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La professione di Counselor: Identità e confini.
di Maria Cipparrone  (  mariellacipparrone@libero.it )

9 ottobre 2010






Dal convegno FAIP a Palazzo Marini, a Roma. Camera dei Deputati.


 

 

CONVEGNO FAIP

(FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI ITALIANE DI PSICOTERAPIA)

6 OTTOBRE 2010

 

SALA DELLE CONFERENZE - PALAZZO MARINI

CAMERA DEI DEPUTATI

ROMA

"LA PROFESSIONE DI COUNSELOR: IDENTITA’ E CONFINI"

 

 

INTERVENTO

 

 

Il mio lavoro, come avvocato mi porta ad avere contatti continui con le persone.

Ciò di cui mi parla la gente sono problemi all’apparenza solo legali, ma indipendentemente da ogni fatto specifico, mi accorgo, che le persone, prima di tutto, hanno bisogno di essere ascoltate, capite, considerate. Dietro ci sono sempre problematiche di tipo umano, solitudini, incomprensioni.

L’avvocato diventa una specie di confidente da cui ci si aspetta non solo un parere legale, ma anche la possibilità di sfogarsi e di ricevere comprensione.

 Sulla base di tali premesse ho deciso di approfondire la conoscenza dell’Essere Umano, e, quindi, ho pensato, qualche anno fa, di frequentare, presso la scuola di formazione di psicoterapia di Roma ad indirizzo dinamico (SFPID), il corso triennale di counselor psicologico.

Ma chi è il counselor? Oggi si parla proprio di questo : descrivere e indicare i confini di questa professione. Forse (e ciò lo penso da tempo), una delle questioni che circonda il counselor, è che si ignora, nel senso di non conoscenza, effettivamente chi esso sia.

Personalmente, ho provato a darmi e a dare una connotazione non soggettiva ma mutuata dalla bibliografia in materia e dalla mia esperienza e che Vi propongo.

Il counselor è la nuova figura professionale che aiuta il cliente, in maniera molto personalizzata, ad affrontare e risolvere i suoi disagi esistenziali, offrendo sostegno, ascolto ed accoglienza.

E’ una figura del presente ma anche del futuro, perché si adatta, in maniera flessibile alle esigenze mutate di chi ha necessità di affrontare e di risolvere in maniera attiva e propositiva determinate problematiche.

Il counselor che si occupa di problemi specifici come prendere decisioni, sviluppare la conoscenza di sé e migliorare il proprio modo di relazionarsi agli altri, ha un approccio, assolutamente diverso dallo psicoterapeuta, dallo psicologo ed evidentemente dallo stesso psichiatra. Il suo è un tipo di intervento innovativo e dinamico, in quanto tiene conto della continua accelerazione che vive la società attuale e della necessità, pertanto, di pragmatismo e di velocità nel raggiungimento di obiettivi.

Con la collaborazione della persona si individuano i suoi problemi e, con un programma che tiene conto della personalità, si affrontano le varie questioni, con l’assistenza fino al raggiungimento dell’obiettivo ed eventuale consulenza successiva.

Il counselor, dunque, non interferisce, col ruolo e le competenze dello psicologo, dello psicoterapeuta o dello psichiatra, poichè egli è in grado di favorire la soluzione di disagi esistenziali emotivamente significativi senza però andare nella profondità del mondo interiore, non invadendo, quindi, i campi professionali delle altre figure sopra menzionate. Ciò che si auspica, effettivamente, è una sinergia, perché è possibile, viste le competenze diverse e il tipo di intervento diverso.

Ciò che io, personalmente propongo, è la visione di una figura che possa concretamente interagire con le altre eminenti figure professionali del settore, sopra evidenziate e che si occupano della cura e della salute psicofisica dell’essere umano.

La possibilità di interventi diversi e differenti di cui possa beneficiare la persona può aprire un ventaglio nuovo di opportunità per la stessa: a seconda dello stato dei suoi disagi e disturbi può essere diversamente accompagnata verso il benessere e la salute psicofisica.

Non ci sono, quindi, i presupposti per rivalità e diatribe, ciò che è importante è che ognuno, nelle proprie specifiche competenze, contribuisca al risultato positivo di aiutare la persona a ritrovare ed a mantenere l’omeostasi.

Ciò è possibile instaurando, innanzitutto, un rapporto basato sull’empatia, cioè sulla comprensione dell’altro che si realizza immergendosi nella sua soggettività, senza, però, sconfinare nell’identificazione.

Quest’ultima, infatti, è la prima peculiarità del counselor che, insieme all’ascolto ed all’accoglienza, contribuiscono al suo identikit.

Proprio per queste caratteristiche, il counselor è stato sperimentato con molto successo anche nelle scuole, oltre che in tanti altri settori.

Numerosi sono, infatti, gli sportelli di counseling familiare, scolastico, sanitario, aziendale, di orientamento al lavoro, sia nel pubblico (comuni, asl, scuole etc) che nel privato.

Ma perché è importante e si parla tanto di counseling scolastico? Perché a causa dell’attuale complessità sociale e dell’affermazione di nuovi modelli socio-economici e culturali, anche la scuola è chiamata ad occuparsi della crescita globale della personalità degli allievi, con la necessità di proporre immediate soluzioni e/o risposte che, per le sue peculiarità, solo il counselor può offrire.

Ciò che acquista particolare importanza nell’ambito scolastico è l’attuazione della cultura della prevenzione in modo da contribuire a contrastare e, quindi a prevenire, le varie forme di disagio giovanile, le difficoltà adolescenziali, i comportamenti a rischio come anoressia, bulimia, disturbi dell’apprendimento, dispersione scolastica, stati depressivi, dipendenza da alcool, fumo, droghe ed, in ultimo, ma non per ultimo, il bullismo, fenomeno, purtroppo in crescita.

Personalmente, nell’anno scolastico 2009/ 2010 sono stata nominata responsabile dello sportello di counseling scolastico della scuola di secondo grado più grande della Calabria (quasi 1500 iscritti con 60 classi).

Dopo un’iniziale perplessità da parte del dirigente scolastico e dei docenti (120), lo sportello è stato inserito nell’offerta formativa del liceo, visto l’afflusso degli studenti ed i risultati conseguiti con molti ragazzi, definiti "difficili e senza speranza."

Il 31 maggio 2010, insieme ad altri counselor, ho costituito, con atto notarile, l’Associazione Counselor Calabresi.

 

Maria Cipparrone

avvocato e counselor

 

 

 

 

 

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