Comunicato
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O
voli, o cammini.
In
sintesi è tutta qui la Red Bull X-Alps, evento biennale alla
settima edizione.
Oltre
1000 chilometri attraverso sei paesi, tra le montagne più alte
d’Europa, dalla storica Salisburgo in Austria fino al
Principato di Monaco. Chilometri da consumare volando in parapendio
od arrancando a piedi quando non si trovano le condizioni favorevoli
per librarsi in cielo con questo entusiasmante mezzo che sfrutta le
forze della natura per volare, forse il più ecologico al
mondo.
O
voli appeso sotto un’ala di tela, chiuso nel bozzolo
dell’imbrago, la sella sotto la quale scorrono valli e
montagne, sfilano boschi e rocce. Oppure cammini lungo le vallate,
t’arrampichi per sentieri e pareti rocciose, per vie ferrate,
attraverso ghiacciai, cercando uno spazio propizio per spiccare un
nuovo volo e poi sfruttare le correnti ascensionali, guadagnare quota
e la possibilità di andare avanti lungo l’arco alpino,
tra scenari spettacolari e mozzafiato, verso le spiagge del
Mediterraneo. Avanti, avanti ancora, hiking e parapendio, abilità
di pilota nel manovrare l’ala e resistenza d’atleta alla
fatica.
Naturalmente
il prossimo 5 luglio, quando la piazza dedicata a Wolfgang Amadeus
Mozart vedrà scattare i concorrenti alla straordinaria
maratona di volo e di gambe, i 33 piloti scalpitanti di percorrere i
cieli alpini in rappresentanza di 18 paesi, due sole donne, la
tedesca Yvonne Dathe e l’americana Dawn Westrum, sperano di
volare molto e camminare poco, il meno possibile.
Lo
spera Aaron Durogati, di Merano, 29 anni, professionista del
parapendio e figlio d’arte, pilota combattivo e di talento con
la competizione nel sangue. Al suo attivo la vittoria nella Coppa del
Mondo 2012 insieme a Nicole Fedele (coppa tutta azzurra quell’anno!),
un curriculum denso di successi, unico italiano a volare o marciare
insieme al resto della truppa internazionale. Debuttò nel
2013, settimo posto, ottima prova, visto che i numeri delle
precedenti X-Alps dicono che appena il 12 per cento dei piloti arriva
a meta. Lo spera Christian Maurer, detto Chrigel, elvetico di
Unterseen, nel cantone di Berna, 33 anni, che di Red Bull ne ha già
vinte tre. Nell’ultima ce la fece in 7 giorni meno una ventina
di minuti, l’uomo da battere.
Lo
sperano anche gli assistenti, uno per ciascun pilota, con il compito
di seguire via terra le peripezie del compagno di squadra,
rifornirlo, consigliarlo, incoraggiarlo. Necessaria per entrambi
molta esperienza di volo e d’alpinismo, perché alla
X-Alps non può andarci chiunque sappia usare un parapendio, ma
serve la giusta preparazione per entrare nei ranghi insieme a gente
altamente qualificata. Il supporter di Aaron Durogati si chiama
Ondrej Prochazka, Repubblica Ceca, ottimo pilota di cross ed
acrobazia, già suo compagno nel 2013. Insieme hanno studiato
il percorso per elaborare un piano di volo efficace, perché
anche la tattica ha grande importanza.
L’itinerario
del 2015 pare sia più difficile delle scorse edizioni a
partire dai 1038 km, solo una manciata in più rispetto al
2013. Il percorso è contrassegnato da precisi punti di svolta,
una decina di “boe aeree”, per così dire, o
cancelli terrestri. Le une sono da aggirare in volo, gli altri da
attraversare a piedi. Obbligatoriamente.
Il
primo è sul monte Gaisberg, 1287 metri sopra Salisburgo, a
cinque chilometri dal via. Ci si arriva lavorando di scarpe e poi via
per il cielo. Seguono il ghiacciaio Dachstein, altezza 2995 ed il
Kampenwand montagna di 1669 metri evidenziata da una croce alta
dodici, vicino al Chiemsee, terzo lago della Germania, detto anche
“mare bavarese”, nel cuore delle montagne di quella
regione. Poi giù verso sud-ovest a passare lo Zugspitz al
confine con l’Austria, 2962 metri, la più alta montagna
tedesca. Ancora a sud e si entra in Italia per raggiungere Cima Tosa,
quota 3173, torre rocciosa delle Dolomiti del Brenta.
Le
vallate ampie e profonde del tratto italiano potrebbero riservare
sorprese. Infatti, nel volo libero, cioè il volo in parapendio
e deltaplano senza motore, uno degli ostacoli da superare è
quello degli attraversamenti di valli e pianure dove il pilota non
trova le condizioni favorevoli dei pendii montani per reggersi in
aria. Nel caso della Red Bull significa che, se obbligato ad
atterrare, dovrà arrampicarsi a lungo prima di scovare un
pendio adatto al decollo e proseguire la gara.
Secondo
le precedenti esperienze, un momento difficile è in agguato in
corrispondenza della sesta “boa” in Svizzera, nel cantone
dei Grigioni, il Piz Corvatsch che si innalza fino a 3451 metri nel
massiccio del Bernina. Siamo nei pressi di St. Moritz, quasi a mezza
strada, 540 chilometri prima di vedere il mare, ma i piloti hanno
ancora da lasciarsi alle spalle il Matterhorn, cioè il nostro
Cervino, che svetta a 4478 metri, e poi il Monte Bianco, massima cima
d’Europa, 4810 metri, da passare sul versante francese.
Nel
caso delle “boe aeree” basta entrare in cilindri
virtuali, come quello del Cervino, raggio 5,5 km, centro sulla vetta,
sviluppo da terra all’infinito. Pertanto non è
obbligatorio scavalcare le montagne nel punto più alto, però
la quota aiuta il volo ed è sinonimo di sicurezza, nonostante
molti credano il contrario. I cancelli a terra, invece, bisogna
traguardarli a piedi, camminando anche per pochi metri. Atterri in
prossimità del punto prefissato, lo passi, firmi la lavagna e
te ne rivai in volo. Camminare poco e volare tanto, perché i
modelli più avanzati di parapendio viaggiano a quasi 70 km/h,
perché le lancette dell’orologio girano implacabili e
gli altri non stanno ad aspettare.
Dal
Bianco si scende verso Annecy, comune di 52 mila abitanti nell’alta
Savoia, sulla sponda settentrionale dell’omonimo lago, storica
culla del parapendio, dove è obbligatorio attraversare un
traguardo posto sul decollo del sito di volo di Planfait. Poi
l’ultimo tratto, circa 250 km con rotta meridionale, fino alle
Alpi Marittime e Peille, piccolo paese arroccato alle spalle della
Costa Azzurra, dove il tempo ufficiale si ferma. Mancano solo due
chilometri all’atterraggio, più giusto chiamarlo
ammaraggio, su una zattera galleggiante nella baia del piccolo
principato. Ultimo giorno utile per tuffarsi in mare il 17 luglio.
Per
monitorare la gara, per esempio verificare il corretto aggiramento
dei punti di svolta, l’organizzazione fornisce ai piloti uno
strumento integrato, GPS più live tracking, cioè un
dispositivo che permette di conoscere in ogni momento la posizione
dei volatori e registrare una traccia dei loro percorsi. Grazie a
tanta tecnologia, chiunque può seguire la Red Bull X-Alps dal
proprio computer ed aumenta la sicurezza: se un pilota ha bisogno
d’aiuto, la base sa dove trovarlo.
O
voli, o cammini con l’attrezzatura in spalla, regola severa, ma
non è l’unica. Niente passaggi su mezzi motorizzati e
no, proibito usare gallerie per abbreviare il percorso, farsi aiutare
in fase di decollo, volare dalle 21 alle 6 del mattino, proseguire a
piedi dalle 22,30 alle 5. E’ permesso ad ogni atleta sottrarsi
all’obbligo di sosta notturna una sola volta e solo per
proseguire a piedi, ma tre piloti lo potranno fare due volte.
Infatti,
il 2 luglio, tre giorni prima del via, attorno a Fuschl am See,
piccolo comune di un migliaio e mezzo d’abitanti ad ovest di
Salisburgo nell’area chiamata Salzkammergut, a cavallo tra Alta
Austria, il Salisburghese e la Stiria, i partecipanti si sfideranno
in un prologo alla Red Bull X-Alps. Dovranno volare e camminare in un
contesto contrassegnato da laghi, aree pianeggianti, montagne di
moderata altezza e no, e tornare a Fuschl am See. I primi tre
guadagneranno cinque minuti di vantaggio alla partenza, oltre che un
secondo permesso per camminare di notte.
A
Fuschl am See si trova la sede centrale dello sponsor che ha dato il
nome alla manifestazione, produttore della nota bevanda energetica.
Ce ne sarà bisogno.
Gustavo
Vitali - Ufficio Stampa FIVL
Associazione
Nazionale Italiana Volo Libero (registro CONI n. 238227)
il
volo in deltaplano e parapendio
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335 5852431 - skype: gustavo.vitali
Foto
ad alta risoluzione gentilmente fornite dagli organizzatori:
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a
richiesta, disponibili anche in formato più grande
per
ulteriori informazioni contattare il team della Red Bull X-Alps:
Julia
Tolson e Maximilian Blair
tel:
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