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Alain Delon... fine di un grande "bluff"
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it ) e di Alessia Manes  

27 ottobre 2002

"Non capisco le donne e non le capirò mai!". Proviamo a spiegare le motivazioni del tramonto di un mito, analizzando nel profondo anche i commenti dei "soliti" presunti esperti.


 

Ciao! Come vedi sono arrivata qui, per le nostre solite chiacchierate sull’amore e dintorni, in anticipo anzi, ti posso dire, con grande anticipo!

La mia relazione d’amore(?!) si è appena conclusa... forse perchè io ne sapevo troppo e lui troppo poco... e non voleva imparare di più....

E allora?

Al diavolo!!!

Non posso stare con chi non mi fa stare bene... Chi me lo fa fare?!

A proposito, lo sai che ultimamente anche un notissimo seduttore è stato "mollato", dopo 15 anni di convivenza, dalla sua compagna nonché madre di due suoi figli?

Sai chi è?

Alain Delon.

Visto che ho trovato su una rivista questa notizia, commentata anche da altri nomi illustri dello spettacolo e della cultura, oggi mi piacerebbe parlare con te proprio di questo...

Ti va?

Certamente!

Allora, Alain Delon, come ho già detto, dopo una vita da seduttore si è trovato, di colpo, dall’altro lato della barricata... ad essere lasciato e quindi a soffrire. Ho letto le sue dichiarazioni e mi sono meravigliata di questa sua affermazione: "Non capisco le donne, non le ho mai capite e non le capirò mai"...

E come si giustifica la sua "carriera" di seduttore?... e poi volevo sapere da te, se mi puoi dare una risposta, quali sono le caratteristiche, in via generale, che ha un seduttore?

Il seduttore è colui il quale crea dell’interesse in un pubblico femminile al punto tale da diventare un oggetto del desiderio. Questo interesse può essere prevalentemente, di tipo fisico-somatico, mentale, erotico o prevedere una miscellanea di questi elementi.

Per quanto concerne Alain Delon, rispetto ai canoni sociali contemporanei, ha potuto contare indubbiamente su un aspetto fisico interessante...

Dal punto di vista sessuale, non ho elementi per poter commentare né me la sento di affermare che certamente sia stato un grande amatore perchè i fatti privati, molte volte, negano ciò che si crea in pubblico (come aspettativa e come immagine).

Dal punto di vista psicologico invece, ho la certezza di poter fare delle affermazioni con cognizione di causa basandomi non tanto su un’analisi ricavata dal suo modo di essere e d’agire (in questo modo dovrtei astenermi dal comunicarlo in quantoché sarebbe una commercializzazione della professione di psicoterapeauta, una spettacolarizzazione di basso livello!), ma mi baso su quello che lui ha affermato non soltanto in questa occasione, ma anche in passato quando, cominciando a sentire il peso degli anni e vedendo sfiorire (forse!) l’unico elemento su cui ha sempre puntato, cioè l’aspetto fisico, ha dichiarato più volte di preferire il suicidio al vedersi invecchiare....

Con queste dichiarazioni ha dimostrato di essere un egocentrico, un esibizionista, un narcisista... di conseguenza un bambino viziato e capriccioso convinto di potersi permettere di stare sempre al centro dell’attenzione e di poter riscuotere un successo, nei confronti delle donne, a qualunque condizione.

In forza di ciò, non ha mai avvertito la necessità di capire i bisogni di chi aveva di fronte, quindi della sua compagna di turno perchè, non credo, sia stato mai capace di costruire un rapporto per come noi lo abbiamo descritto in tutti questi incontri.

Lui, come si evince dalle sue dichiarazioni, creato rapporti ad uso e consumo personale, prendendo dalla donna e dando in cambio la possibilità di avere accanto Alain Delon... ma solo l’immagine di Alain Delon come fosse un profumo, un cappotto, una bella automobile...

Alain Delon, purtoppo per lui e per chi lo frequenta, è sostanzialmente un essere umano con tante incertezze e con tanti problemi che sono venuti fuori... ecco perchè dichiara di non aver mai capito le donne.... non si è mai posto il problema di capirle, non ne ha mai avuto la necessità!

Ma questo, alla lunga, si è dimostrato essere un handicap e vale per tutti gli esseri umani.

L’essere umano (uomo o donna che sia) che non può contare su particolari fattezze fisiche che lo rendano irresistibile, ha bisogno di sviluppare altre qualità, ha bisogno di capire esattamente cosa l’altro vuole, come fa ogni altro tipo di animale in natura per rendersi appetibile; di conseguenza, è molto probabile che sfrutterà di più l’aspetto psicologico e, alla lunga, questo sarà un vantaggio.

Uno dei personaggi che ha commentato la vicenda è stato Vittorio Sgarbi, anche lui seduttore incallito...

Ha affermato che l’unico modo di comprendere le donne è quello che prevede il non amarle e qualora si avesse comunque un "impegno" d’amore, lui suggerisce una regola: "Un seduttore non deve mai sedersi e portarsi allo stesso livello di coinvolgimenti".

Questa affermazione non ti sembra la "promozione" della falsità, della freddezza e del calcolo in un rapporto a due?

Analizzando il significato delle parole che ha utilizzato Vittorio Sgarbi per questa affermazione, possiamo dichiarare di trovarci di fronte ad un altro essere umano che, inconsapevolmente o volutamente o ironicamente(?), dimostra di non sapere cos’è l’amore... perchè dichiarare, come ho avuto modo di leggere, "che le donne le capisci quando non le ami e quando le ami non le capisci perchè non si riesce a mantenere il distacco necessario, perchè quando si ama ci si mette im una posizione di inferiorità, in balìa degli umori dell’altro", significa veramente non aver capito cos’è l’amore perchè noi abbiamo dimostrato che, per amare qualcuno, è necessario amare se stessi. Amare l’altro significa allenarsi ad amare meglio se stessi e migliorare la qualità della propria vita.

Come si fa a giustificare l’affermazione di Vittorio Sgarbi alla luce di una realtà evidente se non con le motivazioni che ti ho accennato?

Lo stesso Vittorio Sgarbi, nel corso di una di quelle che credeva l’ennesima conquista, si è trovato ad essere (a sua insaputa) filmato mentre aveva rapporti sessuali (non lo definirei fare l’amore!)....

Oggi confessa che, nel momento in cui gli capita di incontrare l’artefice di questo "scherzetto" si infastidisce. Secondo te, come si può sentire dentro, come reagisce un seduttore quando non è lui a guidare il gioco ed a decidere, ma scopre di essere stato strumentalizzato e, per di più, con l’inganno?

Gli crolla la stima che aveva di sé costruita su elementi effimeri e velleitari. Ad un seduttore, nel momento in cui si sente utilizzato come un oggetto (quando invece lui crede di usare gli altri come oggetti, in virtù della convinzione di una presunta migliore capacità mentale, come in questo caso), crolla un mondo fatto di castelli di carte e quindi, per protezione, onde evitare di produrre disagi psicologici più o meno "impegnativi", fa ricadere la colpa sull’altro...rifiutandolo con sdegno.

Questi sono meccanismi di difesa dell’Io che Anna Freud ha spiegato bene nei suoi libri.

Vorrei aggiungere che apprezzo Vittorio Sgarbi sotto altri aspetti, soprattutto per la sua disponibilità a mettersi in discussione prendendo le difese di persone in difficoltà. Non ho motivazioni che mi inducano a criticarlo, osservo soltanto che, molto probabilmente, le vicissitudini che lo portano a dibattersi scontrandosi con molta gente (che non lo capisce, per lo più) sono dovute a difficoltà personali legate ad una personalità non molto bene equilibrata nella quale, comunque albergano aspetti positivi veramente fuori dal comune.

Massimo Fini (giornalista, autore di Di(zion)ario erotico, manuale contro la donna a favore della femmina), nel commentare la vicenda Delon, generalizza in maniera totale sulle donne e le definisce, per ciò che concerne la comprensione, inafferabili.... che dicono "no" quando vogliono dire "si" o "forse"....

Non sarà diverso e cioè che non sono le donne a non farsi capire ed "afferrare", ma sono gli uomini (magari non proprio tutti!) che non sono in grado di farlo?

Posso risponderti affermativamente, per motivazioni simili a quelle che ho utilizzato, poco fa, valutando Alain Delon. Chi sostiene e propugna simili tesi, risente probabilmente di una educazione che, da bambino, lo costringeva a scuola a stare nella fila dei maschi, distante da quella delle femmine o addirittura in classi separate. Questo rende difficile creare un dialogo con l’altro sesso, basato su presupposti di naturalezza e spontaneità.

Sempre Massimo Fini si affanna a giudicare, con una certa forza e sottolineatura, la mancanza di disponibilità delle donne ad accettare la vecchiaia....

E’ una colpa così grande non volere invecchiare e ricorrere al chirurgo estetico per guadagnare qualche anno di giovinezza?

Ho difficoltà a rispondere perchè dovrei interpretare l’affermazione che è riportata sul giornale dal quale hai attinto le notizie che mi proponi. Io, invece, sono abituato ad analizzare avendo a disposizione i dati necessari per poter ridurre il margine di errore. Posso dirti, però, che non si può dichiarare in maniera assoluta che è negativo il rifiuto di accettare gli anni che incombono (dal punto di vista estetico); questo perchè è necessario inquadrare i problemi nel contesto storico in cui viviamo, nel rapporto che la persona crea col contesto sociale calato nel contesto storico in cui viviamo, nei conflitti personali che rendono difficile un buon rapporto con se stessi; allora, se, dal punto di vista di correttezza naturale, ognuno di noi ha il dovere e il diritto di imparare ad accettare la vita in tutte le sue sfaccettature ed apprezzare i vantaggi creati dall’implementazione anagrafica ( non chiamiamola vecchiaia!) è altresì vero che, essendo presenti tante carenze nella personalità degli esseri umani contemporanei, non possiamo ergerci a maestri di vita condannando chi, non riuscendo a creare un buon rapporto con se stesso, cerca di adattarsi ed adeguarsi ad un canone richiesto dal mondo esterno... non raggiungerà la felicità, ma forse ridurrà i propri disagi.

Con giudizi simili a quelli di cui mi hai accennato, si dimostra di non sapere creare un rapporto empatico col proprio mondo esterno per cui, non volendo capire gli altri, li si condanna tutte le volte che si comportano in maniera diversa da quello che noi crediamo essere le strada corretta. Vedi, poi, ritorniamo sempre al concetto di difficoltà nel capire gli altri: ma molte volte non capiamo gli altri perchè prima non abbiamo capito noi stessi.

Sempre Massimo Fini si lamenta del fatto che le donne non mostrino disponibilità a capire i sogni degli uomini, le loro conversazioni gratuite, e (orrore!) i loro infantilismi....

Be’....I loro infantilismi?

Non ti sembra che voglia tenersi un bel paravento per una mancata "crescita" del genere maschile quasi come fosse un dato di fatto indispensabile ed a cui l’uomo non può e non vuole rinunciare e che (visto l’argomento) la donna dovrebbe subire come scontato e "normale"?

Questa è un’affermazione che mette in evidenza il bisogno di farsi accettare da una donna in un rapporto madre-figlio. All’interno di una coppia, ci possono essere dei momenti in cui uno rappresenta la figura del genitore e l’altro quello del figlio (in un momento di sostegno), però prevalentemente è necessario configurare un rapporto che preveda uno scambio alla pari.

E’ normale che una donna non voglia accettare di fare da madre..

Mah... Nessuno vuole accettare di avere accanto un bambino che, per definizione, è egocentrico, capriccioso e pretende di asservire gli altri...

Anche Luciano de Crescenzo, ha detto la sua in merito a quanto stiamo affrontando e commenta il tutto, come sempre, con grande ironia. In alcune cose condivido il suo pensiero come quello di consigliare alle coppie di non dormire sempre insieme,, ma di avere spazi separati e di decidere quando condividerli.

Racconta di una donna orientale (che è stata sua compagna) che era capace di intuire tutti i suoi desideri (anche sessuali) e che non gli dava modo di essere mai insoddisfatto. Lui conclude: "Era una noia mortale, è molto più divertente non capirsi!"

Mi domando: le incomprensioni servono a capirsi di più ed a far vivere davvero una coppia o no?

Credo che lui abbia rilasciato questa dichiarazione con un intento ironico che poi è quello che lo contraddistingue quando scrive i suoi libri per rendere leggére materie difficili...non è un’affermazione corretta.

Le incomprensioni rendono la vita difficile e non contribuiscono a creare armonia?

Indubbiamente sono meglio le incomprensioni affrontate e risolte che le falsità nascoste dietro un apparente servilismo o disponibilità estrema... forse si riferiva a quella... perchè non è possibile che un uomo o una donna sia disponibile, in assoluto, costantemente; ognuno ha i suoi momenti difficili e te li farà pesare così come tu avrai i tuoi momenti difficili e glieli farai pesare... riuscendo a capirsi ed a spiegarsi, si crea un equilibrio.

La donna che è così disponibile (come quella citata da De Crescenzo) probabilmente, per apprendimenti, nega del tutto se stessa e forse non soddisfa il partner dal punto di vista neutrergico... perchè non la puoi stimare.

Infatti lui dice: era una noia mortale...

Sì... sembra una frase che fa pensare alle sue solite affermazioni simpatiche, ma analizzando a fondo, operando un certo tipo di interpretazione (poi dovremmo chiedere a lui se è quello che intendeva), è probabile che ci si possa aggiungere ciò che ti ho detto.

Anche questa volta ho imparato qualcosa, ma... non ti sarai mica stancato?.... la mia sete di sapere non si è ancora esaurita... fermo lì...!!!

Scherzo!

Ci vediamo, ciao.

Con la collaborazione di Stefania Labate

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