 Non
abbiamo tanto bisogno dell'aiuto degli altri, quanto della certezza
del loro aiuto". (Epicuro). Non
di rado, vista la professione che svolgo, mi capita di frequentare
gli algidi ambienti in cui dolore e antisepsi si mischiano
continuamente, dal momento che vengono definiti “Pronto
Soccorso”. Ogni volta (ed in questo periodo, in particolar
modo)
non posso fare a meno di notare che, più dell'80% delle
persone che richiedono assistenza, presentano sintomatologie a carico
dell'apparato cardiorespiratorio. A distanza di un paio d'anni, non
posso dimenticare una donna di età indefinita che, mestamente,
giaceva seduta su una carrozzina in attesa del proprio turno. Mi
avvicino. "Qual
è il suo problema?" -
"Un'oppressione
al petto che mi toglie il respiro... un senso di angoscia, la paura
della morte!" - "Siamo tutti un po' troppo soli. È
questo, il nostro problema di cuore..." Due
occhi neri mi aprono le porte di un tempio disadorno, impolverato e
malfrequentato. Una lacrima conferma la fredda verità. Quando
ero poco più che adolescente, mi colpivano molto i versi di
una canzone di Lucio Dalla: "
Cosa sarà che fa crescere gli alberi e la felicità e
cosa fa morire a vent'anni anche se vivi fino a cento?".
A distanza di tempo, in quella successione di istanti in cui si sono
svolti gli eventi della mia vita, scopro di aver fatto, di quella
domanda, lo scopo della professione delle mia esistenza...
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.."Tutti
vogliono il nostro bene. Non facciamocelo portar via!"
(Antico proverbio popolare). Vuoto di relazioni. Perché?
Ogni
verità, ad andare a cercarla ha, spesso, più facce:
esattamente, quelle di chi sostiene (spesso in buona fede) le proprie
ragioni. Nel tempo corrodiamo il piacere di cercare il "come"
armonizzare con gli altri: si svilisce, sostanzialmente, il "perché".
E, con esso, anche il valore che ne consegue...
Pure
questa è cosa da niente! È sempre cosa da niente! Tutte
le situazioni le abbiamo risolte sempre così. È cosa da
niente! Non teniamo da mangiare? È cosa da niente! Il padrone
muore e io perdo il posto? È cosa da niente! Ci negano il
diritto ad una vita vera? È cosa da niente! Quanto sei bella.
Quanto eri bella. E guarda a me, guarda cosa sono diventato. A furia
di dire “è cosa da niente” siamo diventati cosa da
niente pure io e te! (Eduardo de Filippo – tratto
dall’originale televisivo Peppino Girella)
Come
possiamo tornare ad essere padroni del nostro tempo? Forse, riuscendo
a scoprire come recuperare la facoltà di fare quello che ci
piace!.
"Quando
non si trova il riposo in se stessi è inutile cercarlo
altrove" (La Rochefoucauld).
Quello
che mi manca, ultimamente, è la possibilità di
studiare. Cioè, l’imparare per il piacere di migliorare.
Senza, per forza, dovere esibire. Sto scoprendo che la verità
la trovi in un punto solo.
Come
arrivarci?
Qualcuno
guarda, a lungo, il proprio ombelico, qualcun altro si perde nei
panorami mozzafiato. Resta il fatto che solo quando raggiungiamo
quella quiete interiore condita da temporanee perturbazioni (di
quelle che, comunque annunciano il ritorno del sole), arriviamo a
capire le convergenze.
La
gente, spesso, è in cerca di questo: di essere presa per mano;
di rassicurazione; di qualcuno che le prometta che, tutto, andrà
bene. Che peccato! (C. Palahniuk)
Una
volta, Antonio Rizzuti (professore, filosofo, meridionalista e
counselor psicologico) mi ha chiesto: "Caro Giorgio, lo sai
qual è la differenza fra un’ape e una zecca? Entrambe
succhiano. La prima, però, realizza una comunicazione empatica
con i fiori da cui prende il nettare. La seconda, al massimo,
trasmette malattie".
L’egoismo
positivo!
Pensare
a noi stessi, passando attraverso quella parte degli altri che
armonizza, sintonizzandosi, con noi. Cari Lettori, in questo periodo
di pausa, proviamo a riflettere sulla seguente, preziosa,
massima:"Nessun vento è favorevole per chi non sa dove
andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà
preziosa". (Rainer Maria Rilke). E, soprattutto, cercate
di restare un po’ di più, ciascuno con se stesso. In
propia ottima compagnia!
...E
gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, le
correnti dei fiumi, l’immensità dell’oceano, il
corso degli astri. E non guardano la propria interiorità!
(Sant’Agostino)

Giorgio
Marchese - Medico Psicoterapeuta, Counselor, Direttore La Strad@
Mi
ero già occupato di questo argomento, nell’Estate del 2010.
Troppo, per non doverne riparlare!
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