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I perché della Scienza - Come cambiano le abitudini alimentari?
di Rosa Maria de Pasquale  ( info@lastradaweb.it )

3 febbraio 2006

Cibo e salute... buona e cattiva.


 

Negli ultimi decenni le abitudini alimentari sono profondamente cambiate. Lo sviluppo dell’economia, i contatti con altre culture, i grandi mutamenti sociali, la spinta a raggiungere un più elevato tenore di vita, la diffusione della pubblicità hanno spostato l’attenzione dei consumatori, con maggior frequenza e in più larga misura, verso quei generi alimentari un tempo considerati elitari e pregiati.

La possibilità di nutrirsi con una maggiore varietà e abbondanza di cibi, ha portato benefici ed alla scomparsa pressoché totale delle cosiddette carenze nutrizionali. Invece, la tendenza a mangiare più del necessario, anche come dimostrazione di status symbol, spesso accompagnata da squilibri fra i componenti della dieta, ha portato gli italiani ad essere più esposti ad altri gravi rischi:

  • infarto del miocardio
  • maggiore incidenza di obesità,
  • ipertensione,
  • arterosclerosi,
  • diabete.

Ciò si è verificato anche come conseguenza dell’abbandono della dieta tipicamente mediterranea, ora presa a modello di sana alimentazione, in altri paesi. Il recupero di un adeguato comportamento alimentare si rende necessario per diminuire i rischi per la nostra salute ed evitando inutili sperperi. Le necessità nutrizionali della popolazione media italiana suggerite, ad esempio, nei "Livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per gli italiani", sono ormai generalmente soddisfatte. Quali sono quindi, le regole del mangiar sano?

  • Alimentarsi in maniera varia, cambiando possibilmente ogni giorno il menù.
  • Distribuire i pasti in maniera razionale: prima colazione sostanziosa, pranzo non troppo ricco, cena leggera, eventualmente prevedendo due spuntini a base di frutta a metà mattina e a metà pomeriggio.
  • Limitare l’uso dei grassi da condimento dando comunque la preferenza a quelli di origine vegetale ed in particolare all’olio di oliva.
  • Moderare il consumo di carni e salumi ( tre volte alla settimana), avendo cura di eliminare il grasso visibile e facendo attenzione ai cibi ad alto contenuto di colesterolo.
  • Mangiare più frequentemente pesce (almeno due - tre volte a settimana), cucinato in modo semplice.
  • Garantirsi un’adeguata assunzione di fibre vegetali (consumando ogni giorno una porzione di verdura cruda ed una di verdura cotta).
  • Ridurre il consumo di sale.
  • Ridurre il consumo di prodotti ad alto contenuto di zuccheri semplici ( zucchero di canna, dolci, gelati, creme, succhi di frutta, bevande zuccherine).
  • Bere alcolici con moderazione, preferendo quelli a bassa gradazione (vino, birra) e limitandone l’assunzione al momento dei pasti ( un bicchiere a pasto per le persone adulte.)

Se è vero dunque, che è importante alimentarsi in maniera corretta dal punto di vista qualitativo e quantitativo, è anche vero che bisogna prestare molta attenzione alla ripartizione calorica e dei nutrienti nell’arco della giornata. Fare la prima colazione ad esempio, è una buona abitudine: essa infatti, dopo una notte di digiuno, fornisce all’organismo la quota necessaria di energia per affrontare gli impegni della giornata.

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