Pensieri
degli anni difficili
Davvero?
Tutto così semplice?
Questa
cosa va compresa meglio, compresa, dico compresa.
E
questa è l’ora di che? Di cosa?
La
coscienza di molti.
Un
clic sul mondo e riappare, da tanto tempo ormai, la solita immagine
disastrata, segno della indifferenza di molti, della impotenza di
pochi e delle inutili polemiche.
Ormai.
E
forse, era già veramente tutto previsto? Lo si sapeva da
prima, da quando la mano era già tesa nella scrittura e poco
concentrata sul da farsi.
I
problemi che si incontrano nel percorso.
Una
insolita stanchezza prende piede, ad affaticare un momento complicato
di per sè. E, come ho imparato ormai da un po’, senza
troppo tentennare si affrontano le cose per come stanno.
Primo
passo è l’analisi attenta e minuziosa... e non deve
spaventare l’addentrarsi troppo nei dettagli. Come un
investigatore privato, provare ad osservare ogni angolo, da ogni
angolo, avere avanti a se chiaro il quadro topografico del momento e
fare un passo avanti.
Importante
la contestualizzazione, il periodo, l’aria che si respira in
quell’istante.
Le
conoscenze sull’Universo.
Un
brivido mi pervade quando la notizia arriva inaspettata a completare
un bellissimo disegno sperimentale iniziato 100 anni fa, predetto
quando non c’erano ancora né strumenti né
possibilità per arrivare, solo la forza della capacità
dell’essere umano. La capacità di ragionamento.
E
ritorniamo alla risoluzione dei problemi.
A
volte mi ritrovo a pensare a più cose mentre seguo una strada
chiara e definita, ma, pur perdendomi nelle varie sfaccettature, alla
fine ritorno là dove avevo cominciato. E penso che nulla
avviene a caso quando la ragione segue uno schema stabilito.
La
risoluzione di per sè, prevede lo sbrogliarsi di una
situazione nata limpida e senza conflitti, quindi, naturalmente
destinata ad essere risanata con facilità. Ma … magari
lo sapessi!
Anche
se, una volta compreso, cosa ne potrei realizzare?
Buffo
come a volte mi rendo conto in piena coscienza dei miei limiti e
confini e, dopo averli calpestati, decido sempre più in
consapevolezza di andare oltre, pur sapendo che …
Perché
sempre più infastidita dall’alternarsi delle stagioni,
ciclico e veloce? Forse la solita vecchia paura si presenta
indisturbata a scandire il tempo materializzandosi negli anni che
passano?
Importante
rimane la capacità di vivere non di sfuggita senza
l’ossessione di dover riempire ogni momento.
Cammino
nel cuore della notte, fra le strade ormai non più a me
familiari. E ripenso all’andato, al passato. Veramente senza
più alcun rimorso?
Freddo
pungente inaspettato si insinua ovunque, alla fine di una giornata
intensamente vissuta. E ne sono contenta.
Chiacchieriamo
affettuosamente in libertà e di ogni cosa. Su ogni cosa.
Avverto la leggerezza in ogni passo, anche quando ci rivolgiamo
all’altrove. Affascinante questa teoria, ognuno si
realizza attraverso l’esternazione di due momenti: quello che
si presenta a tutti e senza nudità e poi l’altrove.
Ci
rifletto, intensamente anche durante la proiezione di immagini
difficili da interpretare perché troppo lontane dal mio modo
di vivere.
La
mente lavora a due livelli.
Faticoso,
torno a casa sfibrata ma più ricca.
Fernanda
A
Nelide, con grandissimo affetto
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