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Editoriali 2015

Ultimo aggiornamento : sabato 12 dicembre 2015.

I presuntuosi e i percorsi di vita...

sabato 12 dicembre 2015 di Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Situato su qualche lontana nebulosa faccio ciò che faccio, affinché l’universale equilibrio di cui sono parte non perda l’equilibrio (Antonio Porchia). Lungo il periglioso percorso di vita di ogni uomo, capita di incontrare molti esseri umani: alcuni di questi non lasciano traccia ma, altri, ricoprono ruoli importanti tanto da influenzare, consapevolmente o inconsapevolmente, lo stesso percorso da intraprendere. E’, allora, necessario effettuare una giusta selezione. Quante volte, infatti, ci è capitato di conoscere persone che hanno avuto la presunzione (nell’accezione peggiore del termine) di indicarci “la via”, il percorso giusto da seguire… Ammesso e non concesso che fosse un sentiero corretto sul piano soggettivo, questi Soloni hanno avuto l’intelligenza necessaria di verificarne l’utilità, anche su un piano oggettivo? Infatti, spesso si dimentica che ogni persona pur avendo dei punti in comune con i suoi simili, ha un progetto di vita del tutto personale fatto di apprendimenti, situazioni ed esperienze che addirittura, in alcuni casi, pur essendo sovrapponibili a quelle di altri, vengono vissute in modo diverso. Da ciò ne consegue che ogni essere umano, pur nella similitudine della specie, è diverso dagli altri, perché diverso è stato il suo iter formativo. Allora, come ci si può arrogare il diritto di ergersi a maestri di vita? Sono arrivato ad un passo da tutto. E qui me ne rimango, lontano da tutto, di un passo. (A. Porchia)… PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Fuori, da un evidente Destino... (Mari mari kompu che).

venerdì 20 novembre 2015 di Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Si narra che, nel 1955, poco prima di morire, dalla sua casetta di Princeton in America dove aveva trovato rifugio, Albert Einstein rivolse, simbolicamente, all’Umanità intera, un ultimo appello che suonò come un monito: “Ricordatevi che siete uomini e dimenticatevi tutto il resto“. Ed è per questo, cari Lettori che, nonostante le tragedie contingenti (a cui dedicheremo, senz’altro, le opportune attenzioni), abbiamo scelto di rivolgere il nostro pensiero a tutto ciò che, naturalmente, può spingerci a riflettere sul bello del nostro profondo: la cosiddetta Coscienza nucleare! Mari mari chaw (buongiorno, padre) - Mari mari flawe (buongiorno, figlia mia) - Mari mari kompu che (buongiorno a tutti)! È così che ci saluta, al mattino, in un angolo remoto del Sud del Cile, ad Araucanìa. Per noi Occidentali, invece, Vivere, al giorno d’oggi, risulta veramente difficile; rispettare i principi delle Leggi naturali, poi, quasi improponibile per quanti non abbiano una personalità sufficientemente in equilibrio. Questo ci accade perchè, la realtà nella quale ci muoviamo ci sottopone, nella maggior parte dei casi, situazioni di per sè illogiche, che ci pongono di fronte a scelte difficili: seguire l’indirizzo collettivo vivendo male, spesso inconsapevolmente (ed hai voglia a fare il conto di quello che “possiedi” mentre sei costretto a “mendicare” il pane dell’Amore verso te stesso) o porsi al di là del coro... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO


Il valore intrinseco dell’Amore.

giovedì 22 ottobre 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


L’uomo è l’unico animale per il quale, la sua stessa esistenza, è un problema che deve risolvere (E. Fromm). Molti anni fa, leggendo, da studente in medicina, un libro di patologia medica, rimasi stupito dal fatto che, più o meno in ogni uomo (nel senso, proprio, di individuo di sesso maschile), dai 40 anni in poi, la prostata (che è l’organo posto sotto la vescica urinaria deputato a spingere, attraverso il canale dell’uretra, il liquido seminale, proveniente dai testicoli), inesorabilmente comincia ad ingrossarsi per poi, di solito, dare problemi sempre più evidenti che richiedono (molte volte) interventi farmacologici o chirurgici, in maniera direttamente proporzionale all’attività sessuale. Che strano. Madre Natura ha previsto che una struttura biologica delle dimensioni di una castagna (più o meno) svolga al meglio le sue mansioni, negli anni subito susseguenti alla pubertà. In fondo, però, questo non è così strano. Perché, naturalmente parlando, ha senso poter sostenere una consistente capacità copulatoria, in un ambito temporale che più di ogni altro, prevede la possibilità di avere dei figli. Però, che ingiustizia! Da giovani ci si tuffa nelle braccia di Venere senza grazia alcuna, con il garbo di un affamato che ingurgita il cibo da una tavola bene imbandita, senza riguardo per nessuno. Quando, con la maturità, si raggiungono competenza e raffinatezza tali da riuscire ad esercitare... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



E... state con voi!

venerdì 14 agosto 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


Non abbiamo tanto bisogno dell’aiuto degli altri, quanto della certezza del loro aiuto". (Epicuro). Non di rado, vista la professione che svolgo, mi capita di frequentare gli algidi ambienti in cui dolore e antisepsi si mischiano continuamente, dal momento che vengono definiti “Pronto Soccorso”. Ogni volta (ed in questo periodo, in particolar modo) non posso fare a meno di notare che, più dell’80% delle persone che richiedono assistenza, presentano sintomatologie a carico dell’apparato cardiorespiratorio. A distanza di un paio d’anni, non posso dimenticare una donna di età indefinita che, mestamente, giaceva seduta su una carrozzina in attesa del proprio turno. Mi avvicino. "Qual è il suo problema?" - "Un’oppressione al petto che mi toglie il respiro... un senso di angoscia, la paura della morte!" - "Siamo tutti un po’ troppo soli. È questo, il nostro problema di cuore..." Due occhi neri mi aprono le porte di un tempio disadorno, impolverato e malfrequentato. Una lacrima conferma la fredda verità. Quando ero poco più che adolescente, mi colpivano molto i versi di una canzone di Lucio Dalla: " Cosa sarà che fa crescere gli alberi e la felicità e cosa fa morire a vent’anni anche se vivi fino a cento?". A distanza di tempo, in quella successione di istanti in cui si sono svolti gli eventi della mia vita, scopro di aver fatto, di quella domanda, lo scopo della professione delle mia esistenza... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Il fattore Blanco.

venerdì 24 luglio 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


"Un essere umano è parte di un intero chiamato Universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una specie di prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione attraverso l’allargamento del nostro circolo di conoscenza e di comprensione, sino a includere tutte le creature viventi e l’interezza della natura nella sua bellezza" (Albert Einstein). Questa è la storia di Blanco, un cane pastore, un maremmano che, dopo anni di onorata carriera nella difesa delle greggi dagli attacchi dei lupi, ha contratto la scabbia: una parassitosi cutanea che, di solito si cura senza troppi problemi. Non è stato così per lui che, invece, viene scacciato perché fonte di contagio. Un’Amministrazione Comunale, impietosita dalle sue condizioni disperate, gli "offre" un’appetitosa polpetta, condita al cianuro. Così, tanto per non farlo soffrire. E invece Blanco guarisce. Forse perché quel veleno, costituisce una base officinale che si trova, in tracce, nelle preparazioni galeniche contro gli acari della pelle... o forse perché incontra Italo, un maestro elementare in sintonia con l’Universo. E, fra i due, nasce una grande amicizia, fatta di sguardi, di giochi, di intese e difese. Questa è la storia di un’auto sportiva "old stile", di quelle che non ne fanno più: un po’ scomoda... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



La Grande Magia...

mercoledì 8 luglio 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Professore, ma perché facciamo questi esperimenti? Cosa ce ne viene in tasca, facendo questi giuochi d’illusione?” - “Non lo so. È un trucco che non conosco. Io che esercito la professione di illusionista, mi presto ad esperimenti realizzati da un altro prestigiatore più importante di me… e così, via, via, via fino alla perfezione… Ecco il giuoco prodigioso dell’illusione! Guarda… li vedi quei canarini in gabbia? Appena mi vedono cominciano a cantare… Accòstati. Li senti? Devi vedere come mi riconoscono! E, forse, mi vogliono pure bene. Ma per forza! Li governo io ogni mattina. Gli do la zolletta di zucchero, la foglia di insalata, l’osso di seppia, il mangime… non puoi capire quanto sono contenti di vedermi, non vedono l’ora che io arrivi!” - “Veramente? Quanto sono belli!” - “Ogni tanto, io, sai che faccio? Metto la mano dentro la gabbia e me ne piglio uno che mi deve servire per un esperimento d’illusione. Lo metto in quest’altra gabbietta più piccola e lo presento al pubblico. Copro, il tutto, con un quadrato di stoffa nera, mi allontano di quattro passi e sparo un colpo di rivoltella. Poi, sollevo la stoffa nera e, il canarino, è sparito! Il pubblico rimane allibito credendo di trovarsi al cospetto di un grande Mago... ma, il canarino non sparisce! Muore. Muore schiacciato tra un fondo e un doppio fondo. Il colpo di rivoltella serve ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


La Felicità. Tra Presunzione e Pregiudizio.

giovedì 25 giugno 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


Tutti gli esseri umani vogliono essere felici; peraltro, per poter raggiungere una tale condizione, bisogna cominciare col capire che cosa si intende per felicità. (Jean-Jacques Rousseau). Cari Lettori, non è, per me, molto difficile, trovarmi disponibile a rispondere ai quesiti che la gente mi pone. Questo, per una sorta di presunzione che mi porta a divertirmi nel “mettere alla frusta” la mia mente (e il mio cervello). Però, quando ho ricevuto l’invito, da parte di un’amica, a partecipare come relatore ad un aperitivo filosofico in cui discutere di Felicità, ebbene, ho provato una sensazione di disagio e di leggero fastidio interiore. Avrei, di sicuro, preferito che si parlasse dell’angoscia esistenziale. Sofferenza, quindi. Mi domando, a questo punto, che senso abbia avuto impegnarmi, per anni, nello studio della mente umana, con l’obiettivo di capire e comprendere, per vivere meglio! MI raccontava un amico che, il famoso Cesare Musatti, fondatore della Società Italiana di Psicoanalisi, alla domanda: “Qual è il suo stato d’animo, guardando il Mondo?”
-  pare che, così, abbia risposto:
“Mi sento come una grande Mamma un po’ angosciata, all’idea dei suoi figli sparsi in un ambiente così ostile!” . ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Care figlie, cosa sono diventato?

venerdì 12 giugno 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


Papy, ti dispiace molto l’aver dato via la tua vecchia Alfa Romeo, quella cui eri tanto affezionato?” - “No.” - “Strano... hai sempre dichiarato il tuo attaccamento verso ciò che rappresentava una specie di diario esistenziale... lo hai anche scritto più volte, nei tuoi articoli... come si fa a cambiare idea in maniera così radicale? Non si corre il rischio, in questo modo, di diventare freddi sul piano emotivo? Tu ci hai spiegato l’importanza del credere in un valore... la pensi diversamente anche su questo? In una sua vecchia canzone, quando tu avevi la mia età, Antonello Venditti chiedeva al suo compagno di scuola se fosse riuscito a salvarsi dal fumo delle barricate o se, invece, avesse deciso di entrare in Banca, anche lui... Tu ci hai dato l’idea di un rivoluzionario non disponibile al compromesso; siccome ti avverto, a volte, ironico sul tuo sentirti un po’ vecchio, con Mariarita ci siamo domandate se per caso, a dispetto dei tuoi buoni propositi adolescenziali, alla tua mezza età ( e avendo deciso di utilizzare una di quelle perfette auto tedesche che tu ritenevi fredde e impersonali), non fossi diventato un Borghese?” Cari lettori, questa è la sintesi di un dialogo con mia figlia Valentina, qualche sera fa, nei garage del palazzo dove noi abitiamo. Ebbene, ho impiegato un po’ di tempo per articolare una risposta che fosse adeguata alle aspettative delle mie due figlie, in grado di chiarire senza demotivare... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Dal Sacro al profano. Una partita di giro...

martedì 26 maggio 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

La verità del bosco, in fondo, è dare un senso a tutti gli alberi” (Roberto Vecchioni). Frasi come queste non sono soltanto ad effetto ma, semmai “generano” un effetto. Di quello che ti entra dentro e non te ne liberi perché ti lega al bisogno della ricerca della verità. In ogni particolare. Naturale, quindi, che abbeverato, fin dall’adolescenza, al piacere dell’esistenzialismo (con i suoi angosciosi risvolti di fronte ad Universo troppo grande rispetto al nostro essere, così piccolo...) io abbia percorso sentieri eclettici ma, tutti, tendenti ad aggiungere tasselli nella composizione di un mosaico esistenziale. Guardando la montagna sacra quella mattina, l’uomo notò che aveva un’espressione sorniona. Quella montagna era nota per la sua mutevolezza espressiva, come se volesse dirgli "oggi ti svelerò il mio segreto, ma dovrai sudare per scoprirlo". L’uomo si accinse a scalarla e, dopo ore e ore di cammino (a volte anche su sentieri impervi e pericolosi), finalmente arrivò in cima. Qui si fermò sia per riprendere fiato che per aspettare che la montagna rivelasse il suo segreto. Poiché non succedeva nulla si mise ad osservare il panorama e, con sua sorpresa, si accorse che c’era un’altra montagna, più alta di quella su cui lui si trovava: doveva essere quella la montagna sacra! Allora si mise in cammino e, dopo una scalata ancora più lunga e faticosa, arrivò sulla vetta... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


L’occhio del Lupo (Omaggio a Vincenzo Andraous).

sabato 9 maggio 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


Quante volte ho guardato al cielo... ma il mio destino è cieco e non lo sa! A Daniel Pennac, noto scrittore di origine francese, è stato chiesto, in un intervista: "Qual è, tra i suoi libri, il romanzo che preferisce?" - "L’occhio del lupo, la storia di un piccolo africano che incontra, in uno zoo, un vecchio lupo guercio catturato in Alaska". Il benessere sostanziale degli esseri umani contemporanei, risente in maniera considerevole dell’andamento di quella complessa contrattazione fra domanda e offerta che, i più, chiamano "Mercato globale". Gli analisti finanziari individuano il trend economico rifacendosi allegoricamente a due tipi di animali, l’orso (quando l’andamento vira al ribasso) e il toro (in caso di rialzi). A ben guardare, però, nessuno dei due ricalca le speranze di certezza che ognuno si porta nel taschino di sinistra, quello vicino al cuore. L’orso, infatti è un "infingardo" e il toro si "accontenta" di accoppiarsi a comando o di andare incontro al destino, col tripudio di chi cerca il sangue nella sabbia dell’arena. Il Mercato, all’apparenza è impassibile e serio come le dune di un deserto ma, dentro, si emoziona. Ti accetta o si schermisce. In realtà il Mercato porta in sé la fierezza del lupo, che ti guarda con quell’unico occhio che gli resta, dopo essere stato irretito, braccato e catturato dai falò delle vanità... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



Un uomo in vendita.

venerdì 17 aprile 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it ) e Vincenzo Andraous ( vincenzo.andraous@cdg.it )


Questo editoriale è stato già pubblicato nel lontano dicembre 2011. Oggi, a distanza di quasi 4 anni (e in presenza di una profonda decadenza dei valori umani, si è ritenuto, insieme all’amico Vincenzo Androus , di riproporne i concetti fondamentali, Io sono cresciuto nutrendomi di quell’onore e di quella dignità trasmessa dagli scenari western di Sergio Leone, in cui, col sottofondo di Ennio Morricone, potevi innamorarti di una donna o morire per una pallottola, esattamente allo stesso modo: senza un cenno emotivo significativo. Quindi, in poche parole, non sono, propriamente, uno che si piange addosso e posso, di conseguenza, affrontare certi discorsi, senza il rischio di apparire un vittimista. Non so se vi è mai capitato di assaggiare quella pietanza amara, che viene servita dagli eventi ogni volta che non ci mettono in condizione di sentirci accettati. "Si potrebbe andare tutti allo zoo comunale! Vengo anch’io? No, tu no! Ma perché? Perché no!" Quante volte ci siamo convinti (forse velleitaristicamente) che fosse venuto il momento di una partecipazione attiva al benessere collettivo? Scendo in campo anch’io! Voglio fare qualcosa per cui, i miei figli, possano essere fieri di me! Lungo il mio percorso esistenziale, che somiglia ad uno di quei tratti in salita adatti alle cronoscalate... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Vai, Valentina!

venerdì 13 febbraio 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


L’otto giugno del 1999 nasce la mia secondogenita. In maniera più decisa della prima (parimenti desiderata e coccolata), da subito ha mostrato l’inclinazione a costruire una dimensione molto personale del proprio Mondo che è, poi, anche il nostro. Molto riservata, apparentemente timida, è capace, però di mostrare i muscoli di fronte a situazioni complesse ed ha creato una rete di amicizie “su cui non tramonta mai il sole”. Sbarazzina quanto basta, amante della libertà, riluttante all’acquisizione di regole imposte, tendente all’uso della logica con basso tenore di conflitti interiori. Capace di divenire un riferimento su Facebook.... Un modo di essere una “Valentina”, insomma. E di ciò, sono molto compiaciuto. 14 Febbraio. San Valentino. La festività prende il nome dal santo e martire cristiano San Valentino e venne istituita nel 496 da Papa Gelasio I° e sostituì la precedente festa pagana delle Lupercalia. La pratica moderna di celebrazione della festa, centrata sullo scambio di messaggi d’amore e regali fra innamorati, risale probabilmente all’alto medioevo. Charlie Brown (che è il personaggio principale della striscia a fumetti Peanuts di Charles M. Shultz nata nel 1950 e conclusasi nel 2000) ha molti amici ed è anche innamorato di un personaggio noto come "la ragazzina dai capelli rossi" benché non abbia mai avuto il coraggio di rivolgerle la parola... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


L’utilità del parassita.

venerdì 6 febbraio 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


"L’Universo non è più quello di un tempo. E non è ciò che sembra (Franz Wilczek)". Qualche giorno fa, uscendo dal garage di casa mia, per godere delle freschezza del mattino, con un bel giro accompagnato da Sally (il mio grazioso barboncino nano color albicocca), ho incontrato l’inquilino del secondo piano che, approfittando del ruolo cui, a volte, mi "condanna" la mia professione di psicoterapeuta, si è sfogato lamentandosi per tutte le beghe che affliggono ogni Condominio che si rispetti. Salvo, poi, non vedere alcuno, alle riunioni all’uopo dedicate... Comunque, passeggiavo osservando la bellezza nascosta anche nelle più piccole manifestazioni di Madre Natura e riflettevo sui motivi che spingono le persone ad impiegare male il tempo, esercitandosi in attività antitetiche come quella del parassitismo e, l’altra (necessaria ma distraente) che porta ad attivare i processi di disinfestazione. La domanda che, più frequentemente, mi viene rivolta è: "Ma perché, ogni volta che si prova a realizzare un qualsiasi programma esistenziale, qualcuno complica quello che mi propongo di fare?" L’assonanza che, a quel punto, si genera nella mia mente crea un rapporto biunivoco fra i lestofanti di varia natura e quell’insetto succhialinfa che, gli esperti, chiamano "parassita". Dato che esistono oratori balbuzienti, umoristi tristi, parrucchieri calvi potrebbero anche esistere politici onesti (Dario Fo). Chi ha inventato le complicazioni?... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


SOS (Soccorso Occorre Subito).

domenica 25 gennaio 2015 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Nel 1959, diretto da Camillo Mastrocinque, esce il film La cambiale: sostanzialmente, una sequenza di episodi interdipendenti che hanno, come filo conduttore, il passaggio di mano di una cambiale. Un noto finanziere, il commendator Pierluigi Bruscatelli (Aroldo Tieri) dopo aver pagato con una cambiale due truffatori, i cugini Posalaquaglia (Totò e Peppino de Filippo), viene arrestato per bancarotta fraudolenta. In galera, spiega al compagno di cella, tutta la metafora sulle cambiali, teoria che viene illustrata dagli episodi del film, nei quali, questa cambiale viene utilizzata (passando di mano in mano) come "pagherò d’onore" (perché firmata, appunto, da Bruscatelli). Il problema nasce quando si scopre, però, che il Bruscatelli non onorerà il titolo dal momento che, ha saldato il suo debito con la Società, attraverso la reclusione. La cambiale, quindi, va in protesto e, ognuno dei personaggi coinvolti, cerca di rientrare in possesso o del contante dovuto da chi ha girato la cambiale o, almeno, della merce venduta. "Che l’uomo non impari nulla dalla Storia, è la prima lezione che la Storia ci insegna" (Anonimo). Una simile trama (modernamente definita "bolla speculativa") ha dato il via alla crisi globale internazionale che ha scoperto altarini placcati in simil oro. Non abbiamo tanto bisogno dell’aiuto degli altri, quanto della certezza del loro aiuto. (Epicuro. "Non si può banalizzare e liquidare il suo gesto come un suicidio dettato dalla depressione, come ha scritto qualche giornale; merita rispetto e maggiore attenzione... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


La politica e la ricerca della felicità...

sabato 10 gennaio 2015 di Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


Cari lettori, quand’è che abbiamo la prova di aver valicato quel promontorio che ci fa lasciare alle spalle l’età della spensieratezza e ci mette di fronte la responsabilità dell’adulto? Forse, nel momento in cui, guardandoci intorno e notando operose formiche (gli altri che si danno da fare, insomma) intente agli affanni quotidiani, ci domandiamo, con un sottofondo di angoscia: "Come riuscirò, senza più la coperta dei miei genitori, a risolvere i problemi?". Un bel po’ di notti fa, su Rai 1 Maurizio Costanzo nel suo S’è fatta notte, in compagnia di Enrico Vaime e Bruno Vespa, invitava gli Italiani a puntare sull’entusiasmo, per uscire dal tunnel della crisi in cui siamo piombati. Questo termine, entusiasmo, appunto, deriva dal Greco e significa, più o meno, essere pieni di un Dio e, quindi, divinamente ispirati per dare impeto all’azione. Da qui discende il fatto che, di solito, quando le troppe frustrazioni non ci opprimono, naturalmente sentiamo sgorgare quella forza che ci spinge ad andare verso qualcosa che non conosciamo ma da cui ci sentiamo attratti. È questo che ha consentito il cammino dell’umanità. A questo punto, una considerazione sul mondo della politica contemporanea. Al di là di ogni critica espressa finora, la peggiore azione messa in atto dagli amministratori della cosa pubblica è, senz’altro, l’averci disumanizzato... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




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