Introduzione
Secondo
l’OMS la salute è “ Uno stato di completo
benessere fisico, mentale e sociale, e non solo la semplice assenza
dello stato di malattia o di infermità” . La salute ,
intesa come risorsa per la vita quotidiana, è un concetto che
valorizza le capacità fisiche, sociali e personali. Partendo
da questa definizione è possibile affermare come uno stato di
benessere psico-fisico sia una condizione utile e necessaria per
favorire uno stato di completo benessere. In ambito medico ,così,
hanno preso sempre più piede alcune campagne di prevenzione di
alcune malattie, soprattutto quelle oncologiche, malattie che hanno
causato un numero di decessi elevatissimo. Il cancro viene
erroneamente considerato una malattia moderna, ma esso era già
presente nell’antichità come dimostrato dagli studi di
Galeno che documentò le correlazioni tra cancro al seno e
depressione o Socrate che evidenziò l’importanza di
curare lo spirito e le emozioni di fronte alla malattia. Negli anni
70 , grazie alle scoperte di C. Pert, D. Spegel , D. Ornish ,A.Green,
furono dimostrate le connessioni tra mente e corpo e la loro
influenza sulla salute e sul cancro. Seyle condusse degli studi per
comprendere e definire meglio il concetto di stress , giungendo alla
conclusione che : di fronte alla presenza di uno stressor l’organismo
si mette in allarme e raccoglie le sue risorse energetiche per
affrontare al meglio la situazione. Questa prima fase , definita di
allarme, termine se lo stressor si allontana, se invece il fattore di
disturbo persiste , nell’organismo avviene una attivazione
neuroendocrina per affrontare la rottura dell’equilibrio
omeostatico , entrando nella fase di adattamento ; se ciò
nonostante lo stato di equilibrio non si ricompone, l’organismo
entra nella terza fase , definita di esaurimento , dove soccombe.
Questa teorizzazione, seppure rigida e superata , ha permesso di
considerare lo stress non solo come un evento negativo , ma anche
come una premessa che consente l’adattamento; è stato
possibile così distinguere due forme di stress : Eustress ,
ovvero lo stress fisiologico che attiva risposte reversibili e non
quantitativamente eccessive e Distress, ovvero lo stress patologico
, che induce risposte irreversibili , sproporzionate rispetto alle
risorse dell’organismo che è chiamato a sostenerlo.
Basandosi su questa teorizzazione, e non solo, successive ricerche ,
hanno evidenziato il ruolo importantissimo dell’individualità
e degli stili di coping personali per far fronte agli eventi
stressanti. In ambito oncologico lo stress è un concetto
strettamente correlato al sistema immunitario ovvero agli effetti che
produce su di esso in quanto ,per tutta la vita, l’organismo
produce cellule cancerose senza sviluppare il cancro, grazie
all’intervento del sistema di sorveglianza immunitaria, il
quale scova e distrugge le cellule cancerose , prima che esse
diventino cancro . Ma se è vero che lo stress e le
predisposizioni genetiche giocano un ruolo importante
nell’eziopatogenesi dei tumori, che ruolo assume la mente ? Il
rapporto tra mente e corpo è un problema che fu inaugurato da
Platone e che da allora ha comportato diversi dibattiti nel corso dei
quali filosofi, scienziati, pensatori hanno cercato di dare una
definizione a questo costrutto . Con il progredire della ricerca il
problema mente – corpo, è stato riformulato come
problema mente-cervello e così il nocciolo della questione è
quello di capire se e come le funzioni mentali derivano da quelle
cerebrali. Con la nascita della Pnei, disciplina che si occupa della
relazione bidirezionale tra psiche e sistemi biologici di
regolazione, è stato possibile comprendere come la mente
svolge un ruolo fondamentale nella modulazione dei segnali
enterocettivi o provenienti dall’ambiente esterno; un eccessivo
carico allostatico e psicologico, collegati allo stress, sono
determinati dall’attività mentale e tale eccesso è
considerato tra i fattori di rischio per la salute. Ogni persona
cerca di contrattare costantemente un equilibrio adattivo tra le
richieste esterne e i propri bisogni, le proprie motivazioni o i
propri obiettivi. La mente regola tali processi adattivi generando
salute o malattia . Secondo questa prospettiva dunque la malattia è
un’espressione di malessere generale, indotta da
un’incongruenza tra ciò che si fa e ciò che si è.
Potremmo leggere l’insorgenza del tumore come una forma di
ribellione ad un sistema non congruo a ciò che era il
programma originario del nostro corpo ed un ritorno ad un
funzionamento cellulare ad una modalità originaria.
Il
cancro e la visione medica
Il
cancro , termine di origine latina “cancer” (granchio ),
in medicina è definito come una “neoformazione
patologica” di sostanza vivente(tumore) che ha un accrescimento
illimitato. Tale neoformazione è il risultato dello sviluppo
di cellule patologiche con peculiari caratteri, dovuto alle
deviazioni di cellule di un tessuto normale in elementi detti
cancerosi o cancerini, che non obbediscono più alle regole che
governano l’equilibrio e all’armonia dell’organismo.
Il nome cancro fu attribuito nel passato per descrivere alcune
manifestazioni esteriori di tumori ulcerati della mammella proprio
perché la loro conformazione irregolare assumeva la forma di
un granchio. I tumori possono svilupparsi a carico di ogni tessuto :
connettivo , nervoso , epiteliale possono essere benigni , quando
l’accrescimento delle cellule è locale e circoscritto
provocando disturbo a causa del loro volume e per la compressione che
esercitano; le cellule che lo costituiscono non sono anormali ma si
identificano con quelle dell’organo da cui derivano, oppure
maligni , o ad accrescimento rapido , tumultuoso , con tendenza
invasiva verso gli organi contigui e con la caratteristica di
metastasi che può comportare il raggiungimento, delle cellule
cancerine , di organi più lontani . Le cellule maligne
presentano anomalie biologiche e morfologiche , diventando atipiche e
perdendo qualsiasi capacità funzionale. Le cause possono
essere : agenti fisici ( nei marinai , studi statistici hanno
individuato come la luce solare sia un fattore predisponente per lo
sviluppo del tumore del volto o delle mani ) , agenti chimici come il
benzopirene e il benzoantracene che si trova nel fumo di scarico
delle auto o nelle sigarette, agenti ormonali , ereditarietà.
In passato fu sviluppata la teoria dell’anarchia cellulare
secondo la quale le cellule cancerose sfuggono al controllo generale
e si moltiplicano disordinatamente e illimitatamente. Un’altra
teoria è quella dei germi embrionari secondo la quale il
cancro deriverebbe da cellule embrionali non differenziate rimaste
nei tessuti , queste conservano la capacità di moltiplicarsi ,
ma non sono controllate dall’organismo e quindi si riproducono
illimitatamente invadendo e distruggendo i tessuti normali. Il cancro
è una malattia determinata dalla mutazione di due geni : gli
oncogeni , ovvero i geni promotori della crescita cellulare e gli
oncosoppressori, ovvero i geni deputati a bloccare la crescita. Il
cancro insorge quando i recettori non rispondono più a fattori
di inibizione della crescita, le chinasi fosforilano enzimi
indipendentemente dello stimolo esterno portando alla perdita di
controllo del ciclo cellulare, il che produce il sovvertimento
strutturale che a sua volta determina la perdita dei fattori di
inibizione da contatto e quindi la diffusione attraverso il circolo
ematico e linfatico delle metastasi. In base alle ultime ricerche
condotte dall’ AIRC , si stima che in Italia vi siano nel
corso dell’anno 365.000 nuove diagnosi di tumore (esclusi i carcinomi
della cute), oltre 189.000 (52%) fra gli uomini e oltre 176.000 (48%)
fra le donne. Anche se questi dati sono preoccupanti, bisogna tener
presente che la mortalità delle persone affette da cancro è
in netta discesa grazie alle nuove scoperte effettuate in ambito
medico che hanno consentito la riduzione dei decessi, inoltre la
prevenzione , effettuata periodicamente tramite test di screening,
consente di individuare precocemente piccole masse , consentendo la
loro riduzione tramite ad esempio radioterapia o chemio terapia,
oppure tramite interventi chirurgici volti a d asportare tali masse ,
prima che assumano dimensioni maggiori o prima che invadano altri
organi o tessuti.
La
Psiconeuroendocrinoimmunologia
La
PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) è la scienza che studia
la mediazione psiconeurochimica delle emozioni e degli stati
coscienza che influenzano il sistema immunitario determinando lo
stato di salute o di malattia. C’è una distinzione
paradigmatica tra la psicosomatica e la PNEI; la psicosomatica ha
permesso di capire il legame mente- corpo e ha individuato nel
sistema neurovegetativo il tramite attraverso cui un’emozione
si esprime nel corpo. Oggi grazie agli studi nell’ambito
dell’immunologia , è stato appurato che uno stato
emotivo ha un’influenza sullo stato di salute o di malattia
attraverso una precisa modulazione del sistema immunitario. La PNEI
nasce circa trent’ anni fa integrando discipline scientifiche
diverse tra loro : le scienze comportamentali, le neuroscienze,
l’endocrinologia e l’immunologia. Oggi, grazie a tutti i progressi
effettuati nell’ambito medico, si conosce in maniera più
dettagliata ,rispetto a trent’anni fa, il funzionamento del
sistema immunitario, e questo ha permesso di trovare un aggancio tra
medicina e psicologia. Questa disciplina si basa sul costrutto di
base secondo il quale esiste una stretta correlazione tra attività
mentale, comportamento, sistema nervoso, sistema endocrino e
reattività immunitaria. La PNEI è una disciplina che si
occupa quindi dello studio delle relazioni tra psiche e sistemi di
regolazione fisiologica come : sistema endocrino , nervoso ed
immunitario. Uno degli assiomi della PNEI sostiene che nulla è
puramente chimico, nulla è puramente psicologico, tutto è
psicochimico. Per comprendere meglio questa scienza, possiamo
affermare che esiste un primo livello di neurotrasmissione attraverso
cui possiamo spiegare la vita psichica ; questo primo livello è
costituito da 5 neurotrasmettitori che si occupano dell’aspetto
psicologico degli essere umani : dopamina, acetilcolina, serotonina,
istamina, noradrenalina . Ognuno di questi neurotrasmetteitori modula
dei comportamenti e degli stati d’animo ( la noradrenalina ad
esempio modula l’aggressività , lo stress; l’istamina
l’appetito ; la dopamina il piacere e le percezioni
extrasensoriali). Ad un secondo livello troviamo la neuromodulazione
costituito dal Sistema Gabaergico A e il Sistema glutamminergico. Il
primo ha un effetto inibitorio ( entra ad esempio in gioco nelle
sindromi ansiose : gli ansiolitici agiscono a livello di questo
sistema andando ad inibire questi neuroni , per questo ad esempio si
sconsiglia di guidare) ; l’altro sistema invece neurostimola,
ed è il sistema deficitario nelle malattie neurodegenerative o
in soggetti che fanno uso di sostanze stupefacenti le quali
neurostimolano il SN attraverso la stimolazione del sistema
glutaminergico . Un’eccesiva neurostimolazione porta a
neurotossicità e morte neuronale . Ad un terzo livello, quello
della psiconeuromodulazione , troviamo due sistemi : oppioide ed
endocannabinoide ; il sistema oppioide è legato allo stress ,
all’ansia , depressione, dolore ; il sistema endocanabbinoide è
legato al piacere, alla gioia, all’amore all’espansione
di coscienza. Il primo è pro tumorale e immuno deprime , il
secondo è antitumorale . Come infatti ampiamente dimostrato
dalle diverse ricerche condotte in ambito medico, il cervello
comunica sia con il sistema endocrino che con quello immunitario. Il
sistema immunitario e il sistema nervoso centrale sono in
comunicazione tra loro perché le cellule del sistema
immunitario portano all’apparato neurologico le informazioni
captate durante il monitoraggio. Quindi le funzioni mentali
comunicano con le cellule del sistema immunitario. Come avviene la
comunicazione ? Il cervello comunica attraverso i neuropeptidi con il
sistema immunitario , il quale, attraverso gli steroidi comunica con
il sistema endocrino, che a sua volta invia le risposte al cervello
attraverso altri steroidi. Se il messaggio inviato dal cervello al
sistema endocrino non necessita di essere inviato a quello endocrino,
il sistema immunitario risponde inviando al cervello messaggi
attraverso le citochine. Se il sistema endocrino , sollecitato da
quello immunitario , necessita di inviargli altri messaggi si avvale
sempre di citochine. Mediante diversi studi e ricerche condotte su
pazienti con tumore, è emerso che alcuni tumori bloccano in
maniera selettiva il sistema immunitario, così riattivandolo
si riduce il tumore. Possiamo affermare che non è
esclusivamente lo stress a immunodeprimere, ma il piacere , l’amore
, la gioia immunostimolano. Lo stress immunodeprime, ma il sistema
presente nel nostro cervello può proteggerci da malattie come
i tumore, immunostimolando il nostro organismo.
La
Comunicazione bidirezionale tra stress, emozioni e psiche.
Il
dualismo cartesiano mente-corpo, a livello teorico , è stato
superato dai tempi di Damasio, ma grazie alle attuali ricerche
condotte nell’ambito della psicosomatica, e grazie
all’evoluzione delle tecniche di misurazione e analisi del
funzionamento neuro anatomico che ha permesso l’integrazione
delle neuroscienze, dell’endocrinologia ed immunologia, con lo
sviluppo della Pnei, si è sviluppata sempre più la
consapevolezza che ci sono dei meccanismi che collegano il pensiero
alle nostre reazioni corporee. Attualmente sembra che l’incapacità
di esprimere le emozioni e la presenza di stress cronico indebolisce
il sistema immunitario, favorendo l’insorgenza di diverse
malattie tra cui il tumore. Lo stress è definito come una
reazione emozionale intensa ad una serie di stimoli esterni / interni
che mettono in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura
adattiva. Se gli sforzi che la persona mette in atto per gestirlo
falliscono , l’essere umano è sottoposto ad una
vulnerabilità nei confronti della malattia psichica, somatica
o di entrambe. Lo stress ha assunto un ruolo centrale nelle risposte
psico-fisiche connesse all’intreccio dei tre apparati. Quando
l’organismo è sottoposto a stressor , avviene il
rilascio di ormoni quali adrenalina e cortisolo. L’adrenalina è
un neurotrasmettitore del SNC, la cui funzione è quella di
trasmettere le informazioni tra le cellule e il sistema nervoso
centrale e viene prodotto da neuroni adrenergici , concentrati nel
locus coeruleus che proiettano verso la corteccia cerebrale , sistema
limbico talamo ed ipotalamo è coinvolto nella regolazione del
tono dell’umore . Il cortisolo, definito nell’ambito
scientifico come l’ormone dello stress, invece è un
ormone prodotto dalle ghiandole surrenali e rientra nella famiglia
dei glucocorticoidi. I suoi livelli, controllati dall’ipotalamo,
sono generalmente alti al mattino e calano con il proseguire delle
ore . Durante la notte l’ormone segue il suo ciclo e al mattino
le riserve sono nuovamente al massimo. Esso controlla il metabolismo
degli zuccheri , dei grassi, e interviene nella regolazione della
pressione del sangue in risposta allo stress. Lo stress , provocato
da situazioni esterne, da pensieri o da emozioni negative, in piccole
dosi , può essere positivo poiché può indurre la
persona a mettere in atto strategie di coping , ad evitare pericoli,
a valutare più alternative; tuttavia quando lo stress diventa
cronico può danneggiare la nostra salute. Da un punto di vista
fisiologico , di fronte a stress di durata limitata si verifica un
rialzo ormonale dei due neurotrasmettitori sopracitati che potenzia
l’azione immunitaria , attiva delle reazioni fisiche di
adattamento e migliora le capacità di concentrazione e
attenzione. Quando invece la mente della persona è coinvolta
emotivamente in situazioni di sofferenza , di rabbia, risentimento,
sconforto o angoscia per periodi prolungati , le stesse sostanze
che inizialmente producono effetti positivi , diventano nocive come
le tossine che inquinano il corpo. In questo stadio , che
caratterizza lo stress cronico, si attivano meccanismi dannosi come
la soppressione della risposta immunitaria. Quando la reazione
emozionale è adattiva e si associa ad uno stress fisiologico,
non ha significato patogeno; se invece le modalità di
espressione emozionali sono sbilanciate , si verificano reazioni
disfunzionali. Secondo l’approccio della PNEI , lo stretto
legame tra mente e corpo è di tipo bidirezionale : le emozioni
e lo stress agiscono sulla salute fisica e a sua volta la psiche
influenza l’organismo stesso. Il sistema immunitario , che
comunica con la psiche , quando la persona è stanca o con il
morale basso, risponde meno e la persona tenderà ad ammalarsi
più frequentemente o a sviluppare disturbi come herpes o altre
patologie associate ad un sistema immunitario compromesso. Quando lo
stress subentra in seguito a perdite emozionali o lutti, può
diventare concausa dello sviluppo e /o dell’insorgenza di
malattie autoimmuni o tumorali. La pratica clinica conferma che gli
stati emotivi negativi dei pazienti influenzano l’insorgenza e
il decorso della malattia e si associano ad una netta diminuzione
delle funzioni immunitarie in quanto il sistema immunitario ,
collegato a quello nervoso ed endocrino subisce l’impatto di
emozioni quali paura, rabbia , ansia e depressione. Inoltre è
stato osservato come pazienti l’alessitimici , ovvero persone
con deficit della consapevolezza emotiva , palesato dall’incapacità
di mentalizzazione , presentano un elevato aumento , nei livelli
plasmatici di cortisolo, conseguente ad un iperattivazione dell’asse
ipotalamo ipofisi surrene , il sistema che si attiva in caso di
stress. La reazione emotiva inibita, con persistenza temporale,
comporta una riduzione della risposta immunitaria contribuendo ad una
maggiore vulnerabilità alle malattie anche tumorali. A questo
punto sorge legittimamente una domanda : La nostra mente è
tanto potente da influire su nostro stato di salute ? Se paragoniamo
la mente ad un computer, il nostro sistema immunitario può
essere paragonato ad un antivirus : se il computer funziona male,
inviando messaggi non congrui , l’antivirus si disattiva ,
rendendo l’accesso dei virus molto più facile. Quindi
modificando ciò che viene prodotto dall’alto, i nostri
pensieri, la nostra modalità di affrontare la vita , entrando
in comunicazione con i propri bisogni e soddisfacendoli , è
possibile attivare una comunicazione congruente, equilibrata tra i
diversi sistemi. Vivere senza stress o senza e mozioni negativi
sarebbe impossibile, ma potenziando la abilità e le capacità
presenti in ogni essere umano, si potrebbe ottenere una visione
alternativa, meno negativa talvolta , della vita e consentire una
maggiore produzione dei neurotrasmettitri del piacere.
L’irreversibilità
del tumore verso la reversibilità
Il
prof.re Mario Biava si è occupato del ruolo dei cancerogeni
nel determinare l’origine dei tumori e ha notato i diversi
effetti di queste sostanze : se vengono somministrati durante la fase
iniziale della gravidanza , definita organogenesi, in cui si formano
tutti gli organi e apparati , queste sostanze non inducono la
patologia tumorale; al termine dell’organogenesi la
somministrazione di queste sostanze dà origine a tumori nella
prole. Durante l’organogenesi , periodo durante il quale da
un’unica cellula staminale totipotente si formano, attraverso
stadi di successione diverse altre cellule staminali (pluripotenti,
oligopotenti ecc) fino ad arrivare alla formazione di cellule
completamente differenziate, ci sono delle sostanze responsabili
della correzione dei danni indotti da sostanze cancerogene. Mediante
altre ricerche così, si è cercato di capire se è
possibile riprogrammare queste cellule tumorali presenti negli
organismi adulti, proponendo risultati positivi poiché : i
fattori che sono in grado di differenziare le cellule staminali
bloccano il ciclo cellulare delle cellule tumorali e poi tentano di
riparare i danni che sono all’origine della malignità;
se i danni non sono troppo gravi vengono riparati e le cellule si
normalizzano. Ecco perché è possibile affermare che le
malattie tumorali sono malattie reversibili . Se le alterazioni sono
troppo gravi e non riparabili vengono attivati i geni dell’apoptosi
e le cellule muoiono, facendo uscire le cellule tumorali dal giro
della moltiplicazione. Questa scoperta permette di utilizzare un
approccio biologico, piuttosto che farmacologico, naturale che
inducono le cellule staminali alterate verso la normale fisiologia.
L’approccio chemioterapico e l’uso di queste sostanze
deve essere integrato per ottenere migliori risultati. Nella seconda
parte della ricerca sono state studiate queste sostanze nel momento
in cui la vita si forma e quindi è stato considerato il
periodo della vita in cui sono presenti tutte quelle sostanze che
regolano i geni .Alla fine dell’organogenesi, il codice che è
in grado di riprogrammare il DNA si disperde nei vari organi , mentre
nel momento iniziale della vita il codice che regola i geni funziona
diversamente. Esistono effetti diversi legati ai singoli eventi che
hanno origine all’inizio della vita embrionale. Queste
sostanze, prese all’inizio del differenziamento, possono
mantenere attivi i geni staminali e impedire l’invecchiamento
cellulare , prolungando la vita, mentre prese alla fine del processo
di differenziazione è possibile rallentare la moltiplicazione
delle cellulare tumorale e di riprogrammazione. Per comprendere
meglio tutto questo, è possibile prendere delle cellule
normali ed esporle ad un ingiuria genotossica, cioè a qualcosa
che modifica il Dna; si otterrà un errore di duplicazione
cellulare casuale. Avere delle cellule che si trasformano non è
di per sé un problema per l’organismo, ma se si
continuano ad esporre queste cellule a fattori genotossici, esse
invieranno informazioni diverse da quelle di prima e svolgeranno
una funzione epigenetica . E’ risaputo che non intervenendo
sulle cellule pre cancerose, queste si trasformano in cellule
tumorali. Smettendo di bombardarle con elementi genotossici
,basterà solo la duplicazione nel tempo e l’esposizione
a fattori epigenetici e da precancerosi e cancerose nasce il tumore.
Intervenendo prima, riducendo l’impatto con fattori epigenetici
che fanno sbagliare la lettura, il pacchetto di cellule precancerose
viene eliminato. Per questo non tutti sviluppiamo i tumori anche se
siamo esposti alle stesse ingiurie genotossiche come : conservanti
degli insaccati, formaggi affumicati con la formaldeide, fumo di
sigarette, smog, correttori del pane (calce nella farina per farlo
più bianco ). La proliferazione incontrollata delle cellulare
che può essere indotta sia da mutazioni nei geni ma anche da
processi che bloccano la trascrizione di geni che hanno una funzione
protettiva. Questa scoperta apre le porte a nuove prospettive
terapeutiche per i tumori che hanno origine da un simile processo
epigenetico, dato che è potenzialmente reversibile.
La
presa in carico dei pazienti oncologici
Il
paziente oncologico è una persona che ad un certo punto
si trova a vivere un confronto diretto con la vita, il dolore e con
la morte. Di fronte alla comunicazione , da parte di medici , spesso
troppo indaffarati per rendersi conto che di fronte a loro si trova
una persona, e che quindi prestano poca attenzione ai “modi”
per comunicare la malattia , si attivano una serie di domande nella
mente che si mescolano alla fantasia, comune ormai, che questa
malattia evoca . La mente del paziente è invasa da mille
domande : Cosa mi accadrà? Morirò? Cosa devo fare
adesso ? Perché proprio a me? Se la persona ha esperienze
negative , ovvero se ha perso ,a causa del cancro amici, parenti,
genitori, lo scenario fantasmatico che si apre è mille volte
più negativo rispetto a chi ha avuto esperienze positive o
personali o di familiari / conoscenti o entrambi. Molto
frequentemente accade che la persona a cui viene diagnosticato un
tumore, sia una recidiva, a questo punto avviene una sorta di
“razionalizzazione” che porta alla conclusione che se la
prima volta era un caso che si fosse sviluppato un tumore , questa
seconda volta esso è comparso perché il proprio corpo
lo produce. Con la somministrazione della chemioterapia, peli e
capelli delle persone che hanno una ricrescita rapida, iniziano a
cadere , e questo , soprattutto nelle donne , comporta ad una perdita
della propria identità: guardarsi allo specchio, senza i
propri capelli rende irriconoscibile il proprio viso, lo schema
corporeo salta, e questo rende più complicata la compliance.
Se la massa tumorale risulta asportabile, nel caso di tumori
all’apparato gastrointestinale , i medici stomizzano i
pazienti, a volte per il periodo in cui si sottopongono al
trattamento farmacologico, altre volte la sacca resta a vita. Questo
comporta , spesso , un rifiuto che si esplica con maggiore
aggressività , vergogna, timore del giudizio. Durante la mia
esperienza nel reparto di medicina interna dell’Ospedale
Generale F. Miulli (Acquaviva delle Fonti), dove i pazienti di un’età
compresa tra i 18e 90 anni(e oltre) si recano quotidianamente per
sottoporsi a cicli di chemioterapia, ho potuto constatare , in un
gruppo corposo di persone , l’attivazione di meccanismi di
difesa primitivi , come il diniego , ovvero , durante le visite in
reparto , molti pazienti oncologici, parlano di tutte le
problematiche , tranne di quello che sta accadendo, rispettano le
prescrizioni farmacologiche che i medici rilasciano, quasi entrando
in fusione con tale figura, si adattano alle restrizioni che questa
nuova fase di vita impone mantenendo i loro interessi, cercando
soluzioni per andare avanti, riponendo speranze nella medicina e nei
suoi progressi. Personalmente credo che il rispetto di questa scelta,
anche se inconscia , sia fondamentale, anche perché, ho
osservato come proprio in questi pazienti , il periodo post chemio, a
volte post operatorio, nonché la ripresa è molto più
favorevole rispetto ad un secondo gruppo di persone che ho osservato
, il quale tende a reagire con sintomi depressivi e a vivere “il
male del secolo” in maniera passiva, ovvero subendo e
collaborando molto poco con i medici. Con i pazienti oncologici, la
rigidità dei protocolli della psicologia dovrebbe venire
meno; a volte il contatto con le loro mani( contatto che, come spesso
emerge da alcuni racconti spesso viene evitato dai familiari per il
timore di un contagio) spesso spaccate a causa dei farmaci, il
commuoversi con loro di fronte alla remissione della massa tumorale,
gioire per i loro traguardi , comparta una riflessione quotidiana che
arricchisce interiormente e che consente di rivalutare il senso della
propria vita. . Tramite la somministrazione del test HADS, è
possibile individuare la presenza di ansia e depressione nei pazienti
ospedalizzati. Il punteggio ottenuto , che va da assente- basso –
alto, permette di ottenere una valutazione testistica , tramite la
quale è possibile far comprendere, in particolar modo alle
persone che necessitano di un riscontro tramite test, l’importanza
di intraprendere un percorso di psicoterapia, che per loro è
totalmente gratuito, al fine di favorire una maggiore compliance con
il trattamento ed una modifica strutturale neuronale, poichè è
stato ampiamente dimostrato come la presenza di ansia e depressione
impattano negativamente in quanto ,in alcuni casi, causano astenia,
inappetenza , maggiore aggressività ( indotta anche dalla
somministrazione del cortisone ), riduzione delle relazioni sociali,
presenza di temi mortiferi che , nell’insieme rendono meno
efficace il trattamento chemioterapico. Frequentemente la paura della
morte, o meglio la paura di “non avere un’altra
occasione” paralizza o induce a riprendere in mano il tempo che
resta per fare quello si vuole realmente fare . Negli ultimi anni in
ambito medico, grazie alle molteplici scoperte effettuate, sono stati
prodotti farmaci di nuova generazione che non solo hanno ridotto di
parecchio gli effetti negativi della chemioterapia, e quindi
consentono una qualità di vita migliore rispetto al passato,
ma hanno permesso di allungare la vita garantendo una sopravvivenza
che fino a qualche anno fa era impensabile, per cui è stato
possibile notare come chi sopravvive al marchio della morte lasciato
dal tumore, ha una percezione del tempo diversa , ovvero c’è
una sorta di blocco nel fare programmi a lungo termine, hanno cioè
imparato a “vivere giorno per giorno” godendosi quello
che hanno. Lo psicologo può aiutare il paziente ad affrontare
il cambiamento fisico e patologico, fornendo informazioni veritiere
sia in merito al suo reale stato di salute, sia in merito agli
effetti collaterali a cui potrebbe andare in contro. Questa forma di
sostegno consente di ridurre le fantasie dei pazienti che generano
ansie e che sono collegate alle informazioni , spesso erronee , che
si hanno sui farmaci, sul decorso della malattia, sulla
sopravvivenza. Successivamente lo psicologo può incoraggiarlo
ad esprimere , a comunicare le sue emozioni, favorendo modalità
adattive per affrontare il tumore.
Conclusioni
Come
affermato in un articolo delle “Le scienze” nel 2016, per
difendersi dal cancro è possibile utilizzare “una nuova
generazione di trattamenti che stimolano il sistema immunitario a
combattere e controllare le cellule maligne ha raggiunto risultati
considerevoli nel corso degli ultimi cinque anni”. Diverse
persone affette da cancro alla pelle, ai polmoni o da linfomi in
stadio avanzato , sono stati tratti con questi trattamenti ottenendo
risultati favorevoli. Questo consente di sperare che una cura ai
diversi tipi di cancro non sia più un sogno ma una realtà
sempre più vicina. Da un punto di vista del trattamento
psicologico, nella fattispecie per gli psiconcologi che lavorano in
strutture ospedaliere, è importante non solo essere chiari ,
fornire informazioni oneste, senza creare false aspettative, ma a
volte (se non nella maggior parte dei casi) è opportuno
comprendere che a causa della fretta, del sovraccarico del lavoro,
molto spesso i medici non hanno tempo, pazienza e a volte voglia di
“intrattenersi” con i pazienti per fornire loro delle
informazioni o su trattamento o sulla loro condizione, per questo è
necessario organizzare un lavoro in equipe formata da infermieri,
oncologi e primario al fine di condividere le informazioni mediche e
psicologiche per poter motivare la persona , in base alle sue
motivazioni , alle sue abilità residue. Negli ultimi anni si è
sviluppata una nuova unità operativa per la cura e
l’assistenziale interdisciplinare delle patologie neoplastiche della
mammella definita Breast Unit il cui obiettivo consiste nell’
offrire un trattamento di altissima qualità, come previsto
dalle linee guida europee (EUSOMA), nell’ottica di una ottimizzazione
dei tempi e delle risorse. Le figure professionali coinvolte
permettono di ottimizzare e standardizzare il trattamento, di
adattare l’intervento chirurgico e radioterapico alle diverse
problematiche di ogni paziente con l’obiettivo di seguire la paziente
oncologica lungo tutto il suo percorso di cura. Tra queste figure
rientrano : l’oncologo, il chirurgo, il chirurgo plastico, il
radiologo ,il radioterapista, l’anatomopatologo, lo psicologo,
il genetista, la case manager, il fisiatra, una volontaria di
un’associazione che si occupa del problema. Tutte queste figure
professionali si incontrano una volta alla settimana per discutere su
un elevato numero di casi. Poiché è dimostrato che i
rapporti multidisciplinari ben qualificati sono un’arma in più
per la guerra contro il tumore al seno, tutti i settori devono essere
potenziati con risorse umane ed economiche tali da garantire i più
elevati risultati possibili. Qual è il ruolo della
psicoterapia ? Recentemente , molti neuroscienziati hanno dimostrato
che la psicoterapia non solo è un trattamento psicologico che
consente di indurre dei significativi cambiamenti nella sfera
psichica , mutamenti persistenti negli atteggiamenti, nelle abitudini
e nel comportamento conscio e inconscio, ma che lo fa anche
producendo alterazione dell’espressione dei geni che producono
mutamenti strutturali nel cervello e, più precisamente, dei
cambiamenti nell’attività funzionale di alcune aree del
cervello (Kandel 1998, 1999; Siegel 1999). Sono state condotte anche
delle ricerche che hanno esplorato, anziché i cambiamenti
nell’attività funzionale del cervello, i cambiamenti
indotti dalla psicoterapia in alcuni parametri biologici
(Paquette-Lévesque-Mensour et al. 2003; Berti-Ceroni 2003). I
risultati ottenuti hanno permesso di osservare che la psicoterapia
“apporta dei significativi cambiamenti nell’attività
funzionale del cervello dei soggetti affetti da disturbi psichici e
che questi cambiamenti cerebrali si correlano al miglioramento
clinico di questi soggetti” (Wykes-Brammer-Mellers et al.
2002). Un secondo dato ottenuto è che la psicoterapia induce
un cambiamento nell’attività funzionale di specifiche
aree cerebrali, ossia induce un cambiamento nell’attività
di quelle aree corticali e/o sottocorticali il cui funzionamento
anormale sostiene i sintomi clinici che caratterizzano una specifica
patologia psichica (Kandel 1999). Sono stati condotti degli studi in
cui si sono confrontati i cambiamenti neurobiologici indotti da un
trattamento psicologico con quelli prodotti da una terapia
farmacologia. E’ emerso che la psicoterapia e il farmaco sono
entrambi efficaci nella cura delle diverse patologie psichiche e che
sono entrambe in grado di indurre un significativo miglioramento
clinico nei agendo entrambe a livello cerebrale ovvero modificando
l’attività neuronale delle stesse aree del cervello e, a
livello neurobiologico, inducendo un uguale cambiamento di alcuni
parametri biologici come determinati fattori neuroendocrini (Baxter,
Schwartz et al. 1992). Quindi possiamo affermare che per i pazienti
oncologici un percorso psicoterapico è fondamentale in quanto
andrebbe a modificare il messaggio che parte dall’alto ,
permettendo di osservare e vivere la vita in modo congruo al proprio
”disegno biologico”, consentendo una migliore qualità
di vita.
Fonti
bibliografiche e sitografia
Dizionario
medico Larousse
https://www.airc.it/cancro/cos-e/statistiche-tumori-italia/
www.aprilamente.it
www.lamentemeravigliosa.it
www.lastradaweb.it
http://www.neuroscienze.net
http://www.pnei-it.com
www.psiconline.it
www.psicoterapia.it
www.stateofmind.it
http://www.tumorealseno.it/breast-unit-una-conquista-un-diritto/
Dott.ssa
Anna Maria Alberga - SFPID
2° ANNO DI SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE BARI
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