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CONSAPEVOLE ED INCONSAPEVOLE (avanzamenti metodologici di G. Russo)
di Katia Caprarelli  ( katia.caprarelli@tin.it )

13 luglio 2002

Un non-scienziato (così amava definirsi) di nome Georg Groddeck, vissuto in Germania tra il 1866 ed il 1934, un giorno scrisse: "Noi tutti siamo vissuti dall'ES". Era l'epoca di S. Freud...


 

Un non-scienziato (così amava definirsi) di nome Georg Groddeck, vissuto in Germania tra il 1866 ed il 1934, un giorno scrisse: "Noi tutti siamo vissuti dall’ES". Era l’epoca di S. Freud .

Oggi, nonostante sia passato del tempo, la stragrande maggioranza degli esseri umani continua ad "essere vissuta" : crede nel caso, nella fatalità degli eventi, nella fortuna e nella sfortuna, nell’ineluttabilità di certi comportamenti, ecc. Come mai ? In parte perché il "problema" INCONSCIO, già intuito dai filosofi e definito agli albori della Psicologia, trova oggi una chiarificazione grazie ad uno Studioso della Psiche, Giovanni Russo (autore di un’organica e ampia teoria sull’anatomia e la fisiologia della psiche umana - Teoria P.E.A.). Egli, entrando nei dinamismi psichici con disarmante chiarezza, ci spiega, tra l’altro, cos’è l’INCONSAPEVOLE (lasciando alle altre teorie la vecchia definizione di "inconscio"), come funziona, a cosa serve e quali rapporti ha con il CONSAPEVOLE (avendo cura di chiarire anche il dinamismo di quest’ultimo).

Non si parla più di inconscio come alternativa al conscio, ma di INCONSAPEVOLE come momento che può precedere il CONSAPEVOLE. Non si parla più di inconscio come "grande calderone" oscuro, dentro il quale finiscono gli eventi particolarmente frustranti, ma di INCONSAPEVOLE come grande laboratorio che raccoglie stimoli e pulstimoli (percepiti dal mondo esterno), le pulsioni (del mondo interno), per elaborarli, classificarli, memorizzarli e utilizzarli per le processazioni di pensiero, poche delle quali, nel loro prodotto, consapevolizzate. Inoltre non si parla più di inconscio collettivo come lato oscuro e sociale del nostro essere, che ci condiziona la vita e che, nostro malgrado, ereditiamo. Si parla invece di INCONSAPEVOLE come dinamismo psichico, decisamente personale (anche nelle elaborazioni simboliche), perché "nutrito" da dati parcellari , sub-dati, essenze, idee e concetti personalmente acquisiti ed elaborati. Infine, non si parla più di inconscio come una parte della nostra psiche inesplorabile, ma di INCONSAPEVOLE come sede di dinamiche psichiche alla quale si potrebbe anche accedere migliorando, in particolare, le strutture e gli strumenti neutrergici (di cui tutti disponiamo) ed in generale la Personalità.

L’essere umano, per la propria sopravvivenza psico-fisica, ha necessità di incamerare dati dal mondo esterno, di elaborarli per poi produrre delle processazioni che possano essere comunicate al mondo esterno (o semplicemente utili per il proprio equilibrio interno). Il tutto in funzione della soddisfazione dei bisogni, primariamente, ma anche dei desideri. Tutto quello che noi constatiamo è il fenomeno in uscita, e qualche processazione consapevolizzata, ma dietro tutto questo vi è un’enorme mole di lavoro già svolta. Il lavoro svolto dal laboratorio dell’INCONSAPEVOLE coincide con il flusso vitale, è continuo per tutta la vita (e ciò è possibile solo presupponendo che sia un grosso lavoro ad un basso costo energetico).

L’INCONSAPEVOLE comunica, continuamente, attraverso un codice corporeo grezzo (se vogliamo "animalesco") ma sempre efficace . A volte poi comunica i risultati del pre-elaborato al CONSAPEVOLE perché lo rielabori e decida o meno di comunicarlo al mondo esterno mediante la parola (il linguaggio umano più evoluto) e o i gesti. Facendo una esplicativa analogia potremmo paragonare l’INCONSAPEVOLE al corpo di una bottiglia, e il CONSAPEVOLE al collo. Il contenuto, ovvero miliardi di elaborati di pensiero, per essere comunicato al mondo esterno in modo consapevole deve subire un brusco rallentamento del suo flusso (energetico), proprio come accade al liquido di una bottiglia quando viene versato e deve adeguare la sua velocità di flusso al diametro del collo di quest’ultima. L’energia pura (dell’INCONSAPEVOLE) deve essere selezionata, verificata e codificata in parole, che debbono poi essere articolate dall’apparato fonetico (oppure scritte), tutto questo genera il rallentamento.

Quale è il vantaggio dell’esistenza dell’INCONSAPEVOLE:

  • elabora in condizioni ambientali più favorevoli, lavora al riparo dai molti stimoli e pulstimoli che il CONSAPEVOLE può rifiutare (bloccare).
  • elabora su energia a basso grado di concentrazione di V.Erg.U, prevalentemente neutrergica che se non trova conflitti permanenti può fluire senza "attriti".
  • comunica in modo verbale (lapsus) e non-verbale tramite il temperamento , la prima vera comunicazione che si instaura tra due o più esseri umani (gestualità, posture, secrezioni, riflessi simpatici e parasimpatici, malattie, ecc).

Invece il CONSAPEVOLE:

  • nell’unità di tempo utilizza un maggior quantitativo di energia vitale umana
  • deve impiegare la volontà per arrivare ad un discreto grado di concentrazione per ottenere un distacco sufficiente dalle sollecitazioni continue del mondo esterno e del mondo interno
  • tutto questo richiede un tale impegno energetico (V.Erg.U.) da non poter essere mantenuto troppo a lungo (specie se si vuole produrre elaborati corretti : logici).
  • comunica in modo verbale tramite il linguaggio (scritto e parlato), e non-verbale tramite il temperamento consapevole (gestualità), il carattere e il comportamento.
  • Nella comunicazione tra esseri umani fila tutto liscio quando il consapevole e l’inconsapevole comunicano la stessa cosa, mentre i guai cominciano quando l’inconsapevole tramite il temperamento (che non può mentire) smentisce il consapevole.

Un giorno la nostra società sarà a tal punto sviluppata da permettersi di dialogare con consapevolezza , e senza ipocrisie, gli elaborati di pensiero (anche quelli scomodi). Un giorno, questi elaborati miglioreranno, grazie allo sviluppo degli esseri umani. Ed è ora che dobbiamo cominciare a migliorare noi stessi, curando in particolar modo l’ingresso degli stimoli e dei pulstimoli con la stessa accuratezza con cui evitiamo di ingerire veleni.

Proteggiamo la nostra psiche dalla miriade di pulstimoli negativi che il mondo ci propone, poiché "un buon carburante è il presupposto del buon funzionamento di un’ottima macchina" e il buon funzionamento della psiche umana si traduce in benessere e salute psico-fisica.

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