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La Mente e i Tumori.
di Anna Maria Alberga  ( info@sfpid.it )

23 ottobre 2018






Un rapporto profondo.


Introduzione

Secondo l’OMS la salute è “ Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non solo la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità” . La salute , intesa come risorsa per la vita quotidiana, è un concetto che valorizza le capacità fisiche, sociali e personali. Partendo da questa definizione è possibile affermare come uno stato di benessere psico-fisico sia una condizione utile e necessaria per favorire uno stato di completo benessere. In ambito medico ,così, hanno preso sempre più piede alcune campagne di prevenzione di alcune malattie, soprattutto quelle oncologiche, malattie che hanno causato un numero di decessi elevatissimo. Il cancro viene erroneamente considerato una malattia moderna, ma esso era già presente nell’antichità come dimostrato dagli studi di Galeno che documentò le correlazioni tra cancro al seno e depressione o Socrate che evidenziò l’importanza di curare lo spirito e le emozioni di fronte alla malattia. Negli anni 70 , grazie alle scoperte di C. Pert, D. Spegel , D. Ornish ,A.Green, furono dimostrate le connessioni tra mente e corpo e la loro influenza sulla salute e sul cancro. Seyle condusse degli studi per comprendere e definire meglio il concetto di stress , giungendo alla conclusione che : di fronte alla presenza di uno stressor l’organismo si mette in allarme e raccoglie le sue risorse energetiche per affrontare al meglio la situazione. Questa prima fase , definita di allarme, termine se lo stressor si allontana, se invece il fattore di disturbo persiste , nell’organismo avviene una attivazione neuroendocrina per affrontare la rottura dell’equilibrio omeostatico , entrando nella fase di adattamento ; se ciò nonostante lo stato di equilibrio non si ricompone, l’organismo entra nella terza fase , definita di esaurimento , dove soccombe. Questa teorizzazione, seppure rigida e superata , ha permesso di considerare lo stress non solo come un evento negativo , ma anche come una premessa che consente l’adattamento; è stato possibile così distinguere due forme di stress : Eustress , ovvero lo stress fisiologico che attiva risposte reversibili e non quantitativamente eccessive e Distress, ovvero lo stress patologico , che induce risposte irreversibili , sproporzionate rispetto alle risorse dell’organismo che è chiamato a sostenerlo. Basandosi su questa teorizzazione, e non solo, successive ricerche , hanno evidenziato il ruolo importantissimo dell’individualità e degli stili di coping personali per far fronte agli eventi stressanti. In ambito oncologico lo stress è un concetto strettamente correlato al sistema immunitario ovvero agli effetti che produce su di esso in quanto ,per tutta la vita, l’organismo produce cellule cancerose senza sviluppare il cancro, grazie all’intervento del sistema di sorveglianza immunitaria, il quale scova e distrugge le cellule cancerose , prima che esse diventino cancro . Ma se è vero che lo stress e le predisposizioni genetiche giocano un ruolo importante nell’eziopatogenesi dei tumori, che ruolo assume la mente ? Il rapporto tra mente e corpo è un problema che fu inaugurato da Platone e che da allora ha comportato diversi dibattiti nel corso dei quali filosofi, scienziati, pensatori hanno cercato di dare una definizione a questo costrutto . Con il progredire della ricerca il problema mente – corpo, è stato riformulato come problema mente-cervello e così il nocciolo della questione è quello di capire se e come le funzioni mentali derivano da quelle cerebrali. Con la nascita della Pnei, disciplina che si occupa della relazione bidirezionale tra psiche e sistemi biologici di regolazione, è stato possibile comprendere come la mente svolge un ruolo fondamentale nella modulazione dei segnali enterocettivi o provenienti dall’ambiente esterno; un eccessivo carico allostatico e psicologico, collegati allo stress, sono determinati dall’attività mentale e tale eccesso è considerato tra i fattori di rischio per la salute. Ogni persona cerca di contrattare costantemente un equilibrio adattivo tra le richieste esterne e i propri bisogni, le proprie motivazioni o i propri obiettivi. La mente regola tali processi adattivi generando salute o malattia . Secondo questa prospettiva dunque la malattia è un’espressione di malessere generale, indotta da un’incongruenza tra ciò che si fa e ciò che si è. Potremmo leggere l’insorgenza del tumore come una forma di ribellione ad un sistema non congruo a ciò che era il programma originario del nostro corpo ed un ritorno ad un funzionamento cellulare ad una modalità originaria.

Il cancro e la visione medica

Il cancro , termine di origine latina “cancer” (granchio ), in medicina è definito come una “neoformazione patologica” di sostanza vivente(tumore) che ha un accrescimento illimitato. Tale neoformazione è il risultato dello sviluppo di cellule patologiche con peculiari caratteri, dovuto alle deviazioni di cellule di un tessuto normale in elementi detti cancerosi o cancerini, che non obbediscono più alle regole che governano l’equilibrio e all’armonia dell’organismo. Il nome cancro fu attribuito nel passato per descrivere alcune manifestazioni esteriori di tumori ulcerati della mammella proprio perché la loro conformazione irregolare assumeva la forma di un granchio. I tumori possono svilupparsi a carico di ogni tessuto : connettivo , nervoso , epiteliale possono essere benigni , quando l’accrescimento delle cellule è locale e circoscritto provocando disturbo a causa del loro volume e per la compressione che esercitano; le cellule che lo costituiscono non sono anormali ma si identificano con quelle dell’organo da cui derivano, oppure maligni , o ad accrescimento rapido , tumultuoso , con tendenza invasiva verso gli organi contigui e con la caratteristica di metastasi che può comportare il raggiungimento, delle cellule cancerine , di organi più lontani . Le cellule maligne presentano anomalie biologiche e morfologiche , diventando atipiche e perdendo qualsiasi capacità funzionale. Le cause possono essere : agenti fisici ( nei marinai , studi statistici hanno individuato come la luce solare sia un fattore predisponente per lo sviluppo del tumore del volto o delle mani ) , agenti chimici come il benzopirene e il benzoantracene che si trova nel fumo di scarico delle auto o nelle sigarette, agenti ormonali , ereditarietà. In passato fu sviluppata la teoria dell’anarchia cellulare secondo la quale le cellule cancerose sfuggono al controllo generale e si moltiplicano disordinatamente e illimitatamente. Un’altra teoria è quella dei germi embrionari secondo la quale il cancro deriverebbe da cellule embrionali non differenziate rimaste nei tessuti , queste conservano la capacità di moltiplicarsi , ma non sono controllate dall’organismo e quindi si riproducono illimitatamente invadendo e distruggendo i tessuti normali. Il cancro è una malattia determinata dalla mutazione di due geni : gli oncogeni , ovvero i geni promotori della crescita cellulare e gli oncosoppressori, ovvero i geni deputati a bloccare la crescita. Il cancro insorge quando i recettori non rispondono più a fattori di inibizione della crescita, le chinasi fosforilano enzimi indipendentemente dello stimolo esterno portando alla perdita di controllo del ciclo cellulare, il che produce il sovvertimento strutturale che a sua volta determina la perdita dei fattori di inibizione da contatto e quindi la diffusione attraverso il circolo ematico e linfatico delle metastasi. In base alle ultime ricerche condotte dall’ AIRC , si stima che in Italia vi siano nel corso dell’anno 365.000 nuove diagnosi di tumore (esclusi i carcinomi della cute), oltre 189.000 (52%) fra gli uomini e oltre 176.000 (48%) fra le donne. Anche se questi dati sono preoccupanti, bisogna tener presente che la mortalità delle persone affette da cancro è in netta discesa grazie alle nuove scoperte effettuate in ambito medico che hanno consentito la riduzione dei decessi, inoltre la prevenzione , effettuata periodicamente tramite test di screening, consente di individuare precocemente piccole masse , consentendo la loro riduzione tramite ad esempio radioterapia o chemio terapia, oppure tramite interventi chirurgici volti a d asportare tali masse , prima che assumano dimensioni maggiori o prima che invadano altri organi o tessuti.

La Psiconeuroendocrinoimmunologia

La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) è la scienza che studia la mediazione psiconeurochimica delle emozioni e degli stati coscienza che influenzano il sistema immunitario determinando lo stato di salute o di malattia. C’è una distinzione paradigmatica tra la psicosomatica e la PNEI; la psicosomatica ha permesso di capire il legame mente- corpo e ha individuato nel sistema neurovegetativo il tramite attraverso cui un’emozione si esprime nel corpo. Oggi grazie agli studi nell’ambito dell’immunologia , è stato appurato che uno stato emotivo ha un’influenza sullo stato di salute o di malattia attraverso una precisa modulazione del sistema immunitario. La PNEI nasce circa trent’ anni fa integrando discipline scientifiche diverse tra loro : le scienze comportamentali, le neuroscienze, l’endocrinologia e l’immunologia. Oggi, grazie a tutti i progressi effettuati nell’ambito medico, si conosce in maniera più dettagliata ,rispetto a trent’anni fa, il funzionamento del sistema immunitario, e questo ha permesso di trovare un aggancio tra medicina e psicologia. Questa disciplina si basa sul costrutto di base secondo il quale esiste una stretta correlazione tra attività mentale, comportamento, sistema nervoso, sistema endocrino e reattività immunitaria. La PNEI è una disciplina che si occupa quindi dello studio delle relazioni tra psiche e sistemi di regolazione fisiologica come : sistema endocrino , nervoso ed immunitario. Uno degli assiomi della PNEI sostiene che nulla è puramente chimico, nulla è puramente psicologico, tutto è psicochimico. Per comprendere meglio questa scienza, possiamo affermare che esiste un primo livello di neurotrasmissione attraverso cui possiamo spiegare la vita psichica ; questo primo livello è costituito da 5 neurotrasmettitori che si occupano dell’aspetto psicologico degli essere umani : dopamina, acetilcolina, serotonina, istamina, noradrenalina . Ognuno di questi neurotrasmetteitori modula dei comportamenti e degli stati d’animo ( la noradrenalina ad esempio modula l’aggressività , lo stress; l’istamina l’appetito ; la dopamina il piacere e le percezioni extrasensoriali). Ad un secondo livello troviamo la neuromodulazione costituito dal Sistema Gabaergico A e il Sistema glutamminergico. Il primo ha un effetto inibitorio ( entra ad esempio in gioco nelle sindromi ansiose : gli ansiolitici agiscono a livello di questo sistema andando ad inibire questi neuroni , per questo ad esempio si sconsiglia di guidare) ; l’altro sistema invece neurostimola, ed è il sistema deficitario nelle malattie neurodegenerative o in soggetti che fanno uso di sostanze stupefacenti le quali neurostimolano il SN attraverso la stimolazione del sistema glutaminergico . Un’eccesiva neurostimolazione porta a neurotossicità e morte neuronale . Ad un terzo livello, quello della psiconeuromodulazione , troviamo due sistemi : oppioide ed endocannabinoide ; il sistema oppioide è legato allo stress , all’ansia , depressione, dolore ; il sistema endocanabbinoide è legato al piacere, alla gioia, all’amore all’espansione di coscienza. Il primo è pro tumorale e immuno deprime , il secondo è antitumorale . Come infatti ampiamente dimostrato dalle diverse ricerche condotte in ambito medico, il cervello comunica sia con il sistema endocrino che con quello immunitario. Il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale sono in comunicazione tra loro perché le cellule del sistema immunitario portano all’apparato neurologico le informazioni captate durante il monitoraggio. Quindi le funzioni mentali comunicano con le cellule del sistema immunitario. Come avviene la comunicazione ? Il cervello comunica attraverso i neuropeptidi con il sistema immunitario , il quale, attraverso gli steroidi comunica con il sistema endocrino, che a sua volta invia le risposte al cervello attraverso altri steroidi. Se il messaggio inviato dal cervello al sistema endocrino non necessita di essere inviato a quello endocrino, il sistema immunitario risponde inviando al cervello messaggi attraverso le citochine. Se il sistema endocrino , sollecitato da quello immunitario , necessita di inviargli altri messaggi si avvale sempre di citochine. Mediante diversi studi e ricerche condotte su pazienti con tumore, è emerso che alcuni tumori bloccano in maniera selettiva il sistema immunitario, così riattivandolo si riduce il tumore. Possiamo affermare che non è esclusivamente lo stress a immunodeprimere, ma il piacere , l’amore , la gioia immunostimolano. Lo stress immunodeprime, ma il sistema presente nel nostro cervello può proteggerci da malattie come i tumore, immunostimolando il nostro organismo.

La Comunicazione bidirezionale tra stress, emozioni e psiche.

Il dualismo cartesiano mente-corpo, a livello teorico , è stato superato dai tempi di Damasio, ma grazie alle attuali ricerche condotte nell’ambito della psicosomatica, e grazie all’evoluzione delle tecniche di misurazione e analisi del funzionamento neuro anatomico che ha permesso l’integrazione delle neuroscienze, dell’endocrinologia ed immunologia, con lo sviluppo della Pnei, si è sviluppata sempre più la consapevolezza che ci sono dei meccanismi che collegano il pensiero alle nostre reazioni corporee. Attualmente sembra che l’incapacità di esprimere le emozioni e la presenza di stress cronico indebolisce il sistema immunitario, favorendo l’insorgenza di diverse malattie tra cui il tumore. Lo stress è definito come una reazione emozionale intensa ad una serie di stimoli esterni / interni che mettono in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattiva. Se gli sforzi che la persona mette in atto per gestirlo falliscono , l’essere umano è sottoposto ad una vulnerabilità nei confronti della malattia psichica, somatica o di entrambe. Lo stress ha assunto un ruolo centrale nelle risposte psico-fisiche connesse all’intreccio dei tre apparati. Quando l’organismo è sottoposto a stressor , avviene il rilascio di ormoni quali adrenalina e cortisolo. L’adrenalina è un neurotrasmettitore del SNC, la cui funzione è quella di trasmettere le informazioni tra le cellule e il sistema nervoso centrale e viene prodotto da neuroni adrenergici , concentrati nel locus coeruleus che proiettano verso la corteccia cerebrale , sistema limbico talamo ed ipotalamo è coinvolto nella regolazione del tono dell’umore . Il cortisolo, definito nell’ambito scientifico come l’ormone dello stress, invece è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali e rientra nella famiglia dei glucocorticoidi. I suoi livelli, controllati dall’ipotalamo, sono generalmente alti al mattino e calano con il proseguire delle ore . Durante la notte l’ormone segue il suo ciclo e al mattino le riserve sono nuovamente al massimo. Esso controlla il metabolismo degli zuccheri , dei grassi, e interviene nella regolazione della pressione del sangue in risposta allo stress. Lo stress , provocato da situazioni esterne, da pensieri o da emozioni negative, in piccole dosi , può essere positivo poiché può indurre la persona a mettere in atto strategie di coping , ad evitare pericoli, a valutare più alternative; tuttavia quando lo stress diventa cronico può danneggiare la nostra salute. Da un punto di vista fisiologico , di fronte a stress di durata limitata si verifica un rialzo ormonale dei due neurotrasmettitori sopracitati che potenzia l’azione immunitaria , attiva delle reazioni fisiche di adattamento e migliora le capacità di concentrazione e attenzione. Quando invece la mente della persona è coinvolta emotivamente in situazioni di sofferenza , di rabbia, risentimento, sconforto o angoscia per periodi prolungati , le stesse sostanze che inizialmente producono effetti positivi , diventano nocive come le tossine che inquinano il corpo. In questo stadio , che caratterizza lo stress cronico, si attivano meccanismi dannosi come la soppressione della risposta immunitaria. Quando la reazione emozionale è adattiva e si associa ad uno stress fisiologico, non ha significato patogeno; se invece le modalità di espressione emozionali sono sbilanciate , si verificano reazioni disfunzionali. Secondo l’approccio della PNEI , lo stretto legame tra mente e corpo è di tipo bidirezionale : le emozioni e lo stress agiscono sulla salute fisica e a sua volta la psiche influenza l’organismo stesso. Il sistema immunitario , che comunica con la psiche , quando la persona è stanca o con il morale basso, risponde meno e la persona tenderà ad ammalarsi più frequentemente o a sviluppare disturbi come herpes o altre patologie associate ad un sistema immunitario compromesso. Quando lo stress subentra in seguito a perdite emozionali o lutti, può diventare concausa dello sviluppo e /o dell’insorgenza di malattie autoimmuni o tumorali. La pratica clinica conferma che gli stati emotivi negativi dei pazienti influenzano l’insorgenza e il decorso della malattia e si associano ad una netta diminuzione delle funzioni immunitarie in quanto il sistema immunitario , collegato a quello nervoso ed endocrino subisce l’impatto di emozioni quali paura, rabbia , ansia e depressione. Inoltre è stato osservato come pazienti l’alessitimici , ovvero persone con deficit della consapevolezza emotiva , palesato dall’incapacità di mentalizzazione , presentano un elevato aumento , nei livelli plasmatici di cortisolo, conseguente ad un iperattivazione dell’asse ipotalamo ipofisi surrene , il sistema che si attiva in caso di stress. La reazione emotiva inibita, con persistenza temporale, comporta una riduzione della risposta immunitaria contribuendo ad una maggiore vulnerabilità alle malattie anche tumorali. A questo punto sorge legittimamente una domanda : La nostra mente è tanto potente da influire su nostro stato di salute ? Se paragoniamo la mente ad un computer, il nostro sistema immunitario può essere paragonato ad un antivirus : se il computer funziona male, inviando messaggi non congrui , l’antivirus si disattiva , rendendo l’accesso dei virus molto più facile. Quindi modificando ciò che viene prodotto dall’alto, i nostri pensieri, la nostra modalità di affrontare la vita , entrando in comunicazione con i propri bisogni e soddisfacendoli , è possibile attivare una comunicazione congruente, equilibrata tra i diversi sistemi. Vivere senza stress o senza e mozioni negativi sarebbe impossibile, ma potenziando la abilità e le capacità presenti in ogni essere umano, si potrebbe ottenere una visione alternativa, meno negativa talvolta , della vita e consentire una maggiore produzione dei neurotrasmettitri del piacere.

L’irreversibilità del tumore verso la reversibilità

Il prof.re Mario Biava si è occupato del ruolo dei cancerogeni nel determinare l’origine dei tumori e ha notato i diversi effetti di queste sostanze : se vengono somministrati durante la fase iniziale della gravidanza , definita organogenesi, in cui si formano tutti gli organi e apparati , queste sostanze non inducono la patologia tumorale; al termine dell’organogenesi la somministrazione di queste sostanze dà origine a tumori nella prole. Durante l’organogenesi , periodo durante il quale da un’unica cellula staminale totipotente si formano, attraverso stadi di successione diverse altre cellule staminali (pluripotenti, oligopotenti ecc) fino ad arrivare alla formazione di cellule completamente differenziate, ci sono delle sostanze responsabili della correzione dei danni indotti da sostanze cancerogene. Mediante altre ricerche così, si è cercato di capire se è possibile riprogrammare queste cellule tumorali presenti negli organismi adulti, proponendo risultati positivi poiché : i fattori che sono in grado di differenziare le cellule staminali bloccano il ciclo cellulare delle cellule tumorali e poi tentano di riparare i danni che sono all’origine della malignità; se i danni non sono troppo gravi vengono riparati e le cellule si normalizzano. Ecco perché è possibile affermare che le malattie tumorali sono malattie reversibili . Se le alterazioni sono troppo gravi e non riparabili vengono attivati i geni dell’apoptosi e le cellule muoiono, facendo uscire le cellule tumorali dal giro della moltiplicazione. Questa scoperta permette di utilizzare un approccio biologico, piuttosto che farmacologico, naturale che inducono le cellule staminali alterate verso la normale fisiologia. L’approccio chemioterapico e l’uso di queste sostanze deve essere integrato per ottenere migliori risultati. Nella seconda parte della ricerca sono state studiate queste sostanze nel momento in cui la vita si forma e quindi è stato considerato il periodo della vita in cui sono presenti tutte quelle sostanze che regolano i geni .Alla fine dell’organogenesi, il codice che è in grado di riprogrammare il DNA si disperde nei vari organi , mentre nel momento iniziale della vita il codice che regola i geni funziona diversamente. Esistono effetti diversi legati ai singoli eventi che hanno origine all’inizio della vita embrionale. Queste sostanze, prese all’inizio del differenziamento, possono mantenere attivi i geni staminali e impedire l’invecchiamento cellulare , prolungando la vita, mentre prese alla fine del processo di differenziazione è possibile rallentare la moltiplicazione delle cellulare tumorale e di riprogrammazione. Per comprendere meglio tutto questo, è possibile prendere delle cellule normali ed esporle ad un ingiuria genotossica, cioè a qualcosa che modifica il Dna; si otterrà un errore di duplicazione cellulare casuale. Avere delle cellule che si trasformano non è di per sé un problema per l’organismo, ma se si continuano ad esporre queste cellule a fattori genotossici, esse invieranno informazioni diverse da quelle di prima e svolgeranno una funzione epigenetica . E’ risaputo che non intervenendo sulle cellule pre cancerose, queste si trasformano in cellule tumorali. Smettendo di bombardarle con elementi genotossici ,basterà solo la duplicazione nel tempo e l’esposizione a fattori epigenetici e da precancerosi e cancerose nasce il tumore. Intervenendo prima, riducendo l’impatto con fattori epigenetici che fanno sbagliare la lettura, il pacchetto di cellule precancerose viene eliminato. Per questo non tutti sviluppiamo i tumori anche se siamo esposti alle stesse ingiurie genotossiche come : conservanti degli insaccati, formaggi affumicati con la formaldeide, fumo di sigarette, smog, correttori del pane (calce nella farina per farlo più bianco ). La proliferazione incontrollata delle cellulare che può essere indotta sia da mutazioni nei geni ma anche da processi che bloccano la trascrizione di geni che hanno una funzione protettiva. Questa scoperta apre le porte a nuove prospettive terapeutiche per i tumori che hanno origine da un simile processo epigenetico, dato che è potenzialmente reversibile.

La presa in carico dei pazienti oncologici

Il paziente oncologico è una persona che ad un certo punto si trova a vivere un confronto diretto con la vita, il dolore e con la morte. Di fronte alla comunicazione , da parte di medici , spesso troppo indaffarati per rendersi conto che di fronte a loro si trova una persona, e che quindi prestano poca attenzione ai “modi” per comunicare la malattia , si attivano una serie di domande nella mente che si mescolano alla fantasia, comune ormai, che questa malattia evoca . La mente del paziente è invasa da mille domande : Cosa mi accadrà? Morirò? Cosa devo fare adesso ? Perché proprio a me? Se la persona ha esperienze negative , ovvero se ha perso ,a causa del cancro amici, parenti, genitori, lo scenario fantasmatico che si apre è mille volte più negativo rispetto a chi ha avuto esperienze positive o personali o di familiari / conoscenti o entrambi. Molto frequentemente accade che la persona a cui viene diagnosticato un tumore, sia una recidiva, a questo punto avviene una sorta di “razionalizzazione” che porta alla conclusione che se la prima volta era un caso che si fosse sviluppato un tumore , questa seconda volta esso è comparso perché il proprio corpo lo produce. Con la somministrazione della chemioterapia, peli e capelli delle persone che hanno una ricrescita rapida, iniziano a cadere , e questo , soprattutto nelle donne , comporta ad una perdita della propria identità: guardarsi allo specchio, senza i propri capelli rende irriconoscibile il proprio viso, lo schema corporeo salta, e questo rende più complicata la compliance. Se la massa tumorale risulta asportabile, nel caso di tumori all’apparato gastrointestinale , i medici stomizzano i pazienti, a volte per il periodo in cui si sottopongono al trattamento farmacologico, altre volte la sacca resta a vita. Questo comporta , spesso , un rifiuto che si esplica con maggiore aggressività , vergogna, timore del giudizio. Durante la mia esperienza nel reparto di medicina interna dell’Ospedale Generale F. Miulli (Acquaviva delle Fonti), dove i pazienti di un’età compresa tra i 18e 90 anni(e oltre) si recano quotidianamente per sottoporsi a cicli di chemioterapia, ho potuto constatare , in un gruppo corposo di persone , l’attivazione di meccanismi di difesa primitivi , come il diniego , ovvero , durante le visite in reparto , molti pazienti oncologici, parlano di tutte le problematiche , tranne di quello che sta accadendo, rispettano le prescrizioni farmacologiche che i medici rilasciano, quasi entrando in fusione con tale figura, si adattano alle restrizioni che questa nuova fase di vita impone mantenendo i loro interessi, cercando soluzioni per andare avanti, riponendo speranze nella medicina e nei suoi progressi. Personalmente credo che il rispetto di questa scelta, anche se inconscia , sia fondamentale, anche perché, ho osservato come proprio in questi pazienti , il periodo post chemio, a volte post operatorio, nonché la ripresa è molto più favorevole rispetto ad un secondo gruppo di persone che ho osservato , il quale tende a reagire con sintomi depressivi e a vivere “il male del secolo” in maniera passiva, ovvero subendo e collaborando molto poco con i medici. Con i pazienti oncologici, la rigidità dei protocolli della psicologia dovrebbe venire meno; a volte il contatto con le loro mani( contatto che, come spesso emerge da alcuni racconti spesso viene evitato dai familiari per il timore di un contagio) spesso spaccate a causa dei farmaci, il commuoversi con loro di fronte alla remissione della massa tumorale, gioire per i loro traguardi , comparta una riflessione quotidiana che arricchisce interiormente e che consente di rivalutare il senso della propria vita. . Tramite la somministrazione del test HADS, è possibile individuare la presenza di ansia e depressione nei pazienti ospedalizzati. Il punteggio ottenuto , che va da assente- basso – alto, permette di ottenere una valutazione testistica , tramite la quale è possibile far comprendere, in particolar modo alle persone che necessitano di un riscontro tramite test, l’importanza di intraprendere un percorso di psicoterapia, che per loro è totalmente gratuito, al fine di favorire una maggiore compliance con il trattamento ed una modifica strutturale neuronale, poichè è stato ampiamente dimostrato come la presenza di ansia e depressione impattano negativamente in quanto ,in alcuni casi, causano astenia, inappetenza , maggiore aggressività ( indotta anche dalla somministrazione del cortisone ), riduzione delle relazioni sociali, presenza di temi mortiferi che , nell’insieme rendono meno efficace il trattamento chemioterapico. Frequentemente la paura della morte, o meglio la paura di “non avere un’altra occasione” paralizza o induce a riprendere in mano il tempo che resta per fare quello si vuole realmente fare . Negli ultimi anni in ambito medico, grazie alle molteplici scoperte effettuate, sono stati prodotti farmaci di nuova generazione che non solo hanno ridotto di parecchio gli effetti negativi della chemioterapia, e quindi consentono una qualità di vita migliore rispetto al passato, ma hanno permesso di allungare la vita garantendo una sopravvivenza che fino a qualche anno fa era impensabile, per cui è stato possibile notare come chi sopravvive al marchio della morte lasciato dal tumore, ha una percezione del tempo diversa , ovvero c’è una sorta di blocco nel fare programmi a lungo termine, hanno cioè imparato a “vivere giorno per giorno” godendosi quello che hanno. Lo psicologo può aiutare il paziente ad affrontare il cambiamento fisico e patologico, fornendo informazioni veritiere sia in merito al suo reale stato di salute, sia in merito agli effetti collaterali a cui potrebbe andare in contro. Questa forma di sostegno consente di ridurre le fantasie dei pazienti che generano ansie e che sono collegate alle informazioni , spesso erronee , che si hanno sui farmaci, sul decorso della malattia, sulla sopravvivenza. Successivamente lo psicologo può incoraggiarlo ad esprimere , a comunicare le sue emozioni, favorendo modalità adattive per affrontare il tumore.

Conclusioni

Come affermato in un articolo delle “Le scienze” nel 2016, per difendersi dal cancro è possibile utilizzare “una nuova generazione di trattamenti che stimolano il sistema immunitario a combattere e controllare le cellule maligne ha raggiunto risultati considerevoli nel corso degli ultimi cinque anni”. Diverse persone affette da cancro alla pelle, ai polmoni o da linfomi in stadio avanzato , sono stati tratti con questi trattamenti ottenendo risultati favorevoli. Questo consente di sperare che una cura ai diversi tipi di cancro non sia più un sogno ma una realtà sempre più vicina. Da un punto di vista del trattamento psicologico, nella fattispecie per gli psiconcologi che lavorano in strutture ospedaliere, è importante non solo essere chiari , fornire informazioni oneste, senza creare false aspettative, ma a volte (se non nella maggior parte dei casi) è opportuno comprendere che a causa della fretta, del sovraccarico del lavoro, molto spesso i medici non hanno tempo, pazienza e a volte voglia di “intrattenersi” con i pazienti per fornire loro delle informazioni o su trattamento o sulla loro condizione, per questo è necessario organizzare un lavoro in equipe formata da infermieri, oncologi e primario al fine di condividere le informazioni mediche e psicologiche per poter motivare la persona , in base alle sue motivazioni , alle sue abilità residue. Negli ultimi anni si è sviluppata una nuova unità operativa per la cura e l’assistenziale interdisciplinare delle patologie neoplastiche della mammella definita Breast Unit il cui obiettivo consiste nell’ offrire un trattamento di altissima qualità, come previsto dalle linee guida europee (EUSOMA), nell’ottica di una ottimizzazione dei tempi e delle risorse. Le figure professionali coinvolte permettono di ottimizzare e standardizzare il trattamento, di adattare l’intervento chirurgico e radioterapico alle diverse problematiche di ogni paziente con l’obiettivo di seguire la paziente oncologica lungo tutto il suo percorso di cura. Tra queste figure rientrano : l’oncologo, il chirurgo, il chirurgo plastico, il radiologo ,il radioterapista, l’anatomopatologo, lo psicologo, il genetista, la case manager, il fisiatra, una volontaria di un’associazione che si occupa del problema. Tutte queste figure professionali si incontrano una volta alla settimana per discutere su un elevato numero di casi. Poiché è dimostrato che i rapporti multidisciplinari ben qualificati sono un’arma in più per la guerra contro il tumore al seno, tutti i settori devono essere potenziati con risorse umane ed economiche tali da garantire i più elevati risultati possibili. Qual è il ruolo della psicoterapia ? Recentemente , molti neuroscienziati hanno dimostrato che la psicoterapia non solo è un trattamento psicologico che consente di indurre dei significativi cambiamenti nella sfera psichica , mutamenti persistenti negli atteggiamenti, nelle abitudini e nel comportamento conscio e inconscio, ma che lo fa anche producendo alterazione dell’espressione dei geni che producono mutamenti strutturali nel cervello e, più precisamente, dei cambiamenti nell’attività funzionale di alcune aree del cervello (Kandel 1998, 1999; Siegel 1999). Sono state condotte anche delle ricerche che hanno esplorato, anziché i cambiamenti nell’attività funzionale del cervello, i cambiamenti indotti dalla psicoterapia in alcuni parametri biologici (Paquette-Lévesque-Mensour et al. 2003; Berti-Ceroni 2003). I risultati ottenuti hanno permesso di osservare che la psicoterapia “apporta dei significativi cambiamenti nell’attività funzionale del cervello dei soggetti affetti da disturbi psichici e che questi cambiamenti cerebrali si correlano al miglioramento clinico di questi soggetti” (Wykes-Brammer-Mellers et al. 2002). Un secondo dato ottenuto è che la psicoterapia induce un cambiamento nell’attività funzionale di specifiche aree cerebrali, ossia induce un cambiamento nell’attività di quelle aree corticali e/o sottocorticali il cui funzionamento anormale sostiene i sintomi clinici che caratterizzano una specifica patologia psichica (Kandel 1999). Sono stati condotti degli studi in cui si sono confrontati i cambiamenti neurobiologici indotti da un trattamento psicologico con quelli prodotti da una terapia farmacologia. E’ emerso che la psicoterapia e il farmaco sono entrambi efficaci nella cura delle diverse patologie psichiche e che sono entrambe in grado di indurre un significativo miglioramento clinico nei agendo entrambe a livello cerebrale ovvero modificando l’attività neuronale delle stesse aree del cervello e, a livello neurobiologico, inducendo un uguale cambiamento di alcuni parametri biologici come determinati fattori neuroendocrini (Baxter, Schwartz et al. 1992). Quindi possiamo affermare che per i pazienti oncologici un percorso psicoterapico è fondamentale in quanto andrebbe a modificare il messaggio che parte dall’alto , permettendo di osservare e vivere la vita in modo congruo al proprio ”disegno biologico”, consentendo una migliore qualità di vita.

Fonti bibliografiche e sitografia

Dizionario medico Larousse

https://www.airc.it/cancro/cos-e/statistiche-tumori-italia/

www.aprilamente.it

www.lamentemeravigliosa.it

www.lastradaweb.it

http://www.neuroscienze.net

http://www.pnei-it.com

www.psiconline.it

www.psicoterapia.it

www.stateofmind.it

http://www.tumorealseno.it/breast-unit-una-conquista-un-diritto/


Dott.ssa Anna Maria Alberga - SFPID 2° ANNO DI SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE BARI







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