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Da Aristotele all’Empirismo ed al Razionalismo.
di Oretta Lanternari  ( oretta.lanternari@gmail.com )

31 marzo 2007



un balzo di 1500 anni.


 

Dopo gli ultimi tre pilastri della filosofia occidentale, Socrate, Platone ed Aristotele, la storia della filosofia si snoda attraverso i secoli fino a sfociare nel Razionalismo ed Empirismo che, sono due correnti di pensiero filosofico, sviluppatesi nel XVI° e XVII° secolo, un balzo, quindi, di almeno 1500 anni in avanti.

Risulta necessaria, pertanto, una breve panoramica storica per capire come si è arrivati allo sviluppo del pensiero di questo periodo storico e culturale.

L’arco di tempo che va dalla morte di Aristotele (322 a.C.) ad Alessandro Magno e le sue conquiste, fino all’inizio del Medioevo, 300 circa d.C. è denominato Ellenismo, termine che indica sia una fase storica, sia la supremazia della cultura greca, nei tre regni della Macedonia, della Siria e dell’Egitto.

Nel 146 a.C. si afferma la supremazia militare e politica di Roma, che conquistò uno dopo l’altro tutti i regni Ellenistici. Da quel momento in poi furono la cultura e la lingua romana a dominare dalla Spagna fino all’Asia.

La religione, la filosofia e le scienze di questo periodo ellenistico sono il risultato della fusione di esperienze culturali diverse.

Nel periodo preso in esame, al di fuori dell’ambito greco-romano, si colloca la nascita di Gesù di Nazareth. Con Gesù si sviluppò il cristianesimo, che acquistò gradatamente importanza nel mondo.

Nell’anno 313 d.C. il cristianesimo, divenne una religione riconosciuta dall’Impero romano con l’Imperatore Costantino ed, il Vescovo di Roma divenne ben presto l’autorità di tutta la chiesa cattolica, con il nome di Papa o Padre.

Intorno al 300 d.C., iniziò il declino dell’Impero Romano che nel 395 fu diviso in due :

Impero Romano d’Occidente con capitale Roma e Impero Romano d’Oriente con capitale Costantinopoli.

Dal 529 d.C., la Chiesa Cattolica stabilì il monopolio di qualunque insegnamento, questo periodo storico, politico e religioso fu chiamato Medioevo, che significa :

  • periodo di tempo che intercorre tra due altre epoche, cioè tra l’antico mondo greco, e il moderno con la cultura Rinascimentale.

Il Medioevo è considerato come una lunga notte durata mille anni.

I due maggiori filosofi del Medioevo, furono Agostino che non trovò contraddizioni con la filosofia di Platone e Tommaso D’Aquino che cristianizzò Aristotele.

Pochi anni dopo la morte di Tommaso D’Aquino, l’unità culturale cristiana cominciò ad incrinarsi, la filosofia e la scienza si staccarono sempre più dalla chiesa e questo comportò anche per la religione un rapporto più libero con la ragione. Tutto ciò mise fine al Medioevo.

La maggiore libertà di rapporti tra religione e scienza determinarono nel quattrocento e nel cinquecento lo sviluppo del movimento rinascimentale.

Con il termine Rinascimento si fa riferimento ad un periodo storico contraddistinto da una grandiosa fioritura culturale che ebbe inizio a partire dal XIV° secolo in Italia e ben presto si diffuse in tutta Europa.

Le tre più grandi scoperte di questo periodo furono :

La bussola, la polvere da sparo e l’arte della stampa.

I grandi scienziati : Copernico, Keplero, Galileo Galilei, Isaac Newton.

Martin Lutero e la sua Riforma.

Nel Rinascimento si affermò l’importanza dell’osservazione diretta, dell’esperienza e della sperimentazione in ogni indagine sulla natura, questo metodo fu chiamato Empirismo.

Gli Empiristi o filosofi dell’esperienza più importanti furono:

John Locke, David Hume, Georg Berkeley, tutti e tre inglesi.

Il modo di pensare empirista risale ad Aristotele.

Allo stesso tempo si affermò un’altra corrente di pensiero da parte di filosofi

razionalisti, per essi la ragione rappresentava l’unica fonte sicura di conoscenza, perché i sensi erano considerati ingannevoli.

I filosofi Razionalisti più importanti del seicento furono:

Il francese Cartesio, l’olandese Spinoza, il tedesco Leibniz.

Il modo di pensare razionalista risale a Platone.

Locke, empirista, affermava che "la coscienza, prima di percepire qualcosa con i sensi, è come una tabula rasa, una superficie vuota, una lavagna dove nessuno ha mai scritto".

Locke paragona la coscienza ad una stanza non ammobiliata: si comincia a percepire il mondo che circonda, si vedono forme e colori, si sentono odori e sapori, si ode e si tocca.

In tal modo nascono quelle che Locke chiamò idee semplici. L’intelletto, però, non si limita ad accogliere passivamente queste impressioni esterne, infatti, ogni idea semplice, è rielaborata attraverso il pensiero, la riflessione il dubbio. In base a ciò, Locke separa la sensazione dalla riflessione, ed è attraverso la riflessione che la mente ordina e rielabora le impressioni sensoriali mano a mano che arrivano.

Ad esempio se si mangia una mela  non la si percepisce tutta in un’unica impressione, in realtà si ricevono una serie di idee semplici :

è qualcosa di rosso ;

ha un buon odore ;

ha un sapore ricco e leggermente aspro.

Solo dopo averne mangiate molte, si penserà che si sta mangiando una mela.

Secondo Locke solo a questo punto si è creata l’idea complessa di una mela. Analogamente, tutto il materiale su cui si fonda la conoscenza giunge attraverso gli organi sensoriali.

Locke, inoltre, trattò i temi della libertà di pensiero e della tolleranza e sostenne la parità dei sessi affermando che: "La sottomissione della donna all’uomo, è una invenzione umana, quindi può essere modificata dagli stessi esseri umani."

David Hume, l’altro filosofo inglese, nacque a Edimburgo in Scozia nel 1711 ed è considerato il filosofo più importante tra gli Empiristi.

Hume afferma che gli uomini hanno due diversi tipi di rappresentazioni:

Le impressioni e le idee.

Con impressioni s’intende ogni percezione immediata della realtà esteriore.

Con idee, il ricordo di queste impressioni.

Hume sostiene che quando si sogna si usano le forbici e la colla e che tutti i materiali di cui sono composti i sogni, devono essere pervenuti alla coscienza sotto forma di impressioni semplici.

Hume si chiede se l’idea dell’io è semplice o complessa.  

Osservando sé stessi si notano cambiamenti continui, sia l’umore che l’idea di sè mutano ogni momento. Pertanto, l’idea IO è in realtà una lunga catena di impressioni semplici che non si sono mai vissute contemporaneamente.

Un fascio, cioè di diverse percezioni che si susseguono velocissime e che sono in continuo flusso e movimento.

Un esempio attuale, potrebbe essere dato dalle immagini di un film che scorre sullo schermo, esse mutano così velocemente che non riusciamo a vedere che il film è composto di singole immagini.

Inoltre, secondo Hume si deve fare attenzione alle conclusioni affrettate.

Hume è un filosofo che prende spunto dal mondo di tutti i giorni e non nega che esistono inviolabili leggi di natura, ma poiché non si è in grado di sperimentare le stesse leggi naturali, si possono trarre conclusioni sbagliate.

Renè Descartes , nome latinizzato in Cartesio, nacque in Francia nel 1596.

Al pari di Socrate, Cartesio era convinto che si può raggiungere un sapere sicuro soltanto per mezzo della ragione.

Senza timore di esagerare si può affermare che fu tale filosofo a porre le fondamenta della filosofia di questo periodo. Infatti, egli sentì l’esigenza di raccogliere le conoscenze in un sistema filosofico coerente.

Il grande interesse di Cartesio era stabilire ciò che gli uomini erano in grado di sapere ed il rapporto tra l’anima e il corpo.

Che cos’era l’anima ? E come poteva qualcosa di spirituale mettere in moto un processo meccanico?

In relazione al sapere ed alla conoscenza da parte degli uomini, Cartesio affermava che "non bisogna accettare nulla per vero, ma è indispensabile suddividere un problema in tante parti." Cartesio intendeva dimostrare la verità filosofica esattamente come si dimostra un teorema matematico e basava la sua riflessione sul Dubbio, se si dubita è certo che si sta pensando, e se si pensa è dunque certo che si è un essere pensante, da qui la sua famosa frase che esprime in parte il pensiero filosofico di questo grande pensatore: "Cogito ergo sum" (Penso dunque sono).

Cosa si può osservare in questi filosofi rinascimentali?

Essi, nelle loro dottrine portarono i principi dei tre grandi filosofi greci (Socrate, Platone, Aristotele) e li elaborarono producendo avanzamenti, secondo una concezione più moderna del "sapere".


Dr. Oretta Lanternari

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