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Dalla Filosofia all’Etica, attraverso i Presocratici.
di Oretta Lanternari  ( oretta.lanternari@gmail.com )

18 giugno 2018



"Andiamo" al pensiero di coloro che hanno posto le basi delle scienze moderne.


 

L’Etica (dal greco Ethos "costume" ) ( dal Latino Mos "costume" "modo di vita"), o Morale, è quella parte della filosofia che studia il comportamento umano e le norme cui esso obbedisce, sia descrivendo le azioni, sia prescrivendo come si dovrebbe agire.

Essa indica l’insieme di valori e norme di condotta, conformi ai principi del giusto e dell’onesto, applicabili nei vari settori della vita di ogni essere umano, privata, professionale, religiosa e sociale.

L’Etica è, pertanto, quella sezione del pensiero filosofico che si è storicamente concretizzata in domande del tipo:

  • Quali sono le motivazioni che spingono gli individui ad agire?
  • Che cos’è il bene?
  • Qual è il fine ultimo di tutte le azioni umane?
  • Che cos’è la felicità?
  • Da dove si possono ricavare le norme ispiratrici della condotta umana?

Strettamente collegata all’Etica è la Filosofia politica, che si occupa (in modo descrittivo e prescrittivo) dei problemi relativi alla vita associata formulando i seguenti quesiti :

  • Qual è il fine dello Stato?
  • Quali sono le forme ottimali di governo?
  • Chi deve comandare?
  • Che cos’è la libertà?

Concetti di ampio respiro che hanno da sempre stimolato profonde riflessioni.

Parallelamente a queste grandi tematiche, la filosofia ha storicamente affrontato anche altre questioni relative al:

  • Problema delle leggi (filosofia del diritto);
  • dell’Arte e della bellezza (estetica);
  • del linguaggio (filosofia del linguaggio) comunicazione ;
  • della scienza ( epistemologia = teoria della conoscenza che si interessa ai principi ed al metodo della conoscenza scientifica);
  • dell’uomo e del suo posto nel mondo (antropologia = scienza che studia i problemi dell’uomo);
  • della civiltà e della storia (filosofia della storia).

Ma, dopo aver esaminato i motivi ed i modi della nascita della filosofia in Grecia e gli ambiti di cui essa si è occupata, è opportuno soffermarsi sui primi filosofi, che fiorirono dal sesto secolo a.C. in poi, i cosiddetti Presocratici, gruppo eterogeneo di pensatori anteriori a Socrate, che si occuparono principalmente del problema della natura e della realtà, non escludendo però dal loro campo di osservazione l’essere umano.

La linea di separazione tra Socrate e questi filosofi che lo hanno preceduto, è originata da ciò che Socrate ha prodotto, nota come la c.d. "Rivoluzione Socratica", in cui egli sposta il centro d’interesse, dalla realtà della natura e il cosmo, allo studio dell’uomo.

I primi Pensatori contemporanei o quasi sono :

Talete, Anassimandro, Anassimene.

I quali erano uomini politici, astronomi, matematici, fisici, oltre che filosofi.

Loro intenzione era dare una risposta al problema della sostanza primordiale (l’archè), cioè il principio da cui derivano tutte le cose.

Talete, diceva che tale principio era da rinvenire nell’acqua, egli prendeva forse spunto dall’osservazione che il nutrimento di ogni cosa è umido e persino il caldo si genera e vive dell’umido.

Come astronomo, Talete, predisse una eclisse solare, come matematico trovò vari teoremi di geometria  e, infine, come fisico scoprì la proprietà del magnete.

Anassimandro, riconobbe l’origine di tutto in un principio infinito o indeterminato, che abbraccia e governa ogni cosa ed è animato da un eterno movimento. Tale principio è immortale e indistruttibile, quindi Divino.

C’è un’ipotesi, relativa all’origine della vita dell’essere umano, che fa di Anassimandro, un precursore della teoria evoluzionistica di Darwin di 2500 anni prima, ossia della trasformazione della specie vivente, l’una nell’altra.

"Non sanno nutrirsi da sé, (diceva il filosofo, riferendosi agli esseri umani), non avrebbero potuto sopravvivere se fossero nati la prima volta come nascono ora. Hanno dovuto avere origini da altri animali. Essi nacquero dentro i pesci e dopo essere stati nutriti, divenuti capaci di proteggersi da sé, furono gettati fuori e presero terra". ( ESEMPIO DELL’EMBRIONE )

Anassimandro scoprì l’obliquità dello zodiaco.

Per Anassimene, invece, il principio di tutto era nell’aria, egli vedeva nell’aria la forza che anima il mondo, il principio del movimento e del mutamento.

Successivi a tali pensatori furono Pitagora ed i suoi seguaci, a cui si deve la creazione della matematica come scienza.

La filosofia dei Pitagorici era un riflesso della loro matematica.

La tesi fondamentale di questa filosofia è :

" Il numero è la sostanza delle cose", cioè il mondo consiste in un ordinamento geometrico esprimibile in numeri (misurabili).

Mediante il numero è possibile spiegare le cose più disparate dell’esperienza :

Dal moto degli astri, al succedersi delle stagioni, delle armonie musicali, al ciclo della vegetazione.

Per cui anche quello che sembra lontano dal numero, è riconducibile ad una struttura quantitativa e, quindi misurabile.

I Pitagorici per primi hanno ricondotto la natura a qualcosa di oggettivo reale, (logico) e non soggettivo.

Per i Pitagorici l’aritmetica e la geometria venivano fuse, infatti la figura geometrica è un ordinamento di punti nello spazio e il numero esprime la misura di questo ordinamento.

Il numero dieci, considerato come il numero perfetto, era rappresentato da un triangolo che aveva il numero quattro per lato, (ciò costituiva la sacra figura della Tetractìs).

In astronomia, essi sostennero per primi la sfericità della terra e dei corpi celesti in genere. Da ciò dedussero che la sfera è la più perfetta tra le figure solide, perché avendo tutti i suoi punti equidistanti dal centro è l’immagine stessa dell’armonia.

Anche nella morale i Pitagorici ricorrevano alla dottrina dell’armonia, infatti, la giustizia era definita da essi come un numero quadrato, (un numero moltiplicato per se stesso):

Meriti uguali con uguali compensi e colpe uguali con uguali pene.

Tali filosofi ebbero anche altre geniali intuizioni, che li caratterizzano come i più antichi precursori di Copernico.

Filolao abbandonò per primo l’ipotesi che la terra sia il centro fisso del mondo ed ammise, invece, che la terra, e tutti gli altri corpi celesti, si muovono intorno ad un fuoco centrale (il sole) da occidente ad oriente.

L’ipotesi pitagorica del movimento della terra si trasformò in vera e propria ipotesi ELIOCENTRICA (il sole al centro) anticipando Copernico, ma la loro voce venne sommersa dall’imperante teoria GEOCENTRICA

(la terra al centro) di tipo Aristotelica / Tolemaica.

I Pitagorici si avvalsero delle loro idee matematiche anche per l’interpretazione dell’uomo e del suo mondo.

Essi consideravano l’anima umana come Armonia. Essa risulterebbe dalla composizione armonica degli elementi che compongono il corpo, così come l’armonia musicale risulta dagli elementi che compongono lo strumento musicale.

Un posto a parte merita, poi, Eraclito. Alla base del suo pensiero vi è la contrapposizione tra la filosofia e la mentalità comune, cioè fra popolo e aristocrazia, egli definisce dormienti i non filosofi, e gli svegli i filosofi, perché andando al di là delle apparenze, sanno cogliere l’essenza delle cose.

Eraclito è passato alla tradizione come il "filosofo del divenire" in quanto concepisce il mondo come un flusso perenne in cui "tutto scorre" (panta rèi), analogamente alla corrente di un fiume, le cui acque non sono mai le stesse.

"Non è possibile discendere due volte nello stesso fiume, né toccare due volte una sostanza mortale nello stesso stato per la velocità del movimento, tutto si disperde e si ricompone di nuovo, tutto viene e va".

La forma dell’essere è il divenire, poiché ogni cosa è soggetta al tempo e alla trasformazione, ed anche ciò che sembra statico e fermo, in realtà è dinamico.

Questa concezione della realtà come fluire, si concretizza nella tesi secondo cui il "principio" delle cose è il "Fuoco" elemento nobile e distruttivo per eccellenza, che simboleggia l’energia in perpetua trasformazione.

La parte più originale del pensiero eracliteo è la teoria dell’unità dei contrari. "I molti, dice Eraclito, ritengono che un opposto possa esistere senza l’altro, tale idea è un’illusione in quanto che la legge segreta del mondo risiede proprio nella stretta connessione dei contrari, che in quanto opposti lottano tra di loro". "Il bene e il male, la sazietà e la fame, la salute e la malattia, la giustizia e l’offesa, la notte e il giorno, l’estate e l’inverno, il caldo e il freddo".

Eraclito, è persuaso della logicità dell’universo e definisce la legge della interdipendenza degli opposti con il termine di Logos = Ragione.

Come risulta evidente, i primi filosofi hanno fatto derivare il principio del mondo, (l’archè) ai vari elementi della natura, da cui tutto ha preso origine ed in virtù di cui tutto si mantiene in vita.

Alla luce delle conoscenze raggiunte nei tempi moderni risulta che ognuno di loro e tutti insieme avevano ragione, in quanto i principi sopra menzionati sono realmente importanti per la vita, ma non l’uno o l’altro ma l’uno e l’altro.

Oretta Lanternari

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