Sono un giocatore. Non
sono mai immobile. Non mi ripeto. Investigo, corro, rischio,
sperimento. Vorrei che la gente sapesse che in tutti questi anni non
mi sono mai fermato. Continuo a cercare strade nuove.
Tre
atti e due tempi. Giorgio Faletti, 2011
Una
laurea in giurisprudenza e poi l’esordio in televisione nel
1983 come cabarettista. Nel 1985 conquista il pubblico di Drive in e
il suo “Vito Catuozzo” entra a far parte della storia
della televisione.
Nel
1994 al Festival di Sanremo si classifica al 2º posto e si
aggiudica anche il Premio della critica con la canzone Signor
tenente ispirata alle stragi di Capàci e di via D’Amelio.
Nel
2002 pubblica il suo libro Io uccido, un esordio da quattro
milioni di copie.
L’importante
non è quello che trovi alla fine di una corsa... L’importante
è quello che provi mentre corri.
Nel
2006, con il film Notte prima degli esami ottiene la
nomination al David di Donatello come migliore attore non
protagonista.
Potremmo
continuare, ma bastano queste poche righe per farci porre la domanda
: chi era Giorgio Faletti? Comico, cantante, paroliere, scrittore,
attore, pittore, quante anime si nascondevano dietro quei suoi
imperscrutabili occhi azzurri. Fuori dai luoghi comuni, dalle facili
etichette, la sua vita artistica è contraddistinta da una
grande versatilità che diventa un’arte tra le arti, in
qualunque di essa si cimenti è un successo.
“Raggiunta
la statura per guardarmi allo specchio del bagno, ho capito che sulla
bellezza non potevo contare.”
I
suoi thriller diventano subito best seller e questo certo non gli
risparmia, anzi fomenta una parta della bieca critica che vorrebbe
racchiuderlo in una categoria, in un solo mestiere, perché
non si può saper fare bene tutto.
Io
sono Dio è il suo quinto romanzo, pubblicato nel 2009,
nei ringraziamenti scrive : «Chi ha letto questo romanzo
ha capito che non c’è nulla di autobiografico nel
titolo. A chi non lo ha letto e pensa che ci sia, lascio intatta
questa presunzione che mi onora». E in un’intervista
dichiara : «Quando ho iniziato a dire in giro il titolo, che è
una battuta di Robert De Niro in Men Of Honor, qualcuno ha
commentato: “Ah, però, per nulla presuntuoso”.
Tenendo presente che quando ho intitolato il mio primo libro Io
uccido nessun poliziotto è venuto a cercarmi, non capisco
perché questo abbia, invece, suscitato sospetti di
onnipotenza.»
“Lui
mi guarda e ha la forza di non abbassare gli occhi. Io lo guardo e ho
la debolezza di non distogliere i miei. “
Ironico,
profondo, versatile, dall’intenso azzurro dei suoi occhi
traspare una velata malinconia, che sembra rivelare la precarietà
della vita. «Io la morte l’ho già incontrata. Mi ha
tirato una falciata, ma io mi sono abbassato, e mi ha portato via
solo i capelli» racconta, riferendosi all’ictus che lo
colpisce il giorno dell’uscita del suo primo romanzo Io
uccido.
UN
LIBRO È IL TEMPO, UN QUADRO È IL LAMPO
Uno
strano scherzo del destino o cosa? Quel lampo a ciel sereno che lo
colpisce alla fine della sua prima fatica letteraria. Ma lui è
uno che riesce a vivere mille vite diverse, senza tirarsi mai
indietro e continua a rischiare, a sperimentare, a mettersi in gioco
e a vincere.
Convivo
con questo oscuro personaggio che si chiama Giorgio Faletti e non so
mai che cosa aspettarmi da lui.
E
poi arriva il 4 luglio del 2014, e a 63 anni Giorgio Faletti ci
lascia. Questa volta la falciata ha colpito in pieno lui e noi, che
restiamo attoniti ancora incantati dal suo estro, dal suo fare
poliedrico, dalle sue infinite possibilità di esprimere non
solo un uomo ma una moltitudine di uomini, di sguardi, di sfumature,
di espressioni artistiche in cui ci ha raccontato la possibilità
e la capacità dell’uomo di poter attraversare infinite
vite in un’unica vita.
Forse
possiamo cambiarla ma è l’unica che c’è
Questa
vita di stracci e sorrisi e di mezze parole
Forse
cent’anni o duecento è un attimo che va
Fosse
di un attimo appena
Sarebbe
con me tutti vestiti di vento ad inseguirci nel sole
Tutti
aggrappati ad un filo e non sappiamo dove … (Signor
tenente)
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