“Coloro
che desiderano la pace dell’anima e la felicità, devono
credere a abbracciare la fede; quelli che, invece, desiderano
perseguire il vero, debbono abbandonare la pace mentale per dedicarsi
alla ricerca…” (F. Nietzsche). Ogni
persona, consapevolmente o meno, spende il suo tempo cercando di
dargli un senso. E allora, proviamo a pensare a quanto siamo,
veramente, liberi, dal momento che, per trovare il bandolo di una
maledetta matassa, ci arrabattiamo provando, in realtà, ad
occuparci d'altro... Quanti di noi si trovano nella condizione di chi ha la possibilità di agire senza essere soggetto all'autorità o al dominio altrui, riuscendo a trarne godimento? E inoltre, siamo in grado di discernere il vero dal falso, riuscendo a dare conformità alla realtà delle cose e dei fatti? E allora, le teste che cadono sotto le lame di gente senza testa, i proclami di cambiamento
(vedi la ventilata riforma della Scuola, a casa nostra) che “fanno tremar le vene e i polsi”, i raid aerei americani su Bagdad, i ricchi che pagano chi gli sfoglia il giornale (per non colorarsi le
dita d’ìnchiostro…) e i tanti che si spengono,
privi di pane e di amore…sono le contraddizioni del nostro
tempo, che traumatizzano chi vuole capire... Cosa
stiamo vivendo? Un
film dell’orrore senza sceneggiatura. Un film d’azione
dove, i protagonisti, improvvisano scene eclatanti...
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Siamo
spettatori di scene di tragica e inutile violenza. Gli aguzzini sanno
spettacolarizzare la guerra all’occidente, la ferocia in
diretta. E noi? Noi abbiamo imparato ad attivare l’ortosimpatico
(quella parte di sistema nervoso che prepara allo stress) per
sentirci, paradossalmente, vivi, solo di fronte a simili storture,
con un conflittuale impasto di irritazione mista ad angoscia.
La
nostra debolezza (quella di noi Italiani, per intenderci) è la
totale mancanza di dignità. Noi, negli ultimi decenni, abbiamo
sepolto i nostri ideali, nel senso che abbiamo accettato passivamente
qualunque credo, politico, economico, sociale, etc.
Di
conseguenza, all’estero, si sono convinti che Santi, eroi,
navigatori e poeti, abbiano lasciato il posto ad una paccottiglia
inconsistente di malaffare “alla casereccia”. E’
come dire che abitare in Campania (ma anche, in Calabria, in Sicilia,
nel Lazio, in Lombardia…), significhi vivere in una regione
retta dalla delinquenza. Il pregiudizio di paragonare, ancora oggi,
ad esempio, gli spaghetti italiani all’immagine più
deleteria di quello che rappresentiamo (Mammasantissima & Co.),
svilisce la nostra identità: cioè, il rapporto con noi
stessi, oltre che quello con la realtà circostante.
In
Campania ci si “tatua”, indelebilmente, con i fumi della
stupidità e dell’ignoranza, a Roma si beve acqua
all’arsenico, in Calabria ci si fa il bagno in un mare dove
“dormono” relitti radioattivi…
L’uomo,
talvolta, crede di essere stato creato per dominare, per dirigere. Ma
si sbaglia. Egli è solamente parte del tutto. La sua funzione
non è quella di sfruttare, bensì di sorvegliare, di
essere un amministratore. L’uomo non ha nè potere, nè
privilegi. Ha solamente responsabilità" (Oren Lyons,
Onondaga)
E
allora, come abbiamo scritto altre volte, anche se è vero che,
nelle speranze deluse e nel pianto di chi resta, nudo, di fronte al
freddo dell’assenza morale un Dio muore e che, nel dolore di
chi non può curare il proprio figlio un Dio, probabilmente,
neanche nasce, è ancor più vero che, nella voglia di
riscatto un Dio risorge e, soprattutto, nel Mondo che faremo, un Dio
(ri)nascerà. Con
Amore.
E,
questo, è un dovere di tutti. Quello che il bruco, infatti,
chiama “fine del Mondo”, il resto del Mondo, lo chiama
Farfalla! (Laozi)
Giorgio
Marchese (Medico Psicoterapeuta,
Counselor) – Direttore "La Strad@"
Rosa
Mannetta – Docente,
Scrittrice
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