“La
musica riusciva a entrare e a compiere miracoli anche nel suo mondo
lontano, molto più lontano della luna.” (Paulo Coelho)
Associazione
Movimento
per la difesa dei disabili di Cosenza
(sita in Via S. Amato 21,cs) incontri di musicoterapia rivolti a
bambini, adolescenti e adulti.
In
musicoterapia la musica viene utilizzata da parte di un
musicoterapista qualificato, con un utente o un gruppo, in un
processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione,
l’apprendimento, la motricità, l’espressione,
l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi al fine di
soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali
e cognitive. La musica e tutti i suoi aspetti aspetti –fisici,
emotivi, mentali, sociali, estetici e spirituali- vengono adoperati
all’interno di un processo interpersonale per migliorare,
recuperare o mantenere lo stato di salute, oppure per fornire
possibilità di crescita e di sviluppo ai bambini e ai ragazzi
(K. E. Bruscia).
A
cosa serve la musicoterapia?
La
musicoterapia serve ad intervenire su un certo numero di disagi
fisici, psicologici, psichiatrici e neurologici (disturbi motori,
sensoriali, emotivo-relazionali, dell’apprendimento e della
personalità, esiti da lesioni cerebrali, autismo, sindromi
genetiche, demenze senili e altri ancora) e si rivolge a persone di
diverse età. Nell’ambito della prevenzione, invece, è
noto l’impiego della musicoterapia sulle gestanti o sui
neonati, allo scopo di facilitare un sereno rapporto madre-bambino e
una buona comunicazione non-verbale. Può essere anche
adoperata con persone in salute allo scopo di favorirne la crescita
psicologica ed emotiva, di migliorare le relazioni interpersonali,
oppure aiutare il rilassamento. I pazienti possono essere coinvolti
in sedute individuali, di coppia oppure di gruppo in base alle
caratteristiche e ai bisogni personali. Gli obiettivi e le strategie
terapeutiche vengono individuate tramite la raccolta anamnestica
riguardo ad aspetti medici, personali e familiari; viene effettuata,
inoltre, una valutazione del paziente o del gruppo attraverso
strumenti prettamente musicoterapici. Il trattamento può
essere a breve, medio o lungo termine in base agli obiettivi
prefissati. Il
lavoro del musicoterapista va considerato in un’ottica di
partecipazione interdisciplinare, ed è di fondamentale
importanza la collaborazione con l’èquipe medica e con
gli altri specialisti che operano con la stessa persona.
Obiettivi
Stimolazione
sensoriale:
la
musica è utilizzata per migliorare la consapevolezza del
proprio corpo, le potenzialità di ascolto, di vista e di tatto
del terapista , dell’ambiente circostante, e della relazione
tra la creazione del suono e il suono
stesso.
Migliorare
le abilità comunicative: La
musica fornisce una forma primordiale di comunicazione non verbale in
cui il terapista usa gli elementi della musica per creare
un’intenzionalità, una condivisione di significati
tramite lo sviluppo di un repertorio comune di eventi che hanno
significato per terapista e paziente.
Favorire
l’espressione emotiva:
la musica è un linguaggio, con le inflessioni, le sfumature e
le emozioni del linguaggio, e nell’uso di un semplice strumento
musicale, i suoni possono rappresentare felicità, tristezza,
rabbia, frustrazione o gioia. I musicoterapisti possono aiutare ad
esternare emozioni quali rabbia, tristezza, malinconia, a prenderne
consapevolezza e a modularle. Infatti, una delle potenzialità
della musicoterapia è quella di permettere alle emozioni
negative e ai conflitti di emergere, offrendo un “filtro
protettivo” rappresentato dagli strumenti musicali che servono
da intermediari nella comunicazione.
Sviluppare
e potenziare le abilità cognitive: la
musica può essere utilizzata per stimolare e potenziare le
capacità attentive, la memoria, la concentrazione, le abilità
organizzative, le abilità di elaborazione sequenziale e
simultanea oltre alla capacità di risoluzione dei problemi.
Favorire
l’interazione sociale: l’improvvisazione
musicale di gruppo promuove l’impegno sociale e l’interazione
tra i partecipanti attraverso l’uso di strumenti di facile
utilizzo.
Incentivare
e potenziare le abilità motorie:
migliorare la consapevolezza corporea, agevolare le attività
di coordinazione motoria, favorire il rilassamento muscolare mediante
attività musicali mirate.
La
musicoterapia attiva e la musicoterapia recettiva
Distinguiamo
due diversi approcci: la musicoterapia
attiva e
la musicoterapia
recettiva.
La
musicoterapia
attiva
che prevede quello che in gergo si chiama “dialogo sonoro”,
ovvero la comunicazione sonora improvvisata su strumenti suonati da
paziente e terapista. Si utilizzano strumenti di facile manipolazione
(prevalentemente lo strumentario
Orff)
che non richiedono un’istruzione musicale pregressa o abilità
motorie particolari. Il paziente diviene protagonista, è
portato a sentire, comprendere, creare, senza coercizioni, libero di
scegliere lo strumento che per lui in quel momento è più
significante, comunicare con se stesso e agli altri ritmo, timbri,
melodie, volumi in cui si sente bene, con una esperienza di sé
globale.
La musicoterapia recettiva
utilizza come procedura principale l’ascolto musicale e lo
applica a scopi clinici nella terapia individuale e di gruppo. Spesso
l’ascolto viene concepito come una modalità di approccio
passiva, ma in realtà si tratta di un processo complesso in
grado di attivare intensi vissuti interiori, evocare ricordi,
stimolare le abilità percettive e l’immaginazione .
L’ascolto lascia comunque spazio alla spontanea espressione
tramite il canto, il libero vocalizzo e/o altre espressioni corporee
come battito o movimento delle mani, movimento degli arti o di tutto
il corpo. Oltre queste risposte musicali esplicite e/o implicite,
abbiamo risposte di tipo extra-musicali verbali e/o non verbali
sempre espressione di responsività allo stimolo musicale.
All’interno
di queste due grandi tecniche possono esservi infinite utilizzazioni
del suono che contemplano l’utilizzo del corpo, della voce
oltre agli strumenti convenzionali e non. Le due tecniche possono
essere utilizzate nella stessa seduta e vengono scelte in base alle
esigenze. La scelta deve essere sempre al servizio del paziente,
tenendo in considerazione le sue preferenze, essendo queste ultime un
mezzo per raggiungere gli obiettivi.
Definizione
del percorso
Raccolta
dei dati anamnestici e biografici (da parenti e /o eventuali care
givers e dall’èquipe di riferimento, e dagli altri
operatori che lavorano con il paziente in questione)
Osservazione
musicoterapica (generalmente da due a quattro sedute)
Definizione
degli obiettivi e inizio del trattamento musicoterapico (da dieci a
dodici sedute)
Analisi,
valutazione e raccomandazioni per un eventuale ulteriore periodo di
trattamento o per la conclusione dello stesso
La
seduta di musicoterapia
Gli
incontri individuali o di gruppo durano in media 45-60 minuti per
1/2 volte a settimana.
Stabilito
il tipo di intervento (individuale o di gruppo) si procede alla
strutturazione della seduta che solitamente è suddivisa in tre
fasi:
-
L’accoglienza che prevede generalmente proposte già note
al paziente o al gruppo, al fine di creare un’atmosfera
rilassante con la quale si dà inizio all’incontro. In
questa fase è possibile recuperare elementi della seduta
precedente e fornire uno spazio nel quale comprendere e accogliere le
esigenze del paziente.
-
Segue la fase centrale nella quale è possibile introdurre
gradualmente elementi nuovi o
sondare
possibili cambiamenti attuabili; questa fase è il cuore
dell’intervento.
− La
fase di chiusura che insieme alla prima, costituisce una cornice
contenitiva e rassicurante in grado di riportare il paziente ad uno
stato di tranquillità, prima della conclusione. Anche in
questa fase si opterà per attività particolarmente
gradite, le proposte possono essere le stesse della prima fase o
provenire anche dalla seconda.
La
valutazione, e il confronto con l’èquipe di riferimento
La
valutazione dei risultati della terapia musicale deve avvenire sempre
in èquipe.
Il
lavoro impostato dovrebbe essere sempre illustrato al gruppo durante
le riunioni di équipe assieme alla discussione dei singoli
casi. Dove non sono previste riunioni di équipe, si
utilizzeranno solo le comunicazioni scritte periodiche sotto forma di
relazioni. Al termine di ogni periodo il musicoterapista produrrà
una relazione che riassume l’andamento delle sedute ed
eventuali osservazioni inerenti agli obiettivi individuali, a
variazioni, a particolarità.
Setting
e strumenti
Il
setting in musicoterapia costituisce un elemento fondamentale,
pertanto è importante che l’ambiente sia adeguato allo
scopo.
Gli strumenti
necessari allo svolgimento dell’attività di musicoterapia
sono:
materiale
timbrico-sonoro vario;
strumenti
musicali:strumentario Orff, Strumenti professionali (forniti
dall’operatore);
apparecchiature
analogico-digitali audio di registrazione e riproduzione - dischi,
compact disc;
Per
informazioni:
Francesca
D’Andrea (musicista e musicoterapista): 320/3201925732
Gianfranco
Cristiano, Presidente dell’Associazione Movimento per la difesa
dei disabili:330690987
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