Siamo pronti per il Next - Step?
di Giorgio Marchese
( direttore@lastradaweb.it )
14 settembre 2008 |
|  Moltissimi luminari italiani, per poter lavorare al riparo da difficoltà legate a retrive concezioni "accademiche" e ad una rassegnata visione nazionale di ricerca scientifica di serie "B", sono costretti a studiare, insegnare e "brevettare", sotto l'ombrello protettivo degli Stati Uniti D'America, in cui si è capito che, una "mente al lavoro" rende più di tanti "compagnucci delle parrocchiette". Un patrimonio mentale all'avanguardia è, in questo modo, al servizio delle Università, delle industrie e della economia a stelle e strisce. L'alternativa consiste nel restare in Italia e morire anzitempo, corrosi dalla rabbia per le angherie subite dai soliti, mediocri, potentati che appannano le Università nazionali. Emblematico è stato l'esempio di Dulbecco che qualche anno fa, rinunciando alla direzione della ricerca in Italia, amaramente, ha dovuto accettare l'idea che, da noi, NON SI FA SCIENZA (e nemmeno fantascienza), è misera cosa, essere apprezzati per le capacità machiavelliche di tessere ragnatele di interessi atte a mettere d'accordo "appetiti" diversi (uno dei pochi campi in cui eccelliamo). Fra un po', tutte quelle attività realizzate nelle "fabbrichette" brianzole... PER LEGGERE TUTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.
| |
|
...o negli scantinati del Napoletano (a basso contenuto tecnologico e fuori da tutele sindacali) si trasferiranno ad Est ed in Oriente. Questo è il next-step. Esiste una sola ricetta: investire sulla ricerca e sullo sviluppo "compatibile" per la creazione di realtà scientifiche, industriali ed imprenditoriali a dimensione europea... prima che sia troppo tardi!
|
Premi qui per
tornare alla prima pagina |