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Omaggio a Raimondo Vianello.
di Marilena Dattis  ( marilenadattis@gmail.com )

16 aprile 2010

Un uomo elegante, colto, raffinato e con una dote innata: il senso dell'ironia al servizio dell'intelligenza, tutto questo ha fatto di Raimondo Vianello un personaggio unico nel panorama dello spettacolo italiano. La sua carriera artistica avviene in modo casuale, nel 1950 viene scelto dalla storica coppia Garinei e Giovannini per interpretare un piccolo ruolo in una rivista e la sua carriera teatrale prosegue accanto ai grandi nomi dell'epoca da Macario a Carlo Dapporto a Gino Bramieri. Per il cinema gira circa 70 film e dal 1968 inizia a collaborare anche come sceneggiatore. Ma il cinema non era la sua grande passione, la maggior parte del comico di tradizione si realizza attraverso il teatro ed è mediante il mezzo televisivo che Vianello riesce ad esprimere quel grande senso dell'humour che lo contraddistingue, mettendo in scena il teatro della vita. Nel 1954 ha inizio il suo sodalizio televisivo con Ugo Tognazzi, la trasmissione è Un, due, tre. E da grandi attori quali sono, con il loro modo di intendere il comico come cultura alta inteso anche come grande strumento di contatto con la vita quotidiana, che iniziano a prendere in giro quella stessa televisione di cui fanno parte (memorabile la parodia della trasmissione di Mario... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



...Soldati). I loro sketch fanno sorridere ma anche discutere e quando nel 1959 in uno sketch in cui Tognazzi cade da una sedia e Vianello lo apostrofa con la battuta "ma chi ti credi di essere?" la censura interviene e sospende immediatamente il programma, la parodia in questione riguardava il Presidente della Repubblica Gronchi che ad una serata con il collega francese De Gaulle era scivolato cadendo. In realtà lo sketch in questione non aveva niente di irriverente o di volgare ma erano altri tempi. Dopo un periodo di assenza dal piccolo schermo, negli anni sessanta nasce la coppia televisiva Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, spiritosa e svagata lei, surreale e geniale lui. Marito e moglie nella vita mettono in scena con ironia, stile ed eleganza le piccole difficoltà del vivere quotidiano della coppia, che affrontano sempre con umorismo e grande rispetto. Non una coppia perfetta, intesa nel senso stereotipato, ma piuttosto offrono l’interpretazione opposta esponendo tutte le fragilità e utilizzando come punto di forza proprio l’imperfezione della coppia. Indimenticabili le sigle finali delle loro trasmissioni degli anni settanta quando apparentemente correvano l’uno nelle braccia dell’altro ma qualcosa andava storto per cui lei lottava contro la morte e lui si girava dalla parte opposta visibilmente sollevato. Humour nero o piuttosto la sdrammatizzazione del tragico che scopre attraverso la vena di una intelligente comicità la capacità e la voglia di sorridere e di far sorridere senza prendersi mai troppo sul serio. Questa loro voglia di raccontare e di raccontarsi prende una forma ancora più credibile e reale nella sit-com Casa Vianello. Mai arrogante o aggressivo, ma con garbo ed eleganza, in questa fortunata serie il gentleman della televisione italiana mette in scena con sagacia la parte del marito svogliato, distratto, non più giovane che cerca affannosamente di conquistare la ragazza bella, giovane e provocante di turno. Ma come nella migliore commedia all’italiana, apparentemente per qualche equivoco, qualcosa va storto e l’adulterio non si riesce mai a consumarlo. Solo sfortuna? In realtà anche qui viene utilizzata la funzione morale del comico, quell’aderenza alla realtà del personaggio e dell’uomo non gli avrebbero mai consentito di tradire quel sentimento d’amore nei riguardi della moglie che pure non veniva mai esplicitato. Grazie a Raimondo Vianello il linguaggio televisivo conosce il suo periodo migliore, l’arte del comico viene utilizzata con arguzia e dovizia e la sua naturale e spontanea eleganza nell’aspetto e nei modi conquista letteralmente il pubblico di diverse generazioni. Ed è così che lo ricorderemo sempre, quell’elegante signore in pigiama che legge a letto la Gazzetta dello Sport mentre la moglie sbotta "Che noia che barba, che barba che noia", e attraverso le sue pause, i suoi sguardi, i suoi silenzi che ci suggerisce, utilizzando il genio della comicità, il modo più corretto per gestire con buon senso provocazioni e litigi. Ed è a questo grande maestro di vita e di spettacolo che va il nostro Grazie!

 

 

 

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