HOME - GLI AUTORI - LE SEZIONI - VIDEO - LINK
 

Inviaci un tuo articolo

Partecipa anche tu !
Scrivi un articolo

   Cerca nel nostro archivio:
La musicoterapia recettiva.
di Francesca D’Andrea  ( fragym@libero.it )

20 settembre 2008






"Ascoltando" qualcosa di buono.


 

Approfondimenti tecnici

"Per chiunque è un diletto sentire il suono arrotondarsi in note" (Johann Wolfgang Ghoete, Il divano occidentale orientale)

La musicoterapia recettiva utilizza come procedura principale l’ascolto musicale e lo applica a scopi clinici nella terapia individuale e di gruppo. Spesso l’ascolto viene concepito come una modalità di approccio passiva, ma in realtà si tratta di un processo complesso in grado di attivare intensi vissuti interiori, evocare ricordi, stimolare le abilità percettive e l’immaginazione etc...

La musicoterapia recettiva consente di stabilire un contatto con una emotività intensa, corporea non ancora filtrata e trattata da una dimensione mentale. Prima ancora di essere "pensata" la musica viene "sentita" e percepita a livello sensoriale.

La risposta della persona che ascolta può essere espressa mediante attività diverse a seconda dei casi: narrazioni di storie, improvvisazione sonora, disegno o pittura, rilassamento o meditazione, drammatizzazione, movimento libero o strutturato, etc...

"La musica non denota in maniera univoca ma connota ambiguamente, delimita uno spazio potenziale dove i simboli condivisi dalla cultura di appartenenza vengono declinati lungo le coordinate interiori dell’ascoltatore potendo dar vita in questo senso ad un processo creativo."(G. Manarolo)

Il rapporto che ogni ascoltatore instaura con il materiale sonoro/musicale proposto è influenzato da aspetti biografici e dall’identità sonora dell’ascoltatore stesso (l’identità sonora viene indicata da R. Benenzon con il termine Iso, e si riferisce al cumulo di energia e al processo dinamico formato da suoni, movimenti e silenzi peculiari di ciascun essere umano e che lo differenziano dagli altri).

Tale rapporto è unico ed estremamente personale, pertanto risulterebbe vano ogni sforzo volto ad individuare brani "musicoterapeutici" per eccellenza, così come risulterebbe inutile ogni impiego "pseudo-farmacologico" della proposta di ascolto. Il lavoro in musicoterapia recettiva non mira alla ricerca di risposte precostituite, ma alla stimolazione della capacità personale di ascoltare attivamente, cioè di accogliere e di elaborare creativamente i segnali, le espressioni, i messaggi dell’ambiente circostante. Il tipo di reazione a tale stimolazione è legata in gran parte alla disposizione emozionale del soggetto, alle vicende interne in corso, e al tipo di rapporto che si viene a creare tra l’ascoltatore e la composizione in questione. Tale affermazione sottolinea l’importanza del ruolo che la singola soggettività ricopre nell’esperienza musicale: la musica diventa una costruzione mentale dell’ascoltatore, e fruitore e compositore sono coinvolti in un processo di poiesi continua. Quando l’ascoltatore interagisce creativamente con il musicale, si avvia un possibile percorso introspettivo, che può amplificare aspetti della persona facendoli risuonare e dando voce e suono a componenti taciute, nascoste di cui non si era pienamente consapevoli. L’esperienza estetica in questi casi "commuove" cioè "muove insieme oggetti interni e crea la possibilità di dare vita a nuove relazioni, in grado di dare origine a nuove esperienze affettive di conoscenza" (Mancia,1990).

Rosolato (1982) afferma che la musica può essere ascoltata attraverso tre modalità differenti:

  • ascolto tecnico: il fruitore si concentra sulla scoperta delle "regole" musicali contenute all’interno del brano(struttura formale, tonalità, tempo, ecc...). Tali regole consentono di confrontarsi con qualcosa di conosciuto e di rassicurante;
  • ascolto evocativo: la musica sollecita ricordi ed associazioni. Il brano musicale può essere messo in rapporto diretto con accadimenti personali, con eventi significativi della storia soggettiva o indurre una risposta associativa per via di una potenzialità espressiva o di una caratteristica strutturale;
  • ascolto ipnotico: questa modalità di ascolto astrae le precedenti, ed è caratterizzata dall’oblio e dal vuoto, insieme alla perdita di un rapporto sensoriale con l’esterno (tranne che per l’ascolto musicale).

L’ascolto in musicoterapia può essere adoperato per rispondere a bisogni diversi, ed è indicato per persone che hanno bisogno di essere attivate o tranquillizzate fisicamente, emotivamente oppure intellettualmente. Ad esempio, per quanto riguarda i pazienti ospedalizzati l’ascolto musicale viene usato per favorire il rilassamento, per migliorare la gestione del dolore e la regolazione delle funzioni corporee quali il ritmo cardiaco e il respiro.

Con pazienti psichiatrici l’ascolto di canzoni rende possibile l’accesso a idee e pensieri, e al contempo facilita l’emergere di sentimenti che hanno bisogno di essere espressi e condivisi.

Nel campo della psicoterapia può essere adoperato per stimolare immagini, fantasie, associazioni e ricordi. Con bambini affetti da disturbi dell’apprendimento e da ritardo mentale le canzoni possono aiutare a memorizzare colori, numeri, vocaboli e sequenze comportamentali. Anche i soggetti affetti da morbo di Parkinson in alcuni casi rispondono molto bene all’ascolto musicale, ed in particolare agli aspetti ritmici (purché si scelga una musica adatta). La musica ed il ritmo possono rappresentare per i parkinsoniani uno stimolo esterno in grado di modulare almeno temporaneamente il flusso del movimento e della parola, conferendo loro la costanza e il controllo che hanno perduto(Oliver Sacks).

L’ascolto può essere anche utilizzato per stimolare coloro che per gravi questioni di ordine clinico versino in condizioni di elevato disagio con un intenso ritiro dalla vita attiva ed una forte inibizione psicomotoria.

Le sedute di musicoterapia recettiva possono prevedere anche discussioni verbali: in alcuni casi sono parte dell’esperienza musicale in corso in altri sono conseguenti ad essa. Gli argomenti trattati possono riguardare specifiche questioni, sentimenti, situazioni o vicende relative all’ascolto appena svolto. Nella scelta del repertorio da adoperare il musicoterapista può attingere da musiche che appartengono al suo bagaglio culturale, oppure può utilizzare brani musicali proposti dal paziente. In questo caso le musiche saranno utili al musicoterapista per raccogliere informazioni sull’identità sonoro-musicale del cliente. Il materiale sonoro utilizzato per tali esperienze può includere l’ascolto di improvvisazioni dal vivo o registrate, esecuzioni o composizioni del paziente o del terapeuta, registrazioni provenienti dai vari stili della letteratura musicale esistente (classica, jazz, popolare, rock, pop, country, etc...), e sonorità archetipiche quali l’acqua e il ritmo cardiaco.

Il modello di musicoterapia recettiva maggiormente riconosciuto a livello internazionale è quello dell’Immaginario guidato e musica (GIM), ideato da Helen Bonny all’inizio degli anni 1970 dopo aver partecipato a progetti di ricerca sull’interazione tra musica, rilassamento ed immaginario, presso il Maryland Psychiatric Research Center. I risultati mostrarono con evidenza che la musica, per la sua intrinseca ambiguità e complessità, poteva produrre stati alterati di coscienza, specialmente se ascoltata in uno stato di profondo rilassamento.

"Il metodo GIM (Guided Imagery and Music) costituisce un approccio profondo alla psicoterapia musicale nel quale la musica classica specificatamente programmata è usata per generare lo svolgersi dinamico delle esperienze interiori (... ) esso è olistico, umanistico e transpersonale e permette l’emergere di tutti gli aspetti dell’esperienza umana: psicologico, emotivo, sociale, spirituale e dell’inconscio collettivo"(F. Goldberg).

Nell’Immaginario guidato e musica l’ascolto musicale, l’immaginario e lo stato alterato di coscienza vengono utilizzati per favorire l’esplorazione del proprio mondo interiore, e fornire un’opportunità di raccontare ed elaborare episodi della propria vita con le emozioni ad essa collegate in maniera simbolica.

Le immagini sono riportate in un dialogo con il terapista, e vengono considerate come metafore dei problemi e delle credenze, dei punti di forza delle debolezze del paziente. Il ruolo del terapeuta è quello di guidare l’esperienza (sensoriale, emotiva, simbolica, metaforica) che il soggetto compie durante l’ascolto di brani di musica classica accuratamente selezionati e posti in sequenza, fornendogli adeguato supporto ed incoraggiamento affinché questi possa affrontare situazioni dolorose e superare conflitti e blocchi, per acquisire consapevolezza e maggiore capacità di gestire le proprie risorse. La seduta classica di GIM dura dai 90 ai 120 minuti ed è suddivisa in quattro fasi: preludio, induzione rilassamento e focalizzazione, viaggio musicale e postludio.

Bibliografia

  • Benenzon R., Wagner G. , De Gainza V.H. , La nuova musicoterapia, Il Minotauro, 1997. Manarolo G.
  • Bruscia K. E. Casi clinici di musicoterapia(adulti), Ismez Editore, Roma,2001.
  • Manarolo G., L’Angelo della musica-musicoterapia e disturbi psichici- , Omega Edizioni, Milano, 1989.
  • Manarolo G. La musicoterapia recettiva, in Musica e terapia, Edizioni Cosmopolis, Torino, settembre 2001.
  • Postacchini P., Ricciotti A., Borghesi M., Musicoterapia, Carrocci,Roma, 2004.
  • Sacks Oliver, Musicophilia Adelphi, Milano, 2008.
  • Wigram T., Perdsen I., Bonde L., Guida generale alla musicoterapia, Ismez, Roma,2002.

 

 

SERVIZI
Home
Stampa questo lavoro
(per una stampa ottimale si consiglia di utilizzare Internet Explorer)

Segnala questo articolo
Introduci il tuo nome:
Introduci email destinatario:

STESSA CATEGORIA
Doping.
Intervista a Lisa Borzani.
Psicologia delle dipendenze.
Le difficoltà di uno sportivo...
Il valore della conoscenza.
Run for Parkinson.
Educazione musicale o musicoterapia?
Le vibrazioni dell’anima...
Se il gioco diventa un problema...
Città per camminare...
CONSAPEVOLE ED INCONSAPEVOLE (avanzamenti metodologici di G. Russo)
La condivisione di esperienze sportive...
Nuove sfide...
Scuola, Famiglia, Servizi Sociali.
Le frustrazioni - II°
Incontro psicologo - arbitri.
Obiettivi, risorse, autoefficacia.
Come si sviluppa un tema.
Emergenza post traumatica.
The Heart of Kenyan Running.
DELLO STESSO AUTORE
Un laboratorio di costruzione di strumenti musicali.
L’improvvisazione in musicoterapia.
Interagire attraverso la musica.
La musicoterapia.
La musica, nella relazione d’aiuto.
L’apprendimento musicale.
Il setting e gli strumenti in musicoterapia.
Musicoterapia...
Educazione musicale o musicoterapia?
Musicoterapia e cure palliative.
Songwriting.
Le vibrazioni dell’anima...
Emozioni, linguaggio e musica.
Quando la musica consola...
ARCHIVIO ARTICOLI
Rubriche
Settore Legale
Medicina, Psicologia, Neuroscienze e Counseling
Scienza & Medicina
Emozioni del mattino - Poesie
Economia, Finanza e Risorse Umane
Cultura
Parli la lingua? - DIZIONARI ON LINE
Proverbi e Aforismi
Al di là del muro! - Epistole dal carcere
Editoriali
Organizza il tuo tempo
PROGETTO SCUOLA
La Finestra sul cortile - Opinioni, racconti, sensazioni...
Legislazione su Internet
Psicologia della comunicazione
La voce dei Lettori .
Filosofia & Pedagogia
Motori
Spulciando qua e là - Curiosità
Amianto - Ieri, oggi, domani
MUSICA
Il mondo dei sapori
Spazio consumatori
Comunità e Diritto
Vorrei Vederci Chiaro!
News - Comunicati Stampa
Una vita controvento.

PROPRIETARIO Neverland Scarl
ISSN 2385-0876
Iscrizione Reg. Stampa (Trib. Cosenza ) n° 653 - 08.09.2000
Redazione via Puccini, 100 87040 Castrolibero(CS)
Tel. 0984852234 - Fax 0984854707
Direttore responsabile: Dr. Giorgio Marchese
Hosting fornito da: Aruba spa, p.zza Garibaldi 8, 52010 - Soci (Ar)
Tutti i diritti riservati


Statistiche Visite
Webmaster: Alessandro Granata


Neverland Scarl - Corso di formazione