Dalla scorsa estate tutti i gestori italiani di telefonia mobile (Tim, Vodafone, Wind, 3) hanno adottato la procedura di blocco (che prima solo alcuni praticavano) per impedire l’utilizzo del cellulare da parte dell’eventuale ladro e/o di chi ne sia entrato in possesso in seguito a smarrimento.
Il blocco è reso possibile dal c. d. codice IMEI, un lungo numero identificativo che contraddistingue ciascun cellulare, di solito riportato sulla confezione o visionabile sul display digitando *#06#.
Per attivare la procedura è necessario andare in un centro del proprio gestore, comunicare il codice e compilare un apposito modulo. Se si tratta di furto, si dovrà anche presentare la denuncia.
Qualora non si sia provveduto a conservare il suddetto codice, il gestore potrà comunque risalire al relativo numero se si segnalano i quattro numeri telefonici più chiamati.
I codici dei cellulari smarriti o rubati vengono inseriti in una banca dati, la c.d. Black List, e, di conseguenza, bloccati. Infatti, una volta che il codice entra a pieno titolo nella predetta lista, il cellulare non riconosce più alcuna scheda SIM nazionale e sarà, dunque, possibile utilizzarlo solo oltrefrontiera, con una scheda straniera e in un Paese che non adotti il codice IMEI.
L’iniziativa mira a scoraggiare il furto del telefonino all’origine; forse, si riuscirà nell’intento considerando che a quel punto il maltolto è inutilizzabile!
Maria Cipparrone ( avvocato )
Laura Trocino ( praticante avvocato )