Il Natale che verrą...
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

18 dicembre 2017


Come si rompe il muro dell'indifferenza? “Ama il prossimo tuo non come ameresti te stesso ma, piuttosto, per quello che è: il prossimo tuo!” Ecco, comprendendo questo invito di un famoso penalista vissuto in un tempo migliore, probabilmente cominceremmo ad accorgerci che, intorno a noi, c'è gente che, come noi, si accorge (spesso in ritardo) di avere infranto i sogni contro la polvere della realtà quotidiana. Ma se avessimo il potere di girare in cielo come le rondini, saremmo in grado di osservare dall'alto l'inutile corsa di una umanità che si affanna, forse solo per tenersi impegnata a schivare quello strano dolore che nasce dal saldo negativo fra le gratificazioni e le frustrazioni? Cari Lettori, qualcuno ritiene che Dio eserciti il potere alla stregua della Monarchia britannica: regnando ma non governando. Allora nasce il dubbio: un uomo, da solo, può cambiare il mondo? Al netto della presunzione intrinseca, sarebbe stimolante l'idea di provare ad entrare in sintonia con il bisogno degli altri (che, poi, non è diverso dal nostro) e, magari, provare a parlarci come non facciamo mai. A volte mi chiedo se un ricordo, sia qualcosa "che si ha" o "che si è perduto". La risposta che riesco a darmi è che una persona invecchia, quando i rimpianti superano i sogni e le aspettative. Certe altre volte mi soffermo ad osservare, invece, l'incongruenza di cure mediche sempre pił tecnologizzate... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



... e lontano dal paziente e mi disturba l’idea che, pure, esiste (in ognuno) un luogo intimo e segreto dove si nasconde la ricetta della propria salute!

Cari Lettori, temo molto il rischio di rimpiangere i momenti in cui potevo dire e non ho parlato o, peggio, avrei potuto tacere ed ho fatto, invece, soffrire... ma, nel contempo, mal sopporto chi non accetta che possano esistere idee innovative in grado di cambiare l’ordine delle cose, volgendo al sereno quello che, sovente, si appalesa come un fortunale.

Il ché, in fondo, ricalca la fantastica storia delle possibilità che la vita ci offre.

Volare in cielo come le rondini, già... magari per entrare dalla finestra più luminosa a scoprire il segreto delle cose importanti, anche se il prezzo può essere una iniziale tristezza. E se qualche volta, col tramonto davanti, passiamo attraverso una lacrima, non fermiamoci ad asciugarla perché inaridiremmo la nostra parte più umana.

Ogni cosa comincia ma, poi, finisce e tra poche ore è già domani.

Appunto per questo bisogna imparare a saper decidere di sé e per sé, perché comunque, come disse Sartre"non facciamo ciò che vogliamo ma diventiamo responsabili di ciò che siamo".

Auguri. Per il Natale che verrà.


Giorgio Marchese- Direttore La Strad@







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