HOME - GLI AUTORI - LE SEZIONI - VIDEO - LINK
 

Inviaci un tuo articolo

Partecipa anche tu !
Scrivi un articolo

   Cerca nel nostro archivio:
La principessa e la povera.
di Francesco lo Giudice  ( francesco-lo-giudice@libero.it  )

5 aprile 2011






Diverse. Fin dalla nascita.


Le storie che racconto di seguito sembrano tratte da una favola di Walt Disney o dal romanzo di Mark Twain, ma sono accadute realmente e di recente, circa un anno e mezzo fa, in Sicilia, ad un mese e pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, ed hanno per protagoniste due giovani donne, entrambe incinte e pronte a partorire.

 La prima, di cui non viene fatto il nome, è una rumena di 24 anni, disoccupata. Arriva all’ospedale di Canicattì, in provincia di Agrigento, accompagnata dal marito, Valentin Paun, anch’egli rumeno e disoccupato. La ragazza ha le doglie, deve partorire ma la porta del reparto di maternità dell’ospedale è chiusa e, pur avendo bussato per mezz’ora, nessuno risponde. Lei non ce la fa più e partorisce su una sedia nel corridoio del reparto, dove si abbandona stremata. Solo dopo aver dato alla luce la piccola Denisa, arriva un’infermiera che taglia il cordone ombelicale e trasferisce mamma e neonata in reparto, dal quale, sottoposte ai controlli del caso vengono dimesse due giorni dopo nonostante il parto complicato. Ritornata a casa però la giovane rumena si accorge di qualcosa di strano sulla pancia della sua piccola creatura e decide di portarla nuovamente in ospedale. E’ un’infezione che si propaga dalla cicatrice ombelicale a tutto l’addome, probabilmente causata dalle scarse condizioni igieniche in cui è avvenuto il parto. I medici capiscono subito la gravità della situazione e mandano di corsa la bimba a Palermo dove, nonostante i tentativi di cura, muore per setticemia ad una settimana di vita. I genitori sporgono denuncia e la Procura di Agrigento, tramite il magistrato Michela Francorsi, iscrive nel registro degli indagati 11 operatori sanitari per omicidio colposo.

Passa circa un mese da questa brutta storia. Questa volta a dover partorire, in un ospedale poco lontano, non è una rumena ma è Antonella, nuora del Presidente del Senato della Repubblica Renato Schifani, perché moglie del figlio Roberto. Per il loro primo lieto evento, la giovane coppia sceglie l’ospedale Ingrassia di Palermo, la cui direzione, poche settimane prima e in pochi giorni, decide di rimettere a nuovo alcune stanze del reparto di ginecologia e ostetricia, proprio quelle che ospiteranno la nuora del Presidente. Tecnici e operai provvedono a tinteggiare le pareti, sistemano i controsoffitti, installano nuove tende e posizionano nuovi divani. Antonella Schifani, nella contentezza della famiglia e assistita adeguatamente, dà alla luce la piccola Clara. Nei giorni successivi il reparto è un via vai di amici e familiari, nonché di politici e amministratori, a cominciare dal sindaco di Palermo, che vengono a salutare la neonata e i suoi familiari. Dimessa la paziente, le stanze ristrutturate vengono chiuse. A chi chiede spiegazioni sulla curiosa vicenda, il direttore dell’ospedale minimizzando risponde che detti lavori erano previsti da tempo e che avrebbero riguardato in futuro altre divisioni del presidio ospedaliero.

Ho deciso di paragonare questi due episodi, non per dare ulteriore amplificazione alla malasanità italiana (già ampiamente denunciata) o per condannare chicchessia; semplicemente per due motivi sostanziali:

 Il primo, per la convinzione che la qualità di un sistema sociale - in questo caso quello sanitario - si possa misurare calcolando la distanza tra gli accadimenti posti ai suoi limiti. Come in questo caso: da una parte (forse solo per coincidenza) viene negato ad una donna il reparto di maternità, costringendola a partorire in corridoio e facendole perdere la figlia per infezione; dall’altro, (forse solo per coincidenza) il reparto di maternità viene addirittura ristrutturato e rinnovato per ospitare la partoriente e la sua famiglia.

 Il secondo, perché il sistema sanitario, proprio per la sua funzione di garante del diritto alla salute, al benessere e alla vita dei cittadini rispecchia - più degli altri settori sociali - le logiche e le dinamiche, i vizi e le virtù della società in cui opera e, in quanto tale, si conferma il più idoneo a rivelarne lo stato di salute democratico. 

 Certo, all’interno del sistema preso ad esempio ci sono migliaia di donne che partoriscono ogni anno normalmente e felicemente. Ma le storie suddette mi sembrano indicative di una società, quella italiana che, lungi dall’essere pienamente democratica e civile, continua ad essere contraddittoria ed ingiusta, offrendo ancora oggi troppo a chi ha molto e quasi niente a chi ha poco, esasperando i conflitti al suo interno tra le classi sociali, tra i poteri dello Stato, tra i poveri e i ricchi, tra gli uomini e le donne, tra il Sud e il Nord, tra il privato e il pubblico, tra i doveri ed i diritti, tra l’essere e l’apparire, tra il nuovo e il vecchio e tra il simile e il diverso. 

 In questo senso, dunque, più che cercare di cambiare la Costituzione, sarebbe più logico impegnarci tutti ad attuarne i principi ancora troppo disattesi. Come quello enunciato dall’art. 3, che sancisce per tutti i cittadini la pari dignità sociale e l’eguaglianza davanti alla legge. 

29 marzo 2011

Francesco lo Giudice

 

 


 

SERVIZI
Home
Stampa questo lavoro
(per una stampa ottimale si consiglia di utilizzare Internet Explorer)

Segnala questo articolo
Introduci il tuo nome:
Introduci email destinatario:

STESSA CATEGORIA
Il Testamento biologico.
Benessere e movimento?
Una ragazza in svendita.
Barack Obama...
Una difficile realtà.
Realtà sociale...
Eros & insidie sessuali...
Buona Parola.
A scuola di legalità...
La globalizzazione.
La professione di Counselor: Identità e confini.
Una notte in Italia: il Pianeta Sanità
Sorella Terra...
Riconciliazione o vendetta?
La fine di una tragedia.
Potere razionale illegale e sindrome di Stoccolma collettiva...
Controdeduzioni...
Quell’ignobile arte del MOBBING
La condizione femminile al crepuscolo del terzo millennio
DELLO STESSO AUTORE
Realtà sociale...
Potere razionale illegale e sindrome di Stoccolma collettiva...
Mezzogiorno d’Italia .
La rivoluzione culturale.
Lettera aperta al Presidente della Repubblica.
ARCHIVIO ARTICOLI
Rubriche
Settore Legale
Medicina, Psicologia, Neuroscienze e Counseling
Scienza & Medicina
Emozioni del mattino - Poesie
Economia, Finanza e Risorse Umane
Cultura
Parli la lingua? - DIZIONARI ON LINE
Proverbi e Aforismi
Al di là del muro! - Epistole dal carcere
Editoriali
Organizza il tuo tempo
PROGETTO SCUOLA
La Finestra sul cortile - Opinioni, racconti, sensazioni...
Legislazione su Internet
Psicologia della comunicazione
La voce dei Lettori .
Filosofia & Pedagogia
Motori
Spulciando qua e là - Curiosità
Amianto - Ieri, oggi, domani
MUSICA
Il mondo dei sapori
Spazio consumatori
Comunità e Diritto
Vorrei Vederci Chiaro!
News - Comunicati Stampa
Una vita controvento.

PROPRIETARIO Neverland Scarl
ISSN 2385-0876
Iscrizione Reg. Stampa (Trib. Cosenza ) n° 653 - 08.09.2000
Redazione via Puccini, 100 87040 Castrolibero(CS)
Tel. 0984852234 - Fax 0984854707
Direttore responsabile: Dr. Giorgio Marchese
Hosting fornito da: Aruba spa, p.zza Garibaldi 8, 52010 - Soci (Ar)
Tutti i diritti riservati


Statistiche Visite
Webmaster: Alessandro Granata


Neverland Scarl - Corso di formazione