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Amare, amarsi...
di Stanislao Guglielmelli  

3 gennaio 2017






...essere amati!


 

PianetaCounseling

(spunti di riflessione di un poeta che ha scoperto il significato di amare ed essere amato)

 

Dall’origine del big ben alla nascita di Adamo ed Eva, dal medioevo fino all’età contemporanea si è teorizzato sull’eterno mistero dell’amore, del dare e ricevere amore. L’avvento dell’industrializzazione, della comunicazione di massa (tv, giornali, internet), di un flusso d’informazioni rapido e talvolta non corretto hanno provocato un cambiamento nel modo di vivere dell’uomo e del suo rapportarsi con la società. Questo cambiamento ha generato figure idealizzanti, modelli standardizzati che bombardano l’uomo facendogli credere di raggiungere la felicità o almeno il benessere e la serenità. La società ha costruito dei modelli standard l’hostess, il manager, il consulente finanziario, l’imprenditore, lo sportivo, i vip ecc..., fornendo delle figure ben delineate che come in un negozio, l’uomo può decidere di acquistare o scegliere quello che più calza a pennello. Realtà che ha determinato nell’essere vivente uno smarrimento, uno sconquasso interiore e una conseguente perdita della sua identità di specie pensante cioè di essere capace di acquisire informazioni e stimoli per poi elaborare costrutti mentali e idee. L’uomo d’oggi si muove come un robot che segue il branco degli altri robot senza riflettere, senza emozionarsi per un tramonto, per uno sguardo di una ragazza, per il muoversi delle onde di un mare d’inverno ma soprattutto nell’affannosa ricerca dell’amore, dell’essere in grado di soddisfare il suo bisogno di amare e di essere amato. Questa insoddisfazione e stata recepita dagli scaltri realizzatori di reality e programmi più o meno specifici, da Bulli e Pupe a Stranamore, che hanno più o meno successo dal grado di scambi interpersonale di tipo affettivo e dalle storie d’amore che si riescono a costruire, evidenziando negli spettatori un desiderio o un sogno di ricercare solo per un momento equilibri nel poter amare e nel essere amati. Filosofi e psicologi, sociologi, antropologi, scrittori e poeti hanno elaborato teorie e spiegazioni tecniche e fantasiose: basti pensare, al socio - psicologo F. Alberoni che definiva l’innamoramento come "lo stato nascente di un movimento collettivo formato da due sole persone" e da questo procedimento di prove e certezze si poteva generale l’amore stabile o come lo sceneggiatore e autore F. Moccia e gli eroi dei suoi romanzi che davano una visone esteta e realistica dell’amore.

Molte teorie e discussioni si sono svolte e si svolgeranno su questo tema ma senza approdare a un vero e proprio punto d’arrivo, una linea di unione che tende a dare una spiegazione o il giusto cocktail per essere in grado di saper donare e ricevere amore. Nozione che presenta molteplici sfaccettature che collimano con il concetto dell’amicizia, dell’amore tra madre e figlio, l’amore per un Dio ma non basterebbe un intero volume per dare una visione globale sull’argomento. Il mio sguardo si sofferma allora su un aria settoriale il dare e ricevere amore tra un uomo e una donna cioè l’amore in senso classico. Sguardo che non vuole essere una teoria o una visione ma semplicemente un analisi, dei spunti di riflessione per vederci più chiaro.

Incominciamo il nostro viaggio insieme proponendovi la lettura di un testo di una canzone, teorema di M. Ferradini:

Prendi una donna, dille che l’ami, scrivile canzoni d’amore. Mandale rose e poesie, dalle anche spremute di cuore. Falla sempre sentire importante, dalle il meglio del meglio che hai, cerca di essere un tenero amante sii sempre presente risolvile i guai. E stai sicuro che ti lascerà, chi é troppo amato amore non dà. E stai sicuro che ti lascerà, chi meno ama é più forte si sa. Prendi una donna, trattala male, lascia che ti aspetti per ore. Non farti vivo e quando la chiami, fallo come fosse un favore. Fa sentire che é poco importante, dosa bene amore e crudeltà. Cerca di essere un tenero amante ma fuori del letto nessuna pietà. E allora si vedrai che t’amerà, chi é meno amato più amore ti dà.E allora si vedrai che t’amerà: chi é meno amato é più forte si sa. No caro amico, non sono d’accordo, tu parli da uomo ferito. Pezzo di pane lei se ne é andata e tu non hai resistito. Non esistono leggi in amore, basta essere quello che sei. Lascia aperta la porta del cuore, vedrai che una donna é già in cerca di te. Senza l’amore l’uomo che cos’é, su questo sarai d’accordo con me. Senza l’amore l’uomo che cos’é. È questa l’unica legge che c’è.

Visione dicotomica (forse autobiografica) di una persona che intraprende un discorso con il suo io che ha sofferto per amore, chiedendosi quale sia la strada giusta da seguire per dare e ricevere amore, da cui si evince che l’amarsi e l’amare non è un postulato con regole fisse bensì un teorema con le sue variabili, che alla fine portano due individui alla creazione di un percorso e di un progetto comune

Progetto che si snoda attraverso fasi distinte ma interconnesse tra loro: l’innamoramento e l’amore.

  • L’innamoramento è un complesso di sentimenti e di comportamenti della specie umana, caratterizzata dal forte coinvolgimento emotivo associato a un intensa attrazione fisica rivolta da un individuo verso un altro. In questa fase tra due persone che s’incontrano si realizza un intenso scambio emotivo che satura ogni elaborato di pensiero creando un alta tensione, uno stress all’interno. Stressate perché hanno bisogno di adattarsi allo scombussolamento che si è determinato nel proprio mondo interiore, per la presenza della persona nuova, per il piacere di stare insieme. Tutto ciò realizza uno sconvolgimento delle abitudini della vita personale di entrambi coinvolgendo il sistema nervoso vegetativo che determina quei malesseri come sudorazione intensa, batticuore, buco allo stomaco etc.

Esistono due tipi d’innamoramento: uno di tipo Affettivo - aggressivo intenso (cosiddetto colpo di fulmine) dove si ha un disordine immediato del profondo intimo dell’essere umano, l’altro, graduare più tranquillo dove l’aspetto neutrergico ci fa rendere conto che non possiamo stare senza quella persona.

  • L’amore è un sentimento complesso, intenso, totalizzante e tendenzialmente esclusivo verso un’altra entità reale. L’amore è un’emozione ricca di affettività su base razionale di tipo inconsapevole che coinvolge l’intera personalità dell’essere umano; poiché non è qualcosa di ragionato ma qualcosa che si determina in ognuno di noi, si avverte come un bisogno che cresce permettendoci di essere accettato, capito e compreso dalla persona in cui abbiamo suscitato interesse.

Tutto ciò si definisce sulla base di riflessioni inconsapevoli inattese, di conseguenza ognuno di noi valuta l’efficacia, la positività, il benessere che si ha dallo stare insieme ad una persona.

L’amore quindi è il traguardo di un percorso che ha inizio con l’interesse verso una individuo e culmina in un’elaborazione razionale e neutrergica. Il rapporto di coppia del resto è un unione, una condivisione di diversi punti di vista, di modi di vivere differenti, linee rette che s’intersecano in un punto. La coppia prevede la presenza di due persone che convivono, trascorrendo del tempo insieme, in maniera utile e costruttiva, intersecando degli obiettivi in comune. La costituzione di una coppia è il risultato finale dell’incontro tra due entità energetiche che hanno determinate caratteristiche.

Partendo da questa analisi voi vi chiederete "se il rapporto di coppia è dato da questa intersecazione perché un amore finisce?" Beh! Bisogna tenere conto di una valutazione; l’interesse che un essere vivente nutre nei confronti dell’altro e insito di varie motivazioni dovute all’apprendimento, somiglianza a figure di riferimento, modelli ideali ecc. ma alcune volte ci s’interessa ad un’altra persona per evadere dall’habitat in cui si vive, da problematiche interne non risolte che provocano ulteriori sofferenze ciò è il frutto dell’opposizione, del gusto del diverso. La fine di un amore è il risultato di una mancata consapevolezza delle proprie esigenze, il non sapere cosa si vuole da sé e dall’altro abbinato a una conseguente perdita di libertà. In ogni rapporto di coppia la libertà e messa in secondo piano poiché l’interesse verso un altro individuo è costituito da compromessi, dall’ascoltare ed essere ascoltato, capire ed essere compreso, dare e riceve qualcosa.

Un aspetto rilevante nello stare insieme, nel dare e riceve amore in ugual misura è dato dalla comunicazione e dal dialogo. Comunicare bene con il partner o con un individuo in generale è importante perché permette di esprime il proprio modo di essere, mostrare parti importanti di se in modo da non creare equivoci che posso risultare dannosi nel rapporto con l’altro, inviando i codici giusti per poter stare bene in due. Il dialogo non è meno importante della comunicazione in quando trasmette sicurezza e tranquillità all’altro, facendolo sentire partecipe e coinvolto nell’intersecazione di obiettivi che hanno come progetto finale lo stare e vivere insieme. Dialogare bene pone l’uomo al centro dell’universo, all’interno di un’alchimia di comportamenti, di parole, di pensieri e idee che lo fanno sentire parte integrante di una società collettiva o individuale; rendendolo cosi partecipe del suo mondo inconsapevole, dialogare con esso, facendo emergere quell’egocentrismo positivo che accresce la sua autostima, il rispetto, la consapevolezza in sé e dell’altro.

In amore quindi come in ogni rapporto a due. Importante è conoscere se stessi per potere in seguito essere in grado di instaurare una buona relazione con l’altra persona. Il rapporto di coppia, infatti, non è altro che un’intersecazione tra due egoisti positivi che condividono uno stesso obiettivo; quando uno o entrambi gli egoisti positivi mettono in risalto un egocentrismo negativo, avviene una perdita del corretto rapporto con se e con l’altro, dando origine a incomprensioni ed equivoci. Essere in grado di rapportarsi con gli altri significa avere una buona comunicazione con se stessi, sapere ciò che si vuole, cosa si desidera avere e se per molteplici motivi tutto ciò non è possibile potrebbe essere utile rivolgersi ad uno specialista che può aiutarci, fornire le linee guida, la metodologia per cambiare e saper vivere meglio ma questo è un discorso che merita un capitolo a parte. Bisognerebbe dialogare con se stessi, come se fossimo davanti ad uno specchio , in riva al mare ad osservare l’orizzonte, linea di confine tra realtà e inconscio dove un sole pieno di rossore bacia il mare dando origine al tramonto, ad un viaggio introspettivo dentro il proprio mondo interiore che genera riflessione, meditazione verso una consapevolezza di sé, delle sue esigenze che portano a stare bene e vivere meglio.

 

Roberto Stanislao Guglielmelli (1 Agosto 2007)

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