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DOVE VANNO LE PAPERE D’INVERNO?
di Valeria de Stefano  ( valeriafrusciante@yahoo.it )

22 settembre 2003

Recensione da "Il giovane Holden"


 

Chissà perché nell’edizione Einaudi dei libri di Salinger (anzi credo che siano le sole edizioni dei libri di Salinger), ad eccezione de "I nove racconti", in copertina c’è un quadrato vuoto, non riempito da alcun disegno o fotografia, come avviene di solito. E’ un vuoto che provoca una sensazione di vago sconcerto, come se nessuno fosse riuscito a trovare un’immagine da associare al testo, un vuoto che lascia aperte tutte le strade dell’interpretazione. E’ la copertina di un famoso libro che ho letto da poco e che ho appezzato per la sua semplicità ....sarebbe un luogo comune ripetere che il giovane Holden e’ un libro apprezzato dai ragazzi (ma anche dai meno giovani)per la sua attualità o per la sua maniera cosi semplice di raccontare il disagio giovanile. Altrettanto conformista e’ il comportamento di chi ripete come una cantilena che "questo e’ un libro stupendo...Holden e’ un classico adolescente..."non e’ cosi...Holden non e’ un classico adolescente... non e’ un personaggio che si lascia classificare o associare ad un periodo storico.. perché e’ sempre vivo, mai appiattito dal tempo che scorre e che consuma la freschezza dell’opera....per questo nell’interpretazione del best-seller si sono lanciati tutti. Nessuno l’ha risparmiato. Cotroneo lo annovera tra le sue letture fondamentali giovanili; Veltroni lo infila nel libro intervista "La bella politica" (cito testualmente "...E’ la sanzione dell’irrequietezza, di quella sana irrequietezza..." etc. etc.) e rimbalza a Baricco che dice: "Holden non si pone mai le domande di prima fila, si pone sempre le domande di seconda fila". Cosa vuol dire Baricco con quella seconda fila? C’entrano sicuramente le domande di Holden sulla residenza invernale delle anatre di Central Park . Holden e’ una persona che guarda il mondo da lontano, e’ una persona nauseata dal mondo falso ipocrita...ha paura. Per questo cerca e trova nel paradiso dell’infanzia incarnato nella figura della sorella un rifugio, dal mondo frenetico...

Phoebe e’ la vera ,ma anche unica persona del libro che non abbandona il protagonista...

Durante tutta la lettura infatti si può notare come in qualsiasi circostanza Holden rimanga inevitabilmente solo...lontano da tutti.

Holden e’ il profeta della "beat generation" ...ma non solo . Potrebbe essere anche uno tra i tanti, troppi manifestanti del G8, potrebbe essere uno studente di piazza Tien- a- men. E’ un personaggio scomodo che "non vuole raccontare la storia della sua vita "ma semplicemente ciò che ha combinato durante le vacanze di Natale ..." E’ un ribelle che non vuole crescere perché i grandi non lo incoraggiano, e’ l’indescrivibile senso di una persona che accetta inconsciamente la sua inaffidabilità. Scava nel suo passato dove i ricordi sono al sicuro, cosi come la memoria li ha custoditi, cerca disperatamente di riportarli in vita ,contattando una sua vecchia compagna, un insegnante ...tutte le certezze tutte le cose che sino ad ora apparivano cristalline, pure, pulite, si infangheranno. Presto scoprirà che il vecchio maestro e’ un pedofilo, che Sally, la sua amica e’ cambiata.. gli angeli del passato si trasformano in demoni.

Holden non ha fretta di crescere, potrebbe attendere, su una panchina del Central Park di fronte al lago, e poi pronunciare finalmente la leggendaria domanda: "dove vanno le papere d’inverno"?.

Potrebbe essere la domanda dell’uomo più mediocre della terra perché si interroga su una cosa banale. Holden e’ solo stanco di essere trascurato, guardato con indifferenza da coloro che si ritengono saggi e d’esperienza, ma che personaggio e’? Quasi nessuno, per conformismo intellettuale, ha confessato di essere rimasto indifferente, di sentire ormai superata la carica di rottura contro le ipocrisie ed il perbenismo che doveva avere tutt’altro peso all’epoca del libro, negli anni cinquanta. Qualcuno, non sapendo che dire di positivo, ha addirittura definito il personaggio "gradevole"! Io lo definirei spigoloso, scorbutico, interessante, sensibile, indisponente, difficile, duro, intrattabile, antipatico, scostante e compagnia bella, direbbe Holden Caufield, ma mai gradevole! Chi è stato e rimane nel suo intimo un giovane Holden ha ben poche possibilità di essere ritenuto gradevole. La sua carica di insofferenza verso l’ipocrisia resta ancora tutta valida.?? Io credo di si perché Holden dalla sua ottica di ragazzo ha capito davvero tutto...e’ malinconico a volte, dice di non volere bene a nessuno ma io credo che non sia cosi, in fondo ha parole di amore non solo verso la saggia e matura Phoebe ,non solo nel ricordo di Allie, il fratellino morto di cui conserva il guantone da baseball.

Il guantone che diventa l’oggetto magico delle favole, come l’anello che rende invisibili, e’ l’olifante di Orlando, il guantone custodito gelosamente pieno di poesie.

Holden e’ un bambino vecchio, con i suoi capricci e la sua insofferenza, ma con tanti sogni nel cassetto. Vorrebbe fare tutto, coltiva con passione le sue utopie, una di queste e’ l’iperbole grandiosa del viaggio, e’ una persona che vorrebbe andare via non riuscendovi mai. Anche per questo ama l’umanità...

"cosa vuoi fare da grande"? gli chiede assonnata la sorella..

"non lo so...vorrei fare il raccoglitore nella segale"

Perché il suo sogno era quello di poter raccogliere i bambini che giocando in un campo di segale rischiavano di cadere nel vuoto circostante. Holden Caufield e’ intelligente ma inerte. Il finale e’ cinico ma.. potevamo aspettarcelo..

Ritorna a casa dopo essere scappato dal collegio a causa di una bocciatura. Da ciò e’ iniziata la sua avventura, proprio durante le vacanze di Natale, le più lunghe della sua vita che ci propone di raccontare non senza un velo di amarezza e tristezza, le sue traversie e la sua fuga finisce presto, in un manicomio o quasi. E nel raccontare ciò non ci nasconde di aver provato un grande senso di vuoto, nel descrivere il modo con cui teneva per mano Sally, nella ricerca spietata di inserirsi nel mondo dei grandi e nel rifiuto da parte di questi. Non ci nasconde di provare malinconia nel ricordare le cose passate" perché se lo fate, -dice- sentirete la mancanza di tutti"



"the catcher in the rye" e’ un termine intraducibile che potrebbe significare "il raccoglitore nella segale" appunto quello che avrebbe voluto fare Holden, e’ un’immagine metaforica che allude al sogno di poter salvare le persone che scivolano senza controllo.

 

 

VALERIA DE STEFANO

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