Fuori Di...
di Fausto Raso  ( albatr0s@libero.it )

7 febbraio 2016


o fuori “da”?


Pubblicato su Lo SciacquaLingua

Sulla preposizione (semplice o articolata) che deve seguire la preposizione impropria "fuori" i vocabolari non sono tutti concordi e i linguisti si accapigliano: "di" o "da"? "Fuori di" o "fuori da"? Ci vediamo fuori del portone o fuori dal portone? Personalmente seguiamo - senza se e senza ma, espressione tanto cara ai politici che frequentano i vari salotti televisivi - le indicazioni dell’illustre glottologo Aldo Gabrielli, la cui "fede linguistica" non può esser messa in discussione: Fuori si unisce al suo termine soltanto con la preposizione "di": fuori di casa, fuori dei piedi, fuori dell’uscio e simili. Mai con la preposizione "da", anche se non manca qualche esempio antico; perciò non diremo "fuori da sé", "fuori da casa", "fuori dai piedi". Gli fa eco il linguista Vincenzo Ceppellini, che nel suo "Dizionario Grammaticale"  scrive: Preposizione che indica distanza o esclusione. È seguita dalla preposizione "di":  "Son rimasto fuori di casa"; "È uscito fuori di strada" (sebbene si trovi talora: fuori strada). Come dicevamo, alcuni vocabolari ammettono solo la preposizione "dI";  altri, salomonicamente, consentono tanto la preposizione "di" quanto la preposizione "da". Che fare? Seguite ciò che vi suggerisce il vostro "istinto linguistico". La Crusca sembra essere dalla nostra parte.

A cura di Fausto Raso


Premi qui per tornare alla prima pagina

PROPRIETARIO Neverland Scarl
ISSN 2385-0876
Iscrizione Reg. Stampa (Trib. Cosenza ) n° 653 - 08.09.2000
Redazione via Puccini, 100 87040 Castrolibero(CS)
Tel. 0984852234 - Fax 0984854707
mail: direttore@lastradaweb.it
facebook: Neverland Formazione
Direttore responsabile: Dr. Giorgio Marchese
Hosting fornito da: Aruba spa, p.zza Garibaldi 8, 52010 - Soci (Ar)
Tutti i diritti riservati