Corsi
come un pazzo verso il punto in cui era caduta, calpestando gente
sdraiata e spingendo chi stava, allegramente, in piedi. La trovai
così, ancora viva e insanguinata, come se mi aspettasse per
l’ultimo saluto per, poi, abbandonarsi sull’erba rossa lasciando al
vento le speranze riposte...
Cari
Lettori... mi
accade, ogni tanto, di affezionarmi al libro che mi accompagna per
settimane, inducendomi a vagare, con la mente, alla ricerca di
melodie ascoltate o mai suonate... Come un compagno di viaggio, non
di rado gli affido gli stati d’animo che non confido ad alcuno e che
parlano, ad esempio, di quello che avrei voluto e che, forse, non mi
sono meritato... chissà!
Ecco,
dopo duecentoottantasei pagine di una carta antichizzata che mi
ricorda di quando, alle scuole elementari, bisognava fare attenzione
a rispettare i righi e i criteri di una corretta grafia, un moto di
commozione mi ha colto di sorpresa.
Forse,
per via di un finale che ti resta in gola... forseperchè,
in fondo te lo aspettavi e sapevi di non aver potuto far nulla per
cambiare le cose. Forse perchè,
questa storia, smuove i contenuti fondanti, i pilastri della tua
Storia... forse come
un diapason, risuona con le stesse frequenze di ciò che è
stato.
E
non può più tornare.
Italo
Scalese è
un curioso maestro elementare, uno di quelli che, io, avrei voluto essere suo discepolo...
Nato
a Petronà (cz) il 1958, dopo 25 anni trascorsi in Lombardia,
appassionato di musica e parole, è tornato nella sua terra
natia. Ora scrive canzoni, storie, poesie e filastrocche per bambini
che, ad ascoltarle, mi piacerebbe tornare indietro nel tempo.
Ho
già scritto di lui, in un editoriale dal titolo Il fattore Blancoe,con
ciò, credevo di averlo ringraziato per gli insegnamenti
profusi... ma, con "Regina,
gallina Garibaldina",
è riuscito
a farmi entrare nel racconto e, quindi, i personaggi e i luoghi sono
diventati miei amici. Per uno come me, cresciuto ai racconti di mia
madre, grazie ai quali ho imparato ad amare la realtà de
"l’albero degli zoccoli", questo romanzo, lungo un anno (il
1860), ha avvicinato a Nicola, il protagonista principale, diversi
aspetti del mio modo di essere, un po’ soffocati dall’essere ciò
che sono, in un ambiente, forse d’elite ma, comunque, ridotto e
ristretto, rispetto a chi, ancora oggi, sogna di correre sul crinale
di quei monti da cui godi sguardi di quelli che ti fanno accapponare
la pelle per le intense emozioni che ti fanno "sentire"
parte di quell’Universo che, ogni giorno ci accarezza ma che,
spesso, non riusciamo ad apprezzare. Perché
presi dalla fretta del vivere.
Nicò,
cosa fai, guardi le stelle?
Si,
mà, sono bellissime!
È
vero, sono bellissime... le guardavo anch’io da ragazza; poi, ti
tocca abbassare la testa e guardare per terra e, quando ti capita di
rivederle, le ritrovi sempre uguali, immutabili insensibili. Loro
non cambiano mai, sono sorde ai nostri desideri o, forse, non
sappiamo desiderare abbastanza, neanche quando cadono, nelle notti
d’estate. Certo che, a guardarle a lungo, ci si sente piccoli
piccoli, schiacciati in basso, persi in questo piccolo Mondo.
Chissà, se un giorno, gli uomini potranno volare là in
alto nel cielo, in mezzo alle stelle...
Qualche
anno fa, un mio amico
(di cui posso dire soltanto ll nome, che è Mark)
un medico militare con un passaporto che riporta diverse cittadinanze
"importanti" e che lavora con la NATO in ogni angolo del
Pianeta, mi aveva spiegato che, in realtà, nei loro laboratori
esiste la potenzialità per sviluppare farmaci in grado di
risolvere molti dei problemi di salute che ci affliggono e, di
conseguenza, di allungare il limite di vita media fino a quel
traguardo dei 120 anni ipotizzato da molti scienziati... già,
ma tutto questo, cozzerebbe (come, lui stesso, aveva aggiunto) con i
bilanci economici assistenziali dei vari Paesi.
Anche
di quelli, cosiddetti "più civili e avanzati".
E,
infatti, è notizia di qualche settimana fa che il Fondo
Monetario Internazionale, organizzazione nata nel 1946 (e composta,
al momento dalla presenza di 188 paesi) per aiutare i governi in
difficoltà, nelle
pieghe del suo Global
Financial Stability avverte
chela
longevità delle popolazioni occidentali (ossia il famoso
“allungamento delle aspettative di vita), mette a rischio i
bilanci degli stati più sviluppati.
In
pratica, in un Mondo in cui, ogni potere è stato affidato alla
Finanza (cioè alle speculazioni di biechi immaturi che godono
guadagnando sulle disgrazie altrui), nessuno Stato in cui si profili
un alto costo del Welfare, può emettere titoli borsistici
appetibili per gli investitori...
Quindi,
ciò che serve secondo il FMI, è “una
combinazione di aumento dell’età pensionabile di pari
passo con l’aumento dell’aspettativa di vita, più
alti contributi pensionistici e una riduzione dei benefit da pagare“.
Insomma,
la nostra longevità andrebbe ridotta (perchè
“desiderabile, ma costosa”) per aiutare gli “investitori
professionali” a trovare degli asset più affidabili.
Quindi,
possiamo capire il motivo per cui tutto il ceto medio e medio basso,
venga compresso (con un’abile “spremitura”) verso lo
sprofondo e, se questo non dovesse bastare (e non basterà, se
dal pagamento del prezzo vengono esentati gli “investitori
professionali” e tutte le classi dirigenti di ogni ordine e
grado) allora si taglieranno drasticamente tutti gli istituti di
welfare che hanno fin qui sostenuto le necessità contingenti.
Seguendo il Modello USA, per intenderci.
Non
è così strana, quindi, la "fresca" notizia
che ci riporta una nostra potenziale diminuzione nella speranza di
vita.
Un
simile dato, pare, non si fosse mai verificato perchè,
periodicamente, le prospettive (anche statistiche) di vita, si sono
sempre allungate. Tranne, com’è ovvio, durante i periodi di
Guerra.
Con
qualche collega medico, ci siamo chiesti quale sia il vero motivo per
cui, lo Stato, impone, a noi operatori del settore sanitario, di
inviare al Ministero delle Finanze, i dati relativi alle ricevute
sanitarie emesse (chi è la persona, di cosa ha avuto bisogno e
quanto ha speso) e, quest’obbligo, ce l’hanno anche i farmacisti (per
chi richiede lo scontrino per poter dedurre il costo dei farmaci).
Un
dubbio ci ha assalito...
Ma
non è che, per caso, una volta inserita l’obbligatorietà
delle polizze sanitarie (che sostituiranno l’attuale Servizio
Sanitario Nazionale), il premio che ci faranno pagare, sarà
proporzionale a quanto ci saremo fatti curare?
"La
cosa più bella e importante della vita, è la libertà,
esssere liberi di scegliere quello che sia meglio per te. E la cosa più
brutta è la mancanza di Libertà:essere costretti da
altre persone, o dal bisogno, a fare quello che non vuoi. Io soltanto
adesso, mi sento libero, adesso che non valgo più niente, che
passo le giornate a perdere tempo, solo adesso che sono troppo
vecchio, che mi hanno spremuto tutte le energie..."
Cari
lettori, ognuno
di noi ha attraversato quel periodo della vita, che viene dopo
l’adolescenza, in cui si crede di avere forza, capacità e,
soprattutto, voglia di cambiare il Mondo...
"Chissà
se, qualche volta, nel futuro, le donne varranno come gli uomini...
io ho un’amica, una bambina di otto anni, Catarina, figlia del
falegname che sa fare più cose di un uomo grande. Oltre ad
aiutare il padre, sa anche leggere... ogni tanto, di Domenica, dopo
la messa, stiamo seduti sui gradini e, lei, legge storie. Io e gli
altri restiamo incantati a guardare come, dalla sua bocca, escano
parole diverse da quelle che sentiamo tutti i giorni: parole
contadine, sporche di terra, parole povere e ignoranti. Queste sono
parole pulite, messe in fila... per raccontarti un fatto come se ci
fossi dentro. La campana di mezzogiorno ci sorprendeva ad inseguirle,
persi in luoghi lontani e misteriosi. Poi, tutti a casa, a bordo di
un cavallo alato..."
Ecco...
Don
Lorenzo Milani soleva ricordare che "L’operaio
conosce 100 parole, il padrone 1000 e,
per questo, è lui il padrone".Io
mi permetto di aggiungere che, le parole, nascono dalle idee, le
quali sono il frutto delle cose che impariamo...
"Non
è di tutti i giorni, vedere una gallina volante: sembra quasi
una favola e, invece, la vedete tutti, la favola è vera!
Ricordatevi questo momento, ricordatevi che se le galline possono
volare, anche noi possiamo sollevarci e raddrizzare la schiena".
Probabilmente,
come sostiene Italo,
è che, quando sei giovane, non ti accorgi di esserlo... quando
invecchi, suoni sempre le stesse canzoni che hai imparato da giovane.
Allora, la soluzione, potrebbe essere quella di imparare a "Pensare",
perchè la musica non si ferma mai e, le cose vecchie, sono la
base per quelle nuove...
"Caro
Nicola, non sempre le cose vanno come lo vorremmo; a volte cambia
tutto per merito o per colpa di qualcuno; siamo uomini liberi:
sbagliamo tutti. La cosa più importante è credere nelle
proprie idee e combattere perchè trovino spazio. Se, poi,
lungo il cammino incontriamo ostacoli, traditori, furbi, codardi o
semplici ignoranti, bosogna continuare a lottare. O tornarsene a
casa"
Le
cronache raccontano che Garibaldi, con i decreti emanati a Rogliano
(CS), il 30 agosto del 1860, destinò l’uso dei terreni ai
poveri di Cosenza e dei Casali. Alcuni giorni dopo, Donato Morelli
(nominato da Garibaldi stesso, Governatore della Calabria Citeriore)
cancellò quell’editto.
E,
da lì, cominciò la fine del sogno...
Qualcuno
era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice
solo se lo erano anche gli altri. Qualcuno era comunista perché
aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché
sentiva la necessità di una morale diversa; perché,
forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un
desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita. Sì,
qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio,
ognuno era come… più di sé stesso. Era come…
due persone in una. Da
una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di
appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare
veramente la vita. No. Niente rimpianti. Forse anche allora molti
avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei
gabbiani ipotetici. E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una
parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore
della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano senza
più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno
si è rattrappito. Due miserie in un corpo solo (Giorgio Gaber
Qualcuno era Comunista)
Cari
Lettori...
Non
considerate, quanto letto finora, come una resa all’ineluttabile. Il
titolo di questo lavoro, infatti, porta un punto interrogativo e non
esclamativo. Personalmente, sono convinto della validità di
quella massima che ci ricorda che, in ognuno di noi, avviene una
battaglia quotidiana tra
i due lupi che albergano nel nostro animo: uno è infelicità,
paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione,
rancore, senso di inferiorità; l’altro è felicità,
gioia, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità,
verità, compassione. Vince quello che nutriamo di più.
Giorgio
Marchese – Direttore
La
Strad@
Un
sentito ringraziamento va ad Italo Scalese, per avermi donato la
possibilità di continuare ad alimentare i miei sogni, senza la
paura di vederli infrangere sugli scogli della vita. È da
questo fenomeno di erosione, infatti, che il vento trasporta le
particelle del Mare e, con esse, la vita, sul Pianeta Terra.
P.S.
Vorrei suggerirvi di rileggere questo lavoro, avendo, come
sottofondo, questa bellissima melodia...