Il sistema di autocertificazione consente al cittadino di presentare dichiarazioni da lui stesso scritte e firmate al posto dei certificati richiesti dalle Pubbliche Amministrazioni.
Questo tipo di dichiarazione non può, invece, sostituire i certificati di conformità CE, quelli sanitari, di marchi e brevetti.
Sono obbligati ad accettare l’autocertificazione gli enti pubblici, gli enti che gestiscono i servizi pubblici e le scuole.
Ogni ufficio fornisce i moduli che si possono compilare e firmare senza autenticare la firma.
Si possono autocertificare i dati anagrafici e di stato civile, titoli di studio e qualifiche professionali, la propria situazione economica e fiscale ( adempimenti degli obblighi contributivi, possesso e num. di C.F. ecc.), la posizione giuridica ( mancanza di condanne penali ecc.) e altri dati, come ad es. l’iscrizione in albi o elenchi tenuti dalla Pubblica Amministrazione, lo stato di disoccupazione e la qualità di studente.
Nei casi in cui è prevista, l’autocertificazione non può essere rifiutata. Tuttavia, se ciò dovesse accadere, bisogna chiedere nome, cognome e qualifica del responsabile della pratica e il relativo num. di protocollo. Inoltre, è il caso di pretendere che vengano messe per iscritto le ragioni del rifiuto. Infine, bisogna segnalare l’accaduto al Comitato Provinciale della Pubblica Amministrazione presso la Prefettura del luogo.
Maria Cipparrone ( avvocato )
Questo articolo è stato realizzato con la collaborazione della dott.ssa Laura Trocino.
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