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Ivano Fossati - Tour 2004.
di Stefania Labate  ( stefanialabate@hotmail.it )

28 gennaio 2004





Sui "treni a vapore" verso il centro del cuore!


 

Sono le 21:20, una voce fuori campo ci informa che il concerto sta per iniziare, ci invita a spegnere i cellulari. Le luci si abbassano e, dal buio, col passo veloce di chi non può più aspettare a dare, con le mani giunte in segno di ossequio e ringraziamento, arriva Ivano Fossati.

Si inchina e saluta. Si siede al pianoforte e comincia il concerto.

Il palco è pieno esclusivamente di strumenti acustici. Sono presenti sei musicisti. In alto, oltre alle luci, quattro grandi "lampadari" orientali che cambiano continuamente colore insieme al colore delle nostre emozioni. La musica scivola via come una valanga rotonda di suoni....piena, bastante a se stessa, in cui la voce di Fossati ed i suoni, meravigliosi, "impastati" in un arrangiamento tutto nuovo, coinvolgono tutto il nostro essere, il nostro sentire.

Fossati è lì davanti a noi, sul palcoscenico... In quel momento è il nostro idolo, ma è anche un nostro amico che ci parla, ci spiega, si diverte, scherza, si racconta e ci cattura con la sua voce dolcemente graffiata a narrare della magia degli strumenti acustici ..... che sanno di vero. Ci invita a guardare oltre, ad immaginare tutto quello che ci viene in mente come si fa nei teatri orientali, con attori improvvisati e pubblico improvvisato. Ci invita a sognare con la musica...

E abbiamo sognato!

Siamo stati investiti nell’ascolto, ma anche nei sentimenti, dalle "nostre" canzoni di Ivano che portiamo nella mente, ma anche nell’anima. I musicisti, affiatatissimi e polivalenti, hanno saputo dar vita, grazie ad arrangiamenti finemente pensati da Pietro Cantarelli, ad un suono compatto e trascinante tradotto in frequenze deliziose e sapientemente equilibrate da una fonia di altissima qualità a cura della validissima Marti Jane Robertson.

Il concerto dura più di due ore, tra musica e racconti, ma scorre via veloce senza esitazioni con momenti di grande curiosità come quando il figlio del nostro, Claudio, batterista, alzatosi dalla sua postazione, ha raggiunto il padre al pianoforte e, in maniera insolita, ha "suonato" dei bicchieri a calice opportunamente riempiti e quindi accordati e, sotto lo sguardo compiaciuto e complice di Ivano, lo ha accompagnato nel brano Cartolina. Ma la peculiarità di questo concerto sta non solo nella qualità musicale, ma anche nella qualità delle sensazioni che riesce a suscitare come avviene soprattutto in Un bacio sulla bocca, oppure Mio fratello che guardi il mondo, quando le emozioni, messaggere di un’altissima poesia, investono chi ascolta come un’irrefrenabile onda di godimento talmente travolgente da non lasciare scampo neppure per una cellula del corpo.

Non mancano momenti di grande virtuosismo e grande gusto musicale resi possibili dalla bravura, veramente non comune, dei musicisti: il percussionista Saverio Tasca (preso in prestito dalla musica sinfonica e dalla docenza in conservatorio); Daniele Mencarelli al basso e contrabbasso (preso in prestito dal Jazz); il chitarrista eccellente Riccardo Galardini che, come ha detto Ivano, si beava nel suo "chitarreto"; il batterista Claudio Fossati che, oltre a suonare la batteria, si è adoperato per dare "nuova vita" a stoviglie, ruote di biciclette ed altre "amenità" (come ha detto lo stesso Ivano); restano ancora Mirko Guerrini al sassofono, fisarmonica, Harmonium e... triangolo (ci tiene che venga mensionato!); Pietro Cantarelli al pianoforte, Hammond, fisarmonica.

Insomma, un concerto così ti fa andar via dal teatro col piacere di avere ascoltato dell’ottima musica, con l’impressione, anche senza averci parlato direttamente, di essere diventati amici di Ivano Fossati. Si è presentato con la semplicità di chi ha mille e una cosa da dire e da dare e la consapevolezza di essere "grande" , ma senza farne un peso per gli altri, anzi regalando loro la sua grandezza come un dono da offrire, ma soprattutto col cuore gonfio di gioia , di emozioni, di ricchezza interiore, in un modo così "forte" che non può svanire con la fine del concerto, ma rimane nel tempo.

Adesso, per me, è passata una notte da quel magico momento, ma il mio essere ancora deborda, nel cuore e nei sensi, di quello a cui ho avuto il piacere di assistere e sento che lo conserverò dentro di me come un ricordo prezioso che difenderò dall’usura del tempo e conserverò gelosamente.... mentre mi sento di dire...

"Grazie Ivano!".

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