Nello
sport, come nella vita è importante sviluppare consapevolezza,
cioè conoscere le proprie qualità, risorse,
caratteristiche, ma anche i propri limiti. Inoltre è
importante avere obiettivi per potersi focalizzare ed impegnarsi con
passione, determinazione, convinzione. Fin da ragazzi si possono
avere idee più o meno chiare e portare avanti progetti e sogni
da trasformare in realtà, di seguito si presenta Matteo
Bellucci.
Ti
sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o
sempre un comune sportivo? “Mi
sono sempre sentito un comune sportivo e mai un campione. Ognuno
nella sua carriera sportiva ha degli ‘idoli’ ai quali
ispirarsi che vengono visti come campioni sia per il loro
comportamento in campo che fuori. Senza umiltà non è
facile diventare campioni e ognuno deve avere la consapevolezza di
chi è e di dove può arrivare. Il mio obiettivo nello
sport non è essere un campione agli occhi di chi guarda da
fuori ma essere fiero dell’atleta che sono e sarò senza alcun
tipo di rimpianto.”
Qual
è stato il tuo percorso per diventare un Atleta?
“Ho
iniziato a fare sport all’età di 6 anni giocando a pallavolo
per poi abbandonarla all’età di 17. Ho portato avanti questo
sport e il badminton dai 15 ai 17 per poi propendere per quest’ultimo
che è lo sport che pratico tuttora. Il motivo della scelta di
uno sport anziché due è stato soprattutto per motivi di
impegno scolastico. Ho scelto di continuare badminton nonostante le
scarse possibilità di allenamento nella mia città di
origine (prima del trasferimento a Milano) perché mi dava
sensazioni diverse e positive rispetto a uno sport di squadra come la
pallavolo che dopo tanto tempo non mi risultava più
appassionante come prima.”
Che
consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si trovano a dover fare
scelte importanti nello sport? “Scegliere
col cuore e con la passione che si ha dentro senza influenze
esterne.”
Come
ha contribuito lo sport al tuo benessere? “In
maniera fondamentale facendomi seguire un regime di vita e una dieta
sana ed equilibrata ma soprattutto ha contribuito a farmi crescere
dal punto di vista maturativo e di gestione della tensione emotiva.”
Riesci
ad immaginare una vita senza lo sport? “Al
momento non riesco ad immaginare una vita senza sport perché
ho una passione enorme per il badminton che mi fa allenare numerose
ore al giorno per competere a livello internazionale ma in particolar
modo mi ha permesso di rappresentare la mia nazione. Sono comunque
consapevole che prima o poi dovrò confrontarmi con una vita
senza lo sport a cui penserò solo quando sarà ora
cercando nel frattempo di tenere aperte più porte possibili
per il mio futuro.”
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara?
Usi integratori? “Un’alimentazione fornitami dal medico
federale a base di carboidrati e proteine. Uso integratori pre
allenamento, tra una sessione e l’altra per avere energie e dopo
allenamento per un recupero più veloce.”
Chi
ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance?
“La
federazione Italiana di badminton con tutte le sue forze (medico,
psicologo, fisioterapista ecc.) stanno contribuendo quotidianamente
al mio benessere e performance.”
Qual
è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le
emozioni più belle? “E’
stata la vittoria al terzo set col punteggio di 22-20 al secondo
turno dei campionati italiani assoluti contro il numero 2 di Italia.
Vittoria che mi ha permesso di arrivare fino in finale. È
stata una gara estenuante dal punto di vista emotivo e mentale e
piena di adrenalina.”
Qual
è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la
convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Tutto
quello che ho fatto e dato per il badminton finora e che mi ha
portato a indossare la maglia azzurra dopo soli 4 anni di attività
mi sprona a dare il meglio di me e mi dà convinzione e
sicurezza nel migliorare e raggiungere in miei obiettivi.”
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività
sportiva? Come è cambiata la tua vita famigliare? “I
miei genitori sono contenti e orgogliosi di quello che faccio perché
mi vedono sereno e felice della mia vita da atleta. La mia vita
familiare è ovviamente cambiata perché vedo i genitori
molto di rado solo quando torno a casa qualche weekend o per vacanza.
Ho comunque buoni rapporti con entrambi e ho contatti con loro
quotidianamente.”
Ti
va di descrivere un episodio curioso o divertente? “Ho
giocato due volte in Africa una volta in Uganda e più di
recente in Etiopia. Sono stati due tornei molto particolari per
condizioni di gioco. In Uganda entrava vento in palestra e il volano
che pesa pochi grammi era incontrollabile mentre in Etiopia ho
giocato a 2000 metri di altezza e il volano era perciò
velocissimo tanto che tutte le piume sono state piegate dal giudice
arbitro per renderlo accettabile per giocare.”
Cosa
hai scoperto nel diventare atleta? “Quali i meccanismi
psicologici ti hanno aiutano nello sport? Quali sono le tue capacità,
risorse, caratteristiche? “Ho
scoperto un grande affiatamento in gara in me stesso e tanti
meccanismi psicologici di risoluzione a problemi e ragionamento
durante una gara. Sicuramente il processo psicologico più
grande che mi porta ad avere come qualità quella di non
mollare mai è lo star male (a volte anche troppo) alla fine di
una gara persa. Questo pensiero che a volte mi affolla la mente anche
in gara (da non confondere con la paura di perdere) fa sì che
io dia tutto prima di uscire dal campo.”
Che
significa per te partecipare ad una gara, hai sperimentato
l’esperienza del limite? “Significa
essere chiamato ad essere pronto per affrontare la gara stessa con i
mezzi che ho a disposizione. Non penso di essere mai arrivato al
limite estremo ma di esserci andato vicino alcune volte. Sicuramente
in questi casi l’adrenalina aiuta tanto a mantenere corpo e
mente in azione fino al termine della gara.”
Quali
sensazioni sperimenti
facendo sport
pregara, in gara, post gara? “Il
primo motivo per cui faccio il mio sport è perché mi
sento bene e in pace con me stesso ogni volta che prendo (nel mio
caso) la racchetta in mano e colpisco il volano sia in situazioni
pre-gara che in gara e post-gara.”
Quali
sono i tuoi pensieri? Pensare al traguardo, pensare a quello che si è
investito in allenamenti? “I
miei pensieri sono legati alla volontà di raggiungere gli
obiettivi che mi sono prefissato allenandomi al meglio ogni giorno
per arrivare ad essere uno sportivo fiero di quello che ha fatto e di
dove è arrivato senza aver rimpianti voltandosi indietro.
Proprio per questo non mi piace quando gli allenamenti non mi
soddisfano e esco dal campo senza aver messo l’energia che ho;
ogni allenamento è un piccolo pezzo di puzzle nel
raggiungimento dei propri sogni.”
Quale
è stata la tua gara più difficile, quale è una
gara che ritieni non poter portarla a termine? “Ogni
gara presenta le sue difficoltà e sicuramente giocare con un
avversario di livello più alto rispetto al tuo non è
mai facile e a volte frustrante perché ti senti indifeso e
senza capacità tecniche necessarie per venirne fuori. Non ho
mai pensato a obiettivi e gare che non potrò mai raggiungere
e/ vincere perché sono realista nel valutare dove posso
arrivare e nel fissare traguardi; pensare a dove non poter arrivare
invece di pensare a dove poter arrivare credo sia una cosa piuttosto
negativa dal punto di vista psicologico per ogni atleta.”
Quali
condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una
prestazione non ottimale? “Nella
mia disciplina la condizione fisica è fondamentale perché
è una disciplina molto esigente dal punto di vista fisico. La
condizione ambientale è qualcosa a cui bisogna cercare di
adeguarsi il prima possibile soprattutto viaggiando molto e
trovandosi in ambienti diversi per temperatura, umidità,
altitudine ecc; tutte caratteristiche che compromettono la
performance ottimale in gara.”
Cosa
ti fa continuare a fare sport? Come
hai superato crisi, sconfitte, infortuni? “Ciò
che mi fa continuare a fare sport è la passione che ho e tutte
le sensazioni positive che provo nel farlo. Tanti anni di sport mi
hanno fatto capire che le crisi ci sono e che le sconfitte bruciano,
ma allo stesso modo so che finché ami uno sport non sarà
una crisi o una sconfitta a farti mollare. Per fortuna finora non ho
avuto alcun infortunio grave che mi abbia fatto pensare a mollare. “
Ti
è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo
addosso, come sei riuscito a continuare dritto? “La
calma e la tranquillità sono fondamentali nel continuare
dritti senza prendere decisioni stupide e affrettate quando sembra
che il mondo ti cada addosso. A volte essere pazienti e parlare con
persone fidate che ti possono aiutare è la decisione più
saggia e giusta da fare.”
E’
importante esercitare la presenza, l’attenzione, la gentilezza
e la lentezza, e vedrai che si riesce ad individuare la soluzione più
giusta in quel momento
Quale
può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi
ad uno sport
fatto di fatica, impegno, sudore e sofferenze?
“Lottare
per i loro sogni perché prima o poi i sacrifici ripagano e ci
si sente orgogliosi di se stessi dopo aver ‘faticato’
allenamento dopo allenamento, giorno dopo giorno e vederne i
risultati.”
Quale
messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “Lo
sport è per tutti e di tutti e questo significa che lo sport è
passione e soprattutto una forma di rispetto e sportività nei
confronti di se stessi e degli altri. L’uso del doping è
inutile nello sport fatto di sana concorrenza e di sani valori.”
Ritieni
utile la figura dello psicologo dello sport? “Ritengo
la figura dello psicologo dello sport positiva nella carriera di
un’atleta sia fuori che dentro il campo. Ogni atleta di alto
livello nella sua carriera ha avuto o avrà alti e bassi e a
volte il colloquio con una persona specializzata nell’ambito
può essere di enorme aiuto. Penso inoltre che la figura dello
psicologo sia anche utile per un lavoro di concentrazione,
performance e stabilità mentale all’interno del campo
durante gli allenamenti quando gli atleti possono fornire dei
feedback immediati e a caldo di ciò che succede nella mente di
ognuno di loro e quali sono le sensazioni in determinate situazioni
del gioco.”
Se
potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Al
momento non ho rimpianti di quello che ho fatto finora nella mia
carriera sportiva per arrivare fino a dove sono ora e sono anzi fiero
di quello che ho fatto e pronto e determinato a fare molto di più.”
Quali
sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Un
sogno che ho realizzato è quello di avere l’onore di
indossare la maglia azzurra e di poter rappresentare la mia nazione
nel mondo. I sogni da realizzare sono diversi ma sicuramente
l’obiettivo che più mi affascina guardandomi proiettato
nel futuro è la partecipazione ai giochi olimpici di Tokyo
2020.”
La
motivazione, la passione, il bisogno spinge la persona a raggiungere
un obiettivo nella vita o nello sport. Per attivarsi ed impegnarsi,
l’obiettivo dovrebbe essere sfidante e difficile ma
raggiungibile, non impossibile. Diventa importante un lavoro di
immaginazione, vedersi avanti nel tempo con l’obiettivo
raggiunto.
Matteo
SIMONE
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