Come è difficile vivere bene!
di Mariano Marchese  ( marianomarchese1@gmail.com )

8 novembre 2004

Come è difficile ai nostri tempi riuscire a vivere bene.. questa affermazione presta il fianco a molteplici riflessioni, infatti, nel leggerla, tornano in mente le tante frustrazioni subite nel corso della nostra esistenza. Dopo questo volo a ritroso e, cioè, dopo aver ripercorso il tracciato delle frustrazioni, come per magia, ecco subentrare la paura insita in ognuno di noi che si palesa nella domanda che sorge spontanea: a cosa vado incontro?cosa mi riserverà il domani? Come si può notare, la realtà che ci troviamo a vivere nel quotidiano è ricca di difficoltà, dalle più pregnanti, come quella di soddisfare i propri bisogni primari necessari indispensabili, a quelle meno importanti ma, altrettanto presenti. Ecco, allora, generarsi la paura di non farcela, di non essere all'altezza che, spesso, viene palesata attraverso un atteggiamento spavaldo e sicuro nei confronti della vita; ed a tal proposito , quante volte ci è capitato di discorrere con un conoscente, che la società riteneva essere un modello da imitare e di vederlo, invece, crollare sotto il peso della paura, della insoddisfazione e della insicurezza? I modelli e gli esempi da imitare che ci vengono propinati ogni giorno, spesso, sono sbagliati per non dire pericolosi. Le sicurezze ed i punti fermi dobbiamo trovarli dentro di noi, non dovremmo permettere che altri ce li propinino e la presenza dell'altro, in questa fase, sarebbe giustificata se servisse ad aiutarci in questo lavoro di ricerca dentro di noi! Ma siamo maturi abbastanza da riconoscere di essere in difficoltà? Siamo umili abbastanza per ammettere gli errori? PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


 

Come è difficile ai nostri tempi riuscire a vivere bene.. questa affermazione presta il fianco a molteplici riflessioni, infatti, nel leggerla, tornano in mente le tante frustrazioni subite nel corso della nostra esistenza. Dopo questo volo a ritroso e, cioè, dopo aver ripercorso il tracciato delle frustrazioni, come per magia, ecco subentrare la paura insita in ognuno di noi che si palesa nella domanda che sorge spontanea ...a cosa vado incontro...cosa mi riserverà il domani? Come si può notare, la realtà che ci troviamo a vivere nel quotidiano è ricca di difficoltà, dalle più pregnanti, come quella di soddisfare i propri bisogni primari necessari indispensabili, a quelle meno importanti ma, altrettanto presenti. Ecco, allora, generarsi la paura di non farcela, di non essere all’altezza che, spesso, viene palesata attraverso un atteggiamento spavaldo e sicuro nei confronti della vita; ed a tal proposito , quante volte ci è capitato di discorrere con un conoscente, che la società riteneva essere un modello da imitare e di vederlo, invece, crollare sotto il peso della paura, della insoddisfazione e della insicurezza? I modelli e gli esempi da imitare che ci vengono propinati ogni giorno, spesso, sono sbagliati per non dire pericolosi. Le sicurezze ed i punti fermi dobbiamo trovarli dentro di noi, non dovremmo permettere che altri ce li propinino e la presenza dell’altro, in questa fase, sarebbe giustificata se servisse ad aiutarci in questo lavoro di ricerca dentro di noi! Ma siamo maturi abbastanza da riconoscere di essere in difficoltà? Siamo umili abbastanza per ammettere gli errori? Forse sarebbe il caso di rimettersi in discussione, cercando di costruire una personalità corretta al fine di "viverci" e vivere al meglio delle nostre possibilità, mettendosi, così, nelle condizioni ottimali per affrontare le difficoltà che troveremo lungo il percorso della nostra esistenza e, quindi, risolverle senza avvertire il bisogno di cercare vie di fuga...vie che potrebbero risultare pericolose, umilianti e svilenti per il nostro io più profondo e per questo più vero. Qualche secolo fa "Qualcuno" di molto conosciuto affermava che " bisogna dimenticare se stessi per pensare agli altri..", ad un esame attento, questa affermazione manca di un passaggio importante individuato dal grande Socrate che, così, si esprimeva" (...) quando lo desidera, l’uomo può pensare all’altro uomo solo nel momento in cui è in grado di pensare a se stesso"; Papa Giovanni XXIII nella sua infinita bontà sosteneva "(...) essere buono è chiudere gli occhi davanti all’ingratitudine" , Seneca, qualche secolo prima, invece affermava " (...) colui il quale chiude sempre gli occhi finisce con il diventare cieco" .Si potrebbe continuare per intere pagine, ma qui serve solo far osservare, a chi legge, che le verità possono essere molteplici, dipende da quale punto di vista le si osserva. E’ per questo, che ritorno ad insistere sulla necessità di una corretta formazione della personalità dell’essere umano, perché ciò certamente contribuirebbe ad un miglioramento sostanziale della qualità della vita di tutti, allontanerebbe i conflitti aumenterebbe la sicurezza nell’affrontare la vita; si allontanerebbero i desideri che spesso sono all’origine delle nostre pene e, ultimo ma non ultimo, ci permetterebbe di evitare l’ignavia, vera malattia sociale dei nostri tempi, consentendoci di essere più sicuri di noi stessi e, ponendoci in condizione di scegliere...e decidere! Socrate diceva che "(...) quando ci si trova ad un bivio bisogna imboccare una strada, non importa quale, l’essenziale è imboccarla, ciò è giusto per non incolpare altri delle nostre indecisioni"

Mariano Marchese - Avvocato

Presidente Neutrergon ONLUS - Movimento per la Tutela dei Diritti Umani

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