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Deglobalizziamo?
di Gianluca Ion  ( info@ionaonline )

30 settembre 2002

La globalizzazione ha mietuto vittime nel Sud del mondo. Il famigerato WTO (World Trade Organization)per rimediare a questa atavica colpa deve legittimare i Paesi del Sud del mondo, troppo penalizzati. Dietro l'azione del WTO si intravede l'ombra della longa manus statunitense : le modalità di esercizio del suo potere, con la sua egemonia apparentemente intoccabile, hanno impattato negativamente l'economia e la politica globale. L'ultima decade del Ventesimo secolo ha glorificato il nuovo sistema economico mondiale: la nascita delle grandi società transnazionali, simbolo della libertà di mercato, (che nelle attese di molti avrebbero abbattuto confini anacronistici),ed il WTO, creato a metà di questo decennio per fornire la giustificazione legale a tale sistema, (in interazione col FMI - Fondo Monetario Internazionale - e con la Banca Mondiale).In realtà gli accordi del WTO hanno favorito il monopolio americano, anzichè la prosperità globale. La crisi della grande impresa, il cui potere rappresentava una dimensione del potere statunitense, era la dimostrazione che in un mercato privo di regole diventava arduo riconciliare le richieste di responsabilità sociale con le ragioni del profitto. Con la crescente illegittimità della globalizzazione e con una forbice sempre più ampia fra Nord e Sud del mondo, emerge l'idea della deglobalizzazione?PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.






 

La globalizzazione ha mietuto vittime nel Sud del mondo. Il famigerato WTO (World Trade Organization)per rimediare a questa atavica colpa deve legittimare i Paesi del Sud del mondo, troppo penalizzati. Dietro l’azione del WTO si intravede l’ombra della longa manus statunitense : le modalità di esercizio del suo potere, con la sua egemonia apparentemente intoccabile, hanno impattato negativamente l’economia e la politica globale. L’ultima decade del Ventesimo secolo ha glorificato il nuovo sistema economico mondiale: la nascita delle grandi società transnazionali, simbolo della libertà di mercato, (che nelle attese di molti avrebbero abbattuto confini anacronistici),ed il WTO, creato a metà di questo decennio per fornire la giustificazione legale a tale sistema, (in interazione col FMI - Fondo Monetario Internazionale - e con la Banca Mondiale).In realtà gli accordi del WTO hanno favorito il monopolio americano, anziché la prosperità globale. La crisi della grande impresa, il cui potere rappresentava una dimensione del potere statunitense, era la dimostrazione che in un mercato privo di regole diventava arduo riconciliare le richieste di responsabilità sociale con le ragioni del profitto.
Con la crescente illegittimità della globalizzazione e con una forbice sempre più ampia fra Nord e Sud del mondo, emerge l’idea della deglobalizzazione. Essa consiste nel riorientamento delle nostre economie da una produzione dell’esportazione ad una produzione per il mercato locale, nella ridistribuzione del reddito e della terra per creare un vivace dibattito interno, nel massimizzare l’equità e nel decidere l’economia di mercato in maniera democratica, sottoponendo al controllo della società civile il settore privato e lo Stato. Ed ancora nel creare un nuovo sistema di produzione e di scambio che includa le cooperative comuni, le imprese pubbliche e private ed escluda le società transnazionali. Insomma un sistema che privilegi la solidarietà sociale alla logica del mercato.

Gianluca Ionà (Presidente del Movimento Consumatori di Catanzaro)

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