Giovedì
10 novembre dalle ore 20:45 alle ore 23:00, Lisa Borzani vincitrice
del Tor Des Geants 2016 e Paolo Pajaro finisher, chiacchiereranno di
corsa, montagna, trail, Tor des Geants presso l’Auditorium
Scuole Medie, via Don Luigi Milani, Villatora di Saonara (Padova).
In
questo sport considerato anche estremo e non alla portata di tutti,
bisogna essere cauti, è importante essere in contatto con il
proprio corpo, le sensazioni corporee, ed è importante
approcciarsi con umiltà e gradualità, monitorarsi.
Gare
lunghe, molto impegnative, con un’attenzione elevata al
percorso, all’alimentazione, al vestiario, durante la gara si
corre con diverse condizioni climatiche e quindi, bisogna fare
attenzione al freddo, al caldo, all’integrazione alimentare, a
non distrarsi lungo il percorso, a monitorarsi attentamente.
Il
Tor des Géants con partenza ed arrivo a Courmayeur, è
considerato "il trail più duro al mondo", il tempo
limite è di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, il
tracciato misura circa 330 km per un totale di 24.000 metri di
dislivello positivo, e la Regina quest’anno è la
padovana Lisa Borzani che ha tagliato il traguardo dopo 91 ore e 9
minuti e classificandosi 7^ nella classifica generale arrivando alle
5,10 del mattino.
Le
gare di endurance ti consumano sia fisicamente che mentalmente, ti
logorano, per questo è importante non solo la preparazione
fisica ma anche un sano approccio mentale ed una preparazione
nutrizionale. Vengono mobilitate tante energie fisiche e mentali
durante una gara della durata di 91 ore pertanto è
indispensabile successivamente un sano recupero, prolungato e tante
coccole.
Approfondiamo
la conoscenza della Regina del Tor 2016 attraverso le risposte ad
alcune domande.
Cosa
cambia ora? “Dopo il Tor, non credo cambierà nulla,
tornerò alla vita normale fatta di ufficio e allenamento.”
Lisa
appare sempre positiva, sempre con il sorriso, amante della natura,
libera di correre nei sentieri naturali partecipando a gare sempre
più ardue ed impegnative, atleta della nazionale Italiana
Ultratrail già salita sul podio il 2015 con il resto della
squadra femminile per ricevere un bronzo mondiale, corona anche il
sogno di arrivare prima donna al Tor dei Giganti della Valle da Aosta
dopo essere arrivata nei due precedenti anni sempre seconda.
Hai
avuto cedimenti, rischi, malori? “In gara non ho avuto malori,
solo qualche crisi di testa che sono però riuscita a
superare.”
Se
sei un atleta esperto e sai a cosa vai incontro e conosci i tuoi
limiti e le tue potenzialità, le crisi come vengono così
se ne vanno.
L’anno
scorso conobbi Lisa e le chiesi di rispondere ad un questionario le
cui risposte riporto di seguito molto interessanti che trasmettono la
passione e l’amore per lo sport outdoor di endurance.
Cosa
ti motiva ad essere ultramaratoneta? “La voglia di pormi degli
obiettivi anche ‘importanti’ come distanza o dislivello
(nell’ultratrail) e di cercare di lavorarci su per
raggiungerli.”
Quali
i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare
estreme? “La voglia, l’entusiasmo, la serenità
interiore e con chi ti sta accanto sono per me elementi psicologici
fondamentali.”
Passione,
entusiasmo, serenità diventano meccanismi psicologici
indispensabile per continuare a far bene ed avere sempre stimoli che
ti spingono a fare di più e sempre meglio.
Cosa
ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? “La
curiosità e la voglia di vedere se ce la posso fare, sempre
con la consapevolezza che non sono un super eroe e che quindi posso
anche fallire perché fa parte del gioco.”
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare
estreme? “Paolo, il mio compagno, condivide tutto con me:
allenamento, gare, preparazione e questo oltre ad essere stupendo per
me è anche una bellissima fonte di forza. Mia mamma dice il
rosario tutte le sere affinché il Signore mi convinca a
smettere perché teme che io, abbastanza minuta, possa
consumarmi del tutto!! Mio papà però è mio
segreto complice! I miei amici che praticano anche loro le ultra mi
capiscono benissimo. Gli altri un po’ meno ma mi supportano ed
incoraggiano.”
Che
significa per te partecipare ad una gara estrema? “Significa
mettermi in gioco, provare a raggiungere l’obiettivo
prefissato, iniziare un’avventura ‘programmata’ e
preparata.”
Come
è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? “Devo
cercare di ‘incastrare’ tutto: lavoro, famiglia e sport
perché le ultra richiedono indubbiamente tante ore da dedicare
all’allenamento. Ho però la fortuna di condividere tutto
con il mio compagno perciò risulta tutto più facile.”
Quale
può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi
a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze? “In
questo sport, come nella vita, è importante mettere passione,
dedizione, voglia ed impegno in ciò che si fa perché la
cosa importante non è vincere (anche se ciò può
far piacere ovviamente!) ma sentire di ‘aver dato tutto’
quando si taglia il traguardo. Credo che sia importante passare
questo messaggio perché, appunto, la società di oggi è
quella che esalta solo chi APPARE VINCENTE a scapito di chi invece
mette impegno, fatica e cuore in quello che fa.”
Qual
è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
“Sono partita dalle gare su strada e dalla maratona corse per
le prime volte per seguire le ‘orme’ di mio padre, anche
lui maratoneta. Poi con il tempo mi è venuta voglia di provare
una 50km e poi il mitico Passatore di 100km. Infine, grazie al mio
compagno Paolo amante della montagna, ho scoperto l’ultratrail.”
Lisa
scommette continuamente su se stessa, allenandosi e preparandosi
continuamente per percorrere e gareggiare su sentieri sempre più
lunghi ed impervi.
Quale
è stata la tua gara più estrema o più difficile?
“Il Tor des Geants, ma è stata anche l’esperienza
più bella che abbia mai sperimentato!”
Ti
va di raccontare un aneddoto? “Uno che mi piace è
questo. Alla fine del mio primo tentativo di ultratrail di 50km
arrivai al traguardo 3 ore dopo il mio compagno e, quasi in lacrime
per la troppa fatica provata gli dissi: ‘mai più!!
asfalto tutta la vita!!’. Poi l’anno successivo cominciai
ad allenarmi per il Tor des Geants.”
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “Che
a volte (non sempre purtroppo!) io (come chiunque altro) posso
trovare dentro me delle risorse fisiche e mentali che non immaginavo
lontanamente di possedere.”
Usi
farmaci, integratori? “Integro le vitamine A, C ed E perché
sono potenti antiossidanti che servono per combattere le vagonate di
radicali liberi che produciamo con la corsa.”
Hai
un sogno nel cassetto? “Si ma non si dice senno non si
avvera!!!”
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si,
credo di sì. Al Tor des Geants quest’anno (2014) sono
arrivata al ‘limite’ non tanto dal punto di vista della
gestione della fatica bensì da quello della gestione del
sonno. Le prime tre notti di gara ho gestito la carenza di sonno con
dei micro sonni ma l’ultima notte (la quarta) è stata
dura e credo di essere arrivata proprio al limite delle mie
possibilità in tal senso.”
Come
la maggior parte degli ultramaratoneti anche Lisa ha sperimentato
l’esperienza del limite perché ti puoi preparare quanto
vuoi, puoi avere passione, predisposizione ma dietro l’angolo
ci può essere sempre un imprevisto che ti coglie di sorpresa,
l’importante è non farsi trovare impreparato e cercare
di gestirlo nel miglior modo possibile facendo leva sull’esperienza
acquisita nello sport e nella vita e considerando che per ogni
problema c’è almeno una soluzione a disposizione e che
quando sembra di non poterne proprio più, se sei fiducioso una
porticina da aprire per attingere nuove energie, nuove soluzioni la
trovi.
Libri
sulla psicologia dello sport e del benessere sono reperibili anche
presso Frizzi e Lazzi, sito in Manfredonia Corso Manfredi 303.
Matteo
SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230
21163@tiscali.it
http://www.psicologiadellosport.net
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