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C’è qualcosa di piccante nell’aria...
di Maria Cipparrone  (  mariellacipparrone@libero.it )

6 settembre 2003





In una girandola di colori, luci, profumi e tradizioni, incorniciati da un tratto di costa frastagliata e imponente, si celebra a Diamante (CS) dal 3 al 7 settembre il Festival del Peperoncino.


In uno dei paesi più suggestivi dell’Alto Tirreno calabrese, adagiato su un tratto di costa roccioso, caratterizzato da numerose baie ed insenature, che regalano, a questa porzione di regione, incatevoli scenari dalla bellezza straordinaria, trova, anche per quest’anno, il suo naturale palcoscenico una festa ormai entrata nelle tradizioni di questo luogo e nelle aspettative di tutti coloro che dal 1992, anno della sua I^ edizione, lo seguono, provenienti dalle altre province calabresi, da ogni parte d’Italia ed, ormai, da numerosi paesi europei.

Il nostro webmagazine ha voluto incontrare l’ideatore e promotore della manifestazione, nonchè presidente nazionale dell’Accademia del Peperoncino, dott. Enzo Monaco, il sindaco di Diamante, dott. Ernesto Caselli e Ninì Belcastro, titolare del famoso locale "Caffè Ninì", sito sul Lungomare di questa ridente ed emozionante cittadina.

Presidente, e’ consuetudine, ormai, per la Strad@Web seguire questa manifestazione ed incontrarla, per celebrare insieme "Sua Maestà il Peperoncino". Dopo dieci anni di festival, degnamente ricordati l’anno scorso, quali sono i progetti dell’Accademia e cosa si vuole ancora celebrare nel 2003?

L’undicesimo anno sta segnando il punto di partenza per nuovi e più impegnativi progetti, quindi quest’anno, a parte la riconferma della formula ed altre iniziative particolarmente interessanti, l’obiettivo è quello di lanciare una nuova e grande sfida "piccante", cioè realizzare una rivista interamente dedicata al peperoncino, primo esperimento in Europa e terzo nel mondo, giacchè ne esistono già due sul tema. Il progetto, già di per sè difficile, diventa ambiziosissimo, atteso che noi, dichiaratamente, vogliamo fare la più bella rivista in assoluto e, non una qualsiasi.

Pertanto, in questa undicesima edizione del Festival, sarà presentato il numero 0 della nuova rivista che si intitola "Pic Mondo Peperoncino" che riflette la filosofia del festival e che, a giudizio dei giornalisti che l’hanno già vista in occasione di una ristretta conferenza stampa tenutasi a Roma, è già stata definita come il miglior documento realizzato nel mondo in onore di Sua Maestà il Peperoncino.

Per quanto riguarda l’edizione 2003 di questo festival vi sono alcune riconferme ed alcune novità: la riconferma è la formula che è sempre la stessa con spettacoli di teatro di strada, folklore, clowns, trampolieri, musica, cabaret. Lo spettatore, come al solito, sarà coinvolto in questa situazione emotiva molto forte e, non potendo essere presente a tutti gli eventi, sarà costretto ad operare delle scelte, dovendo decidere se partecipare al convegno sui funghi o al convegno medico o a quello sulla birra per l’abbinamento birra-peperoncino. Momenti esaltanti, quindi, di cultura ed anche riconferma del Piccante Film Festival, quest’anno dedicato ai film su Pinocchio, che è uno dei temi più importanti della manifestazione.

Come mai questo collegamento Pinocchio-peperoncino?

L’idea è nata dal fatto che Pinocchio è un ragazzo discolo e che, qui in Calabria, i ragazzi discoli sono chiamati "peperoncini", per cui Pinocchio era un "peperoncino"; ecco perché abbiamo dedicato a lui una mostra, che sta girando tutta l’Italia e che, attualmente, si trova a Diamante, presso il Comune; dopo questa sosta, la mostra riprenderà il suo tour in altre 20 città italiane e, poi, si concluderà, in giugno dell’anno prossimo, a New York.

Nel corso del Festival saranno proiettati i più bei film su Pinocchio, a partire da Walt Disney per arrivare al Pinocchio teatrale di Carmelo Bene: una parabola culturale che va dalla favola all’impegno. Nell’ambito di questi films, poi, si è ritenuto di dover premiare un regista che ha fatto un film particolare su Pinocchio, cioè Francesco Nuti.

Si è scelto questo film, intitolato "Occhio Pinocchio", perché, in parte, è stato girato in Calabria e perché, a differenza degli altri film sullo stesso tema, quello di Nuti aveva l’ambizione di essere una metafora della favola, solo che, per una serie di motivi, il film, né ha avuto successo né è stato realizzato come il regista si proponeva. Per le situazioni suesposte e per il fatto stesso che Nuti è un grande attore che, in questo momento, ha bisogno di testimonianze di affetto e di stima, si è pensato di dare a lui il premio. L’anno scorso è stato premiato Alessandro Benvenuti, e poiché quest’ultimo, fra l’altro, è un suo amico, è stato invitato anche lui, in modo da fare questo passaggio del testimone.

Quando si avranno queste presenze all’interno del Festival?

Sabato 6 settembre, alle ore 21.00, nella piazzetta S. Biagio. Inoltre, quando si è deciso di dare questo premio a Nuti non si sapevano alcune cose che sono emerse dai primi contatti con Nuti e che, a mio giudizio, sono straordinariamente interessanti. Nuti ci ha rivelato, al telefono, di essere molto contento di questa iniziativa - e di questo premio - per le sue origini calabresi: la mamma, infatti, è nativa di Crotone, per cui esiste un rapporto affettivo molto forte con la Calabria. Ma non è tutto, perché è emerso, inoltre, che, addirittura, la nonna è nativa di Diamante e si chiama Diamante Giglio. Dalle ricerche poi effettuate negli archivi anagrafici si è riscontrato che, in effetti, la famiglia Giglio è una famiglia di Diamante, che esiste una Diamante Giglio emigrata a Crotone e che si tratta di una famiglia nobile che, come tutte le famiglie nobili di quell’epoca, seguiva l’usanza di dare ai propri figli, sia maschi sia femmine, il nome del paese di origine. Voglio citare la dichiarazione di Alessandro Benvenuti, il quale dice: "Stando a Diamante, l’anno scorso, ho potuto constatare che il peperoncino fa bene alla salute ma anche all’anima, e sono sicuro che farà bene anche al mio amico Francesco".

Bene, questa è un’altra iniziativa del Presidente Enzo Monaco che, come un prestigiatore, estrae sempre qualcosa di nuovo e sensazionale dal suo cilindro, da offrire al suo paese, alla Calabria, anche se, a questo punto, i confini regionali sono stati, sicuramente, superati.

Mah... devo dire che, in questo caso, siamo stati fortunati perché tutto questo non era previsto.

Va bene, non era previsto ma...come si dice, chi cerca trova, e chi si attiva riesce a realizzare.

Ora, per concludere, bisogna fare riferimento all’altro collegamento birra-peperoncino. Questo abbinamento nasce da una constatazione particolare: nell’immaginario collettivo, si pensa che la birra sia una bevanda nordica, in alternativa al vino che è sicuramente una bevanda mediterranea. La birra, invece, è la bevanda mediterranea per eccellenza, infatti è la più antica del mondo ed è stata inventata dai Sumeri, ed adottata, successivamente, anche dagli Egiziani. Si tratta, pertanto, di un ambiente tipicamente mediterraneo. Inoltre, altrettanto mediterranei sono gli ingredienti di cui la birra è composta, che sono il malto, l’orzo e l’avena. Pertanto, per far conoscere questa origine, si è creato questo binomio birra-peperoncino, ed è stato invitato anche il Magnifico Rettore dell’Università della birra, il giornalista Franco Re, che farà una relazione per spiegare i punti di contatto tra questi due elementi, che presi insieme hanno ben 15.000 anni di storia:...li hanno, ma non li dimostrano.

Partner ufficiale della manifestazione è la Dreher, il cui amministratore delegato verrà dall’Olanda e, con lui, tutti gli esponenti dei vertici aziendali. Se il peperoncino supererà questo ulteriore banco di prova, il connubio tra la Dreher e l’Accademia si protrarrà anche negli anni a venire, e la festa assumerà dimensioni sempre maggiori. Questa è una cosa estremamente importante perché la sinergia con una multinazionale sgancerebbe il Festival dall’incertezza del contributo da parte dei vari enti pubblici, in modo da poter navigare in acque più tranquille. Così, il Presidente ha più soldi, più mezzi e, quindi, lavora di meno.

Chissà dove arriveremo...comunque, posso assicurarle che io la intervisterò ogni anno...

Speriamo solo di esserci!

Con questa vitalità...sicuramente. Presidente, volevo, infine, chiederle quali sono stati, dall’anno scorso ad ora, gli eventi più significativi sempre legati al peperoncino e di cui è stata protagonista l’Accademia?

Si è girata l’Italia, anche per la mostra di cui parlavo prima, ed in tutta Italia si sono tenute manifestazioni di cui, per una gran parte, si è occupata la grande stampa. Un evento che mi sta particolarmente a cuore, e che ha ricevuto, addirittura, l’attenzione del TG1, è quello di S. Andrea di Conza, un paese di 1.500 abitanti in provincia di Avellino. La particolarità sta nel fatto che questo paese è stato l’epicentro del terremoto del 1980, ed i suoi abitanti hanno detto che, da quell’episodio funesto, nessuna televisione è mai più stata in quel luogo. Organizzando lì una manifestazione, si è fatto in modo di avere un servizio ad opera del TG 1, che è poi andato in onda sulla rete nazionale alle ore 13:30. Questo è un modo per contribuire allo sviluppo di questi piccoli centri. Tutto ciò è in linea con la nostra mentalità "piccante".

Sì, ma non solo piccante, perché questo impegno nel sociale è veramente encomiabile. Questi eventi, infatti, devono avere più scopi: far conoscere la Calabria perché merita, i calabresi, perché, tra mille difficoltà, con la loro cocciutaggine, riescono ad andare avanti ed, infine, per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Il settore sociale ci interessa particolarmente. Si sta, per esempio, lavorando alla realizzazione di un’azienda per la produzione di peperoncino, gestita da ex tossicodipendenti, che fanno parte di una comunità. In tal modo, si aiutano queste persone ad uscire da una tragica realtà. In verità, vi è anche un altra iniziativa che prevede la coltivazione di un campo di peperoncino che sarà gestito da persone disabili.

Lei continua a stupirci.....

No, il merito è del peperoncino, io sono solo il suo profeta...

La ringrazio, Presidente Monaco, spero di poter essere presente ogni sera per poter cogliere sempre meglio gli aspetti migliori di questa manifestazione.

*******************************

Sindaco, nella presentazione che lei ha fatto sull’opuscolo dedicato al Festival del Peperoncino 2003, ha sottolineato la necessità che questa manifestazione, dopo dieci anni di festeggiamenti, diventi storia: cosa si deve fare, secondo lei, affinché ciò avvenga?

Bisogna puntare sulla qualità dei prodotti gastronomici, e anche sulle modalità dell’offerta; quindi, curare l’aspetto della ristorazione, pensando ad una qualificazione in questo settore, in termini di professionalità e qualità della risorsa. Tutti gli stands che si allestiscono devono sempre essere legati al mondo del peperoncino. Si tratta di valorizzare la tradizione culinaria di questo paese e questo marchio di qualità che molti ristoranti e bar hanno come soci dell’accademia. Fare un discorso di qualità serve anche a qualificare un Festival che ha undici anni di vita e, pertanto, è abbastanza maturo per fare un salto di qualità.

In questa direzione, cosa si prefigge l’Amministrazione comunale?

L’Amministrazione punta su questo evento del Festival che, oltre ad allungare la stagione turistica, serve anche a dare uno sfondo ad un’iniziativa importante ed originale. Quando, infatti, nacque, nel 1992, ed io ero appena diventato Sindaco, ci furono solo critiche; nel corso degli anni, invece, è diventato un fatto essenziale di sviluppo e di qualificazione di Diamante, perché, oggi, l’Accademia del peperoncino ...sta diventando un marchio rilevante; infatti, anche la Regione ha utilizzato, nel proprio sito web il peperoncino come marchio.

Qual è la storia di Diamante ed il suo ruolo nel turismo dell’Alto Tirreno?

La storia di Diamante è una storia che viene da lontano. Diamante, infatti, è diventato Comune alla fine dell’800, quando un ufficiale garibaldino, Arcangelo Caselli, ebbe come premio da Garibaldi l’unificazione di due territori, uno che apparteneva al Comune di Maierà ed uno appartenente a quello di Belvedere Marittimo, da cui si ebbe Cirella, che poi venne chiamata Diamante, nome con cui, del resto, nelle vecchie carte geografiche del ’400 era identificato un fiume. Dunque, le origini di questo territorio, come Comune, sono abbastanza recenti. Come territorio, invece, nel periodo in cui Garafa era principe di Belvedere, a Diamante c’erano dei consolati inglesi e francesi, che gestivano il traffico di alcuni prodotti locali, come la barbabietola da zucchero, il cedro ed il lino. Diamante è sempre stato un paese proteso verso il commercio, anche se poi, agli inizi dell’800, ci furono anche classi di intellettuali, avvocati, magistrati, scrittori e poeti, anche perché sembrava essere baciato dalla natura per come era posizionato. Si pensi ancora ai filosofi, quali i Pagano, Mario e Leopoldo, che hanno vissuto qui, per molto tempo. Anche nel periodo della Repubblica napoletana del 99, Diamante giocò un ruolo molto importante. La storia di Diamante, quindi, partendo da queste origini, si è sviluppata lungo la via del commercio, fino agli anni ‘60. Questa epoca, poi, ha rappresentato una negatività, perché aumentò la spesa pubblica, e tutti i vecchi artigiani e commercianti si trasformarono in impiegati dello Stato, verificandosi, così, un impoverimento produttivo del paese. Oggi, vi sono 650 famiglie che vivono con stipendi dello Stato. Il turismo ha cominciato a nascere verso gli anni ‘50, periodo in cui Diamante era uno dei posti più esclusivi del turismo in Calabria. L’unico albergo a quattro stelle esistente era l’Hotel ACI di Cirella; successivamente, nacque il San Michele, e così via. Andando avanti negli anni, vi è stata una sorta di decadimento della costa, anche per la presenza napoletana, che pure ha portato dei benefici economici, soprattutto negli anni ’70 infatti, quando la gente pensava all’acquisto della seconda casa, si realizzarono grandi operazioni immobiliari che hanno inflitto un colpo abbastanza duro alle prospettive di crescita turistica di Diamante in una certa direzione. Negli anni ‘90, con la sistemazione del lungomare, la realizzazone del porto e la creazione di nuovi alberghi, si sta avendo una riqualificazione del paese; indice di questo fenomeno, per esempio, è l’aumento del prezzo delle case. Oggi, dunque, è importante che vi sia anche un turismo di qualità, in grado di propagandare i nostri prodotti, accanto all’amministrazione comunale e a tutti coloro che fanno una politica di immagine.....

Quali sono i progetti di questo paese, a cui lei sta lavorando?

Innanzitutto, si ritiene che l’offerta della seconda casa vada modificata e migliorata; infatti, già nel prossimo anno, sorgeranno 7-8 alberghi nuovi, alcuni cambieranno gestione e saranno riqualificati, ma bisogna trovare il modo di passare dal turismo familiare della seconda casa, che dura 1-2 mesi, ad un turismo settimanale, che è il turismo giovanile, per cui si sta studiando anche la possibilità di avere un certo numero di appartamenti da poter gestire con società già affermate in questo settore, e legare questa attività ad alcune valenze, quali l’esistenza in Diamante di ottimi ristoranti, discoteche di qualità, un porto, e tutto ciò che può sorgere attorno ad esso, creare un sistema di servizi volti a risolvere tutti i problemi che possono presentarsi nel corso dell’estate e cercare di individuare nuovi imprenditori nel paese per fare in modo che i giovani abituati al cd lavoro di "1-2 mesi all’anno", pensino che una migliore politica dei servizi possa portare anche ad un allungamento delle giornate lavorative. Inoltre, vi è anche un problema di mercato estero. In Calabria, solo a Tropea vi sono imprenditori tedeschi che sono proprietari di alberghi. Ed allora, da qualche mese, vi sono 1500 persone a settimana che vengono, anche in periodi di bassa stagione, ad imparare l’italiano nelle strutture alberghiere locali. A ciò si aggiungano anche gli anziani tedeschi che vengono con voli charter che lo Stato tedesco consente a prezzi bassissimi. Queste sono iniziative da prendere come esempio, tramite l’associazione "Le città del sole" di cui fanno parte Diamante, Tropea, Soverato, Gerace ed Isola Capo Rizzuto, un consorzio di cinque comuni...

Un problema che si pongono molti turisti è quello dell’inquinamento del mare....

Ma questo non è un problema che riguarda noi, poiché esistono due impianti, di cui l’ultimo è stato realizzato quest’anno per 95.000 abitanti, solo che l’acqua depurata, per buona parte del paese non va più a mare, ma viene utilizzata per l’irrigazione. Inoltre, mancano seri controlli sulle ditte di autospurgo e quelle che raccolgono la spazzatura. Poi, si aggiunge anche un problema di funzionamento e di gestione degli impianti fognari in molti paesi; se si rompe una fogna, sorge un problema di competenza tra Sindaco e Regione, per cui, nel frattempo che si trova un accordo in tal senso, le fogne vanno a mare. E mentre prima, quando la gestione apparteneva ai Sindaci, questi venivano incriminati, anche solo per una piccola fogna che arrivava a mare, da quando il sistema è gestito dalla Regione, non viene incriminato più nessuno. Quindi, questo è un problema che dovrebbe far riflettere e molto.

Quali sono i maggiori problemi con cui deve fare i conti il Sindaco di un paese come Diamante?

I problemi sono essenzialmente quelli del traffico e della viabilità, visto che la crescita del paese ha portato ad una concentrazione di tutta la zona su Diamante, per cui si hanno problemi di parcheggio, di ingorghi, dovuti un po’ alla poca qualificazione degli organi vigilanti e un po’ alla "napoletanità" della guida. Sono, pertanto, da realizzare, nel futuro più prossimo, degli interventi strutturali di emergenza, quali la creazione di parcheggi a pagamento, l’aumento del numero dei vigili urbani; ma, come dicevo prima, diventa, anche, necessario che i servizi di ristorazione facciano un salto di qualità oltre ad avviare anche iniziative commerciali che potenzino il campo dell’abbigliamento, che è piuttosto carente.

Senta, ma lei sarà qui in questi giorni?

Sì, è naturale. Quest’anno, poi, sarà presente anche Francesco Nuti e la Calabria potrà essere l’occasione per un riscatto di immagine di questo grande personaggio.

*******************************

Il tuo locale, Ninì, ha incuriosito da subito la gente, perchè si è caratterizzato come un qualcosa di diverso, una voce fuori dal coro. Da cosa e quando è nata l’idea di questo locale?

L’idea è nata 5 anni fa. Il locale doveva, originariamente, sorgere ai Ruderi, presso l’anfiteatro di Cirella. Non avevo soldi ed ho richiesto il prestito d’onore...a 50 anni, pertanto, mi sono rimesso in gioco perché volevo creare qualcosa di mio. Ci pensavo già da tempo, anche se ho sempre lavorato nei bar di alberghi, discoteche...e poi mia madre aveva un piccolo bar a Cirella, per cui ci sono nato dietro il bancone...

Il motivo per cui il locale è sorto qui è che, una sera del ’98, ho visto questi locali chiusi, mi sono chiesto di chi fossero e da lì ho maturato l’idea di aprire sul lungomare il mio locale.

So che hai lavorato anche fuori dalla Calabria....

Sì, ho fatto un po’ di esperienza a Bari, a Roma e poi mi sono formato qui in Calabria, all’hotel 5 Stelle, al Ferretti, avendo come maestri dei grossi barman, i fratelli Goffredo, che mi hanno dato veramente moltissimo. Io sono nato barman, ho sempre fatto questo mestiere. In un secondo momento, poi, ho tirato fuori il mio estro di gelatiere e pare che la cosa funzioni. Inoltre, ho inventato il caffè alla nocciola; è una mia ricetta, non ho copiato nessuno. In un primo tempo, ho fatto il caffè alla nocciola a caldo, poi la mousse e così via, perché, in questo lavoro, se non si ha estro e fantasia, non si va avanti; ed io ho puntato molto, soprattutto sulla qualità dei prodotti.

Credo che sia proprio questo il segreto del successo, quindi, l’onestà paga...

Sì, devo dire che, pur non avendo fatto nessun tipo di pubblicità particolare, il passa-parola ha funzionato bene. C’è una particolarità che voglio rivelare, anche se, ormai, non è più un segreto, e cioè che io non assaggio i miei prodotti; non li ho mai assaggiati; ma riesco, ugualmente, a regolare la combinazione degli ingredienti. Inoltre, poiché ritengo che, ogni anno, bisogna dare alla gente qualcosa di nuovo, sono sempre alla ricerca di nuovi sapori, gusti e prodotti. Verso novembre-dicembre penso a quello che devo fare, in gennaio vado, tutti gli anni, alla Fiera in Rimini, dove esistono innumerevoli pasticcerie e, soprattutto, gelaterie, per trovare ciò che ho pensato e il prodotto da poter creare. Questa estate ho proposto la tortina sacher gelato, che trae origine dalla sacher torta viennese, e devo dire che ha avuto abbastanza successo; e poi, la cassatina al cedro, che mancava, avendo già realizzato la granita, il gelato e il tartufo al cedro. E anche questa ha dato i suoi risultati. Ancora, ho creato un cocktail un po’ particolare che si chiama "Bianco, rosso e...", con cremolata di limone, di fragoline di bosco e prosecco; è un aperitivo fresco, leggero, ed alla gente piace.

Secondo te, in cosa risiede la particolarità del tuo locale ed in cosa si esprime, visto che è diventato un vero e proprio meeting point, cioè uno di quei locali che fanno tendenza e che costituiscono un costante punto di riferimento?

Innanzitutto, è particolare il posto dove è ubicato; e poi anche il fatto che dare un appuntamento da Ninì consente, con la scusa dell’incontro, di poter consumare qualcosa, anche quando non si viene di proposito, per sedersi ad un tavolo e sostare. Inoltre, ritengo che il mio non sia il classico bar perché, infatti, dentro vi sono molti quadri ed un arredo particolare che ho ideato io, anche con la collaborazione dei miei figli, che hanno realizzato dei quadri ed il murales al bancone.

Stiamo per vivere la settimana, ormai famosissima, del Festival del peperoncino. Secondo te, cosa rappresenta il Caffè Ninì per questa manifestazione e come si inserisce in questo contesto?

Io, nel mio piccolo, ho cercato di dare un contributo a questo Festival e, vista la mia esperienza di barman, ho creato, per prima cosa un cocktail al peperoncino; poi, ho creato un tartufo al peperoncino con un retrogusto piccante che la gente trova gradevole; inoltre, io sono il barman ufficiale dell’accademia del peperoncino.

Infatti, l’anno scorso, in giugno, il Presidente Enzo Monaco ed io siamo stati a Parigi, al Consolato Italiano, per fare un cocktail per gli italiani, ed in particolare, per i calabresi a Parigi, ed ho preparato, appositamente, questo cocktail al peperoncino. Ci sono andato molto volentieri. Inoltre, sempre l’anno scorso, il 3 settembre, sono stato al Festival del Cinema a Venezia, dove ho, ancora una volta, preparato questo cocktail, che si chiama "afro", ed è a base di frutta, limoni e peperoncini pestati, con aggiunta di liquore di cedro e di prosecco; ho voluto unire, così, nord e sud nel creare un cocktail delicato, in onore dell’accademia, e che ha ricevuto molti consensi. Inoltre, in considerazione anche del collegamento birra-peperoncino, che è uno dei temi della manifestazione, ho creato appositamente un cocktail, sempre piccante ma questa volta con la birra. Io sono convinto che Enzo Monaco, con la sua accademia e queste manifestazioni, abbia dato moltissimo a Diamante, non solo a livello turistico ma anche di risonanza nazionale. Io gli sono grato, ho creduto fin dall’inizio in questa sua attività, e spero di poter dare altri contributi, perché si è creata una bella collaborazione fra noi.

D’altra parte, il Presidente dell’accademia è una persona capace di inserirsi in qualsiasi contesto, ed è proprio per questo che è riuscito e riesce a portare avanti tutte queste iniziative.

Sì, ma devo anche dire che un grande contributo per far conoscere Diamante è dato anche dal Sindaco, il quale, prossimamente, andrà a Roma, alla RAI, per partecipare ad un programma di quattro ore proprio su Diamante. Ovviamente, l’interesse di reti quali la RAI o Mediaset, non può che significare sviluppo, perché, secondo me, Diamante, insieme a Tropea, è uno dei più bei paesi della Calabria, sia per il centro storico, che vive, soprattutto la sera, caratterizzato dalle piccole botteghe degli artigiani nei vicoletti, sia per questo lungomare, che fa da cornice.

Poi da qualche anno anche tu sei parte di tutto questo...

Beh...diciamo che anche io do il mio contributo, visto che molti villeggianti vengono qui da Praia, da Bonifati e altri paesi limitrofi, per assaggiare qualcosa di mio, perché, quello che faccio io, non lo fa nessun altro e, quindi, o si viene qui, a provarlo, o non si trova. Dunque, la gente viene da me apposta.

Per questi giorni come ti sei organizzato?

Farò il mio cocktail al peperoncino e poi i tartufi che offriamo sempre. All’interno del locale, metterò sul bancone un bouchet di peperoncini con un cartello relativo al cocktail... che, in questo periodo, preparo con l’uva bianca, poi nel tempo delle fragoline, sostituisco all’uva le fragole. Sabato, inoltre, ci sarà una televisione svizzera che mi ha già contattato per fare dei filmati. Nello scorso aprile vi è stato un collegamento in diretta, nella trasmissione di Massimo Giletti su RAI 2, in occasione del quale ho dato la ricetta di questo cocktail; in giugno, è stata qui un’altra televisione, RAI International, per fare un filmato che alcuni amici hanno visto, addirittura, in Messico. Infine, in ottobre, siamo stati ripresi per la "Domenica del Villaggio"; perciò, è molto bello che il peperoncino ci ha dato la possibilità di farci conoscere anche a livello nazionale.

La Strad@web ringrazia il dott. Enzo Monaco, Presidente Nazionale dell’Accademia del Peperoncino, il Sindaco della città di Diamante dott. Ernesto Caselli ed il titolare del famoso bar "Caffè Ninì", il Sig. Antonio (Ninì) Belcastro, per le interviste concesse.

Maria Cipparrone

Questo lavoro è stato realizzato con la collaborazione della dott.ssa Laura Trocino.

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