Lo
sport è da promuovere nelle scuole, negli ambienti di lavoro,
negli ospedali, nelle istituzioni, è importante fare rete con
le diverse figure professionali soprattutto professionisti
dell’educazione come insegnanti ed educatori, ma è anche
importante allearsi con i medici di famiglia, che invoglino i propri
assistiti a fare prevenzione attraverso la pratica dell’attività
fisica per sperimentare benessere.
Il
benessere comprende quello fisico ed organismico, cioè
l’attività fisica che permette di mettere in moto i
diversi apparati circolatori, cardiaco, respiratorio; benessere a
livello ormonale, di smaltimento di tossine.
Il
benessere riguarda anche quello mentale, il permettere di scaricare
tensione e stress che possono derivare da una giornata lavorativa o
da altri impegni quotidiani di disbrigo faccende domestiche o
burocratiche, lo sport ti permette di trovare un tempo tutto tuo
dedicato a te stesso da solo o in compagnia per fare qualcosa che
diventa piacevole, ti fa sperimentare sensazioni ed emozioni, anche
fatica ed impegno con determinazione per raggiungere obiettivi e
trasformare sogni in realtà.
Benessere
relazionale oltre quello fisico e mentale facendo sport insieme ad
altri, condividere esperienze di allenamento, di gara, fare qualcosa
in gruppo, far parte di una squadra, di un esercito di sportivi che
si iscrivono a competizioni da portare a termine confrontandosi tra
di loro e dandosi consigli sui miglior allenamenti, su come aumentare
al performance.
Benessere
emotivo, a volte lo sport ti fa sperimentare di riuscire in qualcosa,
ti eleva l’autoefficacia, e tutto ciò si trasferisce
nella quotidianità, nell’ambiente famigliare e
lavorativo, senti di riuscire in qualcosa, di avere delle capacità,
risorse, caratteristiche che ti permettono di fare sport in modo
continuativo con passione.
Alcuni
obiettivi dello psicologo dello sport:
-
attuare progetti per motivare le persone ad intraprendere qualche
forma di attività fisica, favorendo l’autoconsapevolezza
dell’individuo;
-
lavorare sul goal setting, cioè contribuire a stabilire
obiettivi condivisi, raggiungibili anche se difficili;
-
promuovere l’attività fisica nelle scuole, negli
ambienti di lavoro, negli ospedali, nelle istituzioni;
-
fare rete con le diverse figure professionali soprattutto
professionisti dell’educazione come insegnanti ed educatori;
-
allearsi con i medici di famiglia, che possono incentivare i propri
assistiti a fare prevenzione attraverso la pratica dell’attività
fisica;
-
stimolare le persone a prendere in mano le redini della propria vita
ed avere un corretto stile di vita che contempla anche un periodo di
attività fisica settimanale;
-
lavorare non solo sulle criticità ma anche sulle risorse,
sull’autoefficacia, sulla resilienza.
Lo
psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per
il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, tecnici,
dirigenti. Lo sport non è tutto rose e fiori, si fatica tanto,
possono capitare infortuni, sconfitte, risultati che non vengono,
incomprensioni con altri atleti della stessa squadra, con
l’allenatore, con i dirigenti.
Lo
stato di forma va e viene; con l’impegno, la passione e la
determinazione si riesce a stare in forma il più a lungo
possibile cercando di durare fino all’obiettivo ambito, così
come anche le crisi vanno e vengono e si può cercare di essere
pazienti, fiduciosi, rimodulare lievemente gli obiettivi per rifarsi
in momenti migliori.
Ecco
cosa ne pensa un maratoneta che ha indossato anche la maglia azzurra,
rispetto alla figura dello psicologo dello sport: “Lo psicologo
può avere un effetto importante sull’atleta. Subiamo carichi
di lavoro enormi e spesso viviamo momenti difficili. Può farci
vedere sempre la luce in fondo al tunnel e darci messaggi positivi.”
Alessandra
Penna, oltre ad essere valida ingegnere, è anche ed è
sempre stata un’atleta competitiva, prima forte nuotatrice ed
ora notevoli sono i suoi risultati nell’atletica leggera, anche
lei intravede la figura dello psicologo dello sport utile per diversi
motivi: “Si credo
che ogni squadra debba avere uno psicologo dello sport soprattutto
nei periodi prossimi alle gare o nei mesi più intensivi di
allenamento. Inoltre credo che lo psicologo serva di più agli
allenatori che spesso non sono in grado di capire certi meccanismi
psicologici dell’atleta o dell’atleta inserito nel
gruppo. Spesso inconsapevoli delle loro azioni hanno rovinato
moltissimi atleti nella fase della loro crescita per non essere
riusciti a capirli nel modo giusto.”
Importante
la psicologia della riabilitazione dell’atleta per poter
riprendere dopo l’infortunio in modo più consapevole ed
attento a piccoli passi attraverso metodi e tecniche di rimodulazione
degli obiettivi, di meditazione camminata, di affidamento a
fisioterapisti; sia per la riabilitazione di altre patologie di non
sportivi quali posso essere traumi o interventi, a volte è
previsto il ritorno alla quotidianità attraverso semplici
esercizi, attraverso una lieve ginnastica riabilitativa.
Matteo
SIMONE http://www.psicologiadellosport.net
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