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...Saper donare e ricevere amore...
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

15 agosto 2002





Durante la pausa estiva, l'avvocato e l'analista affrontano un argomento utile... per tutta la vita!


 

Salve "doc", questa settimana vorrei approfondire il concetto riguardante un bisogno che avverto pulsare in me ma, al tempo stesso, mi preoccupa per le frustrazioni che potrebbe "tirarsi" dietro: saper donare e ricevere amore. Quello che salta all’occhio è che prima bisogna offrire qualcosa per poi ricevere da un’altra persona. Questo vuol dire che prima si deve essere disponibili affettivamente verso l’altro per poi ottenere la sua affettività "in dono"?

In qualunque rapporto interpersonale, se vogliamo attirare l’attenzione di qualcuno, è necessario che questa persona si renda conto che noi possiamo essergli utili per cui, o se ne accorge perché siamo oggettivamente bravi in un settore o perché palesiamo disponibilità dando qualcosa che a questa persona serve. In questo modo, il nostro interlocutore si rende conto che frequentarci gli fa bene: da questo momento in poi, si può realizzare anche qualcosa di più di una semplice frequentazione occasionale. Mi preme dirti che quello che ti ho appena descritto non è frutto di freddi calcoli utilitaristici ma rappresenta il risultato di ragionamenti inconsapevoli, improntati al raggiungimento del "ciò che è meglio per le proprie legittime necessità".

Però nella creazione del rapporto di coppia ho sentito dire, tante volte, che mostrarsi disponibili, invece, è un aspetto negativo, perché non si viene apprezzati, non ci si rende attraenti.

Ma da chi lo hai sentito affermare? Fuori i nomi di questi "esperti"!

Sono amici, amiche, ma dichiarazioni del genere le trovo regolarmente anche su articoli giornalistici fatti da esperti o presunti tali: addirittura ho letto che bisogna "farsi desiderare". Questo non contrasta con la disponibilità?

Questo, semmai, può essere peso in considerazione in un secondo momento, dopo che tu hai creato l’interesse nell’altra persona. Tu ti fai desiderare da me, ma a me di te non me ne importa niente, fatti desiderare tutto il tempo che vuoi! Se prima non mi susciti un interesse, la cosa non funziona affatto.

E come si suscita l’interesse?

Conoscendo la persona, cercando di stabilire, innanzitutto, perché attira la nostra attenzione, per poi scoprire qual è la chiave d’ingresso per farci accettare. In pratica, è necessario cercare di capire grossolanamente com’è fatta la sua personalità, per essere in grado di "approcciare" nel modo migliore.

Come si fa? Non si rischia di essere invadenti, visto che ciò accade con persone che si conoscono appena?

Non si è invadenti, perché comunque bisogna creare le condizioni di luogo, di tempo, di spazio per poterlo fare. Puoi incontrare una persona a cena, può essere un tuo collega di lavoro, un tuo compagno di hobby ( ad esempio, ci giochi a tennis o frequenti la sua stessa palestra): un punto in comune lo devi avere, non è che questa persona la incontri per strada e la insegui finché non ti degna di attenzione.

A volte io sento parlare di incontri occasionali, tipo persone che si sono conosciute in treno da cui poi è nata una relazione. A me sembra assurdo.

Sì, è vero, però può darsi che sul treno sia iniziata una discussione che ha messo in rilievo dei punti in comune, il prosieguo è avvenuto sui punti in comune. La cosa è plausibile.

Come si fa a capire se l’altra persona è disponibile o meno? Non potrebbe non essere disponibile affatto?

Sì, è vero, potrebbe non essere disponibile. Però di questo te ne accorgi sulla base di ciò che dice e del suo temperamento: l’attenzione che mostra nei tuoi confronti, il contenuto degli argomenti, il tempo che ti dedica, eventuali altre proposte oltre a quelle che puoi indicare tu. Se ha un canale di comunicazione aperto con te vuol dire che, in un modo o nell’altro, ha dell’interesse; magari potrebbe diventare un tuo cliente oppure potrebbe voler andare a cena con te o pensare ad altro. Questo si scopre man mano, però ha creato un interesse.

Quindi, il fatto che ti ho riferito, cioè che se una persona si mostra disponibile sembra poco desiderabile, non è vero?

Chi dice queste cose non ha chiarezza sul rapporto tra esseri umani, sul concetto di disponibilità, sull’egoismo positivo e sul rispetto. Viene confuso il concetto di disponibilità col concetto di eccessiva disponibilità e sottomissione. Sono cose diverse. Partiamo da una base di scambio: io ho bisogno di te, ti offro qualcosa perché tu poi mi possa dare altro ma partendo dal presupposto che "io ho bisogno di te"; quindi, se io sono disponibile e tu non mi dai nulla, in che modo posso appagare il mio bisogno? In nessun modo, quindi cade la motivazione per cui io ti frequento. È ovvio che io ti sto parlando di rapporti fra persone equilibrate. Nel caso di persone nevrotiche, le cose vanno ben diversamente.

Nel rapporto di coppia, nei casi in cui i due hanno orari diversi, magari per esigenze di lavoro, come si fa ad incontrarsi, ad adeguarsi l’uno all’altra?

Possono scegliere dei momenti della giornata o della settimana per frequentarsi ed il resto della giornata o della settimana continuano a vivere in base alle loro esigenze, inseguendo gratificazioni attraverso altro.

Ed è un rapporto soddisfacente?

Non è completo.

Se uno è disponibile in certi momenti e l’altro in momenti diversi, non s’incontrano?

Bisogna sempre, poi, cercare dei momenti d’incontro, che saranno sporadici. Nei momenti d’incontro c’è lo scambio, negli altri momenti c’è l’inconciliabilità. Questa situazione può essere temporanea o definitiva, perché all’interno di molte famiglie, a volte, nascono esigenze di mobilità lavorativa. Cosa si fa allora? Ci si separa perché il marito o la moglie deve andare a lavorare in un’altra città? Si cerca di stare tutti insieme, ma se spostare tutto il nucleo familiare è difficile, questo componente va a lavorare fuori e ogni tanto torna, sperando che la cosa sia temporanea. Certo, invece, costruire una coppia che già dall’inizio è inconciliabile, o lo si fa perché ci si vuole frequentare poco e si vuole lasciare molto spazio all’identità o è destinata a fallire.

Allora le coppie che stanno lontane per lunghi periodi sono destinate a fallire?

Certo, a meno che non ci si rifaccia a quello che ti ho spiegato dimmi che senso ha stare insieme!

Io conosco tante persone, addirittura sposate, che stanno lontane.

Sì, ma è un legame virtuale che condiziona la mente se la persona ha forti remore religiose o morali per cui non si cerca altri partner, oppure si è ufficialmente sposati ma ufficiosamente si hanno tante altre esperienze.

Ma uno scambio corretto, pure come tempi, come esperienze, cosa richiede?

La definizione di coppia è la seguente: insieme di due persone che convivono e intersecano obiettivi comuni. Non vuol dire che 24 ore al giorno debbano stare insieme, perché il rapporto di individualità incide per il 15% delle risorse, delle energie e del tempo, però in quel 15% il coinvolgimento ci deve essere.

Anche come tempo, nella vita quotidiana, quanto se ne dovrebbe trascorrere insieme?

Nella vita quotidiana non puoi valutare in termini rigidi il tempo da passare insieme, si passa insieme il tempo che è possibile trascorrere insieme sulla base del proprio lavoro, dei propri impegni per il piacere di "viverlo insieme", ma certo non deve essere un ritaglio da devolvere ogni tanto. Lavorare per migliorare il rapporto col partner al punto tale da ricevere beneficio per entrambi dal punto di vista mentale, dal punto di vista affettivo, dal punto di vista sessuale: così si evolve l’amore, così si costruisce un rapporto di coppia.

Cos’è l’innamoramento, se esiste, visto che l’amore è un sentimento che si costruisce frequentando una persona?

Potresti già avere delle risposte leggendo gli articoli della sezione "incontri sull’amore". Ad ogni modo, posso dirti che innamorarsi significa provare interesse nei confronti di una persona verso la quale ci si sente disponibili a dare per il piace di star bene, a dare affettività, a dare la propria neutrergia ed a scambiare dal punto di vista sessuale donando la propria intimità. Molte volte si parla di sessualità come qualcosa di molto frequente da realizzarsi, ma se vuoi costruire uno scambio sessuale d’amore, allora non è più una masturbazione sull’altro, come spesso accade, ma è dare la parte propria dell’intimità, dei propri pensieri, in certi momenti. Questa è la grande differenza.

E come si verifica questo, in che momento? Man mano che si conosce una persona?

Man mano che si cresce insieme alla persona.

Quindi, non può essere qualcosa di istantaneo?

No.

E i "colpi di fulmine" cosa sono?

Sono delle forti attrazioni, prevalentemente di tipo fisico, ma anche di tipo affettivo o anche neutrergico (rapporti platonici, rapporti in cui si sta bene nel dialogo).

Ho letto che molte persone si lamentano del fatto di essere trascurate dal partner, di aver bisogno d’amore: sono convinta che ciò sia dovuto al fatto che non s’impara ad amare perché non ci sono scuole dove s’insegni ad amare. Questo tipo di carenza, in persone adulte, che magari hanno avuto esempi negativi in famiglia, si può risolvere studiando ?

Dipende dall’interesse, tutto può essere corretto, modificato, se c’è una buona motivazione. Serve una buona motivazione per far sì che l’interessato lavori per modificare quanto basta, per cambiare quello che serve per godersi un rapporto d’amore. Ma, intanto si deve passare da una condizione di egocentrismo (in cui si cerca di appagare solo le proprie esigenze "usando" il partner) al corretto rapporto di scambio (in cui si è disponibili ad andare incontro alle richieste del partner, con conciliazione).

Ma allora una persona dovrebbe essere disponibile se non proprio a fare un trattamento di psicoterapia personale, almeno a studiare per come si deve comportare?

No, deve modificare la personalità. Questo lo può fare se qualcuno gli fa capire quali sono i vantaggi del saper dare e ricevere amore.

Però, io ho visto in difficoltà persone che stanno facendo un percorso di crescita personale analogo. Allora, incontrando qualcuno che mi interessi, dovrei proporgli di fare analisi personale?

Potresti scambiare su settori utili e poi indurlo a migliorare la personalità. Comunque potresti anche incontrare una persona sufficientemente equilibrata, non è che siano tutti squilibrati.

Io mi riferisco al tipo di persone che ho conosciuto e che conosco, ai loro discorsi e comportamenti.

Potrebbe, invece, verificarsi la possibilità che un uomo ti conosca, si interessi molto a te per gli aspetti positivi che stai costruendo ed abbia talmente interesse nei tuoi confronti da essere disponibile a modificare la personalità.

Questo penso che sarebbe indispensabile, altrimenti sotto molti aspetti non potrei scambiarci. E così sarebbe limitante, frustrante.

Dipende dalla persona e dalle difficoltà che ha. Potrebbe già essere sufficiente una partner che manda degli input tali da aiutare a cambiare alcuni aspetti, e questo potrebbe essere sufficiente a creare un buon rapporto. Oltre non possiamo andare perché non stai ponendo l’attenzione su qualcuno in particolare. Posso concludere in questo modo: è possibile che una persona che abbia fatto, o faccia, analisi, s’interessi di qualcuno che non ha mai fatto analisi, non è possibile, invece, che di una coppia già formata solo uno dei due faccia analisi perché la trasformazione di questa persona renderebbe quasi sicuramente non conciliabile il rapporto tra i due, perché si determina una differenza tale da allontanarli. Non è la psicoterapia a farli allontanare, ma è lo sviluppo maturativo della persona che rende difficile ed impossibile nel tempo mantenere il rapporto con l’altro. Mentre, se tu lo crei nel corso della tua maturazione, vuol dire che quell’altra persona già ti sta bene. Come in ogni rapporto tra due persone sufficientemente equilibrate ciascuno dei due continua a migliorare, però non c’è una differenza che scopri nel tempo perché si determina nel tempo.

Ma si può verificare quello che dicevi tu prima, cioè che uno si mostri all’inizio disponibile ad adeguarsi alle mie esigenze ... e poi, però, manifesta evidenti limiti che condizionano la vita a due?

...E poi continua a lavorare su se stesso per l’evidenza dei vantaggi che ne ricava e non tanto per far piacere alla partner.

Grazie "doc" penso che potrò andare in vacanza tranquilla e soddisfatta per tutte queste spiegazioni.

No, un momento! Non possiamo lasciare i nostri lettori in attesa che tu torni dalle vacanze, ci dobbiamo incontrare ancora una volta prima che tu parta.

Ma non mi avevi detto che il verbo "debbo" non avrebbe più albergato nella mia mente e nella mia vita?

Hai ragione "avv", mi hai fregato! Però se ci ripenserai, ti garantisco che ne varrà la pena!

Beh, messa così ... MA NON TI PROMETTO NULLA!

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