E’
una nuova e originale crew musicale tutta cosentina che, nonostante
abbia iniziato solo per gioco, senza alcun dispendio economico e
pubblicitario, è riuscita a far diventare virali molti suoi
slogan. Il perché di tanto successo probabilmente sta nella
capacità di saper guardare con occhi attenti alla realtà
e di saperla raccontare con fare ironico, a volte sarcastico e anche
canzonatorio senza però mai scadere diventando offensivi o
provocatori. I componenti, professionisti navigati, si mostrano al
pubblico mascherati poiché il loro desiderio è che
chiunque possa immedesimarsi in loro e sentirsi un po’
“Zabatta”. La lingua che utilizzano è il dialetto
cosentino poiché si fanno portavoci di una terra, la loro,
attraverso modi di dire prettamente territoriali cosi da diventare
espressione di una cosentinità a volte arrugginita e
dimenticata o addirittura arcaica, in cui, soprattutto i giovani, si
immedesimano e identificano riscoprendo, in modo moderno ed
entusiasmante, le tradizioni della propria terra.
Chi
sono gli “ZABATTA STAILA”?
SOLFAMI’:
Sono sei “pazzi” furiosi, trovatisi a vicenda e per
caso, che fanno musica, video, si pubblicizzano da soli e cercano di
portare la cosentinità un po’ ovunque raccontando di ciò
che appartiene alla propria generazione, ma anche alle generazioni
dei loro genitori.
Questi
“pazzi”, vogliamo dire come si chiamano?
SOLFAMI’:
Allora…. Zabatta, Solfamì, Jekky Di Nola
( l’uomo con la maschera a scacchi), poi Marracaibo
(il coniglio che sembra cattivo e lo è!) e, in fine, IVANA
SPAGNA che sono l’uno il clone dell’altro
( autori dei video insieme a “Barbetta”)
Come
nasce l’idea di questo progetto?
ZABATTA:
L’idea nasce dal fatto che sia io che Solfamì, ci siamo
trasferiti in un altro paese e ci siamo stabiliti a Londra. Abbiamo
vissuto una storia come tante, sentita e risentita molte volte…
E’ stato proprio quel senso di malinconia, quella “mancanza”
che si prova quando non si è nel proprio luogo natio che ci ha
portato a notare e dare un peso a delle cose a cui altrimenti non si
farebbe caso… come il cibo, il clima, la camicia stirata, il
caffè… e a sentire l’esigenza di trovare un modo
per raccontarlo.
Qual
è il primo brano, da cui tutto ha avuto origine, che avete
realizzato e che poi avete cambiato e ri-realizzato?
ZABATTA:
Si intitola “Portami a Cuse’ ”, realizzato, come
del resto gli altri due successivi, su basi musicali preesistenti e
non originali. Sono state poi rifatti con basi originali, arrangiate
da me e Solfamì, come , del resto, tutto gli altri brani
dell’album.
Siete
diventati un fenomeno territoriale, secondo voi questo successo a
cosa è dovuto?
SOLFAMI’:
Credo che il terreno sia fertile, nel senso che il primo motivo
penso sia dovuto al fatto che non ci siano molti artisti che provano
ad “esprimersi” col dialetto, almeno non nella musica
POP. Siamo stati fortunati perché non c’è mai
stato nulla di simile in questo genere mentre nel Rap sì e
parliamo di Turi che fa sicuramente delle belle cose. Di certo incide
anche il fatto evidente che facciamo le cose per divertirci ed è
per questo probabilmente che riusciamo a coinvolgere la gente; in
più, noi diciamo la verità, siamo degli attenti
osservatori di tutto ciò che accade intorno e riusciamo a
metterlo in versi raccontando la vera realtà in cui la gente
si riconosce. Non ci inventiamo niente!
A
proposito di “raccontare”… Quali sono i temi che
più vi stanno a cuore, di cui vi occupate più
volentieri, visto che trattate di Cosenza e dintorni, suoi usi e
costumi e modi di dire?
ZABATTA:
A noi piace raccontare le storie, quindi ci lasciamo ispirare da ciò
che ci accade intorno, a partire dai malesseri, dalle cose
simpatiche, dalle cose ironiche che notiamo… Poi… siamo
convinti che le persone del sud abbiano una inclinazione naturale nel
trovare l’ironia nella tragedia e questo è anche, in
modo del tutto spontaneo, lo spirito dei nostri testi.
Ma
c’è una divisione dei compiti? Chi è la “mente”
dei testi e chi delle melodie?
SOLFAMI’:
Partiamo dal fatto che il tutto, IN PRINCIPIO, è partito
completamente da Zabatta! E’ lui che ha avuto l’idea e ha
deciso di investirci tempo ed energie; mi ha coinvolto già
dal secondo brano e da lì, siamo partiti insieme in questa
avventura scrivendo tutto ciò che ci viene in mente, senza
seguire alcun tipo di regole, ma andando a ruota libera ed evitando
che qualcuno di noi potesse attribuirsi il ruolo di prima donna:
tutto si fa per amore del progetto, affinchè si ottenga sempre
il miglior risultato possibile sia a livello compositivo che dei
testi che degli arrangiamenti.
E’
uscito da poco il vostro cd “ZABABOOM”, dove possiamo
trovarlo?
ZABATTA:
Lo potete trovare nei vari “firmacopie” che stiamo
organizzando in giro e ai nostri LIVE.
Impegni
imminenti?
SOLFAMI’:
E’ partito il nostro ZABATOUR, completamente rinnovato rispetto
a quello precedente. Ci sarà l’aggiunta di un favoloso
Leadwall che proporrà giochi di luci, video e tante sorprese!
Ci saranno nuove canzoni da ascoltare e ballare insieme… come
sempre!
Ultime
curiosità.... I vostri pezzi sono tutti molto veloci ed
ironici…. tranne uno che ho ascoltato e apprezzato e trovato
molto emozionante: “OI MA’ “. Qual è la sua
storia?
SOLFAMI’:
Visto che i nostri racconti sanno di verità, una volta
rientrati da Londra, abbiamo guardato alla nostra esperienza con
occhi diversi distinguendo quanto di positivo o negativo ci fosse e
“quanto” ci fosse mancato della nostra terra,
riproponendoci di “viverla” appieno anche perché
Cosenza, rispetto a quando siamo partiti, è cambiata e sta
cambiando. Abbiamo scritto un testo vero, crudo in cui però
molti giovani che sono emigrati all’estero, soprattutto del
sud, si sono riconosciuti perché accomunati dalla stessa
sorte.
Una
domanda che faccio ad entrambi. Qual è il pezzo dell’album
che preferite e perché?
SOLFAMI’:
“OI MA’ “ perché racconta senza mezze misure
la nostra storia di emigrati.
ZABATTA:
Io li amo tutti, credo che il brano che potrei preferire forse ancora
lo dobbiamo scrivere.
Avete
scoperto, per caso, che qualcuno ( Nicola Savino) ha passato il
vostro brano “OKEREKE”, scritto per il passaggio della
squadra del Cosenza in serie B, su RADIO DJ, cosa è successo?
E’
successo che le persone ci scrivevano, in tempo reale, avvisandoci di
questa cosa che assolutamente ignoravamo!!!
Beh,
di sicuro sarà solo il primo di tanti passaggi sulle reti
importanti e che meritate! Noi vi facciamo i complimenti e tanti in
bocca al lupo.
ZABATTA
e SOLFAMI: Viva il lupo!!!
Stefania
Labate – Vocal
Coach







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