale e collettiva sullo stato di salute, ci si informa sempre di più e questo porta molti a percepirsi come malati anche quando non lo si è affatto.

"La gente direbbe meno bugie se la verità rendesse di più" (Anonimo).

Trent’anni fa Henry Gadsen, allora direttore della società farmaceutica Merck, dichiarò: "Il nostro sogno è produrre farmaci per le persone sane. Ci permetterebbe di vendere a chiunque". Alan Barsky, psichiatra di Boston, già una ventina di anni fa scrisse che "ci deve essere qualcosa che non funziona se una persona, quando non ha alcun problema, va a farsi visitare da un medico!".

Dal malato immaginario al malato immaginato.

Argante, il malato immaginario di Molière, si lamenta di disturbi psicosomatici, ingigantiti dalla moglie bramosa dell’eredità, dal medico curante e dal farmacista, soddisfatti dei lauti guadagni. Il malato immaginato, invece, è quello che oggi i medici, l’industria dei farmaci e degli strumenti diagnostici si aspettano che sia: una persona più preoccupata del suo futuro che del suo stato attuale, una persona che cura una malattia che forse non gli capiterà mai, una persona che si sottopone a esami per scoprire qualcosa che non gli creerà problemi, una persona ansiosa di prolungare la vita. Anche se, questa vita, non avrà nulla da offrire, sul piano della qualità!

E allora, come andrà a finire? Di chi ci dovremo fidare? Possiamo scegliere. Seguire la corrente del fiume per vedere cosa c’è a valle. Magari un fantastico paese dei balocchi! Friedrich Nietzsche sosteneva che "Quando la menzogna si accorda con il nostro carattere diciamo le bugie migliori". Cari lettori, per qual che mi riguarda però, ho deciso di usare la testa e, di conseguenza, rifletterò (per farne tesoro) sulla massima di Pablo Picasso: "Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla. Ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole".

 

Giorgio Marchese (Medico Psicoterapeuta, Counselor) - Direttore "La Strad@" - 23.04.2011

 

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