Pensieri
degli anni difficili
Ritorna
a me uno scritto di qualche anno fa e sembra sia passata una
eternità. Invece …
Mi
ritrovo a voce alta ad esprimere il mio pensiero ma, all’improvviso,
blocco ogni reazione e l’emozione prende il sopravvento.
“Mia
cara,
ne
ho bisogno, ne ho ancora bisogno, eppure provo un senso di colpa,
come se ti tradissi. Come se avessi dimenticato i lunghi pomeriggi di
sole scottante, fatti solo da noi due.”
Riguardo
con una forte nostalgia le tue giovani, giovanissime mani su di me, a
mandare la carezza, a proteggere, insegnare e ne cerco nelle sue, le
tue stesse righe. Ma non le trovo. Qualcosa mi spinge, però,
un presentimento, un forte presentimento.
Sogno,
sempre la stessa identica cosa. C’è qualcosa che dentro
di me non vuole proprio addormentarsi, mi tiene desta e graffia. Le
cose della vita che proprio non si vogliono dimenticare.
Impossibile,
come sarà mai successo?
Ho
saltato forse troppo presto, oppure mai ho spiccato il volo?
Ascolto
da dentro e mi accorgo di essere piena di paure. Densa.
Un
po’ di malinconia questa sera, anche se il passaggio è
stato emozionante, di luci innaturali sposate a quelle del tramonto,
dei più bei tramonti di tutto l’anno.
E
tu mi chiedi come si combatte. Non lo so, ma forse si vive e basta,
“bisogna passarci attraverso” (Fragym).
Buffo
come a volte mi sollevo carica e piena in ogni parte, ma nel giro di
poco tempo sopraggiunge la necessità di fermarsi,
completamente priva di ogni briciolo di energia vitale da impegnare
nelle attività.
Sarà
forse stato il tempo che è passato?
Anche
se …
Temo
il passare del tempo, anche se ne ho la reale percezione, senza
alcuna distorsione, eppure in queste ultime settimane lo sento
sfuggire, come se non riuscissi più a dare il giusto valore ad
ogni minuto intensamente vissuto.
Come
sempre.
Saranno
stati forse gli anni già passati?
Un
sentimento di malinconia che non riesco a descrivere, non riesco a
darmene ragione, ma forse nemmeno ne sento la necessità.
E
arriviamo al bisogno.
Quest’oggi
ne ho lette tante, alcune le ho gradite, altre mi hanno commosso,
alcune sono passate inosservate ai miei occhi.
Al
mio cuore.
Sempre
poche le parole, in disparte ma attiva, ad assorbire osservando.
Noi,
così diverse, pur con la stessa radice. Un ramo dal suo
albero. Cosa avrà predominato nella mia anima?
Sempre
lo stesso ricordo.
Spiaggia
assolata, poche parole, molta cura. Gli schizzi di sale arrivavano da
lontano a rinfrescare. Io, piccola, annoiata, un po’ costretta
a quell’ora pomeridiana.
Mai
avrei immaginato, invece, ne avrei conservato nel mio cuore uno dei
più bei momenti fra di noi.
A
mamma, che era fantastica
Fernanda
|