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La teoria della simulazione, nell’intelligenza artificiale
di Stanislao Guglielmelli  

6 settembre 2003





E' possibile riprodurre l'attività mentale, nel suo complesso, mediante la simulazione?


 

Fin da quando si è cercato di costruire una scienza della mente, la psicologia ha cercato di trovare delle basi solide per descrivere in maniera scientifica (cioè usando il cammino sperimentale) concetti difficilmente definibili.

Il nocciolo di questa ricerca si fonda sul concetto che alla base di qualunque processo mentale c’è il funzionamento del cervello.

Riprodurre sperimentalmente le funzioni del cervello significa tradurre l’attività psichica in equazioni matematiche verificabili solo mediante laboriosi processi sperimentali.

Il profondo legame tra psicologia ed intelligenza artificiale è dato dal tentativo di costruire uno statuto scientifico autonomo alla psicologia.

Per gli psicologi che si occupano di intelligenza artificiale, il computer costituisce una sorta di laboratorio dove si verificano i metodi di sperimentazione.

Una buona sperimentazione necessità di un buon strumento e lo sperimentatore, una volta costruito un modello, si deve preoccupare che esso giri sullo strumento.

Il calcolatore può essere considerato un buon mezzo di sperimentazione quando, costatato che non tutti gli elementi necessari al funzionamento del modello sono presenti, il programma, che dal modello è stato tratto, non gira.

La questione di fondo è legata alla definizione di modello.

Per i modelli si devono intendere le riproduzioni di processi tra di loro indipendenti, che caratterizzano le singole attività umane.

Per esempio si possono citare il modello della percezione visiva di Winston (1975), quello della percezione acustica di Liberman (1970), quello della sintesi della voce di Witten (1976) ecc.

Tutti questi modelli molto validi e interessanti da un punto di vista dell’intelligenza artificiale, restano comunque dei modelli isolati rispetto alla complessità del processo che è alla base delle attività mentali umane.

La costruzione di modelli, basati sulla simulazione, si propone una completa riproduzione dei processi mentali ma ciò non è praticamente possibile poiché questa operazione comporta una parcellizzazione delle complesse attività mentali tralasciando, quindi, quegli intrecci di correlazioni e condizionamenti che legano tra loro i vari processi e che sono alla base del comportamento intelligente.

Fatta questa premessa è lecito chiedersi: E’ possibile riprodurre l’attività mentale, nel suo complesso, mediante la simulazione?

Riprodurre effettiva mente l’attività mentale dell’uomo presuppone la possibilità di costruire un modello generale delle attività del pensiero che sia interamente implementabile sul calcolatore.

Tale possibilità è strettamente dipendente dalla metodologia che si usa e dai limiti fisici della macchina.

Sicuramente, però, i limiti fisici relativi alla macchina sono quelli più facilmente superabili poiché gli studi ingegneristici, in continua progressione, sono imprevedibili e potrebbero garantire il superamento di tali limiti.

Lo studio della formulazioni di modelli generali è stato da sempre un campo di ricerca molta attivo.

Già nel 1950 Wiener, nel tentativo di costruire un modello, definisce l’uomo come un elaboratore di informazioni e pertanto è pensabile una sua riproduzione.

Ciò ha posto Wiener tra i pionieri della cibernetica che pensavano alla riproduzione dell’uomo inteso come insieme di attività neurofisiologiche piuttosto che di attività psicologiche.

L’attuale simulazione non si occupa del funzionamento del cervello inteso come macchina, ma dai processi mentali che caratterizzano il comportamento umano indipendentemente dal fatto che questi vengono prodotti dal cervello.

Il rapporto tra uomo ed intelligenza artificiale è riemerso nel momento in cui lo sviluppo del calcolatore ha incontrato nuove difficoltà dovute alla impossibilità di effettuare modelli effettivamente implementabili.

A questo punto ci si è chiesto come può l’uomo aiutare la macchina.

Spesso la macchina non è in grado di compiere operazioni che l’uomo esegue con apparente facilità ed è quindi naturale che i suggerimenti utili vengono ricercati nei meccanismi che determinano il funzionamento della mente dell’uomo.

Dallo studio di questo funzionamento nasce la simulazione del comportamento umano che viene realizzata dalla intelligenza artificiale che ne utilizza le tecniche ed i risultati.

La tecnica della simulazione del comportamento determina una rivoluzione nel rapporto uomo - macchina, infatti il calcolatore viene usato come mezzo per pervenire ad una più vasta conoscenza delle capacità.

S. G. - Ricercatore

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