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Un angolo di terra che mi sorrida...
di Alessandro Citro  ( alekoscitro@tin.it )

20 marzo 2012






Libera interpretazione da "Una vita", di Italo Svevo.


 

Approfondimenti

un monologo interiore messo in bocca al protagonista di "Una vita" di Svevo, Alfonso Nitti, il quale, prima del suicidio, scrive alla madre. (lavoro svolto per modulo laboratorio didattica dell’italiano - SSIS Calabria )

Per molto tempo mi sono coricato presto la sera il bisogno di riposare la mente dallo studio selvaggio abbrutente arrivare anche nudo alla meta ma alla fine arrivare sfinito sfiaccato come ’ndria cambrìa nocchiero semplice della fu regia marina e alle stecche delle persiane già l’alba il gallo improvvisamente la invitava ad accedere e ad elencare i gelsi

il mio horcynus orca è stato lo studio maledetto studio carmina non dant panem ma il poeta è un grande artiere

il labor limae imperante tutto il bagaglio lessicale da mostrare è uno che ha studiato è il creatore di cose belle poi alla fine tutta l’arte è completamente inutile

i classici, i classici omero virgilio dante e poi i grandi libri di denby il canone occidentale di bloom linguaggio e silenzio di steiner la mise en abime l’impersonalità l’inaffidabilità stream of consciousness un delirio un delirio
tanto il sud è la magna grecia il pensiero è nato li dove sono nato io ma vivo qui si sopravvivo qui a nord profondo hanno scomodato pure euclide per il
triango industriale seimila lire un tozzo di pane pane e mortadella e il nuovo contoposta perfetta
cognizione del dolore ma la morte si sconta vivendo e
 la miglior cosa sarebbe scrivere gli avvenimenti giorno per giorno
monumenti penitenziali


 libera nos a malo

sono un uomo malato sono un uomo cattivo un uomo sgradevole

ma ho studiato studi tecnici

e che vuol dire montale quasimodo svevo

sono in buona compagnia per di più ho frequentato anche la ssis

prima seconda terza quarta quinta e sesta fascia

e poi sono bilancia come il grande imprenditore che alle bermuda legge platone agostino e maestro eckart tutti ragionieri di stato teorizzatori del monopolio del conflitto di interessi della libertà casa

e oggi è primo maggio

piazza popolo e mandolini il sangue è caduto è stato versato

primo maggio

un ruggito di dolore e di rabbia zi zi zi un uomo

la tortura boyfati teodorakis il sicofante

con una sola parola puoi annullarli dilla il plotone di esecuzione solo tre a fianco

dostoevskij camus kazantzakis

la funzione eternatrice della poesia

di ciò di cui non si può parlare è meglio tacere taccio si taccio ma salgono

le memorie dal sottosuolo

compio un voyage au bout de la nuit con le menzogne della notte

catabasi descensio ad inferos regressus ad uterum
cordone ombelicale calore uterino provincia cima delle nobildonne
così ho ucciso mio padre

in quanto a te di nascosto sentivo i vicini chiamarti

la pazza della porta accanto

dicerie di più untori

non mi sorprende allora pensare che mi chiamassero

l’uomo senza qualità

l’idiota

tutti e due crocifissi sacrificati all’interesse di mammona sterco di diavolo

la carne

la morte amore e morte

tutti e due derisi compatiti

viventi

al cinque per cento

ottoemezzo

un milione di scale

tre croci

viventi spiazzati superati sconfitti

 

i classici

i classici

i classici

la filosofia nuda e povera

l’ipse dixit

tertium non datur

quis quid ubi quibus auxiliis cur quomodo quando

timeo hominem unius libri

voglio dirti tutto

non ne uscirò salvo

per anni ho inseguito l’arte come promessa di felicità in felicitando la vita come terra desolata salendo montagne dalle sette balze saltando nel buio senza ali porci desideri illusioni illusioni ho letto tutti i libri nessuna corrispondenza ho mentito le verità dei poeti i poeti della società estinta estinti a spoon river ho sperato nei nomi come conseguenza delle cose ho nominato il destino come malato che sogna ho creduto nella speranza ultima donna ma chi è nato infelice non ha angolo di terra che lo sorrida e anche dopo la morte pagherà per i suoi mali quale grande artista muore in me datemi i campi i campi e un riposo decoroso dopo la morte tornerò a nascere dall’altro lato della morte saprò se fui parola o fui qualcuno

vivere vorrei addormentato

è giunta l’ora di andare

ciascuno di noi va per la propria strada

io a morire voi a vivere

che cosa sia meglio

iddio solo lo sa

 

 

 

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