PianetaCounseling
Tra
gli argomenti trattati nel secondo anno di corso per diventare
Counselor professionista, quello che più mi ha affascinato è
il concetto di Epigenetica. Affascinato nel senso che vi ho trovato
rifugio, sentendomi come protetto da ali di aquila. il pensiero, che
come disse Lawrence D ‘Arabia dopo aver attraversato il
deserto “Niente sta scritto” ha stimolato la mia
curiosità e fantasia.
Se
effettivamente il nostro destino non è scritto nei geni, nel
senso che il nostro patrimonio genetico si presenta come una
tastiera di pianoforte, ma quali tasti decidiamo di accarezzare
per trarne la melodia della nostra vita dipende dalle nostre scelte.
Questo ha una portata rivoluzionaria, che incontra la mia anima
quando s’interroga sul significato delle nostre esistenze. Mi
sono sempre dibattuto sul rapporto libertà- necessità.
Freud con la pubblicazione dell’opera” Interpretazione
dei sogni” nel 1905 scopriva l’inconscio, ma la teoria
psicanalitica ben presto cominciò a risentire di determinismo,
oltretutto siamo in pieno clima positivistico. Freud e i suoi seguaci
pur di convalidare tale teoria sacrificarono il libero arbitrio. Se
l’uomo non è il prodotto delle sue scelte , come Berger
sostenne più tardi nell’opera “l’Imperativo
eretico” cos’è? mi sono sempre chiesto .
Ho
conosciuto per ragioni di studio e lavoro le scuole di psicologia
che si sono succedute nel secolo scorso e finalmente mi sono
imbattuto nell’approccio umanistico di Carl Rogers fondatore
del counselig, nato per aiutare i reduci di guerra. Ecco concetti di
ottimizzazione di risorse e sviluppo delle potenzialità umane
unite ad una adeguata motivazione, mi hanno fatto tornare la fiducia
riguardo alla possibilità dell’uomo di essere il
capitano della propria anima come disse Nelson Mandela e prendere in
mano la propria vita per attribuirne senso e direzione. Datemi una
possibilità, tuonavano gli esistenzialisti da Kierkegaard in
poi reduci dall’ impalcatura hegeliana dello Spirito Assoluto,
che aveva schiacciato il singolo a mero momento della dialettica
idealistica, singolo che la sua libertà doveva risolvere
nell’autorità del maestro e nello stato etico Queste
digressioni per affermare la gioia di chi scopre la perla più
preziosa del campo e vende tutto per comprare quel campo dove è
sepolta la perla che prende il nome di libertà.
Quindi
anche le scienza con l’Epigenetica ci dice che possiamo
scegliere e non siamo determinati da geni, idee innate o quant’altro,
ma l’esperienza può essere il campo in cui possiamo
entrare nel gioco delle libertà e dire la nostra. Anche se le
condizioni di partenza possono essere le più difficili, anche
se gli apprendimenti possono essere condizionanti e traumi di varia
natura scuotono le nostre esistenze è possibile rinascere,
ovviamente quando è necessario l’aiuto di un buon e
coscienzioso professionista pregiudizi e stereotipi di ogni tipo
devono lasciare il posto alla volontà di intraprendere un
percorso, che possa ridare fiducia al soggetto in se stesso, cercando
in sé le risorse da attivare per superare momenti di crisi,
che ogni uomo è chiamato ad attraversare per diventare uomo
libero ,come Ulisse che affrontò i perigli dell’avventura
umana, tra desiderio di mistero e voglia di casa , così da
tornare a Itaca da uomo nuovo.
A
casa, a casa così ogni uomo dovrebbe sentirsi nella propria
vita, libero da ogni senso di colpa. Eppure l’uomo credo sia
naturalmente esposto alla colpa in quanto chiamato ad agire e
semplicemente quando s’imbatte in qualcosa che non è
come dovrebbe essere o come ce lo siamo immaginato, ecco come un
tarlo insinuarsi e ingabbiare intere vite. Non è facile
liberarsene , l’unica strada è rinunciare al controllo,
lasciare essere le cose per quello che sono. Può essere
liberante non ergersi a unico protagonista sul palcoscenico della
vita, ma insieme giocarsi per costruire una umanità pronta a
spendersi per un motivo d’amore e pensare che tutto è
semplicemente umano troppo umano
Fabio
Santacroce
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