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Eros & insidie sessuali...
di Paolo La Cagnina  ( lacagninadrpaolo@libero.it )

12 giugno 2004





...nell'organizzazione lavorativa


 

Gli ambienti lavorativi di natura eterosessuale, per la maggiora parte, sono erotizzati nelle forme più etiche o meno etiche. Gli stessi ambienti possono ospitare figure professionali e relativi ruoli con contenuti più carismatici e meno carismatici. Le persone, componenti dell’organizzazione lavorativa possono essere investite di maggiore o minore ascendente verso altre, alcune possono essere investite di più o meno potere verso altre.

Alcuni ambienti lavorativi possono essere più erotizzati rispetto ad altri, questo aspetto verrà preso in considerazione successivamente. I rapporti relazionali lavorativi, tra persone di sesso diverso, si caratterizzano di una componente libidica che oscilla da un minimo che, può raggiungere lo zero, ad un massimo che può raggiungere manifestazioni palesi, in ogni forma, la componente libidica si può erotizzare con minime o massime manifestazioni, di qualsiasi genere.

I rapporti di lavoro si connotano di frequentazioni prolungate nel tempo e stabiliscono delle relazioni che possono essere più o meno attraenti, possono essere connaturate di più o meno discrepanza di potere, di ascendente e di carisma, di simpatia, di empatia o di antipatia.

Nel considerare le insidie sessuali negli ambienti lavorativi, sono da escludere i corteggiamenti con la compiacenza del/la destinarlio/a e i fidanzamenti condivisi, palesi ed occulti.

La comunicazione finalizzata ai meri scopi lavorativi si esplica mediante una miriade di diversi stili, tale comunicazione può, più o meno, erotizzarsi a seconda, non tanto del cosa viene scambiato nelle relazioni interpersonali, quanto del come. La comunicazione lavorativa, difficilmente resta avulsa da contenuti personali o da contenuti che vertono su filosofie e posizioni di vita, già questi aspetti vengono palesati dallo stesso stile della comunicazione verbale e soprattutto non verbale. La comunicazione in maniera continuata stabilisce delle relazioni tra due interlocutori, e può essere ridotta all’indispensabile o può essere più frequente , talvolta non strettamente necessaria e connessa all’attività lavorativa.

Una relazione eterosessuale, difficilmente risulta avulsa da aspetti erotici, tali aspetti possono essere sublimati e inibiti alla meta, per diverse istanze, per morale, per etica, per timidezza, per rispetto, per paura dell’insuccesso, per assenza di reciprocità. Una relazione erotizzata può essere inibita alla meta, normalmente ha il destino di durare, nel tempo, molto più a lungo di quella che giunge alla meta. Le insidie sessuali, negli ambienti lavorativi, sono a carico, nella stragrande maggioranza dei casi, del sesso maschile, sono molto limitati i casi di insidie sessuali femminili nei riguardi di uomini.

Le insidie sessuali trovano diversi moventi e sono determinati da un minimo ad un massimo di attrazione, l’attrazione può essere di diversa e complessa natura, le spinte pulsionali "all’attacco" risultano, altrettanto diverse e complesse.

Annovero qui, di seguito le principali forme di attrazione erotica e le principali spinte pulsionali all’attacco sessuale.

Una persona può erotizzare la sua simpatia verso un’altra, di sesso opposto, per attrazione fisica, per attrazione mentale, per lo stile verbale, per il globale modo d’essere e di manifestarsi, per la carica emozionale ed affettiva, per aspetti feticci, per fantasie proiettive inconsce, infine per equivoci.

 

Le spinte pulsionali all’attacco insidioso possono essere determinate dall’istinto animale di caccia, ancora insito nell’animalità di essere uomo, evidentemente i processi di civilizzazione non sono ancora giunti alla meta, per testaggio relativo alla propria quotazione sul "mercato dell’usato", per testaggio della quotazione del proprio ascendente, per ragioni di equilibrio labile, quindi per insicurezza, per valutazione e conferma dell’autostima in funzione del numero di uccelli messi nel carniere, per conferma della quotazione globale del proprio potere, per istanze sadiche(far conoscere il paradiso e successivamente l’inferno), per misurazione del predominio, per sfida verso gli "incapaci", per immaturità, infine per la ricerca del pezzo o dei pezzi mancanti nella propria partner abituale, di natura fisica, mentale o comportamentale.

Le insidie sessuali più frequenti, negli ambienti lavorativi, sono in senso verticale, gerarchicamente parlando, e del tipo top-down (dall’alto verso il basso) , rare risultano essere le insidie sessuali del tipo buttom- up(per ragioni di ascendente, di potere e conseguenti costi psicologici e disciplinari), assai frequenti, ma meno frequenti delle prime risultano, anche, essere le insidie sessuali di tipo orizzontale(tra colleghi/ghe).

Due macro identikit dell’insidioso:

1° identikit- Cacciatore che "spara" per abitudine e per fame ossessiva compulsiva di selvaggina, spara molte cartucce, spara per istinto, non sa prendere la mira, spara su uccelli in volo, facendo molto rumore, sciupando soldi, screditandosi nella qualità di cacciatore, non mettendo selvaggina nel proprio carniere.

2° identikit- Cacciatore oculato studia, appollaiato, la selvaggina che gli vola intorno, ha fisso l’obiettivo di non fallire il colpo(gli costerebbe in termini di autostima), è paziente, compie l’osservazione sistemica della sua selvaggina, ne studia movimenti e vulnerabilità, attende che la selvaggina sia immobile, si mimetizza per non esporsi, attende le mosse sbagliate della preda presa di mira, spara quando è certo o quasi certo di colpire.

A volte, questo tipo di cacciatore induce la preda designata a farla giungere sotto la canna del fucile e a farle tirare il grilletto contro sé stessa; il cacciatore, così può esimersi da ogni responsabilità per l’accaduto. Porta molta selvaggina nel carniere, è fiero di portarla in giro e, soprattutto di fronte a cacciatori maldestri, si bea di maggiore accreditamento e di apprendimento situazionale.

L’identikit dei due tipi di cacciatori è completato da un’età modale(sotto la campana di Gauss) compresa tra 38 e 55 anni, le età comprese tra 32 e 37 anni e le età comprese tra 56 e 63 anni risultano fasce d’età di coda. I due cacciatori, inoltre si autoidentificano persone superiori alla media, con buone o ottime capacità verbali, vestono o tentano di vestire in maniera accurata, tra questi è, anche, presente una minoranza sciatta, normalmente usano profumo in confezioni inferiori al decilitro; presentano comportamenti misurati e composti i cacciatori del 2° identikit, mentre quelli del 1° identikit presentano comportamenti giullareschi. Lo stato civile modale dei due cacciatori è di coniugato o separato-divorziato.

Anche le vittime delle insidie sessuali presentano degli identikit.

1° identikit - Vittima autentica - Personalità scarsamente assertiva, con aspetto fisico nella norma, veste in modo sobrio, quoziente intellettivo medio, persona insicura, presenta scarse capacità umoristiche, sovraccarica del manage familiare(traspare, soprattutto agli occhi sensibili del cacciatore), mediamente ricattabile e ben avvistata.

Se le corrisponde lo stato civile di "separata", raggiunge con micro-onde i radar in costante servizio dei due tipi di cacciatori, non gode di spazi aerei scuri, può essere affettuosa nei rapporti interpersonali, ma non lancia messaggi imprudenti, è piuttosto misurata nelle manifestazioni emozionali, è attenta a non generare equivoci durante gli scambi relazionali verbali e non verbali, ai sottili messaggi ammiccanti reagisce ignorando, finge di non aver ricevuto il messaggio, reagisce, in modo non verbale, abbassando lo sguardo e aumentando la distanza dall’interlocutore, fingendo di crearsi un impegno urgente. Lei dribbla l’avversario, al pressing soffre e continua a dribblare, fingendo ancora il nulla, mentre il cerchio si stringe, presenta due possibili reazioni: la resa con evidente disagio o la risposta esageratamente aggressiva, frutto delle precedenti adeguate reazioni represse. L’età modale è compresa tra 30 e 50, il limite massimo del range può comprimersi, in funzione di diversi fattori, incluso quello ambientale lavorativo, in funzione della disponibilità del parco-vittime.

2° identikit - La vittima partecipe - Personalità scarsamente assertiva, con aspetto fisico piacente, esibizionista, personalità non sviluppata, usa abbigliamento con colori pastello e tendente al sex-appeal, usa accortezza nell’opera di maquillage, usa il profumo nei punti nevralgici, usa, in buona fede, messaggi provocatori, dotata di discreto umorismo, nelle relazioni interpersonali usa coinvolgimento affettivo ed emozionale, tendente ad accorciare la distanza fisica con l’interlocutore, fissa lo sguardo durante la conversazione, gesticola, spesso tocca con le mani l’interlocutore(il cacciatore del 1°’identikit legge il semaforo verde).

La vittima può essere coniugata, ma se separata-divorziata rischia la presenza massiva dei cacciatori, la vittima è più vulnerabile al cospetto del cacciatore del 2° identikit.

Ai primi dubbi segnali di insidia, non perde il "buon fare sociale", tenta comportamenti di sorridente ritrosia, invia retrosi segnali labili e maldestri(se non fossero segnali ritrosi labili e maldestri, l’azione venatoria avrebbe, in quel momento, l’inizio e la fine).

Persona mediocre, intellettivamente, ricattabile, presenta scarso senso del dovere e della responsabilità, abusa del tempo lavorativo per propri fini, tende ad accorciare il nastro lavorativo contrattuale, può essere assetata di carriera, può essere dotata di forti istanze sadiche(preparare il cacciatore al tiro, vanificandosi). L’età modale è compresa tra 30 e 55, il limite massimo del range può comprimersi, se il processo di conservazione non avviene con le attenzioni del caso.

I toni ironici ed umoristici usati nelle precedenti note non intendono mancare di compostezza e serietà di fronte all’argomento, intendono, almeno per pochi momenti, sdrammatizzare una situazione molto drammatica e penosa, la situazione verte su aspetti di sofferenza umana , di umiliazioni, di perdita di dignità; il fenomeno, in tutte le sue manifestazioni è incluso nelle azioni vessatorie del mobbing. Le insidie sessuali, nell’ambiente lavorativo, seguono la logica e la filosofia di tante altre forme vessatorie contemplate all’interno di culture organizzative prive di cultura manageriale e prive di adeguata responsabilizzazione ai diversi livelli, dal top al down(dall’alto al basso).

Non esiste l’agente della vessazione se non esiste la vittima, o se esiste la persona capace di difendersi, avendone titoli e non godendo di ricattabilità. Il primo approccio eros non si può impedire a nessuno, forse si possono prevenire le condizione inibitorie, ma si può certamente impedire il secondo approccio. Se una lavoratrice, insidiata sessualmente, non gode di assertività, se non presta la sua opera nelle forme previste dal rapporto contrattuale è ricattabile; deve cercare la responsabilità più nella sua incapacità di difendersi che nelle capacità venatorie del suo assalitore.

Gli ambienti lavorativi, teatro delle insidie sessuali, trovano terreni più carichi o meno carichi di humus, vi sono ambienti lavorativi eterosessuali pubblici o privati con maggiore o minore erotizzazione. Determinate professioni, rispetto ad altre si prestano meglio ai fenomeni dell’erotizzazione e delle insidie sessuali, come determinati setting ambientali, sia di tipo fisico che di tipo umano. Un ambiente ospedaliero o clinico, ad esempio è favorito dal potere e del carisma di cui gode il medico, è favorito dall’ascendente, in genere, di cui gode sulla figura dell’infermiera, la specificità delle professioni mediche e infermieristiche implicano alcune forme di contatto o di vista del corpo nudo o seminudo. Il turno notturno, la presenza di letti, la presenza di ambulatori, di sale e di studi riservati, favoriscono le istanze di pulsioni sessuali, favoriscono, quindi le fantasie del bracconiere, anche per i frequenti rapporti ravvicinati e per la specificità del lavoro in team.

Un pubblico ufficio coabitato in maniera eterosessuale , con postazioni di lavoro ravvicinate e con ritmi dolci di lavoro che, alimentano il convivio, è, per sua natura, un ambiente più fertile per le insidie sessuali, rispetto ad un ufficio che ha postazioni di lavoro isolati e ritmi pressanti di lavoro, non perché queste ultime condizioni possano scagionare il pericolo delle insidie sessuali.

Un’azienda produttrice di alta moda è densamente più interessata dalla fenomenologia in causa, rispetto ad un’azienda produttrice di infissi, per i tanti motivi che si possono ben immaginare.

Tra i pubblici uffici, gli Enti Locali, Municipi, Procincie, Regioni, Comunità montane, coabitati da gruppi eterosessuali e contemporaneamente coabitati da operatori amministrativi e politici, risultano favorire maggiormente i fenomeni di insidie sessuali rispetto ad altri uffici pubblici. Negli Enti Locali vi sono i dinamismi gerarchici comuni gli altri uffici, in aggiunta nell’ambiente lavorativo si aggirano le persone di politica e godono di un alone "magico", possono dispensare magiche soluzioni ai problemi, si sa, parlare è facile,come facile è promettere senza l’impegno delle conseguenze, le persone di politica gestiscono "potere magico", la loro parola si santifica, possono sollecitare proiezioni fantasiose relative a sollazzanti o prestigiose risoluzioni di carriera, ovviamente le magie attuabili o non attuabili implicano costi o ritorni, anche, magici.

Il potere esplicito o velato, capace di risolvere i grandi problemi altrui, o di far raggiungere mete ambite, per suo tramite, rappresenta una forte leva di ricattabilità, soprattutto, nelle condizioni di energico bisogno della vittima designata, la notevole discrepanza di potere tra insidiatore e vittima e lo stato di prostrazione della seconda persona, facilitano lo scenario idoneo alle insidie sessuali. Si sa, in condizioni di bisogno o di abnorme motivazione, si verifica un abbattimento del pensiero critico e delle verifiche dei principi razionali, come accade nella mente dell’innamorato il quale percepisce ciò che gli piace e non ciò che è reale constatazione dei fatti; si crea, in tali stati, distorsione della percezione, si crea una sorta di incanto. D’altro canto, l’humus giusto per le insidie sessuali negli ambienti lavorativi è determinato dall’incanto, da schemi logici saltati.

Le azioni di attacco verso la vittima designata godono di notevole differenziazione tra loro, a seconda del corollario di valori del cacciatore, del suo spirito di avventura, della sua "fame di selvaggina" e dello stereotipo che si è impresso nella sua mente a carico della potenziale vittima.Il cacciatore è preso dai moti pulsionali, non può e non deve avere percezioni e considerazione reali nei riguardi della vittima.

Il cacciatore, nonostante le attenzioni non comuni verso la vittima designata, le tante considerazioni positive nei suoi riguardi, gli elogi e le opere di seduzione, non percepisce la vittima nella sua interezza, la vede nella misura in cui può alimentare le fiamme delle sue pulsioni libidiche ed erotiche. Il cacciatore non ascolta la vittima, né può ascoltarla, se ne serve per portare a compimento il raggiungimento di un disegno non condiviso.

In funzione del profilo del cacciatore, di 1° o di 2° identikit, vengono attuate delle strategie e delle tattiche differenziate. Il cacciatore corrispondente al 1° identikit, spesso, si muove pasticciando, senza un piano di azioni, è impaziente, percepisce in maniera grossolana i segnali offerti dalla vittima designata, usa macro passaggi e non micro passaggi, si espone troppo, non è attento ai feed back(retro azioni della vittima). I feed back relazionali possono essere paragonati, per analogia, ai colori del semaforo, ogni stimolo offerto, verbale o non verbale, produce sempre e comunque, una risposta(feed back), tale risposta, quando non giunge sulla parte cosciente dell’interlocutore, giunge sicuramente sulla parte inconscia, potendosi tradurre nel colore verde, rosso o giallo del semaforo, con i relativi significati, comuni a tutti e, rispettivamente, avanti, fermo, attenzione.

Il cacciatore di 1° identikit, risulta essere, daltonico, va avanti, procede anche con il feed back negativo, rispetto allo stimolo offerto, va avanti con il rosso e, come si può immaginare, risulta assai improbabile poter raggiungere una meta, avendo l’abitudine a non rispettare i colori semaforici.Come espresso nel profilo del 1° identikit, questo tipo di cacciatore, spreca molte energie, senza raggiungere obiettivi, "spara", insidia, disturba e inquieta la "selvaggina", avendo il carniere, quasi sempre, vuoto. Fa troppo parlare di sé, naturalmente, in senso negativo, a meno che l’ambiente lavorativo non sia coperto da copiosi comportamenti omertosi, viene additato dalle diverse vittime insidiate che, a volte, complottando, mettono in allerta le prossime future vittime, temute come designate.

Le azioni di attacco del cacciatore di 2° identikit sono precedute da attente azioni di sondaggio, di valutazione e di analisi, con attento studio della "specie" e dell’ambiente entro il quale si muove, raccoglie informazioni, valuta le probabilità di successo dell’attacco; non può permettersi di ferire il suo orgoglio, il suo narciso, senza il raggiungimento del suo obiettivo.La sua vita l’ha pianificata per incollare "bollini" sulla sua scheda, non per scollarli.

Dopo aver pianificato e programmato le sue azioni, si muove con passo felpato, avanza con delicatezza, con lentezza, ha pazienza, studia ogni passaggio, è attento ai comportamenti della vittima designata.Agisce per micro passaggi, si tiene dietro le frasche, non si espone, è elegante nei movimenti, si mimetizza molto bene, non è ancora avvistato come cacciatore dalla vittima.Si avvicina con prudenza, avendo molta accortezza a generare, intorno a se, rispetto e fiducia, in altri termini, si accredita bollini, si fa percepire interessante e superiore alla media dei colleghi, disdegna apertamente i comportamenti dei bracconieri, risolve o tenta di farsi percepire, dalla vittima, risolutore dei suoi problemi, naturalmente senza un’alcuna contropartita.

A un dato momento ha un elegante guizzo in avanti, verso la vittima designata, dichiarandole la sua simpatia relativa ai suoi valori ed al suo modo d’essere, le palesa la non comune stima verso di lei. La vittima è frastornata al punto giusto, senza tendenza a reazioni ritrose, nutre simpatia ed affetto, per un uomo che è diverso dagli altri, non lo percepisce cacciatore assetato di selvaggina o disturbatore- è solo apparenza- idealizza il modello, lo percepisce come un salutare confessionile, come atollo dall’ossigeno puro e ne comincia a diventare soddisfatta dipendente.

A questo punto, il cacciatore sensibile e professionalizzato, continua ad offrire scambi relazionali gratificanti, ma nel contempo inizia a diradare le visite, per sole congetture casuali-in apparenza- producendo nella vittima designata il desiderio di spazi relazionali e salutari mancanti. La vittima, in queste condizioni, può inviare segnali verbali o non verbali di desiderio della vecchia vicinanza, ignara o parzialmente tale, del disegno accurato del cacciatore, non molto diverso dall’assegnista a vuoto di professione.

I segnali vengono colti dal radar del cacciatore appostato, che gli permettono di venire fuori dalle frasche, ma con un modo di incedere discreto e producendo stimoli adeguati a produrre feed back di colore verde, prepara la vittima alla riduzione dei centimetri dalla trappola, ancora invisibile. Poi step by step(passo dopo passo) e accrescendo fiducia, fascino, carisma e ascendente, comincia a produrre stati catalettici nella mente della vittima, per compiere, ora guizzi in avanti, verso di lei.

Lo spazio tra cacciatore e vittima ora si è ridotto al minimo; la vittima si è resa, consapevolmente o inconsapevolmente conto della dolce trappola, quanto si sia resa complice volontaria o involontaria, non è importante, quanto è importante, invece, che si sia prestata al gioco, soprattutto, se da questo dato momento cominciano le dolenti note di pressing rifiutato.

A questo punto la vittima che si rende conto degli attacchi insidiosi e, che strenuamente, ma maldestramente inizia l’azione di difesa, contro l’ormai palese cacciatore, risulta troppo stretta nell’angolo strategico di quest’ultimo.

Da qui parte l’azione cruenta di lotta, con ogni possibile risvolto nelle immediate vicinanze temporali, a volte la palese lotta di attacco-fuga può prolungarsi nel tempo, con pedisseque e insalubri azioni nei riguardi della vittima, fino al ricorso di meschini ricatti, fino a danneggiare seriamente la quiete e la salute della vittima designata, con serie ripercussioni negative sulla sua vita lavorativa e familiare.

Ovviamente, azioni e comportamenti simili, diffusi in un ambiente lavorativo, rappresentano danni alla produttività, alla salute delle persone malcapitate e, talvolta diventano oneri sociali, sia che la fenomenologia interessi l’ambiente lavorativo privato o pubblico.

Gli ambienti lavorativi, non rari, interessati dalla fenomenologia delle insidie sessuali, sono rappresentati da una cultura organizzativa tendente verso la tirannia, e non verso la managerialità, in queste forme di organizzazione, spesso le regole sono confuse, vi è carenza di responsabilizzazione, si lavora per risultati, più che per obiettivi, non sono attraversate da un clima meritocratico-premiante, lo sviluppo di carriera può avvenire per aspetti affettivi-emozionali, per appartenza a cordate e non per criteri logici.

Queste caratteristiche creano l’humus e le condizioni per esercitare abuso del potere, creano le condizioni per usare il potere per fini personali e pulsionali, e non per lo sviluppo delle persone e dell’organizzazione.Si può affermare che il tipo di cultura organizzativa predetermina e facilita certi eventi, come quelli delle insidie sessuali.

Così come per altre forme di soprusi, catalogabili o meno nella gamma dei fenomeni del mobbing, questi scenari, deleteri per l’evoluzione e la competitività di un’organizzazione lavorativa, trovano gli aggressori e gli irresponsabili, per l’esistenza dei loro complementari; esiste l’aggressore perché c’è chi si mette nelle condizioni di essere aggredita.

Nel caso della fenomenologia in argomento, la donna, nella norma, rispetto all’uomo, gode di uno stile percettivo più attento e più profondo, quindi capace di decodificare gli stimoli subliminali che caratterizzano le insidie sessuali o altre forme di insidie; se gode di assertività e di non "ricattabilità può difendersi egregiamente, non mediate l’arma dell’aggressività, ma mediante l’arma dell’umorismo, potente arma, capace di inviare stimoli subliminali, sull’inconscio dell’insidiatore o cacciatore e di farlo uscire allo scoperto.

Ciò deve avvenire, sulla prima tattica del molestatore, perché il sesso femminile è capace di cogliere il più sottile movimento dubbio, può anche darsi che il caso del primo dubbio possa non connotarsi con reali intenzioni di insidia, è normalissimo però, poter chiedere all’interlocutore di sciogliere un dubbio, perché è altrettanto normale che una determinata situazione possa non essere chiara.

In questo caso humorismo e assertività, combinati nel giusto mix e, misurati sulla bilancia dell’orefice, servono a difendersi eccezionalmente, servono a scoprire il cacciatore imboscato dietro le frasche, quando ancora si ha un ampio spazio di azione ed una mente lucida per le contromosse da riservare ad disturbatore, inoltre si ha l’opportunità di crescita di autorevolezza, di autostima per non aver fatto la triste sorte nel passaggio da aggredita ad aggressore, come quando si reagisce con aggressività o risentimento, anziché con la creatività dell’humorismo. L’argomento è affrontato unicamente in direzione dell’insidia sessuale e delle relative molestie che minano la dignità di una lavoratrice e, in casi rari di un lavoratore, qualora trattasi di cacciatrice verso una vittima designata di sesso maschile. Non sono da assimilare, in queste considerazioni, i casi di compiacenza aperta, velata o apparentemente inconsapevole della vittima. Qualsiasi forma di comunicazione o di relazione interpersonale è rappresentata da reazione circolare. Se una persona lamenta di trovarsi il nido tra i capelli, tale nido le è stato posto, stecco dopo stecco, pagliuzza dopo pagliuzza; la stessa persona, comunque, con piacere o con dispiacere, si è resa partecipe per disporre la sua chioma.

Dr Paolo La Cagnina - Psicologo

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