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Cin cin.
di Anonimo  ( info@lastradaweb.it )

20 ottobre 2006






Perché si beve?


 

Penso al modo in cui iniziare le mie riflessioni e mi viene da scrivere "Perché si beve?", poi penso "sempre la stessa domanda!". E’ come se tutte le considerazioni sull’alcool dovessero per forza iniziare con questa fatidica, vecchissima e riletta domanda: "perché si beve?"; allora decido di cambiare la domanda e di rifletterci sù raccontando la mia esperienza...

Perché "PIACE" talmente tanto bere?

La risposta è già implicita nella domanda e, cioè, nel verbo "piacere"... Rifletto su questo piacere, cercando di ricordare le prime volte che l’ho catalogato tale e aggiungendo anche quelle in cui non lo è stato affatto! A circa undici anni, durante un pranzo con la mia famiglia, ho bevuto un bicchiere di vino. .oh oh!.., ma che bella sensazione di leggerezza e disinibizione, che stato di allegria e, soprattutto, che belle risate! Tali sensazioni mi hanno spinto, durante il pranzo di quello stesso giorno, a bere dell’altro vino non appena i miei genitori si sono allontanati. Il racconto dei miei primi "piacevoli" bicchieri di vino termina qui; e non ci sarebbe niente di male se, nel corso del tempo, sorseggiare del vino in compagnia fosse rimasto un piacere irrilevante., quasi trovo difficoltà ad individuare un termine adeguato. Il problema è, che da quel momento in poi, il termine tanto utilizzato da me finora si è trasformato in un altro: "necessità"!

Mi spiego

Ho vissuto un’adolescenza particolare, sotto vari punti di vista, ma non starò qui a raccontarli, soprattutto perché non si pensi che cerco giustificazioni alle mie amatissime bevute; problemi e disagi sono presenti in tutte le famiglie (o quasi) e sono più o meno gravi; la differenza consiste, da parte degli individui, nel modo di viverli, affrontarli, gestirli, sopportarli e.. distaccarsene un po’! Purtroppo, il non riuscire a distaccarsene completamente comporta, in alcuni soggetti, la necessità di "coccolarsi" con dell’altro e di cercare quella leggerezza, quel sorriso, quel "non restare con i piedi per terra" in "cose" che, ignorantemente e ingenuamente, desideriamo da altro o altri... Le "cose" di cui parlo sono l’alcool e la droga. Desideri da esse qualcosa che il genere umano a te vicino o il contesto circostante non è in grado di darti, "non lo sa fare!"

Allora pensi: "Che importa di ciò che mi accade intorno e di come agiscono le persone da me amate? Io intanto bevo e volo un po’ con le nuvolette, che tutto il resto continuasse a modo suo!, a me non tange, perché ora sto volando e nessuno può prendermi, niente può ferirmi! Sono io la più veloce e volo in alto spensierata e forte perché lì giù state voi, cattivi e traditori e non meritate che io voli basso accanto a voi!"

Il volo, però, il giorno dopo termina e ti ritrovi immersa nella realtà che pensavi di prendere in giro e che ti divertiva guardare tutta in quel bicchiere, mentre ci giocherellavi con le mani e passeggiavi in mezzo a tanti, avvertendo, però, di volare da sola.. Su tutto ciò rifletti quel maledettissimo "giorno dopo", mentre la testa scoppia e il vomito sta lì lì per salire dal tuo stomaco! E sì perché il giorno dopo inesorabilmente arriva e, con esso, gli impegni: dallo studio al lavoro, dai rapporti familiari al giro degli amici. C’è bisogno dite, devi sbrigare tante cose, devi adempiere gli impegni, trascorrere la tua giornata tra la gente!
Poi, però, la giornata termina, arrivano le sette di sera, non devi sbrigare più commissioni, non devi parlare con tuo padre e tua madre, non hai lezione in università, non devi studiare per il prossimo esame... Sono le sette di sera! Puoi bere! E allora ha inizio quel piacevolissimo rito che ti fa pensare "me lo merito, la giornata è finita, ora posso coccolarmi, distrarmi, alienarmi e pensare solo a stare bene!"

"STARE BENE?"

..è questo lo "stare bene"? Che delusione! Il mio stato d’animo ed il mi approccio col prossimo dipendono da tutti quei bicchieri? Lo stordimento, l’esaltazione, l’allegria., tutto ciò fuoriesce da me grazie ad un "bicchiere"? Ma no! NO! Voglio essere così ogni momento! Voglio essere "ubriaca di me" dalla mattina alla sera! E non per mezzo di ingannevoli bicchieri di alcool, no! Se il mio essere è in grado di sprigionare sensazioni e stati d’animo tra i più belli provati dall’uomo, allora può riuscirci anche senza "spinte ingannatrici"!

E’ tutto in me.

Se ho la capacità di ridere, socializzare, affrontare situazioni particolari, vivere in mezzo agli altri., allora vuoi dire che sono in grado di farlo e basta! Ne sono in grado! Oh, non posso e non voglio pensare che dobbiamo essere io ed un bicchiere per poter godere della mia quotidianità, quella di una trentunenne che desidera vivere bene DA SOLA, non in compagnia di quel vigliacco bicchiere che persevera nel pugnalarmi con malignità e inganno!

A chi beve.. un abbraccio. A chi non beve., un abbraccio e, con stima e un po’ di invidia, i miei più grandi complimenti!

 

 

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