(riesci
grazie al potere della tua mente, alla determinazione, al tuo istinto
e all’esperienza)
El
corazón del hombre, un verdadero corazón de hombre, es
esa flor que constantemente se incendia y reverdece
(Il
cuore dell’uomo, un vero cuore di uomo, è quel fiore
che costantemente si incendia e rifiorisce)
Félix Luis Viera
Ex
maratoneta, Salvo Campanella 40 anni, una moglie, due figli, è
vivo per miracolo. Il 2 luglio
del
2012 è precipitato da sette metri di altezza, nel cantiere
dove lavorava. Racconta in
un intervista riportata sulla rivista SuperAbile
INAIL (1) : “Cosa
ho provato dopo l’incidente?
Mi
sono fatto una risata. Intanto sono rimasto vivo, e poi poteva andare
peggio”.
Questa
sua dichiarazione dimostra l’importanza della resilienza,
infatti gli individui che dopo aver vissuto un evento negativo
attivano un processo resiliente non rimangono “intrappolati”
nel dolore ma risanano le ferite assumendosi il controllo della
propria esistenza e riorganizzando la propria vita.
Essere
resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il
coraggio, affrontando le difficoltà grazie alle proprie
risorse personali, relazionali e contestuali.
Sempre
sulla rivista è riportato che nel tragitto in ambulanza verso
l’ospedale Salvo chiama la moglie e le dice: “Ho avuto
un incidente sul lavoro, mi sonofatto male alla schiena, non
mi
funzionano le gambe, la maratona di New York me la vado a fare in
handbike”.
18
giorni dopo l’incidente Salvo viene trasferito all’Unità
spinale di Palermo e, alla fine del mese, comincia la riabilitazione
a “Villa delle ginestre”, dove si ferma ancora un paio di
mesi. Continua: “E poi scappo da qui e vado a cercare una
handbike di seconda mano. Incontro Stefano Rametta e Luigi Palì
e cominciamo a correre insieme.
A
settembre del 2013 vengo convocato dalla Federazione ciclistica
italiana, che mi nomina unico responsabile regionale del settore
paralimpico».
E
il bilancio di questa esperienza di vita? “Il
mio scopo principale non è diventare famoso, ma quello di fare
da esempio. Per tirare fuori dalle prigioni domestiche
altri ragazzi disabili dimostrando, con i fatti e non con le parole,
che l’handicap sta solo nella tua testa e non nel tuo corpo.
Come ha giustamente scritto mio nipote nella sua tesi di laurea: la
disabilità è uno status mentale del normodotato”.
Ci
sorprendiamo ad apprendere che anche i disabili praticano sport,
abbiamo difficoltà ad immaginare come possano fare a superare
le proprie disabilità per praticare un determinato sport, per
esempio il calcio praticato dai non vedenti, oppure il basket in
carrozzina, eppure il disabile riesce ad eccellere nello sport, ed è
anche determinato nei suoi obiettivi, riesce ad ottenere i successi
prefissati grazie alla sua capacità, alla sua determinazione,
alla sua voglia di emergere, di stare con gli altri, di dimostrare il
suo valore, di riscattarsi, comunque tutte motivazioni che si
riscontrano negli sportivi non disabili, e succede che anche alcuni
atleti disabili facciano uso di sostanze dopanti, così come
molti atleti disabili mostrino il loro fairplay come il pluricampione
Alex Zanardi, che è un esempio per tutti. (2)
Nella
rivista
Sport di più magazine
(4) è
riportata
una testimonianza del campione veronese di kart Davide Padovani che
non si arrende nel realizzare i sogni
nel cassetto, uno in particolare, da quando era piccolo:
l’automobilismo. Poi un incidente, la totale paralisi della
parte destra superiore del suo corpo.
Davide
ha avuto il coraggio e la forza di ricominciare da dove era stato
costretto a fermarsi 15 anni prima. Il 30 giugno del 2011 decide di
riprovare l’emozione di guidare ancora su un kart monomarcia:
il ritorno in pista è possibile.
Il
suo sogno è quello di entrare a far parte del mondo
dell’automobilismo professionistico. E ogni giorno continua ad
impegnarsi per raggiungere tale obiettivo, dividendosi tra il lavoro
nell’azienda del padre, e lunghe ore di duro allenamento nella
palestra.
Ha
un modello cui ispirarsi, il pilota brasiliano Ayrton Senna: “Pensi
di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade
qualcosa. E immediatamente riesci
a correre un po’ più forte, grazie al potere della tua
mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie
all’esperienza.
Puoi volare molto in alto”.
Le
persone più resilienti sono come bambini mai cresciuti, uno
spirito curioso e giocoso contribuisce direttamente alla resilienza,
perché il non prendere le cose troppo sul serio e il porre
domande aiuta a scoprire come uscire da circostanze difficili.
Si
definisce resilienza
la capacità di resistere alle frustrazioni, agli stress, in
generale alle difficoltà della vita. La resilienza è la
capacità di fronteggiare efficacemente gli eventi critici ed
avversi sapendo riorganizzare positivamente la propria vita di fronte
alle difficoltà, permette la ripresa dopo un evento
traumatico, dopo un infortunio, dopo una sconfitta. La resilienza non
è una qualità congenita, è costituita da
comportamenti, pensieri ed azioni che è possibile apprendere e
sviluppare in relazione anche alle proprie esperienze ed ai propri
vissuti.
Tra
i fattori individuali che promuovono la resilienza vi sono:
Autoefficacia, Locus of control interno, Capacità di porsi
degli obiettivi e di trovare strategie adeguate per conseguirli,
Progettualità futura, Ottimismo, Senso dell’umorismo.
La
persona resiliente affronta i problemi in modo costruttivo, sa uscire
dalle situazioni difficili.
Essere
resilienti significa essere duttili e flessibili, accettando di
sbagliare, sapendo di poter rivedere e correggere le proprie azioni.
Sentimenti
come il piacere, l’allegria, l’appagamento, la
soddisfazione per il proprio lavoro, l’amore e l’affetto,
unitamente a qualche bella risata e a momenti calorosi trascorsi con
gli amici, rafforzano le capacità mentali essenziali alla
soluzione dei problemi.
Alcuni
tipi di attività gradevoli accrescono la forza di resilienza,
il gioco, per esempio, contribuisce a sviluppare capacità
fisiche, autocontrollo e conoscenze, oltre a migliorare la salute. I
piacevoli momenti trascorsi con gli amici rafforzano il sistema
immunitario e arricchiscono il patrimonio di risorse sociali cui si
può attingere in tempi difficili.
Le
energie accumulate nelle fasi positive sono durevoli, restano a
nostra disposizione per quando saremo colpiti da un evento avverso o
ci troveremo ad attraversare un lungo periodo di difficoltà.
Prendersi il tempo per ridere, apprezzare i momenti piacevoli e
godere delle piccole cose sono atteggiamenti che influiscono sul
cervello e sul sistema nervoso potenziando le abilità di
problem solving e questo, a sua volta, rafforza la resilienza.
Tra
i fattori individuali che promuovono la resilienza vi sono: avere
relazioni sociali intime, flessibilità/adattabilità
(essere cooperativi, amabili e tolleranti e inclini al cambiamento),
essere assertivi e saper chiedere aiuto, sensibilità
interpersonale, autoefficacia, locus of control interno, capacità
di porsi degli obiettivi e di trovare strategie adeguate per
conseguirli, progettualità futura, ottimismo, senso
dell’umorismo, rete sociale di supporto informale. (4)
Tutte
queste caratteristiche possono essere incrementate con un lavoro di
mental training che permette al campione di eccellere partendo da un
lavoro di autoconsapevolezza per individuare e cercare le proprie
risorse personali e proseguendo con un lavoro sul goal setting e
sviluppo di autoefficacia personale.
SuperAbile
INAIL, Il magazine per
la disabilità, Roma, Agosto Settembre 2014, Numero 8-9, pp.
48- 49.
Simone
M., O.R.A.
Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per
raggiungere obiettivi nella vita e nello sport,
Edizioni ARAS, Fano, 2013, p. 33-34.
Sport
di più magazine
Anno 4 – n. 20 novembre dicembre 2012, pag. 60-61.
Sielbert
A., Il
vantaggio della resilienza, come uscire più forti dalle
difficoltà della vita.
Edizioni AMRITA, Torino, 2008.
Matteo
SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta
380-4337230
21163@tiscali.it
http://www.psicologiadellosport.net
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