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La biochimica delle emozioni.
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

27 marzo 2004





Viaggio fra neurotrasmettitori, neuromodulatori, ormoni... stress...


 

Neuroscienze - 2

"Toccherà forse agli scienziati del terzo millennio sciogliere ciò che, nel 1813, Schopenauer definiva il nodo cosmico , ossia l’enigma che ognuno di noi si porta dentro, che condiziona e, in un certo senso, crea la condizione umana: cioè l’intreccio tra il mondo degli oggetti materiali, compreso il nostro corpo e quella entità ineffabile e apparentemente immateriale che oggi chiamiamo mente(spirito, anima, mana, etc.) che da millenni intriga e affatica filosofi, scienziati, religiosi, moralisti e, insomma, chiunque si interroghi sullo statuto umano e sulla immaterialità della maggior parte delle nostre esperienze umane". ( La Repubblica - Cultura - 15.01.2001)

Una volta "verificato" che la sede della mente e dei suoi prodotti derivati (coscienza di sé, razionalità, sentimenti, etc.) risiede nei centri superiori del Sistema Nervoso Centrale e si estrinseca nel dialogo fra neuroni, nevroglia e cellule endocrine e immunitarie (il ché sta alla base della Psiconeuroendocrinoimmunologia), ci si è messi al lavoro, usufruendo di metodiche moderne come la RMN, la Pet e tutto il software in grado di riprodurre modelli matematici di intelligenza artificiale comparabile con alcuni nostri aspetti interiori per scoprire perché ognuno di noi "sa di essere"!

Molti Neuroscienziati come, ad esempio, il premio Nobel Gerald Edelman (Un Universo di coscienza - Einaudi ed.) o Antonio R. Damasio (L’errore di Cartesio - Adelphi ed.) ritengono che la base di tutto, la cosiddetta "coscienza nucleare" possa avere origine nel dialogo fra le microparticelle che risiedono nel DNA degli atomi di neuroni e nevroglia dei centri nobili cerebrali. Tali informazioni verrebbero poi trasmesse alle cellule degli altri grandi apparati (endocrino ed immunitario) per creare un feedback, cioè una comunicazione biunivoca e continua fra i tre grandi sistemi (nervoso, endocrino e immunitario). Grazie a questo, una grande massa di cellule (nervose, endocrine ed immunitarie) si può autoconfigurare in modo da creare le condizioni per la realizzazione di un’identità strutturale in grado di riconoscersi come entità a sé, rispetto all’ambiente da cui giungono segnali e sollecitazioni e generare il mondo delle emozioni (che abbia come sede di partenza l’area cerebrale talamo - corticale).

A questo punto, prima di procedere oltre, è utile chiarire il concetto di emozione (riproponendo alcune parti dell’articolo "tu chiamale se vuoi, emozioni")

Il termine emozione deriva dal latino "ex - movere"’ che, letteralmente, significa : spingere fuori.

Quindi: Energia spinta all’azione = Emozione

Ogni elaborato di pensiero produce un’idea. Da ogni idea si genera una emozione più o meno intensa, a seconda dei contenuti dell’idea prodotta. In definitiva, possiamo definire l’emozione come un’accelerazione di energia mentale, in risposta a stimolazioni del mondo esterno o a pulsioni del proprio mondo interno, che determina lo stato d’animo di ogni essere umano.

  • Quando le emozioni prodotte sono positive e si scaricano nel mondo interno, determinano innalzamento del tono dell’umore (gioia di vivere, etc.).
  • Quando le emozioni prodotte sono positive e si convogliano verso il mondo esterno, trasmettono contenuti tipo: disponibilità, gaiezza, gioia, etc.
  • Quando le emozioni prodotte sono negative o conflittuali, e si scaricano nel mondo interno (quando, ad esempio ci reprime), determinano psicosomatosi, tachicardia, sudorazione, pianto, riso "isterico", tensione, melanconia, ansia, angoscia, depressione, etc.
  • Quando le emozioni prodotte sono negative o conflittuali e si veicolano al mondo esterno, determinano fenomeni di violenza, tensione, collera, ostilità di vario genere, etc.

Il meccanismo di produzione di una emozione è simile a quello che determina la nascita di un fiume d’acqua:

  1. piccolissime gocce d’acqua si uniscono fra loro a formare un rivolo;
  2. tanti rivoli formano un piccolo ruscello;
  3. più ruscelli che si incontrano, generano un fiume che può essere calmo o impetuoso in base alla quantità delle gocce d’acqua che lo compongono ed alla loro velocità.

Le emozioni non ci possiedono, siamo noi a determinarle attraverso la produzione di idee più o meno corrette. Allo stesso tempo, Le emozioni non appartengono al mondo consapevole (non possiamo innamorarci o rallegrarci a comando) ma vengono gestite dalla propria identità, a livello inconsapevole. Di conseguenza, non si creano in maniera anarchica o involontaria e, come abbiamo già visto, dipendono dal tipo di idee che noi generiamo attraverso elaborati di pensiero, in funzione di:

  • stimoli esterni;
  • bisogni da appagare;
  • apprendimenti più o meno corretti;
  • riflessioni più o meno adeguate.

A che servono le emozioni?

A scaricare o metabolizzare le tensioni energetiche attivate da stimoli, pulstimoli e pulsioni (per maggiori informazioni, si legga l’articolo "Attiviamoci - Storie di stimoli, pulstimoli e pulsioni)

Come si possono suddividere le emozioni?

  • Emozioni semplici - determinano le pulsioni di base che servono ad appagare i bisogni necessari indispensabili.
  • Emozioni composite - determinano le pulsioni a più alto contenuto energetico ( che consentono l’appagamento di bisogni relativi alla propria realizzazione ) e costituiscono i sentimenti rappresentati da una base elaborativa logica e razionale, o neutrergia, su cui si aggancia l’elemento affettivo, che può essere positivo ( e si riconosce nell’amore ), negativo (e determina rancore e ostilità), conflittuale ( e manifesta tutte le variabili dei contrasti profondi interiori, responsabili delle psicosomatosi ).
  • Emozioni complesse - costituiscono i pulstimoli

In lavori specifici, che seguiranno, sarà affrontato più approfonditamente questo argomento, dal punto di vista neurofisiologico, in relazione all’anatomia del cervello. In questo articolo, invece, ci si soffermerà ad osservare il tutto dal punto di vista della trasmissione bioelettrica e neuroendocrina, delle informazioni fra le varie cellule dell’organismo.

Abbiamo visto nel lavoro precedente (neuroni e nevroglia), che la caratteristica dei neuroni è quella di generare impulsi (mediante depolarizzazione della membrana e modulazione da parte delle cellule nevrogliali) e trasmetterli lungo le fibre assoniche "contattando" altri neuroni, tramite sinapsi.

Il numero delle sinapsi nel sistema nervoso dei mammiferi, è altissimo: ogni neurone può essere "contattato" da un minimo di 50 ad un massimo di quasi 100.000 sinapsi! Se poi, consideriamo che il numero dei neuroni, solo nel cervello, è più di 100 miliardi... ecco che si raggiungono valori straordinariamente elevati: un milione di miliardi di contatti!

Fino a qualche anno fa il dogma indiscutibile della neurobiologia prevedeva la presenza di sinapsi asso - dendritiche (fra assone e dendriti) e asso - somatiche (fra assone e corpo cellulare) e che il segnale procedesse in un’unica direzione, da un neurone all’altro. Le moderne ricerche in neuroscienze invece, hanno messo in evidenza una realtà ben diversa: i collegamenti fra neuroni sono molto più "complesse" e "complete" del previsto. Sono state scoperte, infatti, sinapsi asso - assoniche (collegamenti fra assoni) e dendro - dendritiche (praticamente i neuroni si connettono fra loro, anche tramite arborescenze dendritiche). Altro avanzamento è stato quello di rendersi conto che la comunicazione non è a senso unico, da un neurone all’altro ma segue i dettami di biunivocità, all’interno di microcircuiti reattivi e molto sensibili, diffusi nei mammiferi superiori.

Quando un segnale è di tipo eccitatorio, la membrana neuronale si depolarizza (come abbiamo visto nel lavoro precedente); quando, invece, il segnale è di tipo inibitorio, la membrana neuronale si polarizza ulteriormente.

Le sinapsi possono essere di due tipi:

  • Elettriche (prevalentemente negli invertebrati) - il segnale elettrico passa da un neurone all’altro, così com’è;
  • Chimiche (prevalentemente nei mammiferi) - il segnale elettrico subisce una commutazione chimica mediante liberazione di neurotrasmettitori (che lo modulano), che vengono ricaptati dal neurone post sinaptico.

Abbiamo visto che i dialoghi interneuronali possono essere di tipo eccitatorio o inibitorio. Questo dipende non solo dal tipo di mediatore chimico ma anche dal tipo di recettore. Ad esempio, l’acetilcolina (ACh), captata dai recettori muscarinici (così definiti perché "legano" una sostanza che si trova nel fungo muscarius) delle fibre cardiache, svolge un ruolo inibitorio; lo stesso mediatore, captato dai recettori nicotinici (così chiamati perché "legano" la nicotina),svolge una funzione eccitatoria.

Nel passato, neanche tanto lontano, si riteneva i neurotrasmettitori fossero di cinque o sei tipi in tutto e che un neurone liberasse solo un tipo di neurotrasmettitore. Da un po’ di tempo ci si è resi conto che le molecole che garantiscono la comunicazione all’interno del sistema nervoso, non sono di un solo tipo e si è ritenuto utile, a questo punto, dividerle in tre grosse categorie:

  1. Neurotrasmettitori

  • Di 1° tipo (aminoacidi)
  • Acido gamma ammino butirrico - GABA (inibitore): secreto da neuroni, agisce a livello di S.N.C.
  • Acido glutammico (eccitante): secreto da neuroni, agisce a livello di S.N.C.
  • Glicina
  • etc.
  • Di 2° tipo (sintetizzate nel neurone a partire da un aminoacido o da una molecola semplice come la colina)

- Catecolamine (dopamina, noradrenalina, adrenalina): secrete prevalentemente da neuroni del tronco encefalico (dopamina, noradrenalina e adrenalina) ma anche nella midollare del surrene (adrenalina e noradrenalina), modulano l’azione di vaste aree cerebrali e agiscono anche sul Sistema Nervoso Ortosimpatico (adrenalina e noradrenalina).

- Acetilcolina (sintetizzata dalla colina): principale neurotrasmettitore secreto dagli assoni efferenti del SNC; responsabile dell’attivazione dei movimenti muscolari, agisce anche sul sistema Nervoso Parasimpatico.

- Indolamine (Serotonina): agisce a livello di S.N.C.

- Istamina: agisce a livello di S.N.C.

- Etc.

2. Neuromodulatori

  • Neuropeptidi (CRF / Colecistichinina - CKK / Neuropeptide Y /Neuropeptide YY / Neuropeptide NPV / Neurotensina / Somatostatina / TRH / Peptide Vasoattivo Intestinale - VIP / Vasopressina / oppioidi endogeni)
  • Lipidi
  • Adenosina
  • Nucleosidi
  • Gas solubili

3. Ormoni

  • Angiotensina
  • Ossitocina
  • Vasopressina
  • Etc.

Vediamo di elencare le caratteristiche di qualcuna di queste sostanze, con maggiore specificità.

GABA = è prodotto dall’acido glutammico per mezzo dell’azione di un enzima (acido glutammico decarbossilasi o GAD) che rimuove un gruppo carbossilico. È un neurotrasmettitore inibitorio, e sembra ampiamente distribuito in tutto il cervello ed il midollo spinale. La sua funzione impedisce un’attivazione eccessiva e "a cascata" dei neuroni cerebrali che provocherebbe, dapprima, un’alta instabilità e, successivamente, delle scariche epilettiche.

Glutammato = il glutammato o acido glutammico si trova insieme al Gaba in organismi molto semplici per cui molti studiosi ritengono che questi neurotrasmettitori siano i primi ad essersi evoluti. Anche se produce potenziali postsinaptici attivando i recettori postsinaptici, ha effetti eccitatori sugli assoni, alzando la soglia di eccitazione. Il glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio nel cervello e nella colonna vertebrale.

Glicina = sembra essere il neurotrasmettitore inibitorio del midollo spinale e delle strutture cerebrali inferiori. Non si sa ancora abbastanza per stabilire quali neuroni producano Glicina.

Adrenalina = (Esplica funzione di Ormone e di Neurotrasmettitore) Secreto principalmente dalla midollare del surrene, viene prodotto ( assieme alla Noradrenalina ) anche dai neuroni del S.N.C. del Mesencefalo e del Diencefalo, per essere utilizzato come neurotrasmettitore. Attivando recettori specifici in diversi organi, provoca: Vasocostrizione arterie viscerali / Vasocostrizione arterie muscolari e coronariche / Inibizione funzioni digestive / Dilatazione Bronchi e pupille / Miglioramento funzione visive e respiratorie / Aumento ritmo, gittata cardiaca e pressione arteriosa.

Noradrenalina = Secreto nella midollare del surrene e nella sinapsi dei neuroni adrenergici centrali e periferici. Immediato precursore dell’adrenalina ha attività similare.

Dopamina = produce potenziali postsinaptici, sia eccitatori che inibitori, a seconda del recettore coinvolto. È implicato in molte importanti funzioni, incluso il movimento, l’attenzione, l’apprendimento e gli effetti di rinforzo nell’uso di droghe.

Serotonina = gioca un ruolo nelle regolazione dell’umore, nel controllo dell’appetito, del sonno e del dolore. I neuroni serotoninergici sono in qualche modo coinvolti nel controllo dei sogni. I farmaci che ne inibiscono la ricaptazione (fluoxetina - Prozac) e, nel contempo, favoriscono il suo rilascio (Fenfluramina), sono utilizzati nei quadri depressivi e come soppressore della fame, nel trattamento dell’obesità. Molte droghe allucinogene sembrano produrre i loro effetti, interagendo con la trasmissione serotoninergica.

Istamina = molecola che provoca numerosi effetti biologici (dolore, prurito, broncocostrizione, dilatazione delle arteriole, ipotensione, aumento della secrezione gastrica), attraverso il legame con particolari recettori chiamati H1 e H2. È presente in quasi tutti i tessuti; particolarmente ricchi di istamina sono il polmone, la cute, la mucosa gastrointestinale. Molta dell’istamina tessutale è contenuta nei mastociti (cellule immunitarie) e forma complessi con l’eparina all’interno dei granuli, che vengono esposti all’ambiente extracellulare in seguito all’interazione di queste cellule con vari mediatori, particolarmente le Immunoglobuline di classe E durante i fenomeni allergici. In questi casi le IgE si legano a recettori localizzati sui mastociti provocandone la degranulazione con liberazione di istamina. Questa, a livello bronchiale provoca broncospasmo, a livello cutaneo reazioni orticarioidi e, in generale, vasodilatazione che, in alcuni casi, può portare al collasso cardiocircolatorio. L’istamina è presente anche nel sangue, contenuta nei granulociti basofili, e nel cervello, dove svolge la funzione di neurotrasmettitore.

Neuropeptidi = i neuroni del sistema nervoso centrale rilasciano un’ampia varietà di peptidi che sono formati da due o più amminoacidi legati insieme da legami peptidici. Provengono da polipeptidi che vengono spezzati da enzimi. I neuroni producono sia i polipeptidi che gli enzimi. La maggior parte dei peptidi agisce come neuromodulatore, alcuni agiscono come neurotrasmettitori e, fra i più importanti, figurano gli oppiodi endogeni (Dinorfina - Beta Endorfina - Encefalina)

Lipidi = varie sostanze derivate dai lipidi sono in grado di trasmettere messaggi all’interno della cellula stessa o tra più cellule. Almeno due di loro sembrano essere ligandi naturali per i recettori responsabili (CB1 e CB2) degli effetti fisiologici del principio attivo della marijuana (agenti sui canali del Calcio e del Potassio).

Adenosina = è un nucleoside (zucchero legato a base purinica o pirimidinica) neuromodulatore del cervello. Viene rilasciata apparentemente sia dalle cellule gliali, sia dai neuroni, quando le cellule stanno in fase di esaurimento di combustibile o di ossigeno. Questa sostanza attiva i recettori sui vasi sanguigni vicini e ne causa la dilatazione aumentando il flusso di sangue. Il blocco dei recettori dell’Adenosina, provoca effetti eccitatori come quelli, appunto, che è in grado di esplicare la caffeina.

Gas solubili = molto recentemente, i ricercatori hanno scoperto che i neuroni usano almeno due gas solubili semplici: l’ossido di azoto e il monossido di carbonio per comunicare fra loro. L’ossido di azoto è coinvolto nel controllo dei muscoli delle pareti intestinali, dilata i vasi sanguigni delle regioni del cervello che diventano metabolicamente attive, e stimola i cambiamenti dei vasi sanguigni che producono l’erezione del pene.

Compito di tutte queste molecole sopra descritte, è quello di attivare comportamenti più o meno complessi, che riguardano funzioni vitali come la fame, la sete, la libido, la percezione del dolore, il sonno, il freddo, il caldo, etc.

Mentre i Neurotrasmettitori di I e II tipo, servono a trasmettere segnali elementari da una parte del sistema nervoso all’altra, i Neuromodulatori e gli Ormoni dovrebbero essere in grado di modulare e armonizzare in una serie di comportamenti complessi, le centinaia di migliaia di impulsi elementari che transitano lungo le vie nervose.

Allo stato attuale, si è potuto capire che il neurone non libera solo un neurotrasmettitore ma, coadiuvato da strategie "studiate" insieme agli Astrociti, rilascia anche un certo numero di Neuromodulatori e ormoni, con l’obiettivo di amplificare o attenuare l’effetto del neurotrasmettitore: questo meccanismo viene chiamato cotrasmissione.

In conclusione di questo lavoro, si è pensato di mostrare l’esplicazione pratica di quanto descritto, attraverso un quadro di fisiopatologia dello stress

PREMESSA

Lo stress costituisce la risposta psico organica ai cambiamenti cui ci si deve adeguare. Esistono stress da iperstimolazione (iperstress, che, a sua volta si distingue in eustress, positivo e distress, negativo) o da ipostimolazione(ipostress, sempre negativo), ma quello su cui si concentrano maggiormente gli studi internazionali è l’iperstress, che è stato ampiamente descritto in un articolo specifico (dal titolo "Colpiti dallo stress" N.d.R.).

La Sindrome Generale di Adattamento allo stress, si determina attraverso il concatenarsi di un quadro trifasico che segue il seguente andamento:

  • Reazione di Allarme;
  • Fase di resistenza;
  • Fase di esaurimento.

PSICONEUROIMMUNOENDOCRINOLOGIA DELLO STRESS

Il principale meccanismo di adattamento allo stress, è rappresentato dall’attivazione dell’asse ipotalamo - ipofisi - surrene, con rilascio di ACTH ( sintetizzato dalle cellule corticotrope dell’ipofisi anteriore a partire da un precursore proteico definito Pro-opio-melanocortina - POMC. Controlla l’attività secretoria della corteccia surrenale sotto il diretto controllo del peptide ipotalamico CRH e del cortisolo surrenalico. L’ACTH presenta un ritmo circadiano di secrezione con massima produzione al mattino) e conseguente stimolazione della corteccia surrenalica.

Secondo acquisizioni recenti pubblicate da un gruppo di ricercatori californiano, il neuropeptide Corticotropin Releasing Factor (CRF), coordina e modula, direttamente o indirettamente tutta la risposta adattativa agli stimoli. Mediante marcatura è stato possibile stabilire che la maggiore concentrazione si riscontra nell’ipotalamo. La sua presenza nel sistema limbico, spiega il suo coinvolgimento nella risposta del Sistema Nervoso Autonomo, durante un quadro stressogeno.

Il CRF determina sull’ipofisi un incremento della produzione di ormone ACTH, di Beta-endorfina, etc.: l’esito finale è l’iperproduzione di ormoni glicocorticoidi, con effetti sul metabolismo, sui quadri infiammatori e sulla risposta immunitaria.

La risposta di adattamento allo stress, modulata dal CRF, non riguarda solo la secrezione di ormoni dell’ipofisi, ma coinvolge, attraverso connessioni nervose dirette, anche la maggior parte dei neurotrasmettitori. Infatti, si è potuto osservare che, la somministrazione di CRF nel cervello comporta una increzione di catecolamine ( noradrenalina e adrenalina), glucosio e glucagone.

Anche la serotonina partecipa alla risposta adattativa con un meccanismo analogo a quello descritto per le catecolamine, ma la sua deplezione si osserva solo dopo stimolo intenso. Si è pure accennato al ruolo di CRF ed oppiodi endogeni, prodotti in molte aree cerebrali dove si libera anche il peptide NPV: dinorfina, prodinorfina ed encefalina (peptidi connessi con la riduzione della percezione del dolore, della fatica, della sensazione di benessere e di energia ecc.).

Nell’animale da esperimento il CRF causa una risposta motoria, con aumento della locomozione, mentre si riduce l’interattività sociale ed aumenta l’aggressività nel maschio e nella femmina la recettività sessuale si riduce. Nelle scimmie, il cui Sistema Nervoso Centrale è più vicino a quello umano, si avranno, perciò, dopo somministrazione di CRF, un aumento della locomozione, della pressione arteriosa, dell’irrorazione muscolare, tachicardia, aumento della vocalizzazione: col procedere della somministrazione, a dosaggi di 180 microgrammi, la scimmia perde l’atteggiamento battagliero e si rannicchia in un angolo manifestando abbattimento (fase di esaurimento). Il CRF è inibito dall’incremento di glucocorticoidi.

In questo contesto, è Interessante notare l’azione di ormoni come il progesterone e il desossicorticosterone, che hanno una funzione inibitrice sul sistema GABAergico (la cui attivazione determina sedazione), tramite i recettori GABA A, con azione simile alle benzodiazepine e di altri ormoni come il deidroepiandrosterone (DHEA) che hanno azione GABA-antagonista con effetto di tipo ansiogeno.

Cosa accade durante l’applicazione di stimoli stressogeni reiterati nel tempo?

  • inibizione dell’insulina ed aumento della glicemia, indispensabile per l’attività fisica e cerebrale dello stress;
  • inibizione di mediatori flogistici con danno tissutale;
  • inibizione della reazione immunitaria;
  • inibizione dell’aldosterone con eccessiva ritenzione idrica;
  • inibizione dei neuropeptidi (CRF, ACTH, Betaendorfine ecc) che tenta di porre fine alla cascata neurochimica per evitare che si instauri una patologia neuropsichica;

Dopo lo stimolo stressante compare una sintomatologia con sintomi neurovegetativi: tachicardia, sudorazione, vampate calde e fredde, che può scomparire dopo qualche ora o giorno; in altri soggetti possono aversi dei flashback. Più importante è la sintomatologia del maladattamento post-traumatico (cioè dopo l’evento stressante), il cui disturbo tende a persistere dopo mesi (emergenze belliche, ambientali, lutti, etc.). La Sindrome detta del "BURNOUT" o della candela esaurita si manifesta in genere in manager, professionisti per i quali è necessario in dispendio notevole di energie e si caratterizza per insonnia, facile affaticabilità, depressione del tono dell’umore, ridotta capacità alle frustrazioni, abuso di farmaci. Interessante è sottolineare come vi sia una relazione tra sindrome da maladattamento ed abuso di sostanze psicoattive.

Ne derivano disturbo dell’adattamento a cui può conseguire una Episodio Depressivo (lieve, medio, grave), in cui oltre ad una riduzione del tono dell’umore e della capacità di concentrazione, si avrà riduzione dell’energia, neurastenia, facile affaticamento cerebrale, mialgie, capogiri, cefalea muscolotensiva, disturbi del sonno, etc.

Linguaggi, storia, esperienze, biochimica, coscienza, costituiscono nel loro intreccio quel nodo cosmico di cui parlava Schopenauer nel 1813, che ritroviamo in ogni essere umano, ponte fra l’infinitamente grande (l’Universo) e l’incommensurabilmente piccolo (microparticelle), ancora oggi "luogo" di ipotesi e di grandi misteri. Si spera, con il presente lavoro, di aver contribuito ad accendere una lampadina di chiarezza in più.

Bibliografia

  • P. Calissano: Neuroni, Garzanti - Milano 1992
  • F. Bottaccioli: Psiconeuroimmunologia ; Red edizioni - Como 1995
  • Giovanni Russo: La Psiche Umana - Sovera Ed. - Roma 1994
  • Neil R. Carlson: Fisiologia del comportamento; Piccin - Padova 2001
  • M. F. Bear / B. W. Connors / M. A. Paradiso: Neuroscienze - Masson S.p.A. - Milano 2003
  • Valerio Monesi: Istologia - Piccin - Padova 1982
  • L. Cattaneo: Anat. del Sist. Nervoso Centrale e Periferico dell’uomo - Monduzzi Ed. - Bologna 1984

 

Dr. Giorgio Marchese - Docente di Fisiologia Psicologia c/o la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico - Roma 2004

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