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Editoriali 2013

Ultimo aggiornamento : martedì 3 dicembre 2013.

Il colore della morte...

martedì 3 dicembre 2013 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

"L’onestà è lodata da tutti, ma muore di freddo" (Giovenale). Morti bianche, nere...di tutti i colori, sui campi di lavoro che, troppo spesso, si trasformano in campi di concentramento disumano in cui il giorno si spegne. Ma non verrà mai mattino! A questo punto l’opinione pubblica, composta da noi cittadini e non dai manovratori di opinioni e stati d’animo, dovrebbe porsi finalmente l’interrogativo sulle reali motivazioni dei tanti incidenti che coinvolgono, prevalentemente, lavoratori costretti a subire un sistema economico ingiusto e disonesto. Perché accade, quel che accade? A parte i fattori di disattenzione e quelli (molto rari, sul piano statistico) legati ad un imprevedibilità fatalistica, i motivi sono, principalmente, tre. Tanti piccoli imprenditori tentano di accaparrarsi commesse da grandi aziende, le quali impongono la dura legge del mercato secondo cui il costo di produzione deve essere il più basso possibile. In questo modo si è costretti a non rispettare i più elementari principi di sicurezza garantiti dalla legge, nonché quel diritto alla salute sancito dalla costituzione. Da un po’ di tempo a questa parte, in Italia, abbiamo una situazione di paradosso extranazionale: comunità di laboriosi cittadini stranieri (soprattutto cinesi, ma non solo) che, in diverse zone industriali del nostro "stivale", sono costretti ad operare come schiavi al soldo (addirittura) dei loro connazionali! Esistono, infine, grandi multinazionali... PER LEGGERE TUTTO L’ARTICOLO, CLICCARE SUL TITOLO.


Ah, Parigi!

martedì 22 ottobre 2013 di Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com )

" Ajoutez deux lettres à Paris: c’est le Paradis!". Queste sono le semplici parole con cui Jules Renard descrive Parigi, una città su cui, nel corso dei secoli, sono stati versati fiumi d’inchiostro ma che può essere inquadrata anche in un semplice pensiero capace, però, di contenere un mondo. E’ questo il senso della frase "Aggiungete due lettere a Paris: diventa Paradis!"; Renard, infatti, racchiude l’essenza del popolo francese, concreto e fattivo, capace di non perdersi in inutili giri di parole ma di andare direttamente al sodo. E’ questo il modo con il quale in Francia si affronta la vita, con cui si superano i secoli, con cui si vive la concretezza del quotidiano! Ho avuto modo di riscontrarlo in una recente visita nella capitale francese, aggiungendo così un’altra esperienza al mio lungo peregrinare in giro per il mondo, ho avuto modo di constatare, ancora una volta, che, fuori dall’Italia c’è serietà, c’è tolleranza, c’è civiltà: insomma, senza girarci troppo intorno, fuori dall’Italia c’è l’Europa! C’ero già stato a Parigi, ci sono tornato a Parigi e ho avuto modo di respirare, ancora una volta, la sua aria fatta di secoli, fatta di storia ma anche di voglia di fare, voglia di guardare avanti adeguandosi ad un futuro che incalza senza però dimenticare il passato su cui il popolo di Francia ha fondato le sue inossidabili tradizioni di civiltà. A proposito di aria, sono rimasto colpito dall’attenzione dei Parigini verso la salubrità di questo elemento, monitorato in continuazione e, fatto strano per una città- fulcro della maggiore area... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Trasgressione e Logica.

sabato 12 ottobre 2013 di Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Affrontare il tema della trasgressione è sempre cosa difficile, sia per chi scrive (che ha l’obbligo di essere coerente con se stesso e con i canoni della Società che lo ha "allevato") sia per chi legge che, troppo spesso, "storce il naso" di fronte ad un argomento che induce ad una profonda riflessione interiore la quale, inevitabilmente, sfocia in un temutissimo "faccia a faccia" con se stessi. Ma cosa significa il termine trasgressione? I dizionari più rinomati, si trovano concordi nel fornire la seguente definizione: eccesso, contravvenzione, atto del trasgredire. E allora, che valenza si attribuisce al verbo trasgredire? Ci illuminano, ancora una volta, le unanimi definizioni dei dizionari: non osservare; violare passando i limiti consentiti. Tali definizioni spiegano tutto e, di contro, non dicono nulla! Infatti, spiegherebbero tutto se si affrontasse l’argomento in questione inquadrandolo, esclusivamente, nell’ottica delle regole e dei postulati che da esse derivano, non direbbero nulla se, come sarebbe, forse, più giusto, lo si affrontasse in relazione a chi compie l’atto del trasgredire e cioè l’essere umano! A chi non è mai capitato di leggere o di ascoltare questo postulato: "Le norme sono regole di condotta sanzionate nell’ordinamento giuridico e traggono da questo la loro forza imperativa". Fin qui nulla quaestio, in quanto in una Società civile ci devono essere delle regole... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



Ma Dio... quando arriva?

sabato 28 settembre 2013 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Accade, di tanto in tanto, di convincersi di aver raggiunto il proprio livello di saturazione mentale. Succede, quindi, di reagire in maniera incongrua e veemente, di fronte a spettacoli osceni e tristi come quelli offerti dalla nostra classe politica. Ma, a ben riflettere, a volte anche un rubinetto che gocciola, nel cuore della notte, può renderci particolarmente "incandescenti". Toc, toc, che rabbia! In simili circostanze, dovremmo porci domande "umanitariamente interessanti". Ad esempio, abbiamo mai pensato che i tanti poveri cristi (nel senso più laico del termine) che tentano la traversata del tratto di mare che ci separa dalla Libia, impiegano un anno quattro mesi e ventuno giorni per racimolare il danaro necessario a pagare il viaggio che tanti loro predecessori (gli schiavi portati nella Sierra Leone, per lo più) "ottenevano" gratis? Ho letto, qualche tempo fa, di Titti e Hadengai. Unici naufraghi (insieme ad altri tre sventurati) di 78 disperati imbarcati e turlupinati da mercanti senza scrupoli, su un gommone che avrebbe potuto contenere non più di venti persone. Ho provato, istantaneamente, un senso di freddo nel centro della mia anima dove, forse, si incrociano sentimenti contrastanti, rispetto ai fatti della vita. "Adei", madre, "Sto andando". "Amlak", Dio, "Mi hai aiutato". Questo, probabilmente, avranno continuato a ripetersi mentre scendeva la notte, in mezzo al mare... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Caro Professore...

sabato 21 settembre 2013 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Probabilmente, sarebbe più indicato continuare a domandarsi il motivo per cui, almeno nella nostra Società esiste quella strana contrapposizione che vede, da una parte, chi pospone il bene collettivo per la ricerca di biechi tornaconti (medici che "trascurano" la salute altrui, politici che perseguono obiettivi infantili, industriali che "avvelenano" con i loro prodotti, etc.) e, dall’altra, chi, invece, continua a morire per la difesa di valori e istituzioni. Si, effettivamente, in merito, ancora ci sarebbe da discutere moltissimo. Eppure, da cattivo studente quale sono stato, ho lasciato cadere la mia attenzione su una notizia curiosa e "dolorosamente" realistica: il mal di scuola. Settimane, forse mesi a correre sulla spiaggia, a giocare con gli amici, a fare maratone di videogiochi. Sempre pimpanti e iperattivi. E poi arriva la scuola ed ecco che è un florilegio di mal di testa, mal di pancia, indisposizioni. Così è difficile poter credere ai bambini. E invece, ci avvertono dall’America, potrebbe non essere una scusa. Lo affermano gli specialisti del centro cefalee del Children’s hospital medical center di Cincinnati, e rilanciati dal New York Times: questi disturbi da paura della scuola sono, spesso, autentici. (e, altrettanto spesso, sottovalutati da medici e genitori). "Chi è stato morso dal serpente anche solo una volta avrà sempre paura di camminare nell’erba alta" (Proverbio cinese). ... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO


La mercificazione della malattia.

mercoledì 11 settembre 2013 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Il malato immaginato. I rischi di una medicina senza limiti, edito da Einaudi (nel 2010), è un interessante pamphlet del cardiologo Marco Bobbio (primario di Cardiologia all’ospedale Santa Croce di Cuneo, ricercatore negli Stati Uniti e già responsabile a Torino per i trapianti di cuore), scritto contro chi inventa nuove patologie e prescrive farmaci a chi non ne avrebbe bisogno. "Chi ha la salute, ha la speranza e chi ha la speranza, ha tutto" (Proverbio arabo). Si parte dalla timidezza, si passa per la gravidanza, si arriva alla menopausa e alle difficoltà nel rapporto di coppia. Per esempio, è davvero lungo l’elenco delle giornate di sensibilizzazione su determinate "condizioni", a volte anche del tutto fisiologiche nella vita delle persone. Così come, al tempo stesso, colpisce il costante mutamento dei valori dei principali fattori di rischio, in particolare quelli cardiovascolari, con conseguente ampliamento del bacino dei potenziali pazienti. Cari lettori, siamo davvero in un’epoca che, tra le campagne informative e pubblicitarie e le rivalutazioni dei parametri, da parte delle società scientifiche internazionali, punta a renderci tutti un po’ malati, spingendo verso il "Disease Mongering" (la mercificazione della malattia), con evidenti ricadute sulla spesa... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO


Inutili Stress...

lunedì 2 settembre 2013 di Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Problemi psicologici profondi (in particolare depressione) e dipendenza da alcool e droghe di vario genere sarebbero, insieme, la prima causa di malattie non fatali nel mondo. E, nel tempo, sarebbero destinati a causare un numero maggiore di morti rispetto alle infezioni come quella da virus Hiv, tubercolosi e diabete. A definire questa "classifica" delle malattie sono i risultati del Global Burden of Diseases Study, apparsi su The Lancet, relativi al 2010. Lo studio ha preso in esame, in prevalenza, casi di morte prematura e malattie non fatali nel mondo in quasi 200 paesi, concentrandosi su 20 specifici disturbi mentali. L’indagine, condotta da un gruppo di studiosi australiani e statunitensi, conferma che tra le donne (soprattutto teen-agers), il rischio maggiore deriverebbe dalle problematiche tendenti all’abbattimento emotivo mentre, tra gli uomini, i nemici principali si chiamano, ancora, droghe o dipendenze da alcool. Cari lettori, è pleonastico (ma necessario) affermare che i nostri tempi sono afflitti da un’epidemia che risparmia pochissime persone e che si chiama "esasperazione". Questo male ha molte cause, a ben guardare, tutte riconducili all’incapacità dell’essere umano moderno di sapersi difendere dalla realtà che lo circonda. Ma ci siamo mai chiesti il perché di tutto questo, con la dovuta onestà intellettuale? Da tanto (forse troppo) tempo, fiumi di parole sono stati riversati in ogni forma di comunicazione mediatica... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Ordine e disordine (Una vita mordace).

lunedì 19 agosto 2013 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

"Al centro del Mondo" - sostengono gli abitanti di Rialto - "gehe semo noialtri: i venessiani de Venessia. Al di là del ponte della Libertà, che porta alla terraferma, ghe xè i campagnoli (che dise de esser venessiani ma i xè campagnoli!). al di là dei campagnoli ghe xè i foresti (comaschi, bergamaschi, canadesi, parigini, inglesi, polacchi, etc.). al de là dell’Adriatico, ghe xè i sciavi (gli Slavi) e i xingani (gli zingari). Sotto el Po, ghe xè i napo’etani. Più sotto ancora, ghe xè i mori. E poi, in ultimo, ghe xè i sfoghi, le sogliole (gli orientali, con la faccia schiacciata)". L’idea di esser "il" centro del Mondo, appartiene ad ogni singolo componente la razza umana, fin dalla più tenera età. Probabilmente è legato al possedere, fin nel più piccolo atomo, la costituente dell’intero Universo: cioè, quelle stesse particelle elementari (elettroni, quark, neutrini, etc.) che, variamente ricombinate, sviluppano tanta di quella forza da poter dare vita a tutto. Stelle e Pianeti compresi. Sul piano puramente potenziale, in buona sostanza, sentiamo di essere onnipotenti. Il buon Dio (o chi per lui), però, ha inserito un "limitatore di danno" sotto forma di entropia. "Ma cos’è l’entropia? Essenzialmente, una disgrazia dalla quale non possiamo sottrarci. Adamo ed Eva, furono scacciati dal Paradiso Terrestre con la condanna di dover lavorare con sudore e partorire con dolore... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO..


L’età del ferro?

sabato 27 luglio 2013 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

E’ opinione comune che, in linea di massima, si sia inclini a parlare e scrivere, della propria terra, soprattutto quando la si deve difendere da possibili detrattori, al "meno peggio possibile". Per ovvi motivi, in questo momento, una simile operazione sarebbe troppo somigliante al tentativo di indossare quegli occhiali spacciati (anni fa) come emettitori di raggi x, in grado di consentire la visione della beltà femminile "indagando" sotto le vesti della signorina di turno: un patetico tentativo di presa per i fondelli. Qual è la vera realtà? Forse quella di tutti i giorni, sotto gli occhi di tutti, fatta di paure e contraddizioni, in cui crollano le vendite di automobili per gente "comune" e aumentano quelle delle vetture di prestigio? Quella in cui la prospettiva dei fine mese è amara come il calice da trangugiare dopo che hai svenduto anche la dignità e, al tempo stesso, le città della moda (anche se outlet) registrano altissime punte di clienti? Quella in cui, migliaia di famiglie l’anno rinunciano a curarsi per motivi economici (fonte Emergency) mentre, in borsa, "volano" i titoli del lusso? Popolo strano, il nostro, maledettamente strano, che ama vivere delle promesse altrui e osannare i potenti (o i santi) di turno, salvo lamentarsi, poi, quando questi sono tanto lontani da non poterli ascoltare. Luogo bizzarro, il nostro, "espressione geografica di poca significanza", dove non si prende quasi niente sul serio e in cui, magari, c’è il superfluo ma non il necessario... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Alle radici della depressione?

giovedì 18 luglio 2013 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

E se la depressione non fosse una malattia? Una teoria che gli esperti definiscono "rivoluzionaria" (ma che, in realtà diviene logica se solo si riflette con un briciolo di giudizio) ipotizza che si tratti di un adattamento mentale, una strategia evolutiva che obbliga la mente a concentrarsi. Perché tante persone soffrono di depressione? Secondo ricerche effettuate negli Stati Uniti e in altri paesi si stima che un numero compreso tra il 30 e il 50 per cento degli individui abbia soddisfatto, in qualche momento della vita, gli attuali criteri diagnostici psichiatrici per il disturbo depressivo maggiore (DDM). Questa prevalenza incredibilmente elevata (se confrontata con altri disordini mentali come la schizofrenia e il disturbo ossessivo compulsivo) sembra un paradosso evolutivo. Il cervello ha un ruolo cruciale quando si tratta di promuovere la sopravvivenza e la riproduzione, dunque le pressioni evolutive dovrebbero averlo reso resistente a tassi così elevati di disfunzione. E generalmente i disturbi mentali sono piuttosto rari: perché la depressione non lo è? Cari Americani, che siete sempre pronti a divulgare la democrazia (a volte offrendola come un dono da imparare a gustare, altre volte imponendola con l’uso delle armi), provate a ricordare il vostro stato... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



Dal malato immaginario al malato immaginato.

venerdì 5 luglio 2013 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Ogni tanto siamo avvinti da libri e film ucronici (che si svolgono in una realtà parallela) e distopici (che raccontano Società preoccupanti o, addirittura, spaventose sul piano politico, etico e morale. Dal Grande Fratello di George Orwell alla saga dei super eroi della Marvel, passando per Matrix ed Equilibrium. Con un denominatore comune: combattere quel potere che cerca di cancellare le emozioni per annullare il piacere di vivere o morire, in nome di qualcosa che abbia un senso. Cari lettori, stiamo per vivere in prima persona (e sulla nostra pelle) uno scenario paradossalmente raccapricciante. Per il momento ne esiste una bozza: uscirà fra non molto la quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, il manuale di psichiatria elaborato dall’American Psychiatrical Association ma consultato anche negli altri Paesi. "Ci sono tre tipi di bugie: le bugie, le dannate bugie e le statistiche" (Benjamin Disraeli). Dai lavori preparatori si intuisce che "i criteri per diagnosticare le malattie mentali saranno ulteriormente allargati", come avvisa Paolo Cioni, docente della scuola di specializzazione in Psichiatria dell’università di Firenze. Facciamo qualche esempio che ci fa accapponare la pelle! Nel nuovo volume, il lutto diventerebbe una causa di depressione "impegnativa"... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



O Natura... o Patria mia!

sabato 4 maggio 2013 di Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com )

Pazienza, pazienza, perseveranza e costanza anche questa salita a una discesa porterà"...questo è un distico che ogni greco ha cantato in tutti i momenti della propria vita, sin dall’epoca delle guerre persiane o, forse, anche prima, sia il mulattiere che sale a piedi, nel pieno della calura, sia il festaiolo che torna di notte alla sua casa....e tutto questo anche in caso di carestia o di terremoto! I più grandi filosofi hanno sempre sostenuto che non si finisce mai di imparare e a ben guardare la realtà greca, così come un semplice spaccato di vita, non si può che confermare questa affermazione! Infatti basta osservare come un isolano conduca la propria vita come gestisca il proprio tempo senza affanno ma con grandi risultati come impieghi al meglio le proprie risorse fisiche e mentali tanto da vivere a lungo e bene ( secondo recenti studi infatti risulterebbe che il popolo greco sia poco afflitto dalle patologie tipiche del nostro tempo) ma, cosa più importante come viva in simbiosi con la natura che lo circonda e di cui è consapevolmente espressione, per capire come la nostra cultura sia ormai lontana dalle leggi naturali che dovrebbero essere il faro di ogni essere umano. Ci esprimiamo in questi termini perché tentiamo di comunicare al lettore la sensazione di benessere che si prova dopo aver trascorso un periodo della... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Per una cosciente valutazione.

mercoledì 20 febbraio 2013 di Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Dato che esistono oratori balbuzienti, umoristi tristi e parrucchieri calvi, perché non potremmo avere anche politici onesti? (Dario Fo) Cari lettori, vogliamo sottoporre alla vostra cosciente valutazione, una riflessione su quello che si può osservare durante un periodo elettorale in un qualsiasi luogo del nostro ridente "Stivale": la parvenza di efficienza delle Amministrazioni che detengono "il potere" in quel momento, raggiunge i massimi livelli. Infatti si programma tutto e tutti all’insegna della funzionalità e dell’attivismo multicompetente! Si fa finta che i servizi comincino ad essere erogati con puntualità, ci fanno credere che i luoghi vengano curati con dovizia certosina, si promettono sgravi fiscali, gli Enti e gli Uffici di competenza, come per incanto, dichiarano di voler tornare al servizio del cittadino e non solo degli "amici" di turno. In più, fateci caso, i sorrisi e la disponibilità degli aspiranti alle "Poltrone" riempiono i cuori, le menti ..e, a volte, le "tasche" di alcuni elettori. Forse, rispetto al passato, non si frena l’arroganza ma, al contrario, si è deciso di affrontare l’agone con la violenza e la presunzione di convincere di essere depositari di etica, verità e moralità. Quante possibilità di lavoro si creano durante questo periodo? Quante congiure vengono perpetrate... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO



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