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sabato 12 dicembre 2015
di
Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 Situato
su qualche lontana nebulosa faccio ciò che faccio, affinché
l’universale equilibrio di cui sono parte non perda l’equilibrio
(Antonio Porchia). Lungo il periglioso percorso di vita di
ogni uomo, capita di incontrare molti esseri umani: alcuni di questi
non lasciano traccia ma, altri, ricoprono ruoli importanti tanto da
influenzare, consapevolmente o inconsapevolmente, lo stesso percorso
da intraprendere. E’, allora, necessario effettuare una giusta
selezione. Quante volte, infatti, ci è capitato di conoscere
persone che hanno avuto la presunzione (nell’accezione peggiore del
termine) di indicarci “la via”, il percorso giusto da
seguire… Ammesso e non concesso che fosse un sentiero corretto
sul piano soggettivo, questi Soloni hanno avuto l’intelligenza
necessaria di verificarne l’utilità, anche su un piano
oggettivo? Infatti, spesso si dimentica che ogni persona pur avendo
dei punti in comune con i suoi simili, ha un progetto di vita del
tutto personale fatto di apprendimenti, situazioni ed esperienze che
addirittura, in alcuni casi, pur essendo sovrapponibili a quelle di
altri, vengono vissute in modo diverso. Da ciò ne consegue che
ogni essere umano, pur nella similitudine della specie, è
diverso dagli altri, perché diverso è stato il suo iter
formativo. Allora, come ci si può arrogare il diritto di ergersi a maestri di vita? Sono arrivato ad un passo da tutto. E qui me ne rimango, lontano da tutto, di un passo. (A. Porchia)… PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.
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venerdì 20 novembre 2015
di
Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 Si
narra che, nel 1955, poco prima di morire, dalla sua casetta di
Princeton in America dove aveva trovato rifugio, Albert Einstein
rivolse, simbolicamente, all’Umanità intera, un ultimo
appello che suonò come un monito: “Ricordatevi
che siete uomini e dimenticatevi tutto il resto“.
Ed
è per questo, cari Lettori
che,
nonostante le tragedie contingenti (a
cui dedicheremo, senz’altro, le opportune attenzioni),
abbiamo scelto di rivolgere il nostro pensiero a tutto ciò
che, naturalmente, può spingerci a riflettere sul bello del
nostro profondo: la cosiddetta Coscienza nucleare! Mari
mari chaw (buongiorno, padre) - Mari mari flawe (buongiorno, figlia
mia) - Mari mari kompu che (buongiorno a tutti)!
È così che ci saluta, al mattino, in un angolo remoto
del Sud del Cile, ad Araucanìa.
Per
noi Occidentali, invece, Vivere,
al giorno d’oggi, risulta veramente difficile; rispettare i principi
delle Leggi naturali, poi, quasi improponibile per quanti non abbiano
una personalità sufficientemente in equilibrio. Questo ci
accade perchè, la realtà nella quale ci muoviamo ci
sottopone, nella maggior parte dei casi, situazioni di per sè
illogiche, che ci pongono di fronte a scelte difficili: seguire
l’indirizzo collettivo vivendo male, spesso inconsapevolmente (ed
hai voglia a fare il conto di quello che “possiedi”
mentre sei costretto a “mendicare” il pane dell’Amore
verso te stesso) o porsi al di là del coro...
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giovedì 22 ottobre 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 L’uomo è l’unico animale per il quale, la sua stessa esistenza, è un problema che deve risolvere (E. Fromm) . Molti anni fa, leggendo, da studente in medicina, un libro di patologia medica, rimasi stupito dal fatto che, più o meno in ogni uomo (nel senso, proprio, di individuo di sesso maschile), dai 40 anni in poi, la prostata (che è l’organo posto sotto la vescica urinaria deputato a spingere, attraverso il canale dell’uretra, il liquido seminale, proveniente dai testicoli), inesorabilmente comincia ad ingrossarsi per poi, di solito, dare problemi sempre più evidenti che richiedono (molte volte) interventi farmacologici o chirurgici, in maniera direttamente proporzionale all’attività sessuale. Che strano. Madre Natura ha previsto che una struttura biologica delle dimensioni di una castagna (più o meno) svolga al meglio le sue mansioni, negli anni subito susseguenti alla pubertà. In fondo, però, questo non è così strano. Perché, naturalmente parlando, ha senso poter sostenere una consistente capacità copulatoria, in un ambito temporale che più di ogni altro, prevede la possibilità di avere dei figli. Però, che ingiustizia! Da giovani ci si tuffa nelle braccia di Venere senza grazia alcuna, con il garbo di un affamato che ingurgita il cibo da una tavola bene imbandita, senza riguardo per nessuno. Quando, con la maturità, si raggiungono competenza e raffinatezza tali da riuscire ad esercitare... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.
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venerdì 14 agosto 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 Non
abbiamo tanto bisogno dell’aiuto degli altri, quanto della certezza
del loro aiuto". (Epicuro). Non
di rado, vista la professione che svolgo, mi capita di frequentare
gli algidi ambienti in cui dolore e antisepsi si mischiano
continuamente, dal momento che vengono definiti “Pronto
Soccorso”. Ogni volta (ed in questo periodo, in particolar
modo)
non posso fare a meno di notare che, più dell’80% delle
persone che richiedono assistenza, presentano sintomatologie a carico
dell’apparato cardiorespiratorio. A distanza di un paio d’anni, non
posso dimenticare una donna di età indefinita che, mestamente,
giaceva seduta su una carrozzina in attesa del proprio turno. Mi
avvicino. "Qual
è il suo problema?" -
"Un’oppressione
al petto che mi toglie il respiro... un senso di angoscia, la paura
della morte!" - "Siamo tutti un po’ troppo soli. È
questo, il nostro problema di cuore..." Due
occhi neri mi aprono le porte di un tempio disadorno, impolverato e
malfrequentato. Una lacrima conferma la fredda verità. Quando
ero poco più che adolescente, mi colpivano molto i versi di
una canzone di Lucio Dalla: "
Cosa sarà che fa crescere gli alberi e la felicità e
cosa fa morire a vent’anni anche se vivi fino a cento?".
A distanza di tempo, in quella successione di istanti in cui si sono
svolti gli eventi della mia vita, scopro di aver fatto, di quella
domanda, lo scopo della professione delle mia esistenza...
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venerdì 24 luglio 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 "Un essere umano è parte di un intero chiamato Universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una specie di prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione attraverso l’allargamento del nostro circolo di conoscenza e di comprensione, sino a includere tutte le creature viventi e l’interezza della natura nella sua bellezza" (Albert Einstein). Questa è la storia di Blanco, un cane pastore, un maremmano che, dopo anni di onorata carriera nella difesa delle greggi dagli attacchi dei lupi, ha contratto la scabbia: una parassitosi cutanea che, di solito si cura senza troppi problemi. Non è stato così per lui che, invece, viene scacciato perché fonte di contagio. Un’Amministrazione Comunale, impietosita dalle sue condizioni disperate, gli "offre" un’appetitosa polpetta, condita al cianuro. Così, tanto per non farlo soffrire. E invece Blanco guarisce. Forse perché quel veleno, costituisce una base officinale che si trova, in tracce, nelle preparazioni galeniche contro gli acari della pelle... o forse perché incontra Italo, un maestro elementare in sintonia con l’Universo. E, fra i due, nasce una grande amicizia, fatta di sguardi, di giochi, di intese e difese. Questa è la storia di un’auto sportiva "old stile", di quelle che non ne fanno più: un po’ scomoda... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.
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mercoledì 8 luglio 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |

“Professore,
ma perché facciamo questi esperimenti? Cosa ce ne viene in
tasca, facendo questi giuochi d’illusione?” - “Non
lo so. È un trucco che non conosco. Io che esercito la
professione di illusionista, mi presto ad esperimenti realizzati da
un altro prestigiatore più importante di me… e così,
via, via, via fino alla perfezione… Ecco il giuoco prodigioso
dell’illusione! Guarda… li vedi quei canarini in gabbia?
Appena mi vedono cominciano a cantare… Accòstati. Li
senti? Devi vedere come mi riconoscono! E, forse, mi vogliono pure
bene. Ma per forza! Li governo io ogni mattina. Gli do la zolletta di
zucchero, la foglia di insalata, l’osso di seppia, il mangime…
non puoi capire quanto sono contenti di vedermi, non vedono l’ora che
io arrivi!” - “Veramente? Quanto sono belli!” -
“Ogni tanto, io, sai che faccio? Metto la mano dentro la gabbia
e me ne piglio uno che mi deve servire per un esperimento
d’illusione. Lo metto in quest’altra gabbietta più
piccola e lo presento al pubblico. Copro, il tutto, con un quadrato
di stoffa nera, mi allontano di quattro passi e sparo un colpo di
rivoltella. Poi, sollevo la stoffa nera e, il canarino, è
sparito! Il pubblico rimane allibito credendo di trovarsi al cospetto
di un grande Mago... ma, il canarino non sparisce! Muore. Muore
schiacciato tra un fondo e un doppio fondo. Il colpo di rivoltella serve ... PER
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giovedì 25 giugno 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |

Tutti
gli esseri umani vogliono essere felici; peraltro, per poter
raggiungere una tale condizione, bisogna cominciare col capire che
cosa si intende per felicità.
(Jean-Jacques Rousseau).
Cari
Lettori, non
è, per me, molto difficile, trovarmi disponibile a rispondere
ai quesiti che la gente mi pone. Questo, per una sorta di presunzione
che mi porta a divertirmi nel “mettere alla frusta” la
mia mente (e il mio cervello). Però, quando ho ricevuto
l’invito, da parte di un’amica, a partecipare come relatore ad un
aperitivo filosofico in cui discutere di Felicità, ebbene, ho
provato una sensazione di disagio e di leggero fastidio interiore.
Avrei, di sicuro, preferito che si parlasse dell’angoscia
esistenziale. Sofferenza,
quindi.
Mi domando, a questo punto, che senso abbia avuto impegnarmi, per
anni, nello studio della mente umana, con l’obiettivo di capire e
comprendere, per vivere meglio! MI raccontava un amico che, il famoso
Cesare Musatti, fondatore della Società
Italiana di Psicoanalisi,
alla domanda: “Qual
è il suo stato d’animo, guardando il Mondo?”
pare che, così, abbia risposto: “Mi
sento come una grande Mamma un po’ angosciata, all’idea dei suoi
figli sparsi in un ambiente così ostile!” . ...
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venerdì 12 giugno 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 “Papy,
ti dispiace molto l’aver dato via la tua vecchia Alfa Romeo, quella
cui eri tanto affezionato?” - “No.” - “Strano...
hai sempre dichiarato il tuo attaccamento verso ciò che
rappresentava una specie di diario esistenziale... lo hai anche
scritto più volte, nei tuoi articoli... come si fa a cambiare
idea in maniera così radicale? Non si corre il rischio, in
questo modo, di diventare freddi sul piano emotivo? Tu ci hai
spiegato l’importanza del credere in un valore... la pensi
diversamente anche su questo? In una sua vecchia canzone, quando tu
avevi la mia età, Antonello Venditti chiedeva al suo compagno
di scuola se fosse riuscito a salvarsi dal fumo delle barricate o se,
invece, avesse deciso di entrare in Banca, anche lui... Tu ci hai
dato l’idea di un rivoluzionario non disponibile al compromesso;
siccome ti avverto, a volte, ironico sul tuo sentirti un po’ vecchio,
con Mariarita ci siamo domandate se per caso, a dispetto dei tuoi
buoni propositi adolescenziali, alla tua mezza età ( e avendo
deciso di utilizzare una di quelle perfette auto tedesche che tu
ritenevi fredde e impersonali), non fossi diventato un Borghese?”
Cari lettori,
questa è la sintesi di un dialogo con mia figlia Valentina,
qualche sera fa, nei garage del palazzo dove noi abitiamo. Ebbene, ho
impiegato un po’ di tempo per articolare una risposta che fosse
adeguata alle aspettative delle mie due figlie, in grado di chiarire
senza demotivare...
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martedì 26 maggio 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 La
verità del bosco, in fondo, è dare un senso a tutti gli
alberi” (Roberto Vecchioni). Frasi
come queste non sono soltanto ad effetto ma, semmai “generano”
un effetto. Di quello che ti entra dentro e non te ne liberi perché
ti lega al bisogno della ricerca della verità. In
ogni particolare.
Naturale, quindi, che abbeverato, fin dall’adolescenza, al piacere
dell’esistenzialismo (con i suoi angosciosi risvolti di fronte ad
Universo troppo grande rispetto al nostro essere, così
piccolo...) io abbia percorso sentieri eclettici ma, tutti, tendenti
ad aggiungere tasselli nella composizione di un mosaico esistenziale.
Guardando
la montagna sacra quella mattina, l’uomo notò che aveva
un’espressione sorniona. Quella montagna era nota per la sua
mutevolezza espressiva, come se volesse dirgli "oggi ti svelerò
il mio segreto, ma dovrai sudare per scoprirlo". L’uomo si
accinse a scalarla e, dopo ore e ore di cammino (a volte anche su
sentieri impervi e pericolosi), finalmente arrivò in cima. Qui
si fermò sia per riprendere fiato che per aspettare che la
montagna rivelasse il suo segreto. Poiché non succedeva nulla
si mise ad osservare il panorama e, con sua sorpresa, si accorse che
c’era un’altra montagna, più alta di quella su cui lui si
trovava: doveva essere quella la montagna sacra! Allora si mise in
cammino e, dopo una scalata ancora più lunga e faticosa, arrivò sulla vetta... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.
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sabato 9 maggio 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 Quante volte ho guardato al cielo... ma il mio destino è cieco e non lo sa! A Daniel Pennac, noto scrittore di origine francese, è stato chiesto, in un intervista: "Qual è, tra i suoi libri, il romanzo che preferisce?" - "L’occhio del lupo, la storia di un piccolo africano che incontra, in uno zoo, un vecchio lupo guercio catturato in Alaska". Il benessere sostanziale degli esseri umani contemporanei, risente in maniera considerevole dell’andamento di quella complessa contrattazione fra domanda e offerta che, i più, chiamano "Mercato globale". Gli analisti finanziari individuano il trend economico rifacendosi allegoricamente a due tipi di animali, l’orso (quando l’andamento vira al ribasso) e il toro (in caso di rialzi). A ben guardare, però, nessuno dei due ricalca le speranze di certezza che ognuno si porta nel taschino di sinistra, quello vicino al cuore. L’orso, infatti è un "infingardo" e il toro si "accontenta" di accoppiarsi a comando o di andare incontro al destino, col tripudio di chi cerca il sangue nella sabbia dell’arena. Il Mercato, all’apparenza è impassibile e serio come le dune di un deserto ma, dentro, si emoziona. Ti accetta o si schermisce. In realtà il Mercato porta in sé la fierezza del lupo, che ti guarda con quell’unico occhio che gli resta, dopo essere stato irretito, braccato e catturato dai falò delle vanità... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.
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venerdì 17 aprile 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) e
Vincenzo Andraous ( vincenzo.andraous@cdg.it ) |
 Questo editoriale è stato già pubblicato nel lontano dicembre 2011. Oggi, a distanza di quasi 4 anni (e in presenza di una profonda decadenza dei valori umani, si è ritenuto, insieme all’amico Vincenzo Androus , di riproporne i concetti fondamentali, Io sono cresciuto nutrendomi di quell’onore e di quella dignità trasmessa dagli scenari western di Sergio Leone, in cui, col sottofondo di Ennio Morricone, potevi innamorarti di una donna o morire per una pallottola, esattamente allo stesso modo: senza un cenno emotivo significativo. Quindi, in poche parole, non sono, propriamente, uno che si piange addosso e posso, di conseguenza, affrontare certi discorsi, senza il rischio di apparire un vittimista. Non so se vi è mai capitato di assaggiare quella pietanza amara, che viene servita dagli eventi ogni volta che non ci mettono in condizione di sentirci accettati. "Si potrebbe andare tutti allo zoo comunale! Vengo anch’io? No, tu no! Ma perché? Perché no!" Quante volte ci siamo convinti (forse velleitaristicamente) che fosse venuto il momento di una partecipazione attiva al benessere collettivo? Scendo in campo anch’io! Voglio fare qualcosa per cui, i miei figli, possano essere fieri di me! Lungo il mio percorso esistenziale, che somiglia ad uno di quei tratti in salita adatti alle cronoscalate... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.
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venerdì 13 febbraio 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 L’otto giugno del 1999 nasce la mia secondogenita. In maniera più decisa della prima (parimenti desiderata e coccolata), da subito ha mostrato l’inclinazione a costruire una dimensione molto personale del proprio Mondo che è, poi, anche il nostro. Molto riservata, apparentemente timida, è capace, però di mostrare i muscoli di fronte a situazioni complesse ed ha creato una rete di amicizie “su cui non tramonta mai il sole”. Sbarazzina quanto basta, amante della libertà, riluttante all’acquisizione di regole imposte, tendente all’uso della logica con basso tenore di conflitti interiori. Capace di divenire un riferimento su Facebook.... Un modo di essere una “Valentina”, insomma. E di ciò, sono molto compiaciuto. 14 Febbraio. San Valentino. La festività prende il nome dal santo e martire cristiano San Valentino e venne istituita nel 496 da Papa Gelasio I° e sostituì la precedente festa pagana delle Lupercalia. La pratica moderna di celebrazione della festa, centrata sullo scambio di messaggi d’amore e regali fra innamorati, risale probabilmente all’alto medioevo. Charlie Brown (che è il personaggio principale della striscia a fumetti Peanuts di Charles M. Shultz nata nel 1950 e conclusasi nel 2000) ha molti amici ed è anche innamorato di un personaggio noto come "la ragazzina dai capelli rossi" benché non abbia mai avuto il coraggio di rivolgerle la parola... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.
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venerdì 6 febbraio 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 "L’Universo non è più quello di un tempo. E non è ciò che sembra (Franz Wilczek)" . Qualche giorno fa, uscendo dal garage di casa mia, per godere delle freschezza del mattino, con un bel giro accompagnato da Sally (il mio grazioso barboncino nano color albicocca), ho incontrato l’inquilino del secondo piano che, approfittando del ruolo cui, a volte, mi "condanna" la mia professione di psicoterapeuta, si è sfogato lamentandosi per tutte le beghe che affliggono ogni Condominio che si rispetti. Salvo, poi, non vedere alcuno, alle riunioni all’uopo dedicate... Comunque, passeggiavo osservando la bellezza nascosta anche nelle più piccole manifestazioni di Madre Natura e riflettevo sui motivi che spingono le persone ad impiegare male il tempo, esercitandosi in attività antitetiche come quella del parassitismo e, l’altra (necessaria ma distraente) che porta ad attivare i processi di disinfestazione. La domanda che, più frequentemente, mi viene rivolta è: "Ma perché, ogni volta che si prova a realizzare un qualsiasi programma esistenziale, qualcuno complica quello che mi propongo di fare?" L’assonanza che, a quel punto, si genera nella mia mente crea un rapporto biunivoco fra i lestofanti di varia natura e quell’insetto succhialinfa che, gli esperti, chiamano "parassita". Dato che esistono oratori balbuzienti, umoristi tristi, parrucchieri calvi potrebbero anche esistere politici onesti (Dario Fo). Chi ha inventato le complicazioni?... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.
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domenica 25 gennaio 2015
di
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 Nel 1959, diretto da Camillo Mastrocinque, esce il film La cambiale: sostanzialmente, una sequenza di episodi interdipendenti che hanno, come filo conduttore, il passaggio di mano di una cambiale. Un noto finanziere, il commendator Pierluigi Bruscatelli (Aroldo Tieri) dopo aver pagato con una cambiale due truffatori, i cugini Posalaquaglia (Totò e Peppino de Filippo), viene arrestato per bancarotta fraudolenta. In galera, spiega al compagno di cella, tutta la metafora sulle cambiali, teoria che viene illustrata dagli episodi del film, nei quali, questa cambiale viene utilizzata (passando di mano in mano) come "pagherò d’onore" (perché firmata, appunto, da Bruscatelli). Il problema nasce quando si scopre, però, che il Bruscatelli non onorerà il titolo dal momento che, ha saldato il suo debito con la Società, attraverso la reclusione. La cambiale, quindi, va in protesto e, ognuno dei personaggi coinvolti, cerca di rientrare in possesso o del contante dovuto da chi ha girato la cambiale o, almeno, della merce venduta. "Che l’uomo non impari nulla dalla Storia, è la prima lezione che la Storia ci insegna" (Anonimo). Una simile trama (modernamente definita "bolla speculativa") ha dato il via alla crisi globale internazionale che ha scoperto altarini placcati in simil oro. Non abbiamo tanto bisogno dell’aiuto degli altri, quanto della certezza del loro aiuto. (Epicuro. "Non si può banalizzare e liquidare il suo gesto come un suicidio dettato dalla depressione, come ha scritto qualche giornale; merita rispetto e maggiore attenzione... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.
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sabato 10 gennaio 2015
di
Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e
Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) |
 Cari lettori, quand’è che abbiamo la prova di aver valicato quel promontorio che ci fa lasciare alle spalle l’età della spensieratezza e ci mette di fronte la responsabilità dell’adulto? Forse, nel momento in cui, guardandoci intorno e notando operose formiche (gli altri che si danno da fare, insomma) intente agli affanni quotidiani, ci domandiamo, con un sottofondo di angoscia: "Come riuscirò, senza più la coperta dei miei genitori, a risolvere i problemi?". Un bel po’ di notti fa, su Rai 1 Maurizio Costanzo nel suo S’è fatta notte, in compagnia di Enrico Vaime e Bruno Vespa, invitava gli Italiani a puntare sull’entusiasmo, per uscire dal tunnel della crisi in cui siamo piombati. Questo termine, entusiasmo, appunto, deriva dal Greco e significa, più o meno, essere pieni di un Dio e, quindi, divinamente ispirati per dare impeto all’azione. Da qui discende il fatto che, di solito, quando le troppe frustrazioni non ci opprimono, naturalmente sentiamo sgorgare quella forza che ci spinge ad andare verso qualcosa che non conosciamo ma da cui ci sentiamo attratti. È questo che ha consentito il cammino dell’umanità. A questo punto, una considerazione sul mondo della politica contemporanea. Al di là di ogni critica espressa finora, la peggiore azione messa in atto dagli amministratori della cosa pubblica è, senz’altro, l’averci disumanizzato... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.
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